Ciao a tutti, scrivo qui per avere qualche parere esterno in merito all’episodio seguente.
L’occhiataccia che cito nel titolo è stata purtroppo da me rivolta a mio marito ieri sera.
Gli stavo spiegando un problema che stavo riscontrando nel reperire delle informazioni per compilare un documento, e lui mi ha chiesto: “Ma perché devi inserire queste informazioni?”. Ora, la stessa procedura lui l’aveva fatta qualche mese fa, e avrebbe dovuto sapere bene di cosa si trattava. E, invece, non ricordava nulla. All’epoca lo avevo aiutato io a capire come compilare il documento, e si vede che non aveva prestato la dovuta attenzione. E nel guardarlo mi è venuta fuori una tale occhiataccia di delusione e di disprezzo.
Un’occhiataccia tale e quale a quelle che mi rivolgeva mia madre. Il suo disprezzo (misto a urla e silenzi punitivi e anche a momenti distesi in cui sembrava più comprensiva – la comprensione era solo apparente, perché poi le cose mi venivano rinfacciate a distanza di tempo nella sua esplosione di rabbia successiva) mi ha segnato durante la crescita, e con lei da anni ho pochi contatti proprio perché non ritengo giusto il modo in cui mi ha cresciuta. E avevo sempre detto a me stessa che non mi sarei mai comportata come lei, e pensavo che un atteggiamento del genere non fosse connaturato in me.
Eppure, eccola sul mio volto, quell’espressione che tanto mi ha fatto soffrire vista sul volto altrui.
Mio marito si è subito accorto della mia espressione e mi ha detto immediatamente che gli ha dato fastidio.
Io mi sono scusata in seguito, ma ciò che mi dà da pensare è che le mie scuse erano formali ma non sentite.
La mia insofferenza deriva dal fatto che questo è l’ennesimo caso in cui mi sembra di parlare con un adulto “non cresciuto” a cui devo spiegare tutto.
Non conosce alcune regole di sintassi della lingua italiana e alcuni concetti di cultura generale, a volte fa dei ragionamenti un po’ approssimativi (privi di quel rigore logico che uno ottiene studiando), non dà sufficiente importanza a elementi a cui è importante badare nella vita adulta (per esempio la corretta gestione dei documenti, come contratti o ricevute). Davanti ad altre persone, in alcune situazioni per me importanti, non mi ha supportato, perché riteneva le situazioni poco rilevanti o perché “tanto ormai è andata così e non ci possiamo più fare niente”.
Se anni fa ci davo poco peso, ora invece le situazioni prima descritte continuano a generare in me progressivamente sempre più insoddisfazione, che spesso cerco di dissimulare, non sempre con successo. E mi pesa anche non poter parlare con lui (alla base del nostro rapporto c’è molto dialogo) di alcuni di questi argomenti: talvolta taccio, riguardo agli aspetti culturali, perché non vorrei mortificarlo. E a volte mi chiedo se mi sono accontentata, se non ho per caso “married down”.
Ovviamente mio marito ha numerose qualità, però in questi momenti vedo solo quelli che ai miei occhi sono difetti.
Sono anche consapevole che la mia insoddisfazione è più ampia, e mio marito c’entra solo in parte: da decenni mi barcameno in una vita che non sento del tutto mia, senza aver finito gli studi, con un lavoro che non mi piace, e senza aver avuto figli.
Ma torniamo a ieri sera, all’occhiataccia di cui non riesco a pentirmi. Attendo i vostri pareri.