Un anno è passato, ce la farò ora?

  • Ciao Amelie! :)

    Capisco quello che dici, per certi versi anche io sono stata un po' incostante nello studio in alcuni periodi, anche perchè mi lascio prendere a volte da altre cose, non che sia una perditempo, ma il fatto di aver vissuto spesso con l'ansia dell'esame qualsiasi cosa assorbisse la mia attenzione e mi allontanasse da quei timori, era il benvenuto.

    Cambiare totalmente il tuo modo di agire è cosa assurda e inconcepibile, se hai un tuo modo di essere e ti metti in testa di cambiare da un giorno all'altro non vai lontano, non è per scoraggiarti, ma perchè è meglio pensare di organizzarsi in base alla propria indole (e qua mi viene in mente il 3d sull'indole... :D ) invece di provare a seguire un modello di comportamento e di approccio allo studio -come quello di tua sorella- che non fa parte della tua natura neanche per una briciola e che dura sì e no un paio di giorni e non ti è di nessuna utilità.

    Un po' di impegno e sforzo ci vuole, ma ritagliati sempre degli spazi per te, per i tuoi momenti "creativi".
    Di certo devi fare in modo di non arrivare sempre all'ultimo momento, perchè col passare del tempo sostenere questi ritmi sarà sempre più difficile.
    Hai mai provato a studiare con qualcuno? A volte aiuta -a patto di non "cosare" ma di studiare sul serio :D -.
    Se studi all'uni (o in biblioteca) invece di tornare a casa, in qualche modo ti "costringi" a stare sui libri, per i primi tempi, in cui la tua volontà fa cilecca, può essere un incentivo.

    Grossi consigli non so darteli, perchè ognuno deve trovare il suo metodo ideale, sperimentando, provando... l'importante è che i tuoi propositi siano "proporzionati" e facilmente realizzabili, altrimenti restano "imperativi categorici" e per di più... utopistici! ^^

    Se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te (E.B.)

  • Ciao hachi, grazie della risposta ;)

    Cambiare totalmente il tuo modo di agire è cosa assurda e inconcepibile, se hai un tuo modo di essere e ti metti in testa di cambiare da un giorno all'altro non vai lontano, non è per scoraggiarti, ma perchè è meglio pensare di organizzarsi in base alla propria indole (e qua mi viene in mente il 3d sull'indole... :D ) invece di provare a seguire un modello di comportamento e di approccio allo studio -come quello di tua sorella- che non fa parte della tua natura neanche per una briciola e che dura sì e no un paio di giorni e non ti è di nessuna utilità.

    Eheh, no ma infatti non voglio cambiarlo totalmente. Alla fine mi piace il modo in cui ragiono e il tipo di studio che mi è più congeniale. Devo lavorare solo un pò sui tempi e sul metodo, che dovrebbe essere un pò più rigoroso e meno dispersivo, credo. A essere come mia sorella non riuscirei proprio e detto sinceramente alla fin fine preferisco il mio approccio, che necessita solo di essere limato probabilmente, visto che l'università non è come le superiori.

    Di certo devi fare in modo di non arrivare sempre all'ultimo momento, perchè col passare del tempo sostenere questi ritmi sarà sempre più difficile.

    Eh, lo so. Mi accorgo già ora, cercherò di lavorarci con buona volontà :pump:

    Hai mai provato a studiare con qualcuno? A volte aiuta -a patto di non "cosare" ma di studiare sul serio :D -.

    Sì, a volte capita. Il problema è trovare una persona che abbia i miei stessi ritmi o un metodo di studio simile. Solo con un'amica del liceo riuscivo a studiare davvero bene, lei era quella rigorosa che odiava "cosare" e non mi faceva disperdere, io ero la parte intuitiva che spiegava e facilitava la comprensione, ci compensavamo. Per il resto fatico a trovare persone che siano simili a me, di solito trovo gli altri un pò lenti a comprendere e addirittura più dispersivi di me. Nel senso che se io mi ci metto, sono lì che mi leggo pure le virgole, a volte mi fermo e chiarisco concetti, ripetendo, approfondisco certi argomenti con altri libri miei e capisco abbastanza in fretta, mentre gli altri ci impiegano di più e non ripetono, o non leggono tutto. E se trovo qualcuno che tende a distrarsi, mi distraggo pure io. :rolleyes: Comunque è un buon consiglio, cercherò di seguirlo.

