Buonasera a tutti, amici.. Non scrivo da un po' ma ho continuato a seguirvi. Grazie a questo forum ho intrapreso un percorso di psicoterapia, al momento sospeso, che mi ha aiutato a fronteggiare alcune grandi problematiche della mia vita legate soprattutto alla mia famiglia. MA è da un po' di tempo che mi sento tormentata da un pensiero: una incredibile nostalgia dell'infanzia. Mi manca tutto di quei tempi. La mia gioia di vivere, il mio giocare con gli animali, il sogno di diventare pittrice... Le dediche innamorate ai miei genitori e alla nonna, la leggerezza del non conoscere altro che l'amore della famiglia... Non faccio che pensare al fatto che vorrei tornare indietro. Il mio pensiero poi corre all'adolescenza, al mio primo amore, alla purezza perfetta di quei sentimenti intensissimi, così forti da farmi scoppiare il cuore... Mi dico che forse è solo paura di crescere, ora che ho 25 anni e sto diventando una donna diversa da quella che sognavo di essere da bambina. Ma non riesco a scrollarmi di dosso quella sensazione di malinconia profonda che mi fa piangere. Penso che tornerò ad affrontare questo dolore con l'aiuto della mia psicoterapeuta. Ma nel frattempo chiedo a voi... Vi succede di sentirvi così? Come fate a superare la paura che mette crescere e sapere che non si può tornare indietro? Vorrei condividere questi pensieri con i miei amici o col mio fidanzato, ma a volte mi sembra che non riescano a comprendere ciò che provo fino in fondo... Grazie a chi mi risponderà, anche solo per darmi uno spunto di riflessione
Nostalgia dell'Infanzia
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Anch'io ho un po' nostalgia dell'infanzia, l'ho sempre avuta da quando è finita
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Capisco benissimo la sensazione, la provo anche io e in maniera molto forte, dal momento che la mia vita attuale è così così mentre la mia infanzia, ma anche una parte di adolescenza sono state fantastiche per me. Faccio abbastanza spesso pensieri simili ai tuoi e spesso penso che vorrei tornare indietro. La paura di crescere personalmente non l'ho superata, vado avanti perchè bisogna andare avanti, per la speranza e poco altro.
Se non altro mi consola sapere che quegli anni, quelli che dovrebbero essere i più belli e innocenti dell'esistenza(altro che i venti) li ho vissuti tutti al massimo, senza mai risparmiarmi e godendomeli al 100%. -
Quando sei un bambino , desideri ardentemente diventare presto grande , con l'illusione che ti si aprirà il mondo e sarai felice..... molto spesso ovviamente è solo una illusione , destinata presto a sgretolarsi sotto il peso delle triste realtà
Quando inizi ad avere nostalgia del passato , significa semplicemente che stai "invecchiando"
Della prima infanzia ho una certa nostalgia , ricordo che ero un bambino spensierato , che socializzava abbastanza facilmente
Dall'adolescenza sono iniziati problemi di varia natura e quindi non avrei nessun motivo per provare nostalgia , rimane solo il rimpianto per tutto quello che ho perso
Credo comunque che quando c'è nostalgia per il passato , significa che non siamo pienamente felici del presente -
Mi accodo alla fila dei nostalgici
quello che più mi manca sono forse i rapporti "giocosi" con i miei coetanei, avevo un sacco di amici e amichetti, ero serena. Ora sempre cupa, provo delusione nei confronti delle persone un giorno si' e uno no, mi sento sola etc.
Poi un'altra cosa bellissima che un po' tutti i bambini provano...l'identificarsi con magari i personaggi dei cartoni animati, tu sognavi di essere loro, tu ti sentivi loro, al punto di travestirti, disegnarli in continuazione...invece ora i sogni non esistono più -
E se esistono riguardano sempre il denaro.
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O l'amore
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Mi dico che forse è solo paura di crescere, ora che ho 25 anni e sto diventando una donna diversa da quella che sognavo di essere da bambina.
Sottolineo questa frase perché particolarmente significativa, ma in realtà è parecchio significativo tutto ciò che hai scritto.
Il tuo messaggio è una testimonianza importantissima di quanto sia "malata" la frenesia umana (e soprattutto occidentale in quanto prodotto della mentalità consumistica) di trasformarsi in qualcosa che non si è.
Parliamo di "crescita" e di cambiamento come se si trattasse di qualcosa che avviene fuori di noi e indipendentemente da noi, e non ci rendiamo conto di quanto invece siamo noi stessi gli artefici di un decadimento interiore che non vediamo l'ora di raggiungere il prima possibile, abbagliati e intontiti da tutta una serie di meccanismi di pensiero involutivi instillati nella nostra psiche istante dopo istante, fin dal primo momento in cui siamo in grado di apprendere, in maniera tanto sottile che finiamo per crederli totalmente nostri.
La vera crescita, la vera maturazione, non ha nulla a che vedere con tutto ciò.
La vita adulta non è una rinuncia automatica a determinati aspetti di se stessi, non è scendere automaticamente a compromessi con la propria sfera più intima solo perché la società ci fa credere che sia necessario e giusto farlo, o comunque che sia qualcosa di inevitabile.
Perché se davvero la vita fosse fatta in prevalenza di dolore, difficoltà e rimpianto, la nostra specie sarebbe estinta già da millenni. Cosa che infatti accadrà in un tempo relativamente breve se continueremo ad andare avanti di questo passo. -
Mi lasciate sempre tanti spunti di riflessione e anche se è una riflessione amara, penso sia necessaria. È proprio vero che quando non si è felici del proprio presente si ritorna a vivere in un'altra dimensione...
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Non dev'essere una riflessione amara ma positiva.
Il dolore è la molla che ci spinge al miglioramento.
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