Il mio complesso

  • Ma vedi, Creamy... la sensualità non è che un uomo la veda così, ad occhio esterno, seppur si parli di una bella ragazza, quale sei.

    È l'intimità, la connessione, che si crea tra due persone, spontaneamente. Non sempre un uomo ti eleva a oggetto del suo desiderio solo perché ti parla, ci si conosce, eccetera.

    Alcuni sì lo fanno. Altri no.

    Io sono stata con una persona che non esprimeva molto desiderio nei miei confronti (per una questione caratteriale sua): e quindi, la mia "sensualità" è stata essere - in quel particolare caso, eh - semplicemente disponibile. Intendo che gli ho proprio detto "Se vuoi stare insieme - leggasi fare sesso - ci sono, se no non ti preoccupare"... Un approccio molto comprensivo perché tanto non c'era alternativa (ma è un caso particolare). Me la sono sentita perché conoscevo il caso nella sua particolarità ed ero sicura di quello che facevo e perché.

    Questo per farti capire che la sensualità non è un atteggiamento stereotipato: a volte è il bene sincero che vogliamo per una persona, la voglia di farla stare bene, a volte mettere da parte anche un po' delle nostre aspettative per andarle incontro.

    Che bello quello che hai scritto, voglio credere che sia così.

  • Ma concretamente io non ho ancora capito dove sia il problema, cioè cosa non riesci a fare o cosa vorresti che facesse lui. Concretamente, non generici primi passi o comunicazioni telepatiche.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Ma concretamente io non ho ancora capito dove sia il problema, cioè cosa non riesci a fare o cosa vorresti che facesse lui. Concretamente, non generici primi passi o comunicazioni telepatiche.

    Ora come ora non penso si possa fare più nulla (cioè, anche qui, non è che se gli lanciassi un fischio e chiedessi di fare fiki fiki un'ora a casa mia, direbbe di no; al massimo mi ricorderebbe che non mi devo legare, ma ci starebbe comunque), ho voluto interrompere i rapporti.

    Mi avete fatto un po' riflettere sul fatto che, in generale e non solo con lui, devo abbandonare l'idea del cosiddetto "impegno". Per me sarà un po' uno scoglio, perché poi, tra l'altro, si metterebbe pure l'idea: "Eh sì, ora va pure con un'altra, si mette a fare i confronti, etc."

  • Eh, ma qui è il bandolo della matassa: riuscirei a farmi andare bene la cosa se il mio eventuale partner andasse pure con un'altra?

    Che casino! Io vorrei pure lasciarmi andare, spegnendo il cervello, però poi l'allarme per il dopo c'è sempre.

  • Cioè, Creamy, se lui sta frequentando un'altra, non è il caso di interferire. Un conto è il sesso senza impegno in una conoscenza tra voi, un altro è che lui sta uscendo con un'altra e poi, eventualmente, verrebbe pure a letto con te. Uhm, non è il caso. Lasciagli vivere questa frequentazione, perché se l'ha intrapresa, vuol dire che ne sente la necessità e, se non dovesse andare in porto, magari, riapri il capitolo con lui, sempre nell'ottica del "senza impegno", ma fare questo triangolo anche no, pure per questioni di malattie sessualmente trasmissibili; infatti, se fosse, fallo protetto. Nulla, comunque, ti impedisce di essergli amica per il momento, come mi pare tu lo sia stata fino ad adesso, ma desumo che ne soffriresti.

    DALI :hibiscus:

  • riuscirei a farmi andare bene la cosa se il mio eventuale partner andasse pure con un'altra?

    Potrebbe essere che tu abbia paura di innamorarti di un eventuale trombamico che sai già non ti darà mai l'esclusiva? E' questa la cosa che ti frena?

    Comunque, magari bastasse una relazione ufficiale per avere la certezza dell'esclusività.

    Purtroppo qui devi capire quale tipo di relazione sei disposta ad accettare.

  • Non sto parlando di lui io, ma di un eventuale altro ragazzo. Siccome mi è parso di capire che molti di voi mi stavano consigliando di non dare troppo l'idea dell'impegno...

    Come principio generale non ti consiglierei di "lasciarti andare" con un uomo pure se ci fosse un'altra.


    Si spera che, salvo casi particolari, la frequentazione parta anzitutto tra voi due. E in teoria dovresti "lasciarti andare" (leggasi sesso) in questa fase, dove l'intenzione è appunto di conoscervi (perché, si presuppone, vi piacete). Poi cosa accada dopo, certamente, non si può sapere. Non vorrà legarsi a te e vorrà frequentare un'altra? Potrebbe succedere o potrebbe succedere persino a te! Frequentarlo, starci in intimità e poi capire che non è l'amore della vita.


    Parti dal presupposto che tu stessa voglia quell'impegno. Ma non è affatto detto. E qui rientriamo nel discorso che purtroppo nelle relazioni bisogna muoversi sapendo che l'altra persona seguirà umanamente i suoi bisogni e sì, alcuni anche egoistici. Ma a ben vedere, noi facciamo altrettanto. A volte, nonostante questo, si riesce ad avere uno scambio. Altre (la maggior parte), c'è da mettersi nella prospettiva dell'altro e quindi incassare qualche delusione, perché esso non può corrisponderci come speravamo. Dunque va valutata la possibilità se possiamo adeguarci, andargli incontro oppure no.


    In poche parole, il sogno del grande amore non esiste. È un'immagine che abbiamo nella mente che, come tale, è appunto nostra, creata su un ideale personale. La realtà poi mostra altro e spesso pone degli ostacoli a questo ideale. E non lo dico con tono di superiorità, anzi, io ci ho sbattuto il muso a testa bassa per tantissimi anni e continuo a sbattercelo ancora.


    Tutto questo per dire che non devi temere di soffrire, perché anche le situazioni apparentemente sfavorevoli e le delusioni sono là per darci una mano a crescere e per aiutarci ad andare oltre i nostri limiti, ad essere, in sostanza, più liberi.


    All'inizio, allorché un uomo non ti ricambia come speri o ti delude, lo capisco, è un dramma. Subentra l'orgoglio, il rancore, si elevano mille difese e negazioni, c'è il senso di inadeguatezza o persino di colpa, il dubbio delle proprie azioni, se siano state effettivamente giuste o sbagliate (che è ciò che ti chiedi in questo thread). Con il tempo, caduta dopo caduta (e sono tante), si accetta più spontaneamente la libertà di ciascuno di essere sé stesso e di non essere ciò che noi ci aspettiamo che sia. Si cerca quindi di capire e si valuta, in modo più consapevole, se c'è una soluzione per entrambi.

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