Scuola di solitudine

  • Paoletta90 ti capisco molto bene, è difficile lasciare andare qualcuno che ami ma alle volte è necessario... Certi rapporti sono come le sabbie mobili, bisogna darsi un bello slancio e troncare. Soffrirai un po', molto in realtà, ma poi riprenderai in mano la tua vita. Nessun dolore è per sempre, a meno che tu non voglia che lo sia. Coraggio :hugging_face:

  • nel tempo ognuna ha creato nuove relazioni amicali più vicine al suo tipo di vita.

    Ecco, questo ancora non sono riuscita a farlo e la cosa mi pesa non poco. Difatti sto cercando di creare occasione dove conoscere nuove persone più simili a me come percorso di vita e interessi, anche tramite corsi e altre attività.

    E' questo il tuo vero problema ed è questo che devi affrontare. Una volta che avrai risolto questo anche quello con le amiche si ridimensionerà.

    Sono d'accordo ma... non riesco a farlo e questo mi fa sentire impotente. Ho paura di pentirmi e di perdere quel buono che comunque c'è. Ho paura di toccare il fondo della solitudine, anche. Nonostante abbia un lavoro davvero stimolante che in questo momento mi dà molte soddisfazioni, quando torno a casa la sera e il week end torna la solitudine. Grazie per le tue parole, è un periodo di cambiamento e devo cercare di attraversarlo con tranquillità d'animo, per quanto possibile. Sono grata alla terapia perchè costituisce davvero uno spazio in cui mi sento accettata, ascoltata e vista.

  • A volte bisogna semplicemente guardare oltre e non ancorarsi alle abitudini passate, altrimenti si rischia solo di idealizzare e soffrire.

    Esattamente, e mi rendo conto che faccio davvero fatica. Sono una persona che affronta sì i cambiamenti, ma con malinconia guardando spesso con nostalgia al passato. Prima di attuare i cambiamenti provo e riprovo mille volte per avere la certezza che "faccio bene" a intraprendere una strada diversa e a mettere in atto dei cambiamenti.

    capire se sulla famosa bilancia pesano di più le ansie e insicurezze che questa relazione ti provoca, rispetto alla sicurezza, conforto e benessere. Non hai certo bisogno di ulteriori carichi d'ansia in questo momento.

    Quando sono insieme a questo ragazzo mi sento tendenzialmente tranquilla ma quando siamo separati si ripresentano in maniera impellente tutte le ansie e le insicurezze. Con lui mi sento tutti i giorni diverse volte al giorno e ci vediamo un paio di volte a settimana, ma sempre a casa mia e sempre senza altre persone. Provo a includerlo nella mia vita ma lui rigidamente vuole starne fuori. Quando gliene parlo dice che per lui è importante passare del tempo insieme noi due, che dovrei essere felice che vuole stare con me. Ma io non la penso così, per me è bello entrare a far parte del mondo dell'altra persona, uscire in compagnia. Ormai è passato