Dipendenza da gioco d'azzardo

  • Ma tornando al punto: che "malattia" sarebbe quella che uno si sceglie? (Nel senso che quando ha esaurito tutte le fonti di approvvigionamento...smette)

    Si può scegliere di avere una cardiopatia o una depressione maggiore, e di bloccarle quando si vuole?

    NO.

    Ma no, non hai capito nulla. Mica smette per magia o lo fa come accendere o spegnere un interruttore... Smette perché gli mancano i soldi per giocare.

    Smette perché gli assegnano dal tribunale un amministratore che gli concede i soldi giusti per mangiare.

    Smette perché la moglie (o il marito) dice ogni spesa mi deve essere dimostrata con scontrini. Lo stipendio lo accrediti sul mio conto corrente. Ti do giusto i soldi per un caffè, sigarette e benzina. O così o ognuno per la propria strada.


    Le dipendenze sono così poi c'è tuo fratello che si lamenta ma non ha nessuna intenzione di curarsi, quindi vi prende tutti in giro lamentandosi. Ma li poi è scelta personale fino a quando ha qualcuno in grado di sostenerlo e appoggiarlo bene può continuare. Quando finisce la pacchia toccherà il suo fondo e magari li non ci sarà nessuno a tendergli una mano e cederà, come cedono molti.


    Mica tutti guariscono, ma va...una piccolissima parte forse ce la fa.


    Poi chiaro può prostituirsi, può cercare di rubare etc esattamente come l'eroinomane, ma alla fine arriverà a toccare il fondo prima o poi.


    Spero di essere stato più chiaro.

  • Ok esperto in dipendenze, hai ragione tu. Attendiamo un tuo articolo accademico quando avrai individuato le radici della ludopatia.

    Vabbè non essere drastico dai... glielo ha detto un altro utente che non ha mai avuto per sua stessa ammissione ludopatia, o ha lavorato con ludopatici. Ci sta. Tutto torna.

    Ora aspettiamo il trattato a 4 mani e finalmente ci liberiamo di una brutta piega della nostra società che sta dilagando negli ultimi anni.

  • Ok esperto in dipendenze, hai ragione tu. Attendiamo un tuo articolo accademico quando avrai individuato le radici della ludopatia.

    Mi hai veramente messo all'angolo con questo ragionamento, ora non so come ribattere... Hai vinto!

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Smette perché gli mancano i soldi per giocare.

    Smette perché gli assegnano dal tribunale un amministratore che gli concede i soldi giusti per mangiare.

    Smette perché la moglie (o il marito) dice ogni spesa mi deve essere dimostrata con scontrini. Lo stipendio lo accrediti sul mio conto corrente. Ti do giusto i soldi per un caffè, sigarette e benzina. O così o ognuno per la propria strada.

    Hai ragione: in certi casi, l’unico modo per fermare il danno immediato è la gestione forzata del denaro.

    Ma chiudere i rubinetti non basta.

    È un’illusione pensare che la dipendenza svanisca semplicemente togliendo la possibilità di accedervi.


    La ludopatia non è solo una questione di soldi.

    È vuoto, impulso, ossessione. È una voce che chiama anche quando non c’è più niente da scommettere.

    Conosco persone che, pur senza avere un euro in tasca, sono riuscite a indebitarsi fino al collo, chiedendo soldi in nero, vendendo oggetti, barattando affetti.

    Quando la dipendenza è radicata, trova comunque una via. Sempre.

    Teniamo quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza soffiamo via il resto. George Eliot

  • Ho notato come nelle ultime pagine abbiano preso piede punzecchiature e provocazioni. Invito quindi tutti ad evitare sarcasmo, attacchi personali e battute inappropriate. Se non siete d'accordo con qualcuno, argomentate con rispetto e mantenete il focus sul topic principale. Grazie per la collaborazione.


    Ailene per lo Staff di moderazione

  • In diversi modi:

    - dandogli soldi

    O semplicemente dandogli un letto dove dormire o un pasto. Tieni presente che se il ludopata ""vero"" non si trova con la m∙∙∙a fino al collo difficilmente smetterà per una serie di motivi detti nei precedenti post.


    E' come il drogato quando al mattino si sveglia e si dice, si ripromette, e si ordina, di non farsi. E ci crede davvero. Poi al pomeriggio si buca.

    Perfetto. Quindi una soluzione ci sarebbe.

    Manca la rete sociale che aiuterebbe il ludopatico... i familiari, gli amici...

    Se loro prendessero in mano la situazione, lui potrebbe uscirne.

    Nelle dipendenze da sostanze, solitamente questo percorso si accompagna con visita al Sert ed entrata in comunità.


    Per i ludopatici non esiste un "sostituto", cioè quella cosa che mette una pezza momentanea all'assenza di dipendenza, come non esistono comunità di recupero.

