Una storia come tante, o forse no

  • Allora, purtroppo hai dovuto sbatterci ancora una volta. La domanda è, non ne hai ancora abbastanza? No perché lui non cambierà, anzi peggiorerà, e tu vuoi incontrare una persona simile? Ma anche no... Non farti troppe colpe per avergli detto ciò che pensi, dopo tutti i suoi attacchi la rabbia è esplosa. L'unica cosa da fare rimane sempre quella: chiudere. Non sei un mostro, ti ci porta lui con i suoi modi di fare, smettila di autopunirti con questo elemento, non stai abbandonando nessuno, non ha bisogno di te se non per farti a pezzi e cestinarti. Non permettere questo, prendi la situazione in mano perché ormai non ci sono più scuse per andare avanti. Coraggio Anya90.

    Tutto è relativo :evil:

  • Se ho capito bene, la vostra è una storia a distanza, giusto (scusa, non ho riletto tutti i precedenti)? Forse così può essere più facile per te chiudere. Non te la senti di mandarlo a quel paese e bloccarlo?

  • Sì, intendo un rapporto che può andare a scemare, interrompersi forse. Anche altre volte avevo pensato che non ci sarebbe più stato modo di risentirsi, eppure alla fine ci siamo ritrovati a parlare, magari con un po' di freddezza o imbarazzo. E ogni volta mi sembra diverso, definitivo, come anche adesso. Devo dire però, benché sia sempre stato offensivo, che non mi ero mai sentita esattamente un ripiego per la sua solitudine. La parole di ieri sono state decisive in tal senso, essere declassata a un mero passatempo è stato fin troppo umiliante.


    Ci penso tanto al perché poi non abbia mai chiuso definitivamente la porta nonostante tutti i buoni propositi e l'affetto che via via diminuiva. C'è molto rancore da parte mia, ora come ora mi sembra di aver davvero gettato la spugna. Forse è proprio il ricordo di com'era all'inizio che mi ha portato a titubare, anche se razionalmente ho sempre saputo che non era davvero quella persona, non solo per ciò che ha dimostrato di essere successivamente, ma anche perché erano tutte idee, costruzioni mentali non scaturite da un rapporto vissuto.


    Non sono in cura, ma sì, mi ritrovo spesso a pensare che dovrei chiedere un consulto, probabilmente c'è qualcosa in questo comportamento che ancora non riesco a comprendere e che mi porta a commettere lo stesso sbaglio di continuo.

    Allora, purtroppo hai dovuto sbatterci ancora una volta. La domanda è, non ne hai ancora abbastanza? No perché lui non cambierà, anzi peggiorerà, e tu vuoi incontrare una persona simile? Ma anche no... Non farti troppe colpe per avergli detto ciò che pensi, dopo tutti i suoi attacchi la rabbia è esplosa. L'unica cosa da fare rimane sempre quella: chiudere. Non sei un mostro, ti ci porta lui con i suoi modi di fare, smettila di autopunirti con questo elemento, non stai abbandonando nessuno, non ha bisogno di te se non per farti a pezzi e cestinarti. Non permettere questo, prendi la situazione in mano perché ormai non ci sono più scuse per andare avanti. Coraggio Anya90.

    Devo dire che mi sento un bersaglio per la sua frustrazione, certo che ne ho abbastanza. E sì, hai ragione, non cambierà mai, non solo perché potrebbe essere proprio un suo tratto caratteriale, ma anche perché in ogni caso è difficile tornare indietro quando si oltrepassano certi limiti. C'è sempre dell'amarezza per quanto viene detto e il non aver tracciato dei confini sani lo porta a credere di poter sempre dire tutto quello che gli passa per la testa. In più si sente legittimato a porsi in questi termini perché gioca sempre a fare la vittima e ha sempre delle ragioni da far valere, avulse dal contesto e frutto della percezione errata che ha delle cose.

    Se ho capito bene, la vostra è una storia a distanza, giusto (scusa, non ho riletto tutti i precedenti)? Forse così può essere più facile per te chiudere. Non te la senti di mandarlo a quel paese e bloccarlo?