    Se studi all'uni (o in biblioteca) invece di tornare a casa, in qualche modo ti "costringi" a stare sui libri, per i primi tempi, in cui la tua volontà fa cilecca, può essere un incentivo.

    Sì, anche questo è un buon consiglio, devo solo abituarmi. Non sono mai andata in biblioteca, se non una o due volte, dato che ci andavano sempre compagni di classe del liceo e sarebbe risultato più dispersivo che rimanere a casa.

    Grossi consigli non so darteli, perchè ognuno deve trovare il suo metodo ideale, sperimentando, provando... l'importante è che i tuoi propositi siano "proporzionati" e facilmente realizzabili, altrimenti restano "imperativi categorici" e per di più... utopistici! ^^

    Sì, infatti erano solo riflessioni buttate lì, so che ci devo arrivare io. Ognuno ha il suo metodo personale, ma grazie comunque, hai fornito consigli utili! ;)
    Per quanto riguarda i propositi ehehhe..mmm..beh..come dice la mia psicologa, pretendo sempre il massimo da me stessa. Sono una testa dura :D

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Di nuovo, ciclicamente torno in questo thread e di nuovo, affronto gli stessi problemi, nodi irrisolti che saltano fuori.

    Che cosa c'è che non va in me? Perchè ho sempre così tanti dubbi o crisi che spesso saltano fuori, proprio in concomitanza con gli esami? Non riesco a capire perchè entrare nel mondo universitario sia così difficile per me. E' paura di crescere, fallire, non essere all'altezza?
    Mi sto mettendo di impegno, fino ad ora i risultati sono stati ottimi e mi sento portata per questo tipo di studio, ma c'è un punto che non torna e non riesco ad inquadrarlo bene, qual è?
    Oggi avrei avuto un esame, un orale che andava a completare uno scritto, in cui ho preso 28. Avevo soltanto tre giorni per preparalo, ma non ci sono riuscita e così l'ho rimandato a settimana prossima. E mi sento in colpa.
    In colpa perchè avrei dovuto studiare concentrata e invece sono sempre, perennemente dispersiva e svogliata. In colpa perchè come sempre pretendo il massimo da me e questa è una sconfitta, ammettere di avere un periodo di stress e difficoltà con lo studio o in generale è una sconfitta.
    Ieri mi è anche venuta una crisi d'ansia, ho dovuto domarla con qualche goccia di Xanax. Ora non sto tranquilla, non so quale sia effettivamente il problema, quale sia la possibile soluzione.

    E quando ho questi problemi, penso che dovrei cambiare facoltà, penso a psicologia, ancora e di nuovo. Ma è tutta una fuga, lo so bene. E' una fuga, perchè? L'unica risposta è che ho paura di crescere e prendermi responsabilità o meglio, non paura direttamente. E' che qua mi sento bambina, vado a lezione, ma non mi sento inserita nel mondo universitario. Vorrei viverla diversamente, ho sempre pensato di andare all'università e trovare l'ambiente per me, stimolante culturalmente e socialmente. E invece non mi sento inserita in questo mondo, perchè? Perchè mi sento una persona a metà? Perchè non sento di stare vivendo davvero come una ventenne? Perchè dentro sono cresciuta, ma fuori mi sento ancora bambina?

    Mi chiedo se potrebbe servire a qualcosa andare a vivere da sola, trasferirmi in un'altra città, studiare. Responsabilizzarmi e crescere. E' questa la soluzione? A volte penso anche che ho voglia di lavorare, di diventare adulta e sentirmi completa, di vivere un pò nel mondo concreto non dei libri. Qual è la soluzione? Io non so più nulla e piango come una cretina, in cerca di risposte. Ma c∙∙∙o non arrivano mai.

