Posts by Valentina993

    Ti è stata d'aiuto la psicoterapia? Hai capito qualcosa di più? Sei riuscita a migliorare in qualcosa?

    Mi sono aiutata da sola, leggendo. Le mie psicologhe come esseri umani mi hanno solo maltrattata. L'ultima mi vedeva come un portafoglio vivente. Quella di prima mi ha bidonata. Quella che mi segue adesso al servizio pubblico sembra migliore, ma un po' ho il presentimento che non mi aiuterà neanche lei. Sono in terapia dai 12.

    Se tu hai scarso amore per te stessa, e in cuor tuo ritieni di non essere amabile, rischi di proiettare questo sentimento, che è tuo, su di lui, aggrappandoti magari a una frase detta in un momento di rabbia.

    Il malessere che prova per via del mio alcolismo lo porta a dire con rabbia che non sono amabile né stimabile, e anche nella rabbia c'è un fondo di verità. Diceva poi che non vuole avere altre relazioni che non ne avrà più. Queste sono cose che non si dimenticano più.

    Ok, le aspettative pesano, ma tu cosa senti? Se davvero vuoi stare con lui perché non provi, a fronte di ciò, a farti carico di tali aspettative? Cosa ti frena?

    La paura. La paura di cambiare.

    Poi mi colpevolizzo di non guarire, di continuare a bere eccetera.

    A volte, anche se solo raramente, penso che sia lui che non mi ama perché l'amore guarisce.

    Sì, questo è quello che gli ripeto per l'appunto. Che è un amore tossico (la tossica sono io) e che deve emanciparsene. Capirai che ho comunque un interesse personale a star con lui, perché gli voglio sinceramente bene. Perciò cerco di farmi forza facendogli presente che per il suo bene deve lasciarmi, ma sempre con la speranza che non mi ascolti.

    Io, come gli dico spesso, vorrei solo che trovasse una ragazza sana che lo ami quanto e più di me.

    Si possono reprimere altre cose, e probabilmente qualcosa è stato represso. Ma per creare dei deficit cognitivi ci devono essere dei traumi veri e propri, magari fisici, qualcosa che tocchi il cervello. Ma tu non parli di questo. I traumi psicologici invece vanno ad agire su parti emotive, e probabilmente è qui che ci sono stati dei problemi. Magari l'uso dell'intelligenza, la capacità di usarla, dei blocchi che impediscono il suo utilizzo, delle paure, un senso di inadeguatezza.

    Sì, esatto, parlando di intelligenza repressa credo che le psicologhe si riferissero a blocchi emotivi che mi impediscono di sfruttarla.

    No, non è narcisismo covert, lui è sano e in condizioni normali nega di averlo mai detto, si vergogna. Credo però che dentro di sè lo pensi (sennò non lo avrebbe detto...). Dunque è chiaro che non mi ama.

    Se fosse una cosa fatta per entrambi starei peggio. Più volte gli ho proposto di essere solo amici trovandomi sollevata dal peso delle aspettative mie e altrui, ma alla fine sono in conflitto perché vorrei anche stare con lui... e si ricomincia.

    Il lavaggio del cervello si esprimeva semplicemente nell'essere "trattata come". Come una stupida, come una povera incapace. Da bambina, anzi, me lo dicevano chiaramente. Non so se già all'epoca avessi intuito che era più conveniente diventare stupida, sia per compiacere le aspettative famigliari, sia perché nella vita è meglio non avere materia grigia. Ci sono dei segni nella mia infanzia, come dicevo, del fatto che stupida non ero, ma così sono sempre stata condizionata. Mio papà mi faceva un bullismo sperticato su questo punto. I miei parenti paterni erano "limitati", non molto empatici, e io ero il fulcro di ostilità fra la famiglia di mia madre e quella di mio padre. Ma anche in famiglia di mia mamma dovevo essere quella scema perché il ruolo del genio era già stato assegnato a mia sorella.

    Lo sai per certo?