    Sì, è un contatto a distanza e la mancanza di un rapporto dal vivo unito alla qualità pessima del tempo che condividiamo può sicuramente aiutarmi a uscire da questa situazione con più facilità. L'ho bloccato per l'ennesima volta, sebbene dopo ieri sera non ci sia stato nessun contatto. Sono più che certa a questo punto che sarà quella definitiva, perché in passato sotto sotto un po' mi dispiaceva della misura drastica, ma adesso più che drastica mi sembra doverosa e giusta.

  • Un rapporto a distanza è già difficile, se poi non è di qualità e deve portare più dispiacere che cose positive, sinceramente, non ne vale la pena.

    E non sono uno di quelli che crede che i rapporti a distanza non siano degni di essere chiamati relazioni, c'è gente sposata che ha iniziato da un contatto su internet.

  • Un rapporto a distanza è già difficile, se poi non è di qualità e deve portare più dispiacere che cose positive, sinceramente, non ne vale la pena.

    E non sono uno di quelli che crede che i rapporti a distanza non siano degni di essere chiamati relazioni, c'è gente sposata che ha iniziato da un contatto su internet.

    Assolutamente. Io stessa ho avuto modo di conoscere delle belle persone online negli anni, ho due amicizie bellissime che diversamente non avrei mai potuto stringere. È un tipo di relazione differente, non equiparabile per necessità di una serie di incontri a un rapporto di coppia, ma se non fosse stato per la rete non avrei mai conosciuto due persone che negli anni si sono rivelate degli amici fidati per esempio.


    Di innamorarmi addirittura non mi era mai successo; pur sbagliando e forse più per il soggetto in questione, sono arrivata a provare un attaccamento paragonabile a quello di un rapporto dal vivo.


    Conosco delle persone che si sono anche sposate o iniziato una convivenza e tutto sembra procedere bene. Hai ragione però, i rapporti a distanza sono anche più difficili da gestire, anche se poi tutto dipende dalle singole persone.


    Benché sia arrabbiata, sento di poter dire che non parlo per rabbia. Provo una forte repulsione all’idea di risentirlo. Non ho nemmeno la curiosità di andare a spulciare la lista delle chiamate bloccate per vedere se ha provato a telefonarmi. Non credo, ma non mi interessa nemmeno saperlo.


    Una cosa che mi ha sempre rimproverato è che non sono mai stata coinvolta al punto da andare da lui. Chissà, forse è vero, se avessimo costruito un rapporto non si sarebbe arrivati a questo. Ma lui ha fatto di tutto per distruggerlo fin dall'inizio e se mi accusa di non essere riuscita a provare il desiderio di incontrarlo, è se stesso che deve ringraziare. Perché forse in una condizione diversa avrei davvero mollato tutto per qualche giorno, per quanto fosse complicato.


    Posso capire il non andare d'accordo, l’essere diversi, il non stare bene nella situazione, ma ciò che mi dice e il modo in cui lo dice non è proprio giustificabile. È sempre una furia, sempre sulla difensiva, mi chiama in tutti i modi che gli vengono in mente ogni tre per due, mi sono scocciata. Non ha mai fatto altro che discutere e poi va a finire pure che sono io quella che crea disagi.


    Sempre a rinfacciare tutto quello che ha fatto per me come se io non avessi investito il mio tempo con lui. "Ci stava mettendo l'anima e poi ha deciso di mollare perché io non facevo altrettanto" e lo definisce un errore enorme, quando da parte mia le cose stanno diversamente, non solo perché so che da parte mia c’è sempre stato un interesse sincero, ma anche perché non vedo affatto che ci abbia messo tutto questo impegno. "Tolgo questo, tolgo quest’altro..." Ma togliti proprio tu!


    Ore e ore di litigi per poi dirmi vigliaccamente di non rispondere perché "non ha voglia di leggersi le mie lagne". E chi si lamenta sempre non sono di certo io, fosse per me non avremmo litigato un solo giorno, avremmo coltivato il rapporto in totale serenità e oggi non sarebbe così.