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Ti capisco bene. Siamo in due. E anch'io ho psicologia sempre lì ferma in un angolino, troppo distante per me. Ma è tutta una fuga, dici bene. Ma questo - comincio a ipotizzare, adesso - non è detto che sia un difetto nostro o che vada a nostro discapito. Il "mondo" che abbiamo intorno è troppo ristretto per i nostri vasti orizzonti, ma siamo stati abituati a immaginarci in questo modo. In camera mia ho una pappagallina (non è mia, ma la tengono qui perché altrimenti finisce preda dei gatti di casa)... quando la vedo mi si stringe sempre il cuore a pensare che potrebbe essere in giro, all'aria aperta, sotto il cielo. Ma quando apro la gabbia non vola via...
    ;)
    :friends:

    and maybe I will see a different destiny like knowing you at all was only a bad dream.

  • Grazie Paul per la risposta, io sono ancora un pò confusa.

    Oggi avrei avuto un esame, un orale che andava a completare uno scritto, in cui ho preso 28. Avevo soltanto tre giorni per preparalo, ma non ci sono riuscita e così l'ho rimandato a settimana prossima. E mi sento in colpa.

    Domani avrei quest'esame, insieme ad un altro e naturalmente...non sono riuscita a prepararlo. Ho perso tempo, ho studiato male distratta e perennemente poco concentrata e quindi non so se riesco a darlo. Anzi, non riuscirò proprio a darli entrambi, mi manca ancora troppo da ripassare e ho solo un giorno. Ho detto ai miei che probabilmente riuscirò a darne solo uno e mia madre già mi è saltata negli occhi: "Ma insomma! Non puoi vivere così l'università, non è così che si fa! Tu provalo e prendi quello che ti meriti, non puoi sempre rimandare!".
    Manco avevo finito la frase.

    Sono in un periodo difficile e complicato, con problemi a vari livelli: studio, episodi di bulimia che si ripetono, apatia generale, problemi "sentimentali" più o meno, crisi totale con me stessa. Questo non mi aiuta, aggrava la situazione che già prima era un pò precaria non perchè la facoltà non mi piaccia, anzi. E' una questione di metodo e approccio, di trovare un obiettivo, una motivazione di base solida che mi spinga negli studi, motivazione che ora mi manca. Ci sto lavorando in terapia, ma intanto...

    Intanto in questa sessione avrei dato, su quattro esami, solo due e un parziale di un terzo e mi sento in colpa, anzi peggio. Sento di non valere niente per questo, tutto perchè per i miei genitori lo studio è sempre stato metro fondamentale di giudizio delle altre persone (e di noi quattro figlie): così per tanti altri motivi che non sto ad elencare, mi sono ritrovata a dover perennemente dimostrare loro quanto valessi andando bene a scuola, prendendo il massimo in ogni compito e cercando perfezione in qualsiasi attività facessi. Naturalmente ecco poi l'enorme senso di frustrazione quando questa perfezione viene a mancare (la maggior parte delle volte). E' logorante dover sempre far vedere quanto si vale, anche perchè poi si rimane comunque indietro sempre, in debito nei loro confronti. Si rimane una bambina di poco valore, che non sa affrontare la vita: nel momento in cui si raggiunge la perfezione, si prova contentezza, ma limitatamente ("eh beh! era scontato che la raggiungessi"), nel momento in cui non la si raggiunge allora ci si auto-flagella, si distrugge totalmente anche quella piccola dose di autostima data dai risultati precedenti. E si ritorna al punto di partenza.
    Così penso di essere una fallita e non mi concedo di sbagliare, no. Ed è pesante giudicarsi in questo modo ogni giorno, veramente pesante.

    Sono stanca, dormo poco perchè devo studiare e spenta, infelice. Mi sto rovinando? Sono stressata, tanto che in certi momenti mi sembra di avere l'orticaria sulla pelle e comincio a sentire prurito e inizio a grattare, poi guardo e vedo che non c'era niente, mentre ora c'è un mezzo inizio di scorticamento e un'area totalmente rossa. Ho perso di vista me stessa, ho anteposto lo studio a tutto il resto, sono uscita poco, mi sono curata poco di me e infatti si vedono i risultati: nemmeno riesco a dare decentemente due esami.

