Avete notato quante persone sadiche ci sono in società? Intendo, con sadismo, attuare atteggiamenti aggressivi al fine di umiliare e/o procurare sofferenza nell'altro (che come in tutti i casi di odio in qualche modo "si merita", secondo il sadico, la violenza), per ottenerne appagamento e senso di potere. Osservavo che è fin troppo comune oggi incontrare persone comuni e normali avere marcati tratti di questo tipo. Come persona fragile e sola, sono una calamita per sadici, quindi so di cosa parlo.
Messaggi di Valentina993
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Chiamo R. mia sorella, qui. R. si dimostra da anni ed anni restia a definirmi "sua sorella", preferendo chiamarmi per nome. In effetti, si è sempre disinteressata alle mie sorti e una volta mi disse con sarcasmo: "Posso scegliere io chi frequentare?", come se non fossimo altro che conoscenti. Un'altra volta mi disse di ringraziarla che mi dava un passaggio, come se desse un passaggio ad una sconosciuta e non a sua sorella. R. è narcisista e ha un padre narcisista. Ho capito che come sorella mi ha disconosciuta/rinnegata, ma volevo capire meglio cosa succede nella sua testa. Mia madre le ha sempre fatto capire che io sarei stata un peso per lei, e mio padre l'ha persuasa a liberarsi di me. Finché eravamo bambine, da lei venivo trattata come una sorella, normalmente. A un certo punto della nostra crescita si è rotto qualcosa, non so perché, e si è come dissociata... Cosa dovrei fare?
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Ciao, intanto pensa che quello è il passato, quindi può essere utile rifletterci sopra, ma senza rimuginarci eccessivamente, perché ormai è passato.
Poi prova a pensare che tua mamma ha agito così sulla base delle sue conoscenze dell'epoca e probabilmente preferiva essere trattata male che perdere i contatti con la sua famiglia.
È una persona che ha sofferto, ma probabilmente era molto legata alla sua famiglia. Non credo che lo abbia fatto per danneggiarti volontariamente.
Prova a vederlo in quest'ottica. Ricorda che vi meritate di stare bene.
Sì, mia madre è stata capace di cose inenarrabili per difendere e proteggere la sua famiglia tossica. Sarà quel tipico rapporto vittima-carnefice. In linea di massima ha sempre definito "la sua famiglia" sua madre, suo padre e suo fratello. Non le sue figlie e suo marito.
In questo passaggio hai confermato un sospetto che avevo avuto leggendo altre cose che nel tempo hai scritto nel forum.
E' possibile che tutte le tue malattie (schizo e border, ma anche la dipendenza da alcol) non siano altro che la conseguenza della mala educazione e dell'ambiente tossico che vivi in casa. Ma il dettaglio peggiore potrebbe riguardare proprio l'arricchimento cui fai cenno qui (famiglia che prima era povera, poi si è arricchita). Questo tipo di eventi se non è gestito correttamente diventa un amplificatore di ogni tossicità pre-esistente in famiglia.
Non so se sei in grado di farlo, ma dovresti cercare di sfruttare un po' di queste risorse per staccarti completamente dalla famiglia, un po' alla volta, fino ad essere completamente indipendente. Potrebbe non essere facile e potrebbe volerci molto tempo, ma è fondamentale che il distacco sia graduale, diversamente te lo impedirebbero e tu stessa potresti avere gravi problemi a gestire la situazione.
È quello che cerco di fare, ma sto molto male e nessuno mi darebbe mai un lavoro.
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Sin da piccola mia madre è stata il capro espiatorio della sua famiglia tossica e violenta, ha lasciato che io e mia sorella crescessimo nello stesso ambiente degenerato mentre lei era fuori a macinare denaro per riscattare quella stessa famiglia tossica e violenta (un tempo povera) che nel frattempo le rovinava le figlie a loro affidate. Mia madre veniva insultata e costretta a lavare i pavimenti nel tempo libero, anche se era un medico apprezzato. Chiamata "cretina", non si ribellava mai, e spesso ero io piccola a prendere con rabbia le sue difese, con la conseguenza che gli altri famigliari violenti si accanivano di più. Vedete dunque che situazione.
Oggi ho alle spalle una scia sanguinosa di battaglie combattute per difendere me e lei da tutto e da tutti, terminate sempre con le ossa rotte. Mia madre guardava e stava zitta, e anzi prendeva sempre viscidamente le difese dei bulli, dei prepotenti e dei violenti che mi tormentavano, perché ne aveva paura. Unica volta che mi difese fu con un bulletto delle scuole medie che riuscì a rimettere in riga e quello fu il suo più grande orgoglio di madre (giusto coi bambini delle scuole medie mia madre, medico affermato, poteva confrontarsi).
