Mi rendo conto che leggendo questa discussione e su questi casi "gravi" ,che non hanno senso, rimango turbata.
Proprio perché anch'io non ci vedo il senso di tutta questa sofferenza.
Però mi sto rendendo conto che noi non siamo nessuno per giudicare ,etichettare vuoto ed inutile un essere umano.
Non siamo nessuno per decidere sulla vita degli altri.
Avevo scoperto tempo fa la storia di un ragazzo senza braccia e senza gambe. Appena l'ho saputo mi son detta: che orrore, come farà a vivere??? Sicuramente sarà infelice, frustato, etc..
Mi sono informata meglio e ho scoperto tutto il contrario.
C'è la sua testimonianza e mi stupisco della voglia di vivere che emana questo giovane.
Spesso vedo (mi ci metto pure io) ragazzi infelici , stanchi di vivere, nonostante tutte le qualità e buona salute.
Quindi, come mai nonostante tutte le nostre abilità e salute ci lamentiamo lo stesso? Percepiamo la morte in noi?
Perché semplicemente non riusciamo ad andare oltre questa benedetta APPARENZA. Non ci rendiamo conto che non siamo soli, che Qualcuno da lassù' ci ama nonostante tutto. Che un dolore può trasformarsi in gioia.
Posto il video tanto per far capire la delicatezza di un decidere direttamente sulla vita degli altri.
Se i genitori di questo ragazzo lo avessero soppresso sul nascere non starebbe qui a raccontarci la sua esperienza e di come sia grato del dono della vita. Alcuni hanno commentato con un:poverino.
Invece i poveri sono coloro che non riescono ad accettare il dono della vita e maledire la vita per qualche mancanza(anche piccola). Il ragazzo senza braccia e senza gambe si chiama: Nick Vujicic.
http://www.youtube.com/watch?v=uMb7oKgVz5E&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=90OG-DWzAhc&feature=related

Gravidanze particolari.
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The Heart
nel tuo mondo ideale una donna messa incinta con la violenza e contro la sua volontà dovrebbe, sempre contro la sua volontà e nello stato psichico ed emotivo in cui si trova, portare a termine la gravidanza e dare alla luce il bambino. E, una volta partorito, crescerlo (da sola) o peggio ancora darlo via. Non credo tu abbia la minima idea di cosa può significare affrontare una gravidanza da sola, partorire da sola, allevare un figlio da sola, le notti in bianco da sola etc..(naturalmente sempre considerando il totale crollo emotivo conseguete alla violenza). Altro che baby-blues!
Non puoi condannare chi non ce la fa ad affrontare tutto questo! Non puoi! Non ne hai alcun diritto!
E a questo punto mi sorge pure una domanda. Sempre nel tuo mondo ideale, se una donna nelle delicate condizioni psicologiche in cui si trova, non riuscisse a terminare la gravidanza (aborto spontaneo), la condanneresti perché non ha fatto di tutto per trasmettere tranquillità e serenità al feto? Cos'è negligenza? Omicidio colposo?
Date le premesse, non mi stupirei di un sì come rispostaOltre a questo ci sarebbe da considerare che, nel caso specifico, bisognerebbe anche partorire il figlio del proprio carnefice e vivere tutta la vita con questo monito costante. Anche questa sarebbe una violenza psicologica non indifferente.
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Oltre a questo ci sarebbe da considerare che, nel caso specifico, bisognerebbe anche partorire il figlio del proprio carnefice e vivere tutta la vita con questo monito costante. Anche questa sarebbe una violenza psicologica non indifferente.
Ci vuole una forza enorme per riuscire a considerare il bambino SOLO TUO, come se lo avessi concepito da sola, come se non avesse i geni di nessun altro oltre che te. Non si può condannare chi questa forza sente di non averla.
Ci vuole rispetto per le scelte altrui, soprattutto quando queste sono molto dolorose e traumatizzanti.
E di conseguenza rispetto per la sofferenza che gli altri provano. -
Sono d'accordo, potrei chiamarlo tranquillamente "cinismo".
Ma è ovvio che ,essendo questo Topic, un semplice dibattito virtuale e non un confronto reale tra madri con figli sani e madri con figli malati, assume toni diversi,
Essendo questo un Forum per persone depresse, il fatto che legga o intervenga qualcuno che l'ha vissuto realmente non è così improbabile.
semplicemente ognuno esprime il proprio parere,chi difende la vita e chi per non guardare in faccia la realtà preferirebbe la morte.
Per non guardare in faccia la realtà? Quale? Forse quella realtà è proprio chi la guarda in faccia direttamente che si augura la morte (la sua) piuttosto che doversi trovare davanti a certe scelte.
Anche perché un bambino malformato E' UN FIGLIO.
