I raduni degli ex compagni di scuola

  • Non so dalle vostre parti, ma qui dilaga la moda dei raduni degli ex compagni di scuola. Mica solo università o al limite scuole superiori, hanno fatto quello delle ELEMENTARI.
    Io non ci vado per vari motivi che vanno dal fatto che non ho voglia di vedere i bulli che mi hanno tormentata o altra gente con cui ci sono stati altri problemi, al fatto di non aver cose decenti da raccontare a gente borghesemente realizzata and least but not last, sono ancora fondamentalmente un'asociale.
    Vorrei capire che gusto ci sia a voler rivedere persone che hai perso di vista da decenni, che all'epoca non potevi vedere, che senso ha mettersi a tavola con degli estranei per poi dirsi cosa? Io faccio l'impiegato, tu lavori nel negozio dei tuoi, l'altro s'è sposato oppure rivangare aneddoti dell'epoca della pietra , rimpiangere la maestra "ah che brava persona, ah non ci sono più maestre così al giorno d'oggi" e dimentichi che all'epoca non la potevi vedere e che era una zitella acida, bigotta ed ottusa.

    Forse chi organizza questa cose ha voglia di vantarsi. E' l'unica spiegazione che riesco a trovare. Forse anch'io se fossi una rockstar miliardaria avrei voglia di vedere i bulli che mi tormentavano per buttarglielo in faccia con sdegno ed alterigia. O anche no. Anzi sicuramente non avrei voglia di vederli nemmeno se fossi presidentessa del mondo.

    Altre ipotesi?

  • la penso come te, ci sono andata alcuni anni fa ed è stata una cosa squallida. Era un raduno di ex-compgne delle magistrali. Chi era bulla era rimasta tale, io sono cambiata e ho avuto la forza di essere imperturbabile davanti alle loro (ennesime) provocazioni. Ma non è stata una buona serata, tornassi indietro eviterei caldamente...Migliore il raduno di ex amici e compgni di lavoro dell'anno di prova, di quando, cioè siamo passati di ruolo. Ma eravamo tutti quasi trentenni, altre storie.

  • ogni tanto mi arriva un invito. nei paesi si usa fare questi raduni con tutti quelli nati lo stesso anno. ma non ci sono mai andata...al 99% sono persone perse di vista.
    invece ai raduni della classe della maturità vado quasi sempre ma eravamo veramente un bel gruppo e siamo rimasti molto legati.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Da noi è consuetudine fare la coscrizione. In ogni paese - nel mese di dicembre - si festeggia il raggiungimento di una determinata età: i 18 anni, i 20 e poi, via "di cinque in cinque": 25,30,35 e così via. il programma è sempre lo stesso: dopo messa, si fa un aperitivo ed una cena al ristorante, a cui può seguire - a volte - la discoteca. Io ho partecipato solo a quella dei diciotto anni: sono rimasto molto deluso dal fatto che non ci fosse molto dialogo tra tutti. Avete presente quando si dice:"Sono circondato da persone, eppure mi sento solo?"...Ecco, una cosa del genere.

  • L'ultima volta che ci siamo visti con i compagni di classe del liceo (classico) fu nel 2007, ben 22 anni dal diploma e dopo aver impiegato circa 6 mesi per fissare la data. La cosa che mi stupì, fu vedere che i tratti caratteristici delle persone non erano cambiate affatto. Chi mi era antipatico/a lo è rimasto, chi mi era indifferente lo è rimasto/a ecc. ecc. i soliti con i quali mi trovavo bene, era come se li avessi visti il giorno prima. Oltre a ridere raccontandoci le vicende scolastiche passate abbiamo appreso che molti di noi erano incappati in disgrazie più o meno importanti. Ci siamo resi conto, poco a poco, che in vent'anni le nostre vite si sono trasformate, purtroppo non sempre in meglio. Di conseguenza, da quella volta c'è stato un tacito accordo di non trovarsi più.

  • Dalle mie parti c'è un po' di tutto: la rimpatriata di quelli nati nell'anno tal dei tali; quelle delle clasdi superiori ecc.

    Noto che ci sono due tipi di reazioni verso questa eventualità:
    Manco morta (io appartengo a questa)
    Wowwww Sì!!!!

    Io per esempio non ci andrei perché non ho nessun motivo di vedere gente che ho volutamente perso di vista o che, se proprio non è ststo voluto, non ho fatto nulla per mantenere un certo contatto.
    Poi ho come la sensazione che si instaurino gli stessi equilibri di allora, nonostante l età (Oggi come allora, mi sentirei un pesce fuor d'acqua).
    E che il motivo di questi eventi non sia lo stare in compagnia o creare nuovi legami su basi nuove, quanto piuttosto tirare le somme e vedere che fine hanno fatto gli altri, se hanno scalato un po' di successo o meno.
    Credo che di fondo ci sia il fare confronti. Poi boh. A me sembra questo.
    quelle persone che conosco che farebbero volentieri o hanno fatto rimpatriate del genere sono persone che ritengono di essere progredite o migliorate e quindi vi partecipano con uno spirito di riscatto.

  • Da noi è consuetudine fare la coscrizione. In ogni paese - nel mese di dicembre - si festeggia il raggiungimento di una determinata età: i 18 anni, i 20 e poi, via "di cinque in cinque": 25,30,35 e così via. il programma è sempre lo stesso: dopo messa, si fa un aperitivo ed una cena al ristorante, a cui può seguire - a volte - la discoteca. Io ho partecipato solo a quella dei diciotto anni: sono rimasto molto deluso dal fatto che non ci fosse molto dialogo tra tutti. Avete presente quando si dice:"Sono circondato da persone, eppure mi sento solo?"...Ecco, una cosa del genere.

