I raduni degli ex compagni di scuola

  • sei proprio sicura?
    c'è gente che semplicemente non racconta tutto

    Nei paesi non è possibile nascondere cose grosse. Se ti ricoverano in ospedale il giorno dopo lo sanno già tutti. Per cui cose gravi non ne hanno avute, i loro lavori/attività vanno avanti, hanno trovato presto le persone giuste per loro e con questi ancora stanno...Non voglio certo augurare il male a nessuno, ci mancherebbe altro, però l'essere circondata da persone fortunate che non conoscono i problemi veri di sicuro è stato un ostacolo in più perché nessuno mi ha mai davvero capita. Con questo non voglio dire che tra persone sfortunate scatti la solidarietà al 100%, ma almeno mi sarei risparmiata tanti sguardi dall'alto in basso o sentirmi colpevolizzare di cose che sono successe e basta, cose che se fossero successe a loro sarebbero messi come me o forse anche peggio.

  • Credo che il film "Compagni di scuola" possa riassumere in modo completo il quadro generale della situazione.
    Personalmente non ho mai fatto rimpatriate, dalle elementari fino alle superiori, passando poi per il militare.
    Già, perchè a volte si organizzano festicciole anche tra ex commilitoni.
    In ogni caso, anche se hanno organizzato, non sono stato avvisato o rintracciato, eppure qualche compagnia decente l'avevo.
    Credo di esser stato il classico individuo "medio". Ho avuto degli amici e qualcuna che provava simpatie. Altrettanto, ho avuto nemici (che ho cercato di tenere a bada, senza farmi "bullare" più di tanto) e qualcun'altra che provava antipatie.
    Ho sempre avuto il dubbio però delle origini relative ai tentativi di aggressione (quasi sempre verbale) a me mossi. In più di un'occasione si è dimostrata invidia.

    La cosa che mi chiedo però, e lo chiedo a Sera: ma sei sicura che ti sia andato tutto storto nella vita? Si, perchè da come scrivi pare che non te ne sia andata bene una.
    Ho letto anche altri tuoi post, mi sembri una donna giovane, reattiva, magari un poco influenzabile dall'ambiente esterno ma voglio anche capirlo a causa delle ferite che uno si porta dentro ma da qui a far intendere che la tua vita sia stata tutta una sfiga... dai non voglio crederci.

    Personalmente, se la cosa può aiutarti, non me ne sono mai fregato più di tanto di quello che fanno o di quello che non fanno i miei ex compagni. Delle donne o uomini che hanno o altre cose del genere. Non lo faccio per invidia, semplicemente mi chiedo: a cosa diavolo serve?
    Al massimo posso chiedere qualcosa, appunto, ad amici che sono rimasti tali. Si sa che attorno ai 20 anni, alcune amicizie "storiche", nate magari a 14 anni, possono sfaldarsi come se niente fosse. Si cambia mentalità, magari si trova una nuova compagnia, ci si fidanza etc. Anche io ho perso, purtroppo e forse anche per colpa mia, amicizie "storiche". Ma la vita va avanti.
    Sono diventato molto pratico su queste faccende. In parole povere me ne frego relativamente. E' la soluzione migliore in termini di energia spesa bene X ME.
    Stesso discorso vale, sempre per me, in merito a tutte le migliaia di parole che si possono spendere su pettegolezzi ed altre inutilità sui social et similia.
    La vita già è difficile e complicata ma anche piena di possibili sorprese. Inutile perdere tempo dietro alla vita degli altri o cercare d'imitarli o anche, invidiarli.
    Ma chi se ne frega!
    Pensiamo a migliorare noi stessi piuttosto che assistere agli spettacoli, molte volte falsi, degli altri/e.

