Cara ipposam, manco a farlo apposta, abbiamo qualcosa in comune.
Anche io ho suonato il pianoforte, e sono arrivato ad un passo dal diploma, ma poi per mancanza di tempo, nel mio caso non per impegni familiari, ho dovuto mollare.
Sono stato molto "sintetico" nei miei post iniziali, e allo stesso modo tuo non scrivo nulla per vantare.
Anche io ho praticato sport a livello agonistico, sto continuando una vita sportiva, anche se con altre attività.
Il pianoforte, seppur ho continuato per conto mio, un po' mi manca proprio per la difficoltà di portarlo (vorrei comprarne uno, ma chissà che tra 6 mesi non mi spediscano altrove).
Sul concetto di famiglia, mi trovi assolutamente d'accordo, non c'è nulla di più bello se è genuina e funziona.
Non ho mai detto il contrario, ma dipende dalle situazioni.
E' bello quando si ha un equilibrio, quando si può dare, quando si ha una stabilità, non solo economica.
Se una persona dovesse reputare che la vita matrimoniale, i figli, non appartengono ancora alla "fase", o "dimensione" che stanno vivendo, non necessariamente significa che ci sia dell'immaturità.
Anzi per diversi, non è nemmeno il punto d'arrivo. Per altri magari si, e lo scoprono purtroppo tardi. Dipende.
Io potevo tranquillamente rimanere a casa mia, e mantenere quelle relazioni stabili che avevo (e che fortunatamente mantengo anche a distanza perchè sono genuine), trovarmi una relazione sentimentale e, perchè no, anche eventualmente mettere su famiglia.
Però avrei vissuto con il rammarico di non aver tentato, di non essermi realizzato, di non essere "partito".
Allora ho avuto il coraggio, non solo per la paura di andarmene di casa (che peraltro non ho mai avuto), bensì per gli gli strascichi di disagi e situazioni passate, che tuttora non ritengo di averle risolte pienamente.
Perchè fidati, erano veramente invalidanti, e non le auguro a nessuno.
Ovviamente non avendone scritto i dettagli, ogni utente qui dentro ne è all'oscuro, ma per me questo è significato più di ogni altra cosa.
Combattere con i propri disagi, o meglio con se stessi, è la battaglia più ardua.
Molti qui nel forum sanno cosa vuol dire, altri fortunatamente no.
Sono partito, e le persone che il mio percorso mi ha fatto conoscere sono centuplicate, ovviamente si sono consolidate conoscenze più approfondite.
Il mio percorso mi ha portato a dover lasciare e ricominciare daccapo 3 volte (e tu ipposam mi puoi confermare cosa vuol dire).
Azzerare tutto e portarsi dietro la propria esperienza.
Non era "automatico" l'andare via di casa, e l'ottenere i risultati. Ho anche fallito, poi quando ci stavo riuscendo è arrivato il Covid.
Poi ho trovato il percorso quando stavo letteralmente considerando di mollare tutto.
In questa vita, posso trovarci mille difetti, ma assolutamente nulla di vuoto od effimero.
Anzi, ti dirò di più, forse con una famiglia da mandare avanti non avrei fatto tutte queste cose, che tu definisti "materiali". Se tu ci sei riuscita, sei stata brava.
Ma vorrei lanciare un'altra provocazione, ho incontrato e conosciuto diverse persone che lasciando il partner, o la famiglia, hanno ricominciato a realizzarsi, a cambiare totalmente rotta, e a ritrovare se stessi ed una propria serenità (sempre ovviamente non dimenticandosi dei figli).
Certo, se si è fortunati, e la famiglia funziona, al contrario, potrebbe essere la cosa più bella al mondo.
Non ho mai detto che è una scelta da perdenti, anzi, non è nemmeno un qualcosa che escluda dalla mia vita.
Al momento, con la mia "instabilità" non lavorativa, ma di vita (o forse emotiva, come giustamente qualcuno ha detto), non mi è stato possibile.
Ma non per questo definisco la mia vita vuota, o effimera.
Anzi, ti dirò di più, forse un domani la mia famiglia potrà godere anche di quello che ho costruito adesso, allo stesso modo di come io ho goduto ciò che hanno costruito i miei genitori.