    Mi disprezza perché sono una persona solitaria quando anche lui si definiva in questo modo e ora capisco che per lui è stata una scelta obbligata e mi riversa addosso la rabbia che ha per sé stesso, persino ora che fa il corso di fotografia e dice di conoscere mezzo mondo. "Tutti che si rivolgono a lui, addirittura si ritrova a fare lezione al posto degli insegnanti". Ci crediamo, come no. Autocelebrazioni inutili per convincersi di cose di cui non me ne frega nulla. Al massimo possono usarlo come catalogo vivente di tutte le macchine fotografiche esistenti sulla faccia della terra, perché ha imparato a memoria tutti i modelli presenti sul mercato. Snervante.


    Scrivo tutto questo perché così me lo ricordo bene anch'io come stanno le cose. Finché restano solo pensieri, non mi ci scontro con la realtà come dovrei. Per me stavolta è davvero finita, sento proprio di essere al culmine, satura e stanca di tutto.

  • eppure alla fine ci siamo ritrovati a parlare

    Credo che quel "ritrovarsi a parlare" sia una dinamica inconsapevole e non una contingenza, un caso. Dopo tutto quello che hai raccontato -e riflessioni annesse- non è scontato che tu risponda ancora appena lui ti scrive, anzi, scontato, stando a ciò che hai detto, sarebbe il contrario, ossia non sentire il bisogno di interagire. Eppure succede sempre.


    Non voglio dire che sia sbagliato rispondere né voglio dirti di non farlo perché altrimenti non avresti questo problema, ma di fare attenzione a come ti senti quando lui -dopo l'ennesimo litigio, blocco/sblocco- ti cerca, quali emozioni ti provoca un suo messaggio e come ti senti a parlare con lui.


    Io penso che, oltre ogni intenzione di distacco, a livello puramente emotivo tu voglia parlarci.


    Inoltre, io non credo che i vostri litigi si risolveranno usando la strategia -credo inconscia per entrambi- del "tira e molla", ossia allontanarvi perché entrambi arrabbiati (o lui arrabbiato e tu offesa e ferita) e quando tali emozioni negative si saranno attenuate (tempo qualche giorno) ricaderci perché sono subentrare quelle di mancanza, nostalgia e in ultima analisi: astinenza.


    E se questi litigi non si risolvono tu non lo incontreresti mai perché non ti fidi, però dato che non riesci a prendere la posizione definitiva di non sentirlo più, quando lui ti cerca le emozioni di cui parlo sopra in maniera inconsapevole ti spingono a sentirlo nuovamente (e tutti e due innescate una fase "tira"), per coerenza dunque arrivi a ri-valutare la questione di andare a trovarlo MA fino al prossimo litigio che vi allontanerà (fase "molla").


    Il primo passo, non per voi, ma per ogni potenziale coppia: è riuscire ad avere una minima consapevolezza di quelli che sono i propri problemi e anche se il carattere non cambia, dopo un litigio deve seguire un chiarimento. Fra voi non è possibile perché avviene tutto in modo automatico, per questo temo che il litigio non sia risolvibile, fa parte di una comunicazione "non consapevole".


    Poi, ci sono dei punti che vi bloccano a priori: che lui non sia disponibile a venire a trovarti e che tu lo senta pur sapendo che la tua "voglia" di andare da lui (visto che ti obbliga ad andare tu) è estremamente influenzabile.


    Sono due posizioni che non hanno molto senso per entrambi. Lui non scenderebbe da te, e se crede veramente nel fatto che venire al sud sia rischioso, abbiamo capito che ha dei problemi pur essendo un "sub clinico" ossia adattato nel suo microcosmo (lavora, fa dei viaggi quando gli va), non vorrei che in realtà lui abbia paura di essere rifiutato "di presenza" e vuole la dimostrazione che vada tu perché lo farebbe sentire per definizione non rifiutato. Dall'altro lato è anche vero che la tua disponibilità a sentirlo si basa su intenzioni alquanto confuse: non è chiaro se al netto dei suoi problemi ti piace, ti attrae e lo desideri (cosa che a noi donne può accadere, innamorarci di un uomo problematico), o semplicemente sei rimasta legata emotivamente al vostro parlare, perché se fosse questo, sarebbe di per sé un problema che genera tutti gli altri.