Ho 30 anni. Ho sofferto cose disumane nella mia vita, e lei sempre a schierarsi dalla parte dei violenti per pavidità, dando loro man forte contro la sua stessa figlia.
Io comprendo il dolore di mia madre, ma ne ho disgusto e ribrezzo, ad oggi. Come potrei prenderla diversamente?
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Ne hai passate davvero di tutti i colori. Per quanto possa suonare assurdo, perché sicuramente sentitai vivissimo ciò che hai vissuto, secondo me ti converrebbe cercare di ripensarci il meno possibile, di lasciarlo scivolare nel passato e di obliarlo pian piano. Il passato non lo puoi cambiare, ma puoi prenderti un futuro fuori da quelle tenebre, anche per spirito di rivalsa.
Non vorrai mica che ti sconfiggano? Vorrai mica che chi ti ha fatto dei torti sia riuscito davvero a rovinarti la vita come sperava? Vinci tu, umiliali, esci in piedi e fai mangiare la polvere a chi voleva vederti a terra. Forza Valentina.
Ti ringrazio per il supporto.
Mi chiedo se sia legale tutto ciò. Ovviamente no. Ma trovo moralmente disgustoso il fatto che persone che lavorino in ambienti così delicati permettano tutto questo e si comportino così.
Mi dispiace molto. Ti direi di agire per vie legali, ma la verità è che energia buttata che al momento non hai, dietro a loro.
Devi assolutamente ripartire da te, pur essendo svuotata. I traumi lacerano dentro ma spero tu possa ritrovare quel pizzico di fiducia in te per ripartire da ciò che hai e ricostruire la tua vita. Sembrano parole vuote e un po’ me ne vergogno perché comprendo la difficoltà, ma mi auguro tu riesca ad essere un po’ felice.
No non è legale, io prima di tornare giù ho minacciato di denuncia un operatore che è atterrato in Sicilia con me in lacrime. All'inizio io pensavo fossero lacrime di pentimento, ma durante il periodo "mistico" in cui, dopo le dimissioni, avevo allucinazioni e pensieri magici (durato circa 2 settimane), chiamavo tutti i giorni in CT per parlare affettuosamente con i miei aguzzini, e loro, compreso l'operatore piangente, se la ridevano alla grande e sfottevano (io avevo toni di dolcezza sovraumana nei loro confronti). Ed è così, la denuncia è tutto stress che non me la sento di sopportare.
Non ci posso credere, ne ho viste tante ma faccio fatica a leggere cose così. Non so se per te sarebbe la cosa migliore, io ti direi di denunciare, ci sono agenzie preposte oltre alle consuete strade praticabili. Però ripeto, se per te è uno stress lascia stare, l'importante è che riesci ad uscirne.
A me non importa fargliela pagare o mandarli in galera o risarcimento danni morali (anche se i soldi fanno sempre comodo), anche perché... contro chi mi metto? A me importa principalmente guarire da tutto il trauma e ricominciare a vivere.
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Da due giorni a questa parte non ho bevuto e complice anche il caldo mi sento sempre stanca, stressata e piena di fame. Ho fatto colazione due volte e pranzato due volte, e visto che uso a volte il vomito per pareggiare il conto ho rimesso una parte del cibo, sentendomi poi depressa, priva di forze e demoralizzata. Ho assunto 3 pillole di una benzo calmante e non ho proprio forza nei muscoli. Il conteggio calorico è schizzato a quasi 2000 calorie, e sono solo le 5 del pomeriggio. Sto bevendo una bevanda fredda sperando di tirarmi su. Il primo giorno di astinenza dall'alcool mi ero imposta di pensare solo all'alcool, poco importa se avessi compensato con il cibo... ma non è così che sta andando, mi preoccupo anche del cibo e la sensazione di fallimento mi tormenta.
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Mi riesce difficile seguire una dieta perché nel mio caso dovrebbe essere molto lunga e sapere che non posso mai mangiare cose succulenti è frustrante, soprattutto alla luce del fatto che se non la si segue scrupolosamente si manda all'aria tutto quello che si è fatto, quindi mi assale il disfattismo vedendo l'impresa come titanica... Qualcuno ha suggerimenti in merito?
Come vi regolavate con gli strappi? Una volta la settimana? Niente affatto?