    Secondo te basterebbe solo una gestione dei soldi più psicoterapia?


    Perché nella tossicodipendenza non basta. Chi abusa di sostanze deve anche re imparare a vivere in società...

  • Ho letto un po' i messaggi e, da persona che ha vissuto con ludopatici ed è diventata anch'essa ludopatica, cerco di dare qualche spunto di riflessione.


    La ludopatia quasi sempre inizia con la voglia di arricchirsi facilmente. Di conseguenza, parte da un malessere interiore (come ad esempio una vita non soddisfacente). Quindi si parte quasi sempre da un vuoto. Una persona soddisfatta della propria vita raramente cade nella trappola, così come è meno soggetta all'utilizzo di stupefacenti.


    Soldi, cibo, droga, alcol, serie TV, videogiochi non sono altro che mezzi per colmare le nostre vite vuote. Si può diventare dipendenti da qualsiasi cosa.


    La ludopatia è l'unica dipendenza che può sia migliorare che peggiorare una condizione economica. Perché la verità è che ogni tanto si vince, questo è inutile negarlo. Ovviamente, alla fine diventerà un gioco a perdere.


    Tutte le altre dipendenze sono quasi sempre a perdere e autodistruttive. Il potere della ludopatia sta proprio in questo. Se ti fai di cocaina, sai che starai bene per un po', ma poi starai di m∙∙∙a.


    Nella ludopatia è tutto un'incognita: apri la slot (o qualsiasi cosa per scommettere soldi) e puoi andartene in mutande, vincere un po' o fare una grossa vincita. Tutto ciò crea degli alti e bassi nella mente del ludopatico assurdi e, come ogni dipendente, cerca la vincita per risentire quella sensazione di vittoria e potere.


    Vi parla uno che ha fatto 10k (persi tutti) in tre settimane e, sinceramente, pensare che c'è gente che sgobba per 6-8 mesi per avere una cifra del genere mi ha fatto sentire un attimino superiore. (Il narcisismo, come qualcuno diceva, rafforza la ludopatia.)


    Voi vi domanderete: "Ma se uno perde sempre, allora?" Ancora peggio, perché si innesca il meccanismo del tipo: dopo tot perdite deve arrivare per forza una vincita, unita a una sensazione di rabbia.


    In ogni caso, vi posso dire per certo che lo stress aumenta esponenzialmente le probabilità di ricaduta.


    Quello che cercherò di fare è monitorare come andrà la cosa e di tenervi aggiornati. Proverò a uscirne e vedrò come cambierà il mio pensiero con il passare dei giorni. Magari capirò nel dettaglio cosa innesca o potrebbe innescare la ricaduta.

  • Lo strumento "togliere i soldi" dalla disponibilità del ludopatico funziona solo con alcune persone. È vero che alcuni fanno ricorso ad altri mezzi (anche delinquere) per finanziare la ludopatia, ma non tutti (e fortunatamente) arrivano a delinquere.

    Sono d' accordo anche con chi dice che in pochi riescono a lungo termine a smettere. Molti smettono 2/3 mesi anche 6 mesi o 1 anno e poi ricomincia il loop.

    Il focus non si è quasi mai incentrato su una cosa, anche se tra le righe l' ho letta: anche la ludopatia è personale. Nel senso che ognuno ha un "grado" di ludopatia e ognuno ha o avrà potenzialmente un modo per uscirne.

    Non esiste la cura valida per tutti e allo stesso modo.

    Anzi, secondo me (opinione opinabile) con alcuni "la cura" ha effetto, con altri ha l' effetto esattamente opposto.

    Un unico comune denominatore accomuna, in ogni caso, il ludopatico non dico che è guarito ma che almeno ha chiaro in che situazione si trova: la consapevolezza di avere un problema (e anche grave aggiungo).

    Viene sottovalutato anche questo aspetto, non tutti i ludopatici sono consapevoli di questo, ed essere in quello step lì (essere ludopatico ma non riconoscerlo) è 100 volte più letale del riconoscersi tale.

    Scusate se a volte mi dilungo o posso apparire saccente o presuntuoso, ma non è assolutamente mia intenzione né avere ragione (anche perché è una semplice opinione), né imporre la mia opinione. Posso solo dire di avere (mio malgrado, e ripeto, ne avrei fatto volentieri a meno) un po' di esperienza...

  • La tua descrizione mi pare molto sensata, ed è in linea con i pensieri che avevo espresso io.


    Ti faccio notare in particolare la distorsione cognitiva, o bias cognitivo, di pensare che dopo una perdita ci debba essere per forza prima o poi una vincita che riaggiusta le cose. Questo è falso, e ora non mi dilungherò a spiegare il perché. Ma è falso.