    Mi ha detto in passato frasi molto brutte, che non riesco a dimenticare. Tipo che nessuno avrebbe potuto amarmi e che non ero degna di stima. In momenti di esasperazione lo ha detto. Lui diventa affettuoso soprattutto se in me percepisce amore incondizionato, e quando gli dico che può avere di molto meglio dice che non è così. A volte lo sprono a trovarsi di meglio e lui dice che può e vuole stare solo con me... per me semplicemente pensa che io sia l'ultima spiaggia. Mi ha detto che nessuno avrebbe mai potuto amarmi. Non ce l'ho con lui, ma talvolta ci penso e sto male.

    Tu ti ricordi di atteggiamenti della tua famiglia in questo senso? O stai solo ipotizzando?

    E se ci sono stati, sono poi scomparsi in età adulta o sono durati fino adesso?

    Nella mia famiglia da generazioni e generazioni c'è lo schema tipico "figlio d'oro - capro espiatorio", e io sono capitata dalla parte del capro espiatorio che non vale nulla, non ha cervello e virtù. Di mio sento di essere stata molto intelligente e molto buona, un tempo. Purtroppo se insegni a una persona che è stupida e cattiva, lo diventa. Sono diventata stupida e cattiva perché mi hanno persuasa, attraverso un lungo lavaggio del cervello, di esserlo... le mie psicologhe come dicevo insistevano sul fatto che la mia intelligenza era "soppressa" ma non inesistente.

    Se tu smettessi con l'alcool, cosa pensi che sentirresti ti mancherebbe profondamente?

    È una parte di me. Avrei paura di stare senza il sollievo dell'alcool ogni sera. Bere mi ha portato anche ad acquistare molto peso, e soffro di problemi di salute che potrebbero mettere a repentaglio la mia sopravvivenza. Come spesso succede, l'alcolismo mi ha condotto a un sovrappeso pericoloso. Oltre a rovinare i miei rapporti personali e a farmi stare male, mi fa ingrassare e rischia di togliermi la vita. Ho provato spesso a razionalizzare. Forse la dipendenza va ricondotta alla paura di riabilitarmi in generale. Stare senza alcool significherebbe dimagrire, guarire ed essere felice. Di queste tre cose in realtà ho molta paura.

    Da bambina, a sei anni, disegnavo molto dettagliatamente. Ricordo che i miei compagni di classe in prima elementare disegnavano un cerchio con due stecchi per fare una persona, mentre io facevo addirittura la pieghina sui jeans delle bambine che disegnavo. C'era proprio un compito a scuola: "IO A SCUOLA". Mi disegnai a scuola in maniera molto particolareggiata, come una fumettista giapponese in erba. (Mia madre lo buttò).


    A sei anni consolavo gli altri bambini che strillavano e piangevano per l'assenza delle madri, dicendo di essere forti e che sarebbero tornate. Non ho mai frequentato l'asilo, il chiasso mi irritava. A 8 anni i miei compagni di terza elementare guardavano la Melevisione, io leggevo Harry Potter.


    Purtroppo, con l'età sono radicalmente cambiata. Oggi ho trent'anni e ci sono diverse persone che dicono e pensano che io abbia un ritardo cognitivo. La malattia mentale mi ha fagocitata, e quello che un tempo ero (matura) non è più ciò che sono oggi.


    Anzi, ho avuto l'impressione di voler negare la mia intelligenza (che si esprimeva anche nella mia maturità psicologica) cominciando ad assumere atteggiamenti infantili e dementi volontariamente.


    Perciò le mie psicologhe mi dicevano che la mia intelligenza non era inesistente, ma repressa.


    Mi sono sforzata a lungo di tirarla fuori.


    Per la mia famiglia "dovevo" essere un'imbecille perché era quello il ruolo che mi spettava secondo precedenti dinamiche e schemi famigliari. Credo di essere diventata imbecille, ma solo per finta, per compiacere le loro necessità.

    Far decidere a lui....a meno che non sia tu a volerlo lasciare, ma se decidi di farlo non farlo per il suo bene. Questa è una valutazione che spetta solo a lui

    Questo lo so.

    Però io penso: "Il mio povero amore, che è una meraviglia, è convinto, per suoi traumi, di non poter essere amato. Per questo viene da me: perché vede che io gli do amore e lui pensa di non poterne avere da nessun altro".

    Ma ciò è falso, perché è una persona meravigliosa... solo che lo hanno convinto che non vale nulla e crede che solo da me può avere amore. Non mi ama, ama il fatto che io lo ami... e questo ferisce anche me.