Maddai?
A mio avviso non può trasformarsi in un discorso del tipo: Ma se fosse mio figlio non gli farei patire le pene dell'Inferno.
E' un discorso certamente umano,ma nato dalla paura. Un discorso che si ferma inesorabilmente all'apparenza. Ma il FIGLIO NON E' APPARENZA.
Qui non ti seguo, chiedo scusa.
Ci sono madri (per esperienza conosciuta) che hanno figli disabili, alcuni molti gravi e disabilitanti, che sono felici(nel senso di "serene") perché hanno semplicemente accettato la realtà. La realtà diventa invivibile quando i genitori non accettano la disabilità del figlio e di conseguenza quest'ultimo sentirà chiaramente di non essere amato né accettato, cosa che è ben più' peggiore della disabilità stessa.
Qui scelgo di non seguirti, preferisco. Rispetto e ammiro le madri che affrontano con serenità le disabilità dei figli (quale intanto? Fa parecchia differenza. E chissà che ne penserebbero i figli se potessero esprimersi), ma non puoi ridurre tutto a un paio di esempi "felici". Se hai voglia, e lo stomaco forte, vai a cercare qualcosa -ti sconsiglio le immagini- sulla Trisomia 13 o l'anancefalia e pensa a cosa vuol dire dover partorire e veder poco dopo morire tuo figlio -che ricordiamolo, è TUO FIGLIO- in quelle condizioni.
Tutti vogliono figli sani, e questo è un bene. Nessuno si sogna un figlio disabile.
Ma quando, per cause genetiche,biologiche, farmacologiche ,nasce un figlio malato bisogna accettare la realtà.E in realtà non è così difficile..
Ecco, per un'idea di realtà ti rimando alle foto che prima ti ho consigliato di evitare. Poi mi dici se non è così difficile. Ah, ho già detto che stiamo parlando di TUO FIGLIO?
Dolore e gioia vanno sempre a coppia, non esiste dolore senza gioia, né gioia senza dolore.
Personalmente m'infastidiscono discorsi troppo astratti quando si vengono a toccare queste "tragedie".
Anche a me. -
Ho già detto che ci sono associazioni che aiutano le donne in difficoltà a sostenere la gravidanza. Questa è la mia risposta.
Quanto al fatto che non posso giudicare obbiettivamente perchè sono uomo e non partorirò, non concordo. Non posso essere madre ma posso essere padre e marito. Il problema della gravidanza riguarda anche me. E inoltre mi riguarda perchè è un discorso sul diritto umano più elementare, il DIRITTO ALLA VITA, e mi riguarda come essere umano.
Dunque sono ingiuste le accuse ad personam tue e di altri utenti per cui io non potrei giudicare in quanto uomo. Confrontiamo gli argomenti, piuttosto! -
Alle tue domande provocatorie la risposta è ovvia e dunque non mi prendo neanche la briga di scriverla.
Io credo che tu non abbia idea di cosa significhi compiere un aborto.
Ho conosciuto una ragazza che aveva abortito e che non riusciva a perdonarsi, a trovare pace.
Tu te la sentiresti di uccidere un bambino nella tua pancia? -
Ripeto: Guardatevi la testimonianza postata da Licurgo. E' un caso concreto.
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Mah, intervengo dicendo quello che farei io, perché forse è il solo modo per non toccare sensibilità altrui.
Finora non l'avevo fatto, non ho detto più di tanto la mia, perché la realtà è che non so cosa farei. Non lo so proprio. Uno può ragionare in termini teorici, fare valutazioni razionali ed emotive, bilanciare questo e quello, ma poi conta quello che pensi quando e se ti capita. Il resto, almeno per quanto riguarda me stessa, è poco più che fuffa: non mi conosco a sufficienza da avere idee precise e immodificabili, specie su cose che per fortuna non mi è capitato di vivere.
Stavo rischiando di viverle, l'ho temuto e per fortuna non è stato il caso. Sinceramente il solo pensiero che mi è venuto in testa in quel frangente, alla sola idea che ci fosse il rischio, non è se fosse giusto portare avanti una gravidanza del genere o abortire. Pensavo solo che avrei voluto evitare di scegliere, a qualsiasi costo. Anche a quello di buttarmi dal balcone, pur di evitare di scegliere. Sono stata fortunata. Cosa avrei fatto? Non lo so. So cosa desideravo fare. La libertà vera non è scegliere si o no, ma potersi sottrarre a certe scelte. Altrimenti non è libertà, mai. -
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Secondo me l'aborto non si può evitare. Poniamoci in una società in cui non si può abortire, resterebbe solo una facciata e chi è veramente disperato ricorrerebbe a mezzi clandestini.
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