Qualche utilità ce l'hanno
Sicuramente. Il problema è che la parte utile è proprio quella che non viene usata.
Qualche utilità ce l'hanno
Sicuramente. Il problema è che la parte utile è proprio quella che non viene usata.
Tipico caso di percezione distorta - e ingabbiata dalla paura della conoscenza - che crea realtà negativa.
Hai la soluzione davanti agli occhi ogni istante, e non te ne accorgi. Forse perché hai gli occhi chiusi. Come un po' tutti a questo mondo.
Ema (possa chiamarti amichevolmente ema?)
Tu puoi chiamarmi come vuoi Anche trottolino amoroso
Potere, soldi, ruolo, riconoscimenti sono niente se quando torni a casa non hai lei e i figli e non c'è un solo giorno in cui non mi chieda alla fine tutto il mio impegno e successo a che serva dato che poi non potrò lasciare niente a nessuno.
Sono d'accordissimo, infatti io con la parola "morte" non intendevo riferirmi alla mancanza di prestigio sociale, di soldi e di tutto l'effimero tipico del mondo materiale, mi riferivo proprio alla cosa opposta. Adesso lui ha una casa anonima in una via anonima, un televisore anonimo, un lavoro anonimo, ma allo stesso modo potrebbe avere un'anonima villa con piscina, un'anonima sala cinematografica e sedere su un'anonima poltrona con l'incarico di anonimo presidente di un'anonima repubblica. Non cambierebbe nulla.
Ciò su cui mi soffermo a riflettere è il fatto che, in lui e in tanti altri "bulli" che ricordo, non è avvenuto alcun tipo di evoluzione, e di conseguenza sono rimasti inchiodati allo stato più basso della coscienza e dell'esistenza, divenendone schiavi. Perché non è lui che possiede il televisore, la villa, la macchina eccetera eccetera, sono il televisore, la villa e la macchina che possiedono lui, e che lo obbligano a lavorare e a usurarsi oltre le reali necessità umane per continuare a nutrire quest'illusione di vita fatta di oggetti inanimati. Non so se mi spiego. E la condizione di "bullo" ha contribuito significativamente alla creazione di questa prigione mentale, prigione dalla quale ha voluto tenermi fuori, temendo di condividere con altri quelle sbarre dorate, sbarre che considerava come un privilegio e un veicolo di felicità.
Per morto credo che intendesse che è diventato uno dei tanti, una persona qualunque che fa cose che fanno tutti. Se c'è o non c'è è uguale non cambia nulla perché tanto è interscambiabile con un altra persona.
Esatto, intendevo anche questo. Abbiamo intere nazioni fatte di morti, morti in giacca e cravatta che si sbattono da una parte all'altra di enormi cimiteri brulicanti di automobili, in un'insensata frenesia della quale, come accade con una droga, essi sentono il bisogno di aumentare la dose giorno dopo giorno, convinti che continuando così riusciranno a raggiungere... [la frase, per ovvi motivi, non può essere completata, nda.]
L'essermi imbattuto in questa discussione ha messo in moto i meccanismi della mia curiosità: così sono andato su Facebook e ho digitato il nome e il cognome di un vecchio compagno di scuola che si atteggiava a bulletto e, ovviamente, mi aveva preso di mira. Un ragazzo (ancora adesso a 33 anni) con gli occhioni da cerbiatto e l'aria da cucciolo triste e impaurito, che dopo aver provato a spaventare tutti ostentando il proprio atteggiamento da boss mafioso (ci trovavamo a Bagheria, provincia di Palermo, cercate di comprenderlo, poverino ) si sedeva al banco a piangere (cosa che nessun altro in classe faceva, e ci credo, è raro che un maschietto di 15 anni pianga davanti a tutti) per ogni brutto voto, tentando di nascondersi alla vista dei compagni.
Oggi è morto. Sposato con un'anonima ragazza carina, con un lavoro anonimo, una casa anonima in una via anonima di un paese anonimo, un televisore anonimo acceso su un'anonima partita di calcio, un profilo anonimo su un anonimo social network, dove condivide frasi ed immagini anonime commentate da altrettanti anonimi. Insomma, secondo le leggi della statistica, non esiste. Anzi, non è mai esistito. Per intenderci: una di quelle persone che esistono soltanto nel giorno del proprio funerale (che spero arrivi il più tardi possibile).