    Sono sicura della facoltà, non metto in dubbio quella. Metto in dubbio me e mi sento in colpa. Verso i miei genitori e verso me stessa, mi sento sporca e sto male. Forse davvero non so affrontare questo mondo universitario, forse non fa davvero per me. Eppure ho sempre creduto il contrario, ho sempre pensato che all'università avrei trovato la dimensione per me.
    Perchè continuo a legare il mio valore alle cose che faccio, ai risultati che prendo? Come se ogni esame fosse una sfida con me stessa, non sana però, nè equa. Non so dove sbattere la testa, so solo che faccio fatica a parlare e mi spengo.
    E così', piuttosto che accettare di poter sbagliare e andare avanti mi viene l'impulso di mollare tutto, ancora una volta. Fuga, fuga perenne. Non posso però scappare sempre da me, dal mio passato e dai miei problemi. Voglio affrontarli.
    Non so, non so più nulla, tranne che sono in crisi profonda dentro di me. E per ora non vedo via d'uscita.

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Ma studi filosofia vero? Io non ho mai capito come si faccia a studiare filosofia, o psicologia, o quelle robe li che sono tutte "discutibili". Mi piacciono, mi piace pensare, ma non saprei dire come sia possibile fare esami di cose cosi' "soggettive".

    Anche io avevo problemi con gli esami da quando e' iniziata la mia "crisi", perche' inconsciamente mi chiedevo: perche' sto studiando questo? A cosa serve? Io non sono interessato a questo che vogliono che io sappia, io sono interessato a quest altro capitolo che pero' nessuno mi spiega bene. E cosi' ho cominciato a studiare di tutto tranne quello che in teoria dovevo studiare. Io penso che queste crisi servano e vadano interpretate, perche' e come se la nonstra sensibilita' indicasse che c'e' un problema e che stiamo forse sbagliando... Purtroppo io non so ancora cosa voglio veramente, ho capito tantissime cose su di me ma se le guardo alla luce della realta' mi rendo conto che anche se sapessi esattamente cosa voglio, sarebbe difficile fare delle scelte concrete nella vita. A volte sembra troppo tardi per fare quello che vogliamo, oppure non sembra conveniente, oppure ci sono compromessi e rischi troppo grossi da accettare (esempi: se lavori non hai tanto tempo per studiare seriamente, se ti trasferisci devi perdere tempo e soldi, se ti interessi in un settore devi scartarne degli altri, certe scelte sono poco compatibili con gli interessi prioritari... ad esempio una vita dedicata interamente e intensamente a studiare e lavorare in settori dove l'interazione umana e' ridotta sarebbe in contrapposizione con ambizioni di appaganti relazioni sociali e amorose... e cosi' via).

    "Ma insomma! Non puoi vivere così l'università, non è così che si fa! Tu provalo e prendi quello che ti meriti, non puoi sempre rimandare!".

    ahahah, si "provare" gli esami e' un concetto che non ho mai accettato. Io non ho mai voluto "passare" gli esami, perche' il passare o non per me non ha alcun valore. Io volevo solo sentirmi preparato, sapere veramente, conoscere e capire le cose e parlarne seriamente perche' le so veramente, non perche' le ho solo "studiate per l'esame". Purtroppo mi sono presto reso conto che questa mia concezione di "istruzione" e "sapere" non era compatibile con il ritmo e la superficialita' dei metodi di istruzione tradizionale (che non si puo' neanche definire vera "istruzione"). Ho sempre avuto approcci troppo filosofici a materie che gli altri volevano imparassi quasi a memoria.

    Sono in un periodo difficile e complicato, con problemi a vari livelli: studio, episodi di bulimia che si ripetono, apatia generale, problemi "sentimentali" più o meno, crisi totale con me stessa. Questo non mi aiuta, aggrava la situazione che già prima era un pò precaria non perchè la facoltà non mi piaccia, anzi. E' una questione di metodo e approccio, di trovare un obiettivo, una motivazione di base solida che mi spinga negli studi, motivazione che ora mi manca. Ci sto lavorando in terapia, ma intanto...

