Messaggi di La mente mente

    Mi sembra che i tuoi progetti futuri siano tutti fattibili. Non devi demordere, un passo alla volta. Sicuramente cambiando ambiente universitario troverai nuovi stimoli. Abbandonerai sempre più i vecchi schemi mentali. La depressione è difficile da combattere e tenta sempre di ributtarti nel baratro. Ma un poco, e dico poco, di intraprendenza che già stai tirando fuori ti porterà a concretizzare piccoli cambiamenti e ad acquisire maggiore sicurezza!

    Grazie di cuore per il tuo incoraggiamento <3 Purtroppo l'ambiente universitario, fino a quando conseguirò la laurea, sarà sempre quello stesso che ho cercato di evitare e che mi ha portato a questa crisi. Solo dopo aver affrontato questo scoglio, potrò cambiare. Mi sembra ancora di dover operare uno sforzo notevole in questo senso. Per tal ragione spesso mi sento scoraggiato.

    Dolce Mente, mi spiace che la situazione che ti affligge non sia ancora migliorata. Ti auguro anche buon compleanno, in ritardo.


    Cosa hai fatto concretamente in questo anno per cambiare le cose? Non è una critica ma uno spunto di riflessione

    Cara Vixen, ti ringrazio per gli auguri, e ti ringrazio anche per il tuo sostegno che non è mai venuto meno in tutto questo tempo <3

    Per rispondere alla tua domanda, la prima iniziativa concreta che ho preso per migliorare le cose è stato l'intraprendere una terapia, durante la quale ho provato a espormi alle situazioni che mi causavano più disagio: ho ripreso a studiare, ma non sono riuscito ancora a mettere da parte il meccanismo che sabotava i miei tentativi di presentarmi agli esami. Ho creato una zona di comfort che mi ha permesso di dare un esame a giugno a distanza, ma ora che le prove sono tornate in presenza mi ritorna in mente il malessere che l'ateneo mi procurava, ed è tornato l'inconscio rifiuto che mi porto dall'inizio di questa crisi, il temere di rivivere il mobbing che ho subìto in quel luogo. Poi il malumore si ripercuote sugli altri aspetti della mia giornata e della mia quotidianità, spesso le ricadute della depressione sono violente, ma lo sarebbero state ancora di più qualora non avessi intrapreso la terapia: pertanto, un altro dei cambiamenti concreti è stato una certa stabilizzazione dell'umore (negli ultimi mesi in particolare). Ora spero di espormi di nuovo all'ambiente universitario: forse in questi mesi mi recherò lì con regolarità per passare almeno una mattina in biblioteca a studiare, non che ne abbia bisogno, ma lo studio sarà funzionale a questa esposizione. Inoltre una "quasi" conquista di quest'anno sta nell'aver ritrovato una certa progettualità per il futuro, l'unico problema è che alla prova dei fatti tali piano si rivelano velleità che mi sembrano impossibili da realizzare, ritengo ci siano troppi ostacoli, è difficile non ritenerle illusioni (sebbene io ne abbia ridimensionato la portata). Questi progetti sono: prendere la patente, provare a socializzare con altri ragazzi gay in associazioni, trovare un lavoretto (scrivere per qualche pubblicazione o blog, dare ripetizioni), parallelamente allo studio. Ma non sento di avere tutte queste energie, nonché non sento di possedere il minimo senso di intraprendenza. E mi abbatto guardandomi attorno e vedere la mia situazione esterna immutata. Internamente ho compiuto diversi progressi, ma questi ultimi non danno ancora i loro frutti all'esterno, non corrispondono a un'evoluzione della mia vita concreta, materiale. Molto del mio sconforto attuale deriva da tale discrasia, specialmente dopo essermi accorto di quanto tempo io stia lasciando passare fermo nell'immobilità del mio torpore e avendo constatato che altre persone proseguono nel loro percorso di vita, nonostante anche loro debbano confrontarsi con problemi più o meno gravi.

    Caro La mente mente, di solito non invito nessuno a leggere il mio diario, perchè la sua funzione di confessionale la assolve, anche se ovviamente in maniera molto approssimativa e non assolutoria, nel solo fatto di essere visibile e non segreto, e di offrire così una potenziale vergogna anche senza andarmi a cercare dei lettori per esacerbarla.

    A te, però, e in questa data, non posso trattenermi dal chiederti di leggere il mio post di oggi ;) . Ti auguro, come a un "gemello minore", di non ritrovarti fra trent'anni a pensarla come me oggi, ma non credo che succederà.