Le prime diete che ho affrontato dai nutrizionisti, poi sconfinate nei DCA, si basavano su un menu molto semplice, adatto ad un'adolescente un po' sovrappeso, che in sostanza consisteva in bocconcino con mozzarella e prosciutto al mattino (a scuola), 60-70 g di pasta con sugo di pomodoro e formaggio a pranzo, fettina di carne con verdure e pane la sera. Riuscitissima perché seguendo la dieta per tre mesi ho perso 15 kg rientrando nel peso-forma. Avevo le mie abitudini: di pomeriggio non mangiavo nulla, a parte un caffè che bevevo con un goccio di latte ps, a metà mattina nemmeno, gli spuntini quindi non esistevano praticamente. Bevevo solo acqua minerale e avevo una pizza ogni due settimane. Fra colazione e pranzo assumevo non più di 500 kcal.
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Ho un hobby negli ultimi tempi, che è guardare dall'alto del balcone del mio appartamento in condominio le persone che stanno in strada e parlare con loro, che non possono sentirmi. Mi fa sentire serena. Per esempio un attimo fa ho visto una biondina del forno sotto casa e le ho detto: "Domani vengo a prendere una ciambella ripiena di crema per il mio compagno che le adora, aspettami". Non so se sono completamente folle, probabilmente sì
Però è un'attività che mi fa stare meglio. Che mi dici tu?
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Nel 2018 mi sono rivolta al centro per le dipendenze Fermata d'autobus/Fragole celesti del Piemonte (Oglianico) per cercare di guarire dalla dipendenza dall'alcool.
Per la verità prima ero andata, poi ero tornata a casa, mi sembravano cordiali, così a gennaio 2018 ho deciso di ritentare.
Dacché ero lì ho subito ogni genere di violenze.
Siccome ero una malata psichica (borderline) ogni due per tre mi mandavano nelle cliniche dove subìvo bullismo, violenze fisiche e sessuali, imbottimento di farmaci e quant'altro. Poi tornavo in comunità dove mi aspettava l'altro inferno: altre violenze psicologiche al livello che organizzavano "party" con musica, cibo e magliette con scritte a tema per insultarmi che fossi grassa e brutta.
Un malato psichiatrico all'interno della CT che minacciava di entrare di notte nella mia stanza per ammazzarmi a coltellate (e loro attesero tempo e tempo prima di mandarlo via: silenzio assenso), gente che sputava per terra quando mi vedeva, derisioni e umiliazioni di tutti i tipi, e io che finivo sempre nelle cliniche perché ero io la disturbata, io quella che non andava bene. (Una volta, mia madre che venne a trovarmi, malata. Ci fecero camminare per un'ora suggerendoci un ristorante "vicino", questo la capa del centro, grandissima bella persona, incurante dei disturbi di mia madre e miei che ero obesa.)
Ebbene in una di queste cliniche ho incontrato un ragazzo calabrese che ho provocato al punto che ha deciso di mettermi le mani al collo.
Nella stessa clinica una malata mentale timorata di dio mi sciolse la candeggina nell'acqua minerale in bottiglietta per "pulirmi da dentro" (me ne accorsi in tempo).
Un vecchio, saputo che ero benestante, cercò di abbindolarmi e una sera che piangevo mi infilò la lingua in bocca.
Sono tornata in Sicilia (in carrozzina, siccome in una clinica mi avevano dato un sacco di farmaci senza bilanciarli con farmaci che impedissero i disturbi extrapiramidali) a mezzo 2018 dopo mesi di torture di questo tipo, e non riesco più ad essere la stessa. Mi è morta una parte enorme dentro da sei anni a questa parte. Ho avuto deliri "mistici", e dolori fisici enormi,
Continuo a bere e ad ingrassare sperando di crepare di cirrosi, cancro o infarto. Non c'è un minuto nella mia vita che non soffra.
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In realtà sia il cibo che l'alcool ingrassano tantissimo.
Ieri sera ho bevuto 3 bicchieri di vino in 6 ore e mi sono sentito in colpa per 5 ore e 45 minuti, più per la "paura" (consapevolezza) di ingrassare, che non dell'intossicazione che mettevo in circolo.
Cibo e alcool hanno rischi simili: fanno scoppiare il fegato e le arterie. Meglio trovare un diversivo che non ti spinga a infarcire il tuo corpo di sostanze.
"Finché non passa".
Non sarebbe una soluzione a lungo termine, ci mancherebbe.