Perché, sebbene sia una scelta dell'individuo, esiste anche una responsabilità della collettività quando qualcuno, all'interno di essa, muore "da solo".
Hai ragione indubbiamente, chi si sente solo in un modo così estremo, così disperante, il più delle volte potrebbe essere aiutato a non sentirsi così. Però ci sono dei vissuti così particolari, così privi di qualsivoglia speranza che afferiscono solamente alla vicissitudine esistenziale. È un sentire proprio che alla fine poco o nulla ha a che fare con gli altri. In realtà io penso che abbia più a che fare con sé stessi. Perché la morte, mi dispiace dirlo ma lo penso, alla fine è un fatto personale. Mio marito una volta ha detto questa frase che non ho mai dimenticato "chi si sente senza via di uscita è perché in realtà non ce l'ha".