Scusate l'introduzione malinconica.
Io questo ragazzo andrei a trovarlo e lo abbraccerei (magari prima o poi lo faccio). È stato uno dei miei salvatori. E la cosa meravigliosa è che l'ha fatto inconsapevolmente. La meraviglia della natura!
È stato uno di quelli che hanno dato la vita per me, prodigandosi in mille modi e investendo infinite energie (che avrebbero invece potuto usare per rendere meravigliose le proprie stesse esistenze, pensate!) per tenermi fuori da una realtà mediocre nella quale, senza ombra di dubbio, sarei caduto se loro non me lo avessero impedito.
Senza l'intervento dei miei bulli salvatori, avrei passivamente percorso una via che agli albori della vita vedevo come l'unica possibile, e non avrei mai avuto modo d'investire le mie energie altrove, trovando davvero me stesso e diventando ciò che sono. Non posso che ringraziare chi si è letteralmente annullato per me, prendendo sulle proprie spalle tante fatiche ed evitandole a me, che adesso posso permettermi di stare qui a scrivere perché domani non sarò costretto ad alzarmi all'alba, come invece dovranno fare loro, sudando sotto il sole d'agosto e tremando al vento gelido di gennaio, per gli anni a venire, se vorranno portare a casa qualcosa da mangiare, destino nobile ma tanto faticoso dal quale, a loro insaputa, mi hanno salvato, immolandosi al posto mio.
Per quanto mi riguarda, quindi, massima stima e rispetto per tutti quelli che, col loro immenso amore mascherato da disprezzo, mi hanno regalato la fortuna, continuando giorno dopo giorno - fino alla morte - a lavorare per sostenere questa società della quale mi concedono adesso, senza fatica, di beneficiare.
Vi voglio bene. Grazie.
Ma la tua condizione è normalissima, ragazzo mio. Guai se così non fosse! Devi gioire di tutto ciò, perché se ti sentissi soddisfatto per le sciocchezze che hai descritto, potresti definirti morto.
È perfettamente nella natura delle cose non essere soddisfatti dell'aspetto materiale della vita, qualunque esso sia, che ci appaia come negativo o positivo, perché in ogni caso non ha nessuna importanza. Come può avere importanza qualcosa che non esiste, trattandosi soltanto del risultato di un paio di percezioni illusorie generate da impulsi elettrici e reazioni chimiche (le quali poi sono a loro volta illusioni della coscienza)?
Adesso voglio farmi attaccare da un po' di utenti (lo dico bonariamente, s'intende): sebbene l'educazione ricevuta e le esperienze che crediamo di aver vissuto sembrino suggerirci senza ombra di dubbio che questa breve permanenza in un mondo percepibile dai cinque sensi sia tutto ciò che l'esistenza ci concede, la verità è l'esatto opposto: questa realtà fisica è proprio un aspetto secondario dell'esistenza, oserei definirlo anzi un vero e proprio "prodotto di scarto" che però, a motivo del nostro punto di vista "interno", riusciamo a percepire come l'unica cosa che esiste. Ti pare che si possa mai essere soddisfatti così? Nessuno al mondo lo è. Non vedi quanti super ricchi (o, in generale, persone che sembrano avere un'esistenza felice) si suicidano o cadono nel baratro della droga e di altri vizi coi quali tentano di colmare il proprio vuoto?
La materia stessa è fatta di vuoto, e più si cerca di colmarla con altra materia, più vuoto si aggiunge. Tutto qui.
La ricetta buona per tutti sarebbe la censura di qualsiasi social network, come fa il governo cinese.
Anzi, ancora meglio, recarsi fisicamente nei datacenter e dare fuoco a tutti i server.
[offtopic]Ecco perché da bambino rifiutavo di mangiare l'uovo alla COCK... si trattava di un simbolo fallico... FROID aveva ragione... ;([/offtopic]
Sì, sono uno sfigato, morto di fi.. senza successo con le donne, mi autoghettizzo, mi autopunisco da solo...