    "vi teniamo per mano in questo sentiero di incertezza" Dali - :hibiscus:

  • Juniz Ciò che mi capita di sentire più spesso non appena riprendiamo i contatti è un senso di diffidenza. Mi sento in imbarazzo, da un lato felice del fatto che abbia ceduto (e prima ancora che per il piacere di sentirlo, proprio per il fatto che mi abbia cercato) dall'altro però mi sento a disagio perché so che questo comporterà ritornare sui soliti problemi.


    Sì, questo la dice lunga sul fatto che sia una codipendenza in effetti, perché non si tratta di emozioni positive e, se lo sono, sono strettamente egoistiche.


    Non è il solo a fare il passo avanti, spesso l'ho fatto anche io e soprattutto durante le rotture più lunghe, e forse proprio perché subentrava la nostalgia e la paura di perderlo totalmente. Ma subito dopo averlo fatto mi sentivo stupida, umiliata, non solo perché sentiva di avere una sorta di vantaggio su di me e non esitava a farmelo sapere trattandomi con sufficienza, ma anche perché mi rendevo conto di aver azzerato il tempo che mi separava dalla guarigione.


    Se esiste un bisogno di sentirlo, da tutto nasce tranne che dalla sua persona.


    Nasce forse dall'abitudine, dal saperlo una presenza costante, anche comoda probabilmente. Non voglio dire che lo abbia usato in qualche modo, non consapevolmente, ma a rifletterci adesso mi pare che possa anche trattarsi di questo. Nasce da una serie di proiezioni, dal fatto che abbia collegato a lui la possibilità di fare determinate esperienze, vivere delle emozioni. Mi piace l'idea di quello che avrei potuto vivere per affinità di interessi, ma non esattamente lui come persona, perché se penso a delle qualità, a qualcosa che mi piaccia realmente, benché abbia anche dei pregi, fatico a trovare qualcosa che mi convinca al 100% e tutto è influenzato dalle cattiverie che mi ha riservato.


    Non so dire fino a che punto mi piaccia, non so discernere bene la persona dalle proiezioni. In alcuni momenti riesco a vedere più chiaramente, a rendermi conto che gli aspetti che mi piacciono sono perlopiù frutto dei miei pensieri, di cosa ci voglio vedere. In altri, mi faccio guidare dal senso di colpa, da tutto ciò che mi ha sempre rimproverato che mi porta a sentirmi sbagliata, a voler rimediare e a vedere lui come qualcosa di davvero puro di cui non sono riuscita a curarmi. Non so se provo un reale desiderio, anche di condividere l'intimità con lui, se lo provo è sempre per una serie di idealizzazioni passate. Non mi piace sicuramente il tipo di conversazione che abbiamo, fin troppo superficiale, fatta di scambi non così rilevanti, perlopiù basati sul "come stai? che si dice? come ti va la giornata?" e conseguenti risposte meccaniche. Non so mai realmente come sta, cosa pensa, né riesco a diglielo io. Tante volte è un "tutto bene" in cui tutto questo "bene" non c'è, ma nessuno dei due è propenso ad aprirsi. E visto l'andazzo, temo che continuerebbe a essere così anche dopo un ipotetico incontro.


    Forse sì, il fatto che sia io ad andare da lui lo fa sentire meno esposto, più protetto, anche dal punto di vista economico (tutti soldi che può investire in viaggi anziché venire a trovarmi, anche se a parole è sempre tutto un "avrei anche fatto i biglietti se la situazione me lo avesse permesso". A conti fatti, di fronte a questa possibilità, è sempre stato ostile).