    Cara Desperate, leggo sempre con molto interesse gli aggiornamenti che fornisci, con uno stile intenso e pregno dell'emotività propria di uno spazio privo di filtri quale è il tuo de facto confessionale, sul tuo diario virtuale, e prima ancora di aver letto questo post mi avevano colpito le similarità delle nostre due situazioni, non ultimo la simultaneità della ricorrenza e il modo molto simile con la quale l'abbiamo "celebrata". Ti ringrazio di cuore per l'auspicio da "gemella maggiore", o per meglio dire, da "saggia consigliera" <3 A mia volta, ti faccio i miei più sinceri auguri di buon compleanno. Un forte abbraccio <3 <3

    Non so quanto seriamente o meno, ma negli ultimi giorni, prostrato dagli incidenti di percorso e dai passi falsi sul mio cammino, ho proclamato, senza troppo pensarci, che se le cose fossero proseguite nello stesso modo disastroso anche in futuro, tanto valeva che il compleanno che festeggio oggi divenisse il mio ultimo. Ogni giorno sono costretto a fronteggiare disarmato il mio declino, vedere la mia vita crollare pezzo per pezzo, e mi immagino che allo stesso modo, il mio animo con essa si spenga sempre di più. Ormai mi sto eclissando, sto diventando postumo di me stesso, nella maggior parte delle persone che ho conosciuto non rimane di me che il ricordo, come con i defunti. Cosa sono diventato ora non è materia che interessa ai vivi, che hanno un futuro radioso davanti. Ma credo di essere riuscito ad essere eroso perfino dalla memoria delle persone: a parte qualche parente, nessuno stamane mi ha augurato buon compleanno.


    Dopo un anno in cui questo thread è stato aperto dal sottoscritto, ben poco è cambiato, sono meno convinto che valga la pena sforzarsi per andare avanti, che equivale peraltro a continuare a soffrire per i dispiaceri e le delusioni della vita, di subire e incassare torti e ingratitudini, di porgere sempre l'altra guancia. In cambio di cosa? Briciole. Mi sento Achille nel mito di Achille e la tartaruga: gli altri partono sempre con un vantaggio (laureati brillantemente e in tempo, più attraenti, più spigliati, ecc.) il quale, nonostante gli sforzi che uno può compiere, non può essere colmato neanche sulla distanza. Posso stracciarmi le vesti quanto voglio sull'ingiustizia della mia condizione, di come siano stati fattori esterni a farmi crollare, di come io sia brillante quanto e più delle persone giudicate dal mondo come vincenti. Ma a quest'ultimo non importa, è uno sterile ululare alla luna, nessuno starà ad ascoltare le paturnie di un morto vivente. Ciò che è evidente è il ritardo con cui sto faticosamente accedendo alle varie tappe della vita, palmare è il mio disagio e il mio tedium vitae e da esso viene tratto il giudizio inappellabile, la condanna della società alla marginalità. Spero ancora di passare qualche compleanno in più, con un umore migliore, per il momento prevale lo sconforto cosmico. Anche oggi, fingerò di star bene, nonostante la damnatio memoriae.

    Anche io sono indietro, sono una sfigata, non sono riuscita a concludere nulla di ciò che ho intrapreso nella mia vita. Mi sono iscritta 2 volte all'università e dopo poco ho mollato.

    Capisco il tuo discorso, ma se sei fermamente convinto rispetto al percorso che hai intrapreso, prosegui. Non importa se lentamente, quel che conta è andare avanti e arrivare in fondo. So di molte persone, specie in alcuni percorsi universitari, che sono arrivate al punto di voler mollare tutto e, magari, hanno avuto serie battute d'arresto dovute a problemi psicologici o di altra natura. Capisco la frustrazione e demotivazione, ma non mollare! Vedi ogni esame in più come un piccolo traguardo...anche se con fatica però almeno ci sei arrivato.

    Ciao Maeva, mi dispiace che tu abbia passato un'esperienza simile alla mia. Per il momento sto procedendo così, avanzando pian piano a un ritmo che mi è sostenibile rispetto alle mie possibilità attuali. Il punto è che per me è fortemente umiliante: l'unica parte della mia vita che andava bene era lo studio, il quale era l'unico modo per dimostrare le mia qualità. Ora è crollato anche quel settore, quell'unica fonte di soddisfazione. Che mi rimane? Peraltro, quando porterò a termine il mio percorso andando avanti così lentamente? Il mondo non starà lì ad aspettarmi.


    beh mente, che tu sentimentalmente sia indietro più di chiunque mi pare una bella esagerazione: ci sono persone che a 30 anni non hanno ancora dato neppure il primo bacio, tu hai solo 23 anni, mi sembra che ti stai un pò troppo condannando...per lo studio capisco ciò che vuoi dire ma penso che riuscirai a realizzarti comunque.