È proprio questo atteggiamento mentale a "fregarti". Inevitabilmente, diventi ciò che credi di essere. Te l'ho già detto, il cambiamento deve avvenire prima di tutto in te stesso.
Magari è una mia convinzione sbagliata eh... lo metto in conto e non voglio assolutamente dire che sia per forza corretta ma le poche persone che ho incontrato dal vivo che si definivano tali mi han dato la sensazione che questa asessualità fosse più un modo per difendersi da una mancanza di rapporti con l'altro sesso per tanti motivi che non una scelta voluta e vissuta bene.
Su questo siamo d'accordo... la gente che ha un sano disinteresse per il sesso si conta davvero sulle dita di una mano.
Ecco il punto che vorrei capissi è proprio questo "le persone DAVVERO asessuali". Nella vita come fai ad avere una certezza granitica di essere davvero così?
Quando una cosa fa davvero parte di te, lo senti. Io forse non posso capire fino in fondo cosa provano gli asessuali, perché asessuale non sono. Intendo dire che non posso capirlo confrontandolo con le mie sensazioni e le mie esperienze, però a livello "intellettivo" credo di comprenderlo al 100%. Lo "sento" perfettamente (forse anche perché, comunque, parto da una base parecchio diversa da quella di qualsiasi altra persona non asessuale).
Sono convinto che quando una persona sedicente asessuale non lo sia davvero, e usi questa definizione come paravento, lo si percepisca al volo. Ne hai avuto la prova anche tu, l'hai percepito nelle persone che hai conosciuto. Io lo percepisco immediatamente anche senza interagire con loro personalmente, figurati. Mi basta leggere ciò che scrivono sui loro ridicoli forum con le bandierine multicolore e le fette di torta, la fiera degli slogan omologanti e autorassicuranti. Rincaro la dose: credo che una persona serenamente asessuale (o meglio, disinteressata al sesso) non abbia bisogno di fare i forum con le bandierine e di accampare fantomatici diritti sociali (che oltretutto non le sono mai stati tolti... paranoia? ). Questo è uno dei tanti motivi per cui mi sono allontanato da quel mondo (per un breve periodo sono stato parecchio in vista in quell'ambiente, e adesso me ne pento perché mi rendo conto che, nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di persone davvero esaltate, esattamente COME I VEGANI
[e te lo dice uno che non mangia carne né altri derivati animali da ben sei anni]).
Però so che esistono persone davvero disinteressate al sesso, e serene nella loro condizione (che sicuramente non troverai sui forum con le bandierine). Quando una cosa fa parte di te, non hai bisogno di conferme esterne.
Io non so quale sia il tuo orientamento sessuale. Immagino che tu sia etero. Bene, ti verrebbe mai in mente di andare da uno psicologo e regalargli 50 euro ("se vuole la ricevuta però sono 70 sa... veniamoci incontro... bla bla bla") per dirgli "Senta, io vorrei essere davvero sicuro che mi piacciono le donne. Sono stato con tante donne, mi piacciono tantissimo, però vorrei che lei mi aiutasse a confermare a me stesso che mi piacciono"? Non penso che lo faresti. Anche perché, nel momento in cui vai a fare un discorso del genere a uno psicologo, quello la prima cosa alla quale pensa è un'omosessualità repressa. E - in buona fede, per carità - farà di tutto per convincerti che tu sia omosessuale.
Applica il discorso a un asessuale: "Senta, io sto bene senza fare sesso... bla bla bla... però vorrei avere la certezza, non si sa mai..." Cosa pensa lo psicologo? "Se questo è venuto qui per parlarmi di questa cosa, vuol dire che sotto sotto questa condizione lo fa stare male... quindi non fa davvero parte di lui..." eccetera eccetera.
Lo psicologo, insomma, in determinati casi serve solo a confonderti le idee. E non sto dicendo che lo faccia volontariamente in malafede. È normale, lo farei anch'io nei suoi panni. Involontariamente, certo. Ma se sono uno psicologo e vedo uno che viene da me a parlarmi della sua sessualità, la prima cosa che mi viene in mente è che quella persona non ha un buon rapporto con la propria sfera sessuale. E, nel tentativo di aiutarla, creo un casino.