    Non credo neanch'io che sia un tipo di approccio così risolvibile. Allo stato attuale non credo nemmeno che si farà risentire, né posso permettermi ancora di stare in questa situazione. Ora come ora non mi manca, spero continui a non mancarmi anche nei prossimi giorni. Sono troppo delusa da quanto mi ha detto due sere fa, se è un contatto di comodo nell'attesa che trovi qualcuno semplicemente non posso starci. E' una cosa che gli ho anche detto, che era liberissimo di viversi la sua vita e che non l'avrei più cercato. E voglio tener fede a questo mio impegno, perché so di non stare bene con lui. E so pure che nonostante tutto quello che avrei voluto dimostragli, nemmeno lui sta bene con me.

  • Ciao a tutti. Vi riporto quest’ultimo aggiornamento per onor di cronaca per tutto il supporto che mi avete dato e come conclusione di questo percorso, dicendovi una semplicissima cosa: STO BENE.


    Non ci sono stati più contatti tra noi due. Forse undici giorni sono un tempo troppo breve per affermarlo, ma anche piuttosto lungo in determinati contesti.


    Normalmente avrei sentito l’esigenza di sentirlo dopo pochi giorni, passata la rabbia. Posso dirvi che non mi interessa sapere più nulla di lui, non ho la minima curiosità su cosa stia facendo, su come se la stia passando. Non mi interessa nemmeno sapere se nel frattempo ha conosciuto qualche altra ragazza; pensare che possa dire le stesse cose che diceva a me quando si era ancora sul civile non mi fa nessunissimo effetto. Il suo pensiero mi scivola via ogni giorno di più e devo tutto questo a tutto l’ascolto che mi avete dato.


    Ho avuto modo di ridimensionare le cose, vedo tutto con una maggiore obiettività.


    Mi riconosco di aver stressato la situazione non giungendo a un incontro, ma non mi sento responsabile per averlo incattivito per il semplice motivo che, per manifestare quella cattiveria, devi proprio averla dentro.


    Mi sono ricordata che, quando lasciò la ex, minacciò di bruciarle casa se non se ne fosse andata dalla sua città. Lei non se n’è andata e lui non ha fatto nulla, ma era una storia vissuta in presenza, dopotutto (e attribuiva la sua cattiveria con me al fatto che non ci fossimo mai visti). Quindi forse parliamo davvero di una persona disturbata.


    Ho ripercorso tutte le tappe di questa “conoscenza”, so di essere stata anche onesta con lui parlandogli fin da subito dei miei problemi e offrendogli di fatto una scappatoia. Aveva scelto di restarmi comunque vicino in attesa di un periodo più sereno, ma tutto quello che mi ha offerto è stato un giudicarmi costante, fare la vittima per averlo trattenuto anziché allontanarlo fin da subito, è stato un mortificarmi, un rendermi anche più difficile, a causa dei suoi continui rimproveri, tutto quello che stavo vivendo.


    Giustificavo la sua rabbia, quante ce ne raccontiamo pur di non guardare in faccia la realtà! Scambiavo quella rabbia per purezza d’animo, per eccessiva sensibilità. Ora la chiamo semplicemente per ciò che era: rabbia, frustrazione, non solo per ciò che poteva discendere dalle mie azioni, ma proprio per il suo modo di rapportarsi alla vita e alle persone e in virtù delle sue esperienze passate.


    Mi ha sempre accusato di rimanere ferma. Io sento che non è stato così. Vi accennavo a questo periodo di profonda crisi dovuto a tutta una serie di “sfortunati eventi”. Periodo iniziato due anni fa esatti che mi ha messo a dura prova, ma che mi ha portato anche a conoscermi meglio, a conoscere le mie risorse. E ne sono uscita cambiata nonostante tutto e nonostante la sua cattiveria, mi sento più forte, più centrata. È stato un viaggio interiore a tutti gli effetti e non mi importa delle sue parole di biasimo, cercavo di andare avanti, di trovare la mia strada. In tutto questo, lui non faceva che porre degli ostacoli.