  • è ovviamente tutto relativo: se paragono la mia vita a chi ha problemi di salute grossi, è ovvio che sto meglio io. Ma per trovare qualcuno che se la passa peggio di me devo appunto andare a cercare dei casi limite perchè se faccio la media di quelli che mi circondano, nessuno ha mai avuto nemmeno la metà dei problemi che ho dovuto affrontare io. Questo non solo mi avvilisce dal punto di vista esistenziale perchè mi iniziano a frullare in testa pensieri irrazionali del tipo perchè proprio a me questo destino? , ma mi provoca problemi dal punto di vista relazionale perchè gli altri, che non hanno avuto grossi problemi, non capiscono, non si sforzano di capire e mi sparano giudizi trancianti senza conoscere minimamente ciò di cui stanno parlando. E' come se ad una persona ammalata di anoressia - non è il mio caso, sto solo facendo un esempio - arrivasse lì qualcuno a dire: "E' colpa tua se hai l'anoressia, per fartela passare basta che mangi, quindi ti giudico un'idiota di m∙∙∙a". Dici che sono influenzabile, ma lo sono diventata per disperazione, perchè dopo una vita che ti buttano addosso queste baggianate, vorresti essere lasciata in pace e allora cerchi di diventare *LA PERSONA CHE LASCEREBBERO IN PACE*.
    Purtroppo non ci sono riuscita perchè se non potevano attaccarmi per una cosa mi attaccavano per l'altra: non potevano attaccarmi per l'aspetto allora mi attaccavano per i vestiti, se non potevano attaccarmi per i vestiti era per il lavoro, o perchè non ho la laurea o perchè provengo da una famiglia di campagnoli ecc. E' dalla prima elementare che va avanti così, con quegli stronzetti in erba che mi prendevano in giro o mi escludevano perchè avevo i vestiti usati o i capelli quasi rasati e che adesso fanno i raduni.
    Se anche nella vita ho avuto qualche soddisfazione e si contano a malapena sulla dita di una mano, me le sono sudate talmente tanto , ho faticato talmente a livelli disumani, che alla fine non me le sto nemmeno godendo perchè sono sfinita e ancora la mia vita non è svoltata come dovrebbe e quando parlo della vita che vorrei, non intendo niente di eclatante, anzi per me il minimo sindacale, quello su cui i miei amiconi dei raduni sputano su , per me sarebbe oro colato.
    Certo se guardo a come stavo anche solo 4 o 3 anni fa, ho fatto passi da gigante che da fuori nemmeno si notano perchè partivo proprio dal fondo del barile e tra l'altro, se voglio essere onesta al 100%, non è dipeso tutto da me, certo di forza di volontà ce ne ho messa a strafottere ma se non avessi incontrato la mia psicoterapeuta prima e il mio ragazzo poi, da sola non ce l'avrei fatta, ma per essere altrettanto onesta devo anche dire che pure loro due me li sono sudati tirando fuori unghie e denti, di sicuro la vita di regali non me ne fa, è troppo occupata a farli agli altri, a quegli s∙∙∙∙∙i che fanno solo tribolare il prossimo e hanno tutte le fortune del mondo.
    E onestà per onestà, alla fine il problema dei raduni non sono tanto i bulli, i veri bulli erano due,di cui uno non so nemmeno se ci sarebbe e l'altro ha avuto la faccia da c∙∙o da proporsi come amico durante gli anni pur rimanendo un aggressivo di m∙∙∙a, ma il punto non sono questi due. Il punto sono le donne, perchè alle fine a partire da mia madre e mia sorella , continuando per le comari del paese, per le *amiche* di scuola e a finire in bellezza con le trentenni che ora conosco e che ragionano da teenager di prima superiore, sono le donne che continuano imperterrite a darmi il tormento tirando fuori addirittura fatti del 2005, c∙∙∙o sono passati 10 anni ormai , ancora me la menano. Gli uomini cosa vuoi mai, se togli mio padre, quelli che mi hanno usata e qualche isterico più simile ad una donna che ad un uomo, almeno mi danno tregua, ma le donne no sono implacabili. E dire che mi sono messa in discussione, mi sono detta che se non riesco a farmi nemmeno una amica, se non mi possono vedere nemmeno mia madre e mia sorella, vuol dire che qualcosa sbaglio e di sicuro sbagli ne faccio, di sicuro mi chiudo come un riccio, ma è la logica conseguenza di anni e anni e anni di malignità e sprangate sui denti. La mia psicoterapeuta è pure una donna anche lei, va bene che ha 80 anni, però lo ha pure capito che se reagisco così ci sono dei motivi e una chance me l'ha data, proprio lei a cui ho buttato addosso aggressività a valanghe all'inizio, mentre le altre, alcune altre, le ho trattate con i guanti di velluto per ritrovarmi con la solita porta chiusa in faccia.
    Vabbè ormai sto straparlando, è la fine d'anno che mi fa un brutto effetto, buon anno a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di sorbirsi questo e tutti i miei precedenti scleri.

