Mi sono stufata di questo sfruttamento

  • Ho un aggiornamento, gli ho inviato un email, in cui dicevo che ero abbastanza satura di questo comportamento.

    Era un email assertiva.
    Lui non l'ha presa bene, dicendo che non gli era piaciuta e che non facevo così tanto in ufficio, e che già avevo preso due giorni di ferie questo mese.

    Li ho presi per andare a un controllo oncologico, e aveva fatto storie anche in quel caso, gli ho detto che mi sono fatta 6 ore di mezzi e 6 ore di ospedale, con poche ore di sonno, che non avevo preso le ferie per andare al mare.

    E che avevo 20 giorni di ferie accumulati, segno che non ne prendevo mai.

    Gli ho detto, che mi occupavo dei siti web e dei problemi tecnici, che per risolvere determinate cose chiedevo a degli amici, dato che non abbiamo un tecnico, cosa fondamentale in un'azienda.

    Che i servizi fotografici, li fa con la mia attrezzatura, che gestisco due persone junior in ufficio, e faccio i social, gli articoli, le email, gestisco i Clienti delle carte fedeltà, e tanto altro, che sminuire il mio lavoro non era bello.

    Fatto sta che alla fine mi ha da il giorno libero.

    E che cavolo posso dire? Non ho mica scritto scema in testa.

  • nella mia esperienza lavorativa siamo tutti sostituibili

    Vero in parte.

    Quando minacci/dai le dimissioni e cominciano a prometterti/darti anche ponti d'oro capisci che certe cose, tipo l'esperienza, non è sempre sostituibile. Specie in settori particolari e/o in contesti particolari (e/o in momenti particolari).

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Vero in parte.

    Quando minacci/dai le dimissioni e cominciano a prometterti/darti anche ponti d'oro capisci che certe cose, tipo l'esperienza, non è sempre sostituibile. Specie in settori particolari e/o in contesti particolari (e/o in momenti particolari).

    Si il mio collega quando è andato via, nonostante fosse inutile, gli voleva dare l'aumento.

  • Vero in parte.

    Quando minacci/dai le dimissioni e cominciano a prometterti/darti anche ponti d'oro capisci che certe cose, tipo l'esperienza, non è sempre sostituibile. Specie in settori particolari e/o in contesti particolari (e/o in momenti particolari).

    Allora probabilmente io non sono brava. Ho dato le dimissioni diverse volte e nessuno ha mai provato a trattenermi.

  • Allora probabilmente io non sono brava. Ho dato le dimissioni diverse volte e nessuno ha mai provato a trattenermi.

    Ahahah pure io, a parole volevano trattenermi, nei fatti non avrebbero sganciato una lira in più. Quindi ho fatto i miei conti.

    Fortunatamente avevo già l'alternativa in tasca quindi me ne sono andata senza rimpianti.

  • Da lì ho rifiutato tutte le proposte di tirocinio, davanti agli HR che chiamavano e ogni volta chiedevano il perché dicevo la verità: voglio crearmi la mia indipendenza e non mi sento tutelata in un tirocinio e in un apprendistato. Hanno capito velocemente,


    a 23 anni, in Italia, prende 1800 netti,


    Conosco un ragazzo con qualche anno in più di me, senza università, che da prima faceva il servizio di pulizie industriali, poi ha capito il sistema e oggi, in Italia, prende 2000 netti, in ufficio, con buoni pasto, dentista coperto e vacanze offerte dall'azienda.

    In linea di principio potrei anche essere d'accordo con te, però le situazioni che descrivi non sono in linea con la realtà che vedo intorno a me e non solo. Quindi c'è qualcosa che deve giustificare questo disallineamento e che non ci hai detto, tipo (ipotesi):

    - siete giovanissimi e vi fate un mazzo il doppio degli altri

    - avete una professionalità ricercata

    - siete in una zona economicamente molto florida

    - appartenete a famiglie influenti

    - avete venduto l'anima al diavolo in qualche modo

    - siete cattivissimi (inclusi ricatti e minacce lol)

    Non so, forse essendo molto giovani e col fatto che non se ne trovano molti disposti a lavorare partite avvantaggiati, altrimenti ti assicuro che senza qualcuno degli scenari summenzionati ti rispondono con un "la porta è lì"...