    Meravigliosa, affermando di essere sentimentalmente indietro non mi riferisco soltanto alle mere esperienze, ma anche al fatto di non essere mai riuscito a vivere apertamente i miei sentimenti e il mio orientamento sessuale, purtroppo ciò che agogno è "l'amore che non osa pronunciare il suo nome". Ufficialmente, in società, sono eterosessuale, al limite asessuale, dato che nessuno mi ha mai visto in coppia.

    Se confronto la tua tabella di marcia con la mia alla tua età, sei molto più avanti.
    E comunque di cosa pensa il mondo di te devi assolutamente fregartene, devi concentrarti su cosa pensi tu di te e del resto del mondo! ;-)

    Ognuno ha il suo percorso ma in quello che ho deciso di intraprendere sono molto indietro, poi tu ne hai scelto un altro e quindi il paragone mi pare improprio. Peraltro non ho certo affermato che quello che pensa il resto del mondo mi debba importare per forza: ho solo riferito che l'opinione generale la pensa in un certo modo riguardo la mia condizione. Inoltre non dirmi che dovrei fregarmene anche delle opinioni del datore di lavoro, dal quale dipenderà il futuro professionale, se ne avrò mai uno. Infine, si parla della tabella di marcia nel lavoro e nello studio, ma in tutto il resto? Romanticamente, sentimentalmente? Sono indietro più di chiunque, e tu lo sai.

    Non hai mai perso anni a scuola, ti sei fermato perchè stavi male non perchè giocavi a carte e bevevi vino.. gli incidenti di percorso capitano a tutti, e devi imparare a conviverci! Ora stai studiando e dando gli esami che ti sei prefissato di dare, quindi mi sembra che le cose stiano procedendo bene! Non essere troppo intransigente con te stesso, anche se sei una mente acuta sei pur sempre un essere umano! ;-)

    Per il resto del mondo la mia pausa non può avere altra causa, so perfettamente di essere stato e di essere ancora impossibilitato a procedere regolarmente a causa del malessere e del disagio psicologico, ma purtroppo non esistono abbuoni o concessioni per noi: per il resto del mondo valiamo quanto quelli che hanno perso il loro tempo gozzovigliando, e varrà per tutti coloro che dovranno vedere e valutare il mio curriculum. Che poi tutto questo sia smentito alla prova dei fatti? Al mondo non interessa. Poi a mio parere le cose non procedono affatto bene: gli esami li sto dando con lentezza esasperante, non ultimo per il fatto che ora, svolgendosi in presenza, essi rappresentino un fattore di ansia ulteriore. Giusto ieri mi sono reso conto che dovrò ancora rimandare il conseguimento della laurea. Ti pare che io stia procedendo bene? A me sembra di fare un passo avanti e due indietro.

    A me sembra che evolvi di più tu, con una carriera di studi brillante e un futuro promettente! Quale sarebbe la tua colpa, e soprattutto la colpa di cosa?

    Carriera di studi brillante? Intendi quella che ho interrotto in preda al burnout e che faccio fatica a riprendere, procedendo a passo di lumaca non riuscendo nemmeno a recarmi in ateneo per l'ansia? A quale futuro fai riferimento? Quello che esiste solo nella mia fantasia? Fatto sta che mi ritrovo con niente in mano, eterno incompiuto.

    Al posto di COLPA metti CAUSA mia, sembra una stupidaggine, ma conta moltissimo, te lo dice uno che per CAUSA sua stava per rimetterci le penne.

    Parte della mia amarezza e sofferenza dipende dal non riuscire a associare all'origine del mio malessere e della mia situazione attuale una causa, un fattore diverso dalla mia volontà, come se esse fossero un parto della mia ritrosia a combattere e andare avanti. Non aiuta il fatto che ciò mi sia stato ricordato di recente e che sovente riceva il biasimo di chi si interfaccia con me quando si viene a sapere, in un modo o nell'altro, della mia condizione. Per questo ho adoperato, quasi inconsciamente, il sostantivo "colpa" come agente della mia frustrazione, termine che possiede un connotato morale.


    Talvolta vivere diventa insostenibile.