  • Ma vedi cara, come è già stato detto la maggior parte di quelli (non tutti ma molti eh)c he vanno a questo tipo di incontri lo fanno per pura competizione. Poi , per carità, ci sono le situazioni come quelle descritte da wawe. Secondo me bisogna capire veramente se il gioco vale la candela: nel caso in cui gli incontri servano solo a toccarci di nervi, è meglio rinunciare. Se invece, umanamente parlando, possiamo ritrovarci tra gente con cui avevamo affinità, ben venga. Ma se il piatto della bilancia pende più dalla parte delle persone negative, meglio la fuga. Naturalmente, questo è solo il mio modesto parere, come sempre.

  • Sono d'accordo un po' con tutti voi. Mi sono trovata, di recente, di fronte all'organizzazione di una rimpatriata tra compagni del liceo. All'inizio ero molto contenta, avevo davvero voglia di rivederli. Poi, però, alcuni di loro hanno iniziato ad invitare alcuni professori ed io mi sono sentita un tantino a disagio già alla sola idea.

    Ho iniziato a pensare che la verità per la quale la persona in questione, l'organizzatrice della rimpatriata, avesse ideato l'incontro, fosse quella di mettersi in mostra, perché casualmente si era appena laureata alla specialistica, casualmente appena abilitata, casualmente appena fidanzata e casualmente appena candidata in politica. Ora, potrei benissimo sbagliare ed essere un brutta persona, ma ho pensato che, invitando i professori (soprattutto invitando i professori), avesse voglia di parlare di sé e di mostrare quello che aveva raggiunto. Questo era il caso più eclatante, era già successo in passato che altri volessero organizzare, casualmente dopo una laurea o dopo un evento o in concomitanza di un evento di rilievo. Es. una persona che stava per trasferirsi in Australia, pochi giorni prima decide di organizzare un aperitivo con una cara prof.

    L'entusiasmo per la cena di classe è poi andato scemando, non so perché. Ho pensato che fosse perché i prof stavano iniziando ad avvisare che non ci sarebbero stati e, casualmente, l'organizzatrice, un paio di giorni prima del grande evento ha dato il triste annuncio : ho mal di gola, mi dispiace, non ci sarò. Non se n'è fatto nulla.

    E' curiosa la reazione delle mente, la voglia di raccontarsi. Se avessi avuto eventi da raccontare, probabilmente, sarei stata in prima fila. Ma così, con una laurea che non arriva ancora, trovarmi ancora su una sedia, dietro una scrivania, a seguire ancora lezioni, sinceramente, la sola idea che qualcuno potesse chiedermi qualcosa, mi faceva rabbrividire.

    Il punto nodale però, non è tanto la voglia di mostrare i propri successi, perché anch'io, se ne avessi avuti, avrei voluto raccontarli. Il punto è un altro. Il punto è che chi voleva vedersi e sentirsi, l'ha fatto e lo farà. Quindi non so, magari è naturale che queste rimpatriate siano fatte per un 80% da voglia di mostrare più che da voglia di vedersi/raccontare per la vera voglia di farlo.

    La trovo una questione piuttosto controversa. Io stessa ci sarei andata, ma la mia autostima, di fronte a persone laureate, realizzate, con lavoro, marito, figli, trasferite in Australia, in Asia, in Inghilterra. Ecco, la mia autostima mi ha fatto fare un passo indietro, quindi lo ritengo più un mio problema che degli altri, anche perché, l'ho già detto, ci sarei andata molto volentieri. Poi che non si sia più fatta è un altro discorso.

