Messaggi di Emanuele

    Il senso di colpa è un punto cardine della religione cattolica.
    Stai tranquilla, non esiste un dio che sta lì in alto a giudicare e punire, Dio è qualcosa di molto più meraviglioso rispetto a ciò che viene descritto dall'uomo, schiavo dei propri vizi e delle proprie paure tanto da travisare e distorcere totalmente i magnifici insegnamenti di Gesù Cristo e degli altri maestri spirituali. Dio non ti guarda dall'alto con aria severa, Dio è dentro di te e piange e ride insieme a te, soffre e gioisce insieme a te. L'unico modo che hai per amare veramente Dio è amare e rispettare te stessa e ogni più piccola cosa che ti circonda, perché in ogni singolo granello dell'universo troverai Dio. Se soffri così tanto per queste tue paure, Dio ne soffre insieme a te, e l'inferno non è altro che questa stessa sofferenza, perché la sofferenza di ogni singola creatura è sofferenza di tutto l'esistente.

    Mi dico che forse è solo paura di crescere, ora che ho 25 anni e sto diventando una donna diversa da quella che sognavo di essere da bambina.

    Sottolineo questa frase perché particolarmente significativa, ma in realtà è parecchio significativo tutto ciò che hai scritto.
    Il tuo messaggio è una testimonianza importantissima di quanto sia "malata" la frenesia umana (e soprattutto occidentale in quanto prodotto della mentalità consumistica) di trasformarsi in qualcosa che non si è.

    Parliamo di "crescita" e di cambiamento come se si trattasse di qualcosa che avviene fuori di noi e indipendentemente da noi, e non ci rendiamo conto di quanto invece siamo noi stessi gli artefici di un decadimento interiore che non vediamo l'ora di raggiungere il prima possibile, abbagliati e intontiti da tutta una serie di meccanismi di pensiero involutivi instillati nella nostra psiche istante dopo istante, fin dal primo momento in cui siamo in grado di apprendere, in maniera tanto sottile che finiamo per crederli totalmente nostri.

    La vera crescita, la vera maturazione, non ha nulla a che vedere con tutto ciò.

    La vita adulta non è una rinuncia automatica a determinati aspetti di se stessi, non è scendere automaticamente a compromessi con la propria sfera più intima solo perché la società ci fa credere che sia necessario e giusto farlo, o comunque che sia qualcosa di inevitabile.

    Perché se davvero la vita fosse fatta in prevalenza di dolore, difficoltà e rimpianto, la nostra specie sarebbe estinta già da millenni. Cosa che infatti accadrà in un tempo relativamente breve se continueremo ad andare avanti di questo passo.

    Le filosofie orientali non sminuiscono assolutamente i valori e le emozioni, anzi.

    Uno dei motivi per cui la loro comprensione è spesso difficile da parte di una persona cresciuta nel mondo occidentale è che qui si tende - erroneamente - ad associare i valori e le emozioni a ciò che abbiamo ottenuto sul piano materiale, in seguito a esperienze materiali: mi sento una persona intellettualmente realizzata perché ho studiato all'università e ho una laurea, mi sento in perfetta salute psicofisica perché ho smesso di mangiare schifezze, mi sento sereno perché ho una vita sentimentale appagante, mi sento sicuro perché ho un lavoro stabile eccetera eccetera. Tutto questo non cambia il concetto di fondo, ovvero che tendiamo a far dipendere il nostro benessere da fattori esterni, identificandoli come i diretti responsabili del benessere stesso. Secondo il punto di vista orientale, invece, il cambiamento deve partire in primis dall'interno di noi stessi, indipendentemente da tutto il resto: poi, semmai, questo stato di benessere favorirà il raggiungimento di determinati obiettivi anche sul piano materiale, semplicemente perché avremo modificato il nostro approccio ad esso.

    Poi vediamo se dovessi immaginare la scena...si mi piacerebbe tipo quell'impeto passionale di abbracciarsi e baciarsi in ogni dove, stringersi sul letto e cose cosi', insomma corpo su corpo, non corpo dentro corpo

    Be', credo che questo - senza voler offendere nessuno - sia proprio l'aspetto basilare che differenzia lo scambio di "effusioni" tra esseri umani dotati anche di un certo tipo di sentimento (e non parlo necessariamente del cosiddetto amore, possiamo includere nella definizione di "sentimento" anche ciò che convenzionalmente chiamiamo "passione") dal comune accoppiamento che avviene nel mondo animale, il quale è focalizzato esclusivamente sull'unione genitale. Quindi, a parer mio, è normale che il desiderio venga tradotto visivamente in qualcosa di simile, ancor più che in qualcosa di incentrato sulla genitalità e, in generale, sul contatto puramente "carnale".