    Questo lo capisco perfettamente... purtroppo. La verita' e' che quando arrivano i "problemi" aggiuntivi (anche di salute), non si riesce piu' a studiare e a fare niente. Anche a me piaceva la mia facolta', l'avevo scelta con cura e avevo fatto la miglior scelta possibile, ma poi i "problemi" mi hanno distrutto e mi hanno costretto ad allontanarmi... E quello che mi da fastidio e' che poi ti guardi indietro ed e' tardi, e non e' neanche colpa tua... e non sai piu' cosa fare.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Diverso, siamo proprio nella stessa barca, sembra che mi leggi nel pensiero. :beer:

    Quando trovi una soluzione, fammi un fischio...io navigo ancora in alto mare. :search:

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Sento di non valere niente per questo, tutto perchè per i miei genitori lo studio è sempre stato metro fondamentale di giudizio delle altre persone (e di noi quattro figlie): così per tanti altri motivi che non sto ad elencare, mi sono ritrovata a dover perennemente dimostrare loro quanto valessi andando bene a scuola, prendendo il massimo in ogni compito e cercando perfezione in qualsiasi attività facessi. Naturalmente ecco poi l'enorme senso di frustrazione quando questa perfezione viene a mancare (la maggior parte delle volte). E' logorante dover sempre far vedere quanto si vale, anche perchè poi si rimane comunque indietro sempre, in debito nei loro confronti. Si rimane una bambina di poco valore, che non sa affrontare la vita: nel momento in cui si raggiunge la perfezione, si prova contentezza, ma limitatamente ("eh beh! era scontato che la raggiungessi"), nel momento in cui non la si raggiunge allora ci si auto-flagella, si distrugge totalmente anche quella piccola dose di autostima data dai risultati precedenti. E si ritorna al punto di partenza.
    Così penso di essere una fallita e non mi concedo di sbagliare, no. Ed è pesante giudicarsi in questo modo ogni giorno, veramente pesante.

    Ecco, hai descritto come ho sempre vissuto io la scuola e l'università, solo che io il tracollo l'ho avuto alla fine del percorso, e sono ancora lì che cerco motivazioni alternative per dare una qualsiasi forma alla mia vita che non sia dettata solo dal caso.
    Mi dispiace che tu stia male, ma forse è un bene che tu affronti i tuoi demoni ora piuttosto che, per dire, tra sei anni.
    Coraggio! :hi:

    (E se mi leggi in tempo....non mandarmi in c**o...ma vai là e scazzalo questo esame, senza farlo sapere a nessuno. Ai tuoi dì che vai a guardare gli altri che fanno l'orale per prepararti, poi lo provi, lo sai solo tu. Vedrai com'è liberatorio)

  • motivazioni alternative per dare una qualsiasi forma alla mia vita che non sia dettata solo dal caso.

    Esatto, sono parole che potrei aver detto io, cacchio...è quello che penso da un anno e più. E ora mi sto anche rovinando la salute, a causa anche dello stress sto avendo problemi non indifferenti, che cavolo.

    (E se mi leggi in tempo....non mandarmi in c**o...ma vai là e scazzalo questo esame, senza farlo sapere a nessuno. Ai tuoi dì che vai a guardare gli altri che fanno l'orale per prepararti, poi lo provi, lo sai solo tu. Vedrai com'è liberatorio)

    Uno non sono riuscita proprio a prepararlo, l'altro vado invece a farlo nonostante la preparazione non sia delle migliori. Sono stanchissima, vorrei dormire una settimana e non pensare a niente.

    Grazie comunque Random, mi conforta sapere di non essere l'unica ad aver affrontato problemi simili, a volte mi sento un'aliena e ciò mi fa sentire ancora più "sporca" e in colpa. Mah.

    "Vorresti una donna addomesticata e con le ali, invece io ho gli artigli. C’è una Lupa nell’armadio, apri e liberala, falla uscire così respirerà. C’è una Luna Piena che mangerò come un grande formaggio. Sono la Lupa e anche questa notte seguirò il mio istinto." -C. P. Estes- "Non rinnegate la z∙∙∙∙∙a che è in voi, un giorno potrebbe rivelarsi molto utile!" -A. Girard-

  • Punto 100 euro sul fatto che il tuo esame domani andrà benissimo... poi ti passo le mie coordinate bancarie. Sei troppo severa con te stessa, in fondo lo sai anche tu. Uno parte sempre programmando le cose a puntino, e va bene così, si deve puntare a tanto per raggiungere un minimo; spesso non si possono portare avanti i propositi iniziali, che quando va bene sono realizzati in parte, perché le intenzioni si scontrano con una realtà quotidiana diversa, quindi è inutile autoflagellarsi così... dimmi che almeno razionalmente lo sai, su. Domani sera starai almeno un po' meglio, o almeno te lo auguro.

    [...]

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