  • Non mi piacciono, li considero forzati.
    Come dice qualcuno sopra di me: che senso ha rivedersi una volta ogni tanto - tantissimo - se poi ci si perde di vista per un'altra decina di anni? C'è poi da considerare il quanto siamo stati bene o meno in un certo ambiente - la classe - e quanto ci faccia piacere rivedere quei volti. Per me ad esempio è un dispiacere, per il semplice fatto che non mi sono trovato bene nè al liceo nè alle medie con quei caratteri e dubito che siano cambiati; con loro non ho nulla in comune. Magari ci sono due o tre studenti con i quali mi sono trovato sempre bene, e guarda caso sono quelli che risento abbastanza spesso. Perchè così deve essere secondo me. Gli altri li ho persi per strada, certo se li incontro li saluto e ci scambio due parole, ma per il resto ognuno per sè.

    La Morte si alzò[...]accese un fiammifero, lei che avrebbe potuto distruggere il foglio di carta con lo sguardo,[...]tornò a letto, si abbracciò all'uomo e, senza ben capire quello che le stava succedendo, Lei che non dormiva mai, sentì che il sonno le faceva calare dolcemente le palpebre. Il giorno seguente non morì nessuno.

  • Io faccio fatica a stare con la gente, ma un raduno con i compagni delle elementari non mi dispiacerebbe. Il motivo è che sono una persona molto nostalgica e credo che ricordare certe cose legate a un particolare periodo come l'infanzia potrebbe darmi qualche bella sensazione.
    Nella mia fantasia.
    Concretamente ciò che si verificherebbe, credo, sarebbe di rimanere deluso nel vedere i miei compagni delle elementari adulti e "maturi".

    Per questo motivo sarei contento se ne organizzassero uno i miei. Un paio di miei compagni delle elementari però sono morti (uno incidente col motorino, l'altro malattia). Le maestre sono tutte morte. Non prenderei parte a un raduno di compagni del liceo, è un periodo che ho ancora abbastanza fresca.

    In definitiva, c'è molto di peggio secondo me

  • Ho avuto un rapporto tremendo con i compagni di classe, ero un classico ragazzino amorfo. Già all'Università case separate e sporadici incontri. Poi fine anni 90 mollo l'Università e !i perdo di vista. Nemmeno il numero di cellulare.
    Qualcuno non lo vedo dal diploma...
    Finché uno dei pochi con cui mi sentivo, decide di organizzare la reunion...
    Mi molla subito la patata bollente e non si presenta, sconsigliato dalla psicologa.
    Alla fine eravamo in pochini, io il dandy della situazione. Conoscevo tutti i locali i DJ ecc...
    Diciamo che un paio di compagne ehmehm non erano così orrende come pensavo....

  • No, non c'è nessun'altra ipotesi.
    Il motivo è sempre e solo quello.

    Se ci fossero altri motivi, avresti sentito questa gente più spesso negli anni... appunto per altri motivi.

    Non si è mai visto un ex compagno di scuola tossicodipendente/emarginato/disadattato o con altre grosse problematiche organizzare una cena del genere. Chissà perchè.
    Quando e se mai accadrà, sarò il primo a partecipare. Le ipotesi a quel punto saranno tutt'altro che scontate.

    Diffida comunque da chi organizza queste cene... Se io mi sentissi realizzato e felice non avrei bisogno di far confronti e far vedere agli altri cosa ho combinato. Evidentemente quelli che così si professano e organizzano queste cene sono in realtà molto molto soli... Chi non lo è non ha bisogno di ste sagre della formalità, festival dell'ipocrisia, compilation di pettegolezzi, meglio note come "cene di classe".

    "See the diameter of your knowledge, is the circumference of your activity"

  • Ma sai che tendo molto ad essere d'accordo su questa cosa. Nel mio caso, sembra palese che l'organizzatrice abbia avuto l'idea per questo preciso motivo : mostrare i suoi successi. Lo dimostra il fatto che ci tenesse particolarmente ad avere anche alcuni professori, evidentemente avrebbe voluto raccontarsi soprattutto con loro. Nel momento in cui l'ipotesi prof è sfumata, è andato via anche il suo interesse nel vederci. Cioè.

    Inizio a pormi anch'io la domanda al contrario, ovvero, io lo so di avere un problema, ma forse ce l'ha anche lei! Che poi, se ci si vuole vedere, si organizza anche in un attimo, un aperitivo, un pranzo, una cena, un dopocena, soprattutto in questo periodo, molti si trovavano a casa per qualche giorno di vacanza, quindi con meno impegni diventava più semplice organizzare una cosa qualunque!

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