    Persino tutto ciò che lo aveva fatto “innamorare” di me era diventato un motivo per screditarmi e umiliarmi. La cosa più stupida che potessi fare era lasciarmi condizionare dalle sue parole, sentirmi valutata (o svalutata piuttosto, monca di esperienze e in ritardo) per dei viaggi che non ho fatto, la sua maledetta ossessione. So dove sono ora e ne sono soddisfatta, come dicevo questo “viaggio interiore” che ho dovuto intraprendere mi ha cambiata molto più che se avessi scelto una meta e fossi partita per conoscere un luogo diverso. Non mi faccio giudicare da uno il cui unico pensiero è “dove andiamo quest’anno?”. Non so dove lo porterà la vita e in quali luoghi deciderà di andare, so solo dove ce l’ho mandato io, con un biglietto di sola andata.


    Non ho avuto problemi in questi ultimi giorni, sono riuscita a riposare come non mi accadeva da tempo. Non ho un mal di testa da undici giorni esatti, prima li avevo spessissimo. Ho tante energie da dedicare alle mie passioni, alla mia quotidianità, prima semplicemente non ne avevo, assorbite completamente dai suoi litigi. Andavo a dormire che ero un fascio di nervi, mi svegliavo più volte durante la notte, mi alzavo già con l’ansia. E ogni volta che lo sentivo dovevo stare attenta a ogni cosa che dicevo perché ogni parola poteva innescare una bomba pronta a esplodere.


    Non so perché mi ci è voluto così tanto ad arrivare a questa consapevolezza. Avrei desiderato tante volte di ritrovarmi in questa situazione psicologica, per qualche motivo non ci riuscivo. Forse avevo paura di soffrire la lontananza, mi dicevo che era meglio averlo con tutti i litigi annessi piuttosto che non averlo affatto, ma adesso che ho mollato definitivamente la presa mi rendo conto che non si sta affatto così male.


    Senza di voi inoltre non avrei mai potuto capire quale tipo di “sentimento” mi legasse a lui. Mi soffermavo su quel senso di appagamento dato dalla sua presenza (e che mi ha convinto definitivamente che si trattasse di una forma di dipendenza) e non sulle emozioni che mi trasmetteva lui come persona. Per quanto si sia trattato di un legame nato in maniera un po’ stramba, non posso dire che all’inizio non nutrissi dei sentimenti sinceri. Ma poi sono diventati qualcosa di tossico.


    Pur essendo certa di non volerlo più sentire, ho eliminato dal PC persino tutti i film che mi aveva consigliato e che avevo scaricato. Idem le canzoni, per evitare che il solo ricordo dei “bei tempi” mi potesse riportare fuori strada (ogni tanto il mio cervello funziona per associazioni). Chiamiamolo uno scrupolo in più. Mai guardati i suoi social. È vero che l’ho bloccato ovunque, ma pur non avendone interesse (anche a sbloccarlo per dare una sbirciata) mi sono imposta di tenerlo comunque fuori da tutto e tutti i miei pensieri.


    Io non so come ringraziarvi perché, se sono riuscita a dare un contesto realistico a questa situazione, è successo per avermi spinto a capire cosa provassi realmente. Lo devo anche alle sue “belle” parole, soprattutto in occasione dell’ultimo litigio che abbiamo avuto. Sarò anche stata un passatempo (un passatempo che l’ha sempre ascoltato e incoraggiato), ora non ha nemmeno questo.


    Conoscendolo, starà affrontando la cosa parlando male di me con chiunque come mi ha sempre parlato male di chiunque. Ma nemmeno di questo mi importa.


    Ancora, per un’ultima volta, GRAZIE <3

  • Ciao Anya, ho letto un bel po' del thread e spero sia la volta definitiva, una chiusura totale.

    Questo rapporto virtuale mi sembra si fosse incancrenito ormai da troppo tempo per essere riallacciato.

    Non ho capito se il vostro comunicare fosse esclusivamente via chat o se vi siate mai chiamati o videochiamati, ma immagino solo via chat.

    Fossi stato presente sul forum all'apertura del thread ti avrei fatto un po' di domande, ora ti auguro solo che sia finita e tu vada avanti.

    Sono contento per te e per il fatto che tu senta anche fisicamente un sollievo (il mal di testa passato), daje. :thumbup:

    "Io, al massimo, te posso cantà na canzone..."

  • Ciao Anya, ho letto un bel po' del thread e spero sia la volta definitiva, una chiusura totale.