  • Delineo meglio il mio profilo:

    - ho 23 anni

    - ho studiato alle superiori business, sul mio primo CV avevo l'uscita con lode e attestati di conoscenza inglese e francese, che avevo pagato con un lavoro part time che facevo le domeniche dei miei 18 anni, prima dei primi due lavori che ho fatto lasciavo sul CV che avevo vinto una competizione nazionale di analisi socio-economica sul processo di industrializzazione, più due altre competizioni con buon posizionamento, una di carattere storico e l'altra di conoscenza dell'inglese

    - ho iniziato al nord, ma non sono mai stata legata al territorio, avevo voglia di scappare, ho viaggiato, mi candidavo per posizioni anche al centro Italia, le mie esperienze di lavoro sono tra nord e centro, poi sono andata all'estero

    - famiglia povera, non riuscivano neanche a pagarmi l'abbonamento dei mezzi e i libri per le superiori, di fatti mio padre voleva che mi fermassi prima per non fargli spendere, ho finito gli studi solo perché eccellevo e fornivo entrate con i concorsi, nella mia famiglia solo io e uno dei miei fratelli abbiamo finito le superiori, solo che l'altro ora è drogato, alcolizzato e violento, come mio padre del resto

    - ahahah magari l'ho venduta

    - cattivissima, terribilissima, il terrore dei sette mari


    Vai tranquillo che anche a me hanno detto la porta è lì e di fatti sono uscita, delle volte ero sostituibile, altre no e me lo hanno fatto pesare. Ma io ho un animo vagabondo e me ne frega poco. Non avere un nido, un posto sicuro a cui tornare, credo ti aiuti ad avere meno paura di rischiare, perché nella vita anche se hai persone attorno ti senti sempre solo e quando sei solo sei libero da tutto. Ho già visto che posso farcela in scenari terribili.


    Gli altri di cui ho parlato vengono da famiglie medie, tra i 23 e i 30 anni. Non sono in posti raccomandati, hanno cercato tanto. Comunque per crescere hanno fatto tutti dei corsi di lingue estere se non le conoscevano già e corsi di approfondimento del settore di interesse.

  • Io credo che ogni storia sia a sé, io 20 anni fa ho faticato moltissimo per entrare nel mondo del lavoro, certo dal 2004 ho lavorato sempre facendo di tutto, ma aumenti di stipendio non li ho mai ottenuti, e l'unica volta che l'ho chiesto a giugno scorso mi hanno dato 1000 euro in più lordi di premio produzione (ma avevo già chiesto smart o orario ridotto). Io sicuramente non ho mai preteso ed è sicuramente un limite, ma ho trovato anche ambienti lavorativi dove l'impegno era valutato relativamente. Mi sono stufata perché non vedo gratificato il mio lavoro e avevo perso entusiamo, e ho cercato e fortunatamente trovato altro. Mi rendo conto però che non è scontato.

  • Sembra che in Italia non solo devi sopportare stipendi miseri e difficoltà varie, ma il vero problema dal mio punto di vista sono gli ambienti estremamente tossici, che ti sminuiscono costantemente, e secondo me più della paga in sé, alla fine è parecchio impattante il clima che si respira in moltissime aziende.

    Il doversi giustificare anche per un giorno di ferie o essere disturbati anche fuori dagli orari lavorativi, diventa un disagio recarsi al lavoro perché già sai che dovrai subire per 8 ore, critiche, urla e offese varie.

  • Io non ho mai vissuto ambienti tossici, per fortuna. Ma so benissimo cosa vuol dire dover lavorare e accettare anche dei "sacrifici" pur di tenersi il posto di lavoro (contratti atipici, senza ferie, senza TFR, senza diritto a malattia, etc) e, francamente, farò di tutto perchè mio figlio non debba mai trovarsi in una situazione analoga, gli dirò che non è in mezzo ad una strada e non dovrà farsi sfruttare, cosa che i miei genitori non mi hanno mai detto, ma loro non capiscono perchè hanno fatto i dipendenti statali tutta la vita, in un periodo in cui le tutele nello stato erano enormi.

    Il problema è che chi ti dà lavoro pensa di farti un favore, ma il favore è "reciproco", il bravo leader è quello che capisce questo concetto e ti motiva.

    Non devi giustificarti per un giorno di ferie. Hai assolutamente ragione.

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