    Questo è per lo meno dal punto di vista del desiderio, poi per carità parte a intermittenza anche la parte un po' razionale che dice: "Ok però se la natura ci ha fatti con due organi genitali complementari ci sarà un motivo, oppure " proviamo perché sentendo le esperienze di altre ragazze

    È su questo che è importante riflettere: cosa significa esattamente "razionalità", in tale contesto? Ci si riferisce a un livello più profondo della coscienza di se stessi oppure a un flusso di pensiero che scaturisce da qualche tipo di educazione o dal desiderio istintivo di emulazione e riconoscimento sociale?
    Parti dal presupposto che il tuo stesso corpo sa sempre come comunicarti i propri bisogni: ora, è più importante ascoltare te stessa o ciò che credi debba fare parte di te stessa in relazione a qualche tipo di confronto anche inconscio?

    Carne : agglomerato di materia organica

    Pensiero : insieme , sequenza di impulsi elettrici e secrezione di messaggeri chimici ( neurotrasmettitori ) nell'encefalo

    Spirito : credo sia solo un prodotto mentale , niente di reale

    Bene, volevo arrivare proprio a questo.

    Carne: agglomerato di materia organica;
    Pensiero: insieme, sequenza di impulsi elettrici e secrezione di neurotrasmettitori nell'encefalo;
    Spirito: prodotto mentale.

    Andiamo un po' più a fondo:

    Prova a descrivere la differenza esatta (se differenza esiste) tra le particelle elettriche, i neurotrasmettitori e la materia organica.
    E la differenza tra mente e attività generica del pensiero.

    Solo se ti va, ovviamente. Mi sembra un discorso interessante, può offrire parecchi spunti di riflessione.

    Il punto da chiarire è uno soltanto: effettivamente tu senti il desiderio di andare oltre certe cose, o vorresti provare solo perché lo fa la maggior parte della gente e questo fa sì che determinate esperienze vengano dogmaticamente considerate come necessità per ogni singolo essere umano? È importante prestare attenzione a ciò.

    Basandosi su ciò che hai scritto, pare non esistere traccia di un tuo effettivo desiderio, quindi in questo caso perché forzare la tua natura?

    Pare che certe cose non facciano parte di te nemmeno a livello di fantasia, infatti hai detto che anche durante la visione di materiale pornografico ciò che suscita le tue reazioni è prevalentemente l'aspetto più "delicato" del contatto fisico (insomma, tutto ciò che gli amanti degli anglicismi definirebbero soft).
    Ma anche se così non fosse - se provassi particolari sensazioni anche durante la visione di immagini più spinte, intendo - ciò non significherebbe automaticamente che quelle stesse cose ti piacerebbero se trasposte nella vita reale. La visione di materiale pornografico è un mero tentativo di trasformare determinati pensieri in immagini, e ovviamente non ha nulla a che vedere con le esperienze di contatto vero e proprio. In altre parole, a livello di fantasia possiamo sentirci eccitati e stimolati da una miriade di elementi e contesti che perderebbero ogni attrattiva se concretizzati nella realtà di tutti i giorni. E ovviamente non mi riferisco soltanto all'ambito sessuale.

    Non sei strana, sei solo te stessa. Io personalmente posso capirti perché relativamente ad alcuni aspetti provo le tue stesse sensazioni (soprattutto per quanto riguarda il bacio: la sola idea del cosiddetto "bacio alla francese" mi ha sempre dato il voltastomaco, indipendentemente dal fatto che trovassi una persona attraente o meno. Un cavo orale è sempre un cavo orale. :roftl: ) ma le sensazioni e le percezioni sono altamente soggettive. Se io posso concepire certe cose, qualcun altro non potrà, così come io non potrò mai concepire idee di altra natura. È normale e giusto. Non serve a niente dire "quando troverai la persona giusta bla bla bla" e cose simili: senza offesa per nessuno, sono frasi fatte e basta.
    È necessario riuscire sempre a guardare la realtà attraverso la prospettiva più ampia possibile. Se una cosa piace alla maggior parte delle persone, non significa che debba per forza piacere a tutte. E il sesso non fa eccezione.

    Riguardo alla tua ultima domanda:

    Citazione da Creamy

    vi volevo chiedere, secondo voi, nel caso in cui dovessi finalmente trovare un ragazzo che mi garba, è una cosa da dire questa mia inesperienza oppure no? Magari anche per tenerlo pronto sui miei eventuali "capricci" in quell'ambito...

    Non è tanto importante parlare della tua inesperienza o meno, quanto piuttosto mettere al corrente la persona riguardo a ciò che eventualmente non ti senti di affrontare. E non è una questione di "capricci", ma di rispetto per te stessa.

    Penso che la cosa possa essere esaminata al contrario: siccome spesso ci si vuole accontentare (ovvero: siccome spesso si vuole a tutti i costi avere esperienze sentimentali e/o sessuali) ci si imbarca superficialmente in qualsiasi tipo di relazione.

    L'errore di fondo - ma non so se "errore" sia la definizione più esatta del fenomeno - sta proprio nel "volersi per forza mettere con qualcuno".