Con questo colgo anche l'occasione per dirti che io non ho astio nei confronti dei singoli psicologi i quali, poveracci, spesso fanno questo "lavoro" in buona fede, a loro volta imbambolati da tutte le belle favolette che hanno sempre sentito raccontare a proposito della psicologia e della psicoanalisi.
Il punto è che, per come la vedo io, è proprio la psicologia in sé ad avere meno valore dell'oroscopo di Paolo Fox. Non riesco a definirla una vera scienza, non ha basi abbastanza solide. La pretesa di incasellare la mente umana - strumento dalle potenzialità infinite - in una serie di regolette è puerile in modo commovente. E questo, chi ha inventato la psicoanalisi lo sa bene. Proprio per questo ha creato la psicoanalisi, una finta scienza che ha il preciso scopo di convincere la mente umana del fatto che la si possa incasellare. Sarà perché la mente umana fa paura, e quindi si cerca in tutti i modi di tenerla a bada, provando a convincerla della propria mediocrità per evitare che riesca a spiccare il volo e inizi a svolazzare in maniera scomoda, senza che la si possa più fermare, dando un certo fastidio a chi vuole fare i propri comodi con le masse umane senza essere disturbato?
Citazione da Ryomama vorrei togliermi lo sfizio per esserne veramente certo piuttosto che magari svegliarmi tra X anni e trovarmi a pensare "ho fatto la scelta sbagliata e ho buttato la mia vita".
E perché dovresti pensare di aver buttato via la vita se, per un determinato periodo di tempo, non hai fatto qualcosa che non avevi nessuna voglia di fare? Se in quel momento non ne avevi voglia, la vita che hai vissuto serenamente non è stata percepita come "buttata". Questa potrà essere una percezione errata che avrà luogo in un secondo momento, condizionata dalle circostanze presenti in quel preciso momento del futuro. Il passato, si sa, non esiste. Viene creato momento per momento dalla nostra percezione, in base ai condizionamenti dovuti a ciò che definiamo "ricordo" e alla percezione che abbiamo di noi stessi e dei nostri desideri in quel determinato istante. Non sei d'accordo?
Però ciò che diceva Freud è vero...noi vediamo sesso ovunque, ma non perché è nella natura umana essere fissati con il sesso..ma perché il sesso è effettivamente ovunque. Ne siamo costantemente bombardati.
Be', Freud (non puoi capire quanto mi sta sul c∙∙∙o già solo per il fatto che si scriva Freud e si legga Froid mamma mia, non lo sopporto) diceva anche e soprattutto che i bambini sono attratti dalla propria madre, che sono gelosi del padre, che provano piacere sessuale nel trattenere le feci e nel succhiare il ciuccio e tante altre cose - che, tanto per fare un esempio personale, io non ho mai provato neanche per sbaglio - partorite dal suo cervello da pervertito intontito dalla cocaina, e spacciate per verità assolute. Se c'era uno da curare, quello era lui. Con le pilloline di piombo sparate a distanza.
Nella nostra società, è vero, ci sono riferimenti sessuali ovunque... tutto ciò è stato volutamente esasperato (e largamente sfruttato soprattutto per scopi economici) anche grazie a certe teorie messe in giro dal pedofilo cocainomane. Direi, quindi, che FROID (lo scrivo così d'ora in poi ) più che essersi limitato ad osservare il fenomeno, lo ha fomentato, probabilmente perché era pagato da qualche lobby che aveva interesse a trasformare tutto ciò in denaro contante.
Citazione da RyomaEmanuele il punto è che allora se parti da questo presupposto non esiste terapia di nessun tipo perché potrei risponderti che anche ansia o depressioni sono stati naturali e per quanto facciano soffrire...
E io che ho detto? Un problema è definibile come tale soltanto nel momento in cui fa soffrire. Gli asessuali non soffrono per la propria condizione.