    L'unico modo possibile di "giocare responsabilmente" è quello di giocare una piccola cifra FISSA ogni mese, ma deve essere sempre fissa, non deve mai cambiare, indipendentemente da eventuali vincite o perdite. E valutare pure bene in quali giochi spendere i soldi, perché ho l'impressione che certe categorie siano peggio di altre, abbiano meccanismi studiati per aumentare le dipendenze, e sul lungo periodo siano più facilmente in perdita.


    Spendi 50 euro al mese e li perdi tutti? Non importa, fino al mese prossimo non devi più spendere nemmeno un euro, e il mese prossimo ne spenderai altri 50. Un mese magari riesci a vincere 300 euro? Tienili da parte, non devi incrementare le giocate. Ogni mese devi spendere sempre e solo 50 euro, senza alcuna eccezione. Sempre 50 euro fissi. In questo sistema uno potrebbe avere un po' di adrenalina e sensazioni da gioco, e allo stesso tempo se è fortunato e intelligente potrebbe addirittura guadagnare qualcosa nel lungo periodo.


    Qualcuno potrebbe dire: la fai facile, è come dire ad un cocainomane di assumere soltanto una grammatura fissa ogni mese! Ma la differenza è che lo scopo del cocainomane è soltanto quello di sentire l'effetto della cocaina. Lo scopo del ludopatico non è soltanto quello di sentire l'adrenalina del gioco, ma anche di provare a vincere qualcosa.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Perchè non ci sono persone dipendenti dalle patate lesse? Perché invece la dipendenza avviene con patatine fritte o nutella? Il meccanismo è abbastanza chiaro.

    [...]

    Non credo a chi dice che i soldi non c'entrano e che sono soltanto un mezzo, perché altrimenti la dipendenza continuerebbe anche senza soldi, oppure potrebbe essere facilmente rimpiazzata da qualcosa dove i soldi non c'entrano. Sarebbe come se uno dicesse che il cibo buono non c'entra, le patatine e la nutella sono soltanto un mezzo... certo, comincia a mangiare carote e lattuga allora! Invece sempre e solo cibo ipercalorico, zuccherato, fritto, grasso, salato...

    Forse il punto sta proprio qui: i soldi sono visti come "cibo grasso/ricco". In fin dei conti rientrano sempre nell'istinto del possesso, che personalmente racchiudo sotto il nome di "istinto del territorio", ovvero tutto ciò che concerne l'accumulare beni: cibo, provviste, terreni ecc. Insomma: risorse/ricchezze. Una volta includevano nella lista delle ricchezze anche donne e cammelli.


    I cibi più grassi, come le patatine fritte e la Nutella, sono istintivamente considerati cibi, appunto, più ricchi, perché sono ricchi di grassi e zuccheri, che sono appunto sempre delle risorse, in quanto, se stai morendo di fame, sono molto più ricchi di calorie per sostenerti in vita rispetto a un gambo di sedanino scotto.


    Le risorse sono legate alla sopravvivenza, dunque il meccanismo si lega a doppio filo alla sopravvivenza e la sopravvivenza è legata all'adrenalina, "extreme survival mode", mentre il piacere classico, senza rischi, alla dopamina.


    Mangiare cibo o bere alcol genera piacere, di tipo dopaminergico. Cioè, l'atto di "consumare le risorse" genera dopamina. Ma c'è anche un altro tipo di piacere, che è appunto quello adrenergico, legato alla sopravvivenza, cioè legato non al consumare le risorse ma al "procurarsi le risorse".


    Perché procurarsi le risorse è adrenergico? Perché spesso in natura comporta rischio, come ad esempio i rischi connessi alla caccia. L'uomo è cacciatore per natura, non erbivoro. Per cui, cosa spingeva l'uomo a cacciare? Forse proprio la dipendenza adrenergica, che poi si trasformava in dopaminergica, quando la preda ormai era già catturata e non c'era più rischio.


    Quindi forse si lega a un istinto di caccia: cacciare i soldi.


    Anche nella caccia non sempre si cattura la preda e, nel gioco, non sempre si vince. Se vinci: "mangi", se perdi: "ti mangiano".


    In questo si ricollega anche il discorso della speranza e dell'esperimento dei drowning rats, che è sempre legato alla sopravvivenza (adrenalina). La speranza è quella che concede costanza nel perseverare ad limitum. Come il topo che è stato salvato una volta dall'annegamento, e avrà registrato e fissato la memoria di quell'unico salvataggio, così il giocatore avrà registrato e fissato la memoria di quell'unica vincita. La vincita per lui si collega alla sopravvivenza (come per il topo): se vinci mangi, se mangi, vivi.


    Insomma, potrebbero essere cacciatori dipendenti dall'istinto di caccia. Almeno è una teoria.

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