    Questo rapporto virtuale mi sembra si fosse incancrenito ormai da troppo tempo per essere riallacciato.

    Non ho capito se il vostro comunicare fosse esclusivamente via chat o se vi siate mai chiamati o videochiamati, ma immagino solo via chat.

    Fossi stato presente sul forum all'apertura del thread ti avrei fatto un po' di domande, ora ti auguro solo che sia finita e tu vada avanti.

    Sono contento per te e per il fatto che tu senta anche fisicamente un sollievo (il mal di testa passato), daje. :thumbup:

    Sono trascorsi 20 giorni da quando l'ho sentito l'ultima volta, direi che è una chiusura totale. E a proposito di mal di testa, aggiungerei anche venti giorni senza il minimo fastidio.


    Sì, questo rapporto non andava bene da molto tempo. Non che sia mai andato benissimo, ma negli ultimi mesi era semplicemente diventato impossibile. Ci siamo sentiti diverse volte al telefono agli inizi, anche più volte al giorno. Nel fine settimana stavamo al telefono per ore intere. Una videochiamata non l'abbiamo mai fatta. Mi ha proposto una sola volta di farne una mentre era fuori perché voleva mostrarmi un borgo addobbato a festa in occasione del Natale (ma parliamo del 2022). E io in quell'occasione ho declinato perché al suo contrario ero a casa e non mi sentivo presentabile (potrà essere un motivo anche idiota, ma ci tenevo ad apparire al meglio e quando sono a casa non sono esattamente come una di quelle attrici dei film che si svegliano con tutti i capelli in ordine. Insomma, volevo fare comunque bella figura con lui).


    Negli ultimi tempi mi rimproverava anche questo (aveva fatto una regola di quella sola occasione in cui avevo rifiutato e mi diceva oltretutto che al mio contrario vedeva in videochiamata un sacco di ragazze, probabilmente inventate, ma l'informazione aggiuntiva è servita solo a indispormi maggiormente). C'è da dire che nel frattempo aveva smesso di rispondere anche alle mie chiamate. Era dallo scorso settembre che non faceva altro che chiudermi le chiamate in faccia, quindi a una videochiamata non ci pensavo nemmeno e trovavo fuori luogo i suoi rimproveri.


    Quindi sì, negli ultimi tempi ci siamo solo scritti, eccetto una sola chiamata fatta a gennaio di quest'anno. In quel periodo cercavo delle informazioni per fare il passaporto e lui si era reso disponibile a spiegarmi l'iter. Telefonata finita in tragedia perché per qualche motivo anche il MIO passaporto era diventato una sua faccenda personale, come se dovessi rendergliene conto. E anche nei mesi a seguire non ha fatto altro che rimproverarmi di non essere più andata a farlo e darmi della bugiarda, perciò, anche in modo poco gentile, mi sono ritrovata a rimarcare che la cosa non lo riguardava per niente.


    Ho sempre avuto delle difficoltà serie a rapportarmi a lui perché avevo l'impressione che cercasse costantemente lo scontro. Soprattutto, che gli piacesse "rendermi bisognosa", arrivando a negarmi un po' tutto. Spiegava la cosa in vari modi, dicendomi che non gli interessava costruire un rapporto se prima non ci fossimo visti (io partivo dal presupposto contrario, avevo bisogno di fidarmi di lui prima di incontrarlo); dicendomi che non meritavo la sua vicinanza, altre volte che meritavo proprio di essere trattata con sufficienza. Era certo che non avrei mai mollato la presa, me lo faceva capire che poteva trattarmi come voleva dal momento che avevo dimostrato ampiamente che ci sarei sempre stata. Ma credo che si sia fatto molto male i conti perché a me non piaceva per nulla essere trattata in quel modo. E anche se ci ho messo un po' di tempo, quel suo modo di comportarsi mi ha spinto proprio ad allontanarmi da lui.


    Ora sto bene, avrei solo dovuto recidere prima questo "legame". Se l'avessi fatto mesi fa, un anno fa, mi sarei risparmiata molti malumori inutili.

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