Citazione da 'RyomaOra sinceramente e te lo chiedo sul serio secondo te queste persone completamente asessuate sono felici?
Felicità, che parolone. Non credo che esista un solo essere vivente felice sulla faccia della terra, semplicemente perché la felicità è uno stato di coscienza puro e non fa parte del mondo fisico. Quindi, cercarla nelle cose materiali - delle quali il sesso fa parte - è una sfida persa in partenza.
E questa è una premessa fatta giusto per spiegare la mia riluttanza ad usare troppo leggermente il termine "felicità".
Partendo da questo presupposto, la risposta è sì: le persone davvero asessuali (usiamo questo termine impropriamente giusto per capirci, va bene, perché dal punto di vista etimologico, come ho già spiegato, non credo sia corretto) possono essere soddisfatte della propria vita nella misura in cui (quanto mi piace la locuzione "nella misura in cui", fa tanto politico ) lo sono tutte le altre. Poi, se vuoi definire questo stato "felicità", è solo una questione di scelte lessicali.
Citazione da RyomaO piuttosto spesso è una maschera che indossano per mascherare altri problemi?
Questo l'ho già detto anch'io.
Citazione da RyomaL'asessualità non condivido che sia "un modus operandi" sessuale perché non è che un asessuale prova piacere nello stare in astinenza o che pratica quella scelta perché prova soddisfazione dalla scelta. L'asessuale, salvo rare eccezioni, subisce quella scelta perché non riesce a provare quel trasporto che è ben diverso dallo scegliere la pratica più gratificante.
Ciò che si sta cercando di spiegare e che, stando a quanto mi capita spesso di notare, pare risultare di difficile comprensione da parte dei "non asessuali", è che non tutti gli esseri umani hanno tra i propri obiettivi il "piacere" o la ricerca di esso, di qualsiasi natura sia.
Senza considerare il fatto che molte persone si sono scoperte "asessuali" proprio dopo aver avuto numerose esperienze sessuali.
Nel punto di vista comune c'è sempre un grosso errore, ovvero la tendenza a considerare il sesso come qualcosa di indispensabile all'interno dell'esistenza umana, solo perché esso esiste in natura. Ma, proprio come certi comportamenti ancestrali sono via via scomparsi con l'evoluzione, allo stesso modo l'istinto sessuale, in alcuni individui, non è presente. E il fatto di avere gli organi genitali non significa niente.
Gli uomini hanno anche i capezzoli, se è per questo, eppure non sono mai serviti a nulla.
Basandomi sugli stessi elementi di base (gli istinti essenziali e i comportamenti tipici della specie umana) potrei dire che qualsiasi essere umano moderno subisce la scelta di comprare frutta e verdura al supermercato anziché raccoglierla direttamente dagli alberi, subisce la scelta di comprare la carne confezionata in vaschette di plastica anziché rischiare la vita per ammazzare i bisonti con la sola forza delle braccia e di strumenti rudimentali, subisce la scelta di vivere comodamente in case con l'aria condizionata anziché cuocersi al sole o inzupparsi con la pioggia, rischiando di essere sbranato da qualsiasi predatore. Visto che la natura, originariamente, ci aveva programmato per vivere in quel modo, certe pratiche dovrebbero risultare più gratificanti rispetto a ciò che invece facciamo tutti i giorni, no?
Citazione da RyomaPer questo sostengo che in generale sarebbe bene parlarne con uno psicologo... non perché uno si debba considerare malato ma per capire se quella è la sua natura punto e basta o magari se ha subito un trauma, ha un blocco o mille altri motivi per cui è emotivamente spento sotto quel punto di vista.
Così, dopo una vita intera di tranquillità, l'individuo comincia a farsi prendere da mille ansie perché qualcuno (pagato 50 euro - in nero - per stare seduto a non fare niente) salta fuori dicendo che una certa condizione non è nornale, perché la psicologia, perché FROID ha detto, bla bla bla.
E magari poi lo manda da un suo amico il quale, senza pensarci due volte, lo imbottisce di droghe grazie alla cui vendita riceve in regalo dal capo degli spacciatori un viaggio alle Bahamas.
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