    Da noi è consuetudine fare la coscrizione. In ogni paese - nel mese di dicembre - si festeggia il raggiungimento di una determinata età: i 18 anni, i 20 e poi, via "di cinque in cinque": 25,30,35 e così via. il programma è sempre lo stesso: dopo messa, si fa un aperitivo ed una cena al ristorante, a cui può seguire - a volte - la discoteca. Io ho partecipato solo a quella dei diciotto anni: sono rimasto molto deluso dal fatto che non ci fosse molto dialogo tra tutti. Avete presente quando si dice:"Sono circondato da persone, eppure mi sento solo?"...Ecco, una cosa del genere.

    Messa!!! Dicoteca!!! Non vi fate mancare proprio niente voi... :smoker:

  • Ma non avete ancora capito che il motivo e' esattamente lo stesso per il quale la gente aggiunge mille mila amici e conoscenti su facebook? Se non lo avete ancora capito ve lo traduco: mettersi in mostra e/o farsi i c∙∙∙i degli altri. Non c'e' nessun problema per chi "sta bene", ma per chi ha problemi di autostima le cene di classe sono IL MALE ASSOLUTO, perche' il confronto con gli altri e' esplicito ed inevitabile. La quasi totalita' delle conversazioni riguardera' fatti legati ai "successi" e "traguardi" raggiunti nella vita, e cioe' fatti legati a: lavoro, soldi, matrimoni, esperienze strafighe da raccontare a tutti (tipo "quella volta che a Las Vegas ho vinto cento mila dollari e poi per festeggiare li ho bruciati tutti noleggiando una villa con mega piscina, ho riempito la piscina con una cinquantina di prostitute pagate per tutta la notte, e poi mi sono tuffato e le ho s∙∙∙∙∙e tutte insieme per ore e ore").
    Quando si era a scuola tutto aveva un senso perche' si parlava di c∙∙∙∙∙e o robe legate alla scuola in cui tutti c'entravano e potevano dire la loro. Si formavano poi gruppetti di compagni piu' uniti di altri (quelli dallo stesso paese, quelli fissati col calcio, i secchioni, eccetera), ma piu' o meno tutto aveva un senso perche' c'era sempre qualcosa da condividere (forzatamente): la settimana scolastica. Ma quando sono passati 5-10-20 anni o piu', qual e' il senso? Cosa c'e' da condividere? Cosa c'e' da discutere, parlare? Ve lo ripeto: non si condivide piu' niente e si fanno solo CONFRONTI. Che lavoro fa questo, dove vive l'altro, la fidanzata di Giulio e' strafiga mentre quella di Mauro e' un c∙∙∙o, Tizia ha fatto un figlio a 20 anni, Caio nessuno l'ha piu' visto e dicono sia un tossicodipendente emarginato, hai visto Giovanni quanto e' ingrassato, e Francesca l'ho vista assieme ad un tizio con la Ferrari, e Giacomo fa l'imbianchino da una vita, ehi tu che sei muratore ho un problema al tetto aspetta che te lo spiego, e tu quand e' che ti trovi una ragazza, e tu quand e' che cambi macchina, e tu quand e' che che cambi appartamento, e Marco non puo' venire perche' vive a Beverly Hills, e meta' classe e' a lavorare a Londra (ma tra parentesi, quanta gente c'e' a Londra ormai?), e Marika con quelle gambe guarda che roba e' sempre una gran porcona e se la farebbero ancora tutti, e quello chi c∙∙∙o e' aaaaah e' il compagno di Alessia che lavora in banca, no aspetta mi pareva che fosse assicuratore, ma che cavolo dici ha un negozio di elettrodomestici, zitti tutti che sta parlando e magari capiamo che c∙∙∙o fa e di chi e' parente.
    Questa e' la verita'.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Ad entrambi i raduni che hanno organizzato qui, superiori ed elementari, hanno aderito quasi tutti, sono venuti persino alcuni che abitano a 100 km da qui. Chi mancava? Guarda caso quei pochi che all'epoca erano considerati gli sfigati.
    Nessuno dei miei ex compagni di scuola ha avuto successi sfolgoranti, non hanno fatto altro che seguire il sentierio che era stato tracciato per loro. Chi lavora nelle attività di famiglia, chi tramite parentele e conoscenze ha trovato lavori impiegatizi, chi si era fidanzata in prima superiore ora è sposata ecc.
    Sicuramente avranno organizzato per fare confronti, ma non ci sono tra di loro differenze sostanziali perchè provenivsno tutti dallo stesso ambiente piccolo borghese e lì sono rimasti.
    Mi colpisce un aspetto. Mentre come dice wavesequence , tra i suoi ex compagni c'erano pure persone a cui sono successe anche cosa spiacevoli, ai miei è andato tutto liscio. A questo punto le ho trovate tutteio le classi formate di persone baciate dalla fortuna (tranne me s'intende ). Perché alla fine è questo che mi rode: perché agli altri è andato tutto così liscio mentre a me la vita ha buttato m∙∙∙a addosso con la pala dall'inizio alla fine? Ripeto, se le cose mi fossero andate bene , non sarei comunque andata alle cene perché non volevo rivedere i bulli e altri soggetti poco gentili. Però ecco, al di là dei vari paragoni, quello che mi avrebbe ferita di più sarebbe proprio stato questo: la fortuna tutta su di loro e a me nulla o poche briciole per le quali ho sputato sangue. Non ditemi che in fondo non so se loro sono poi così fortunati perché lo so. Delle cose essenziali non gli manca nulla, anzi alcuni hanno avuto pure troppo se si pensa alle c∙∙∙∙∙e e al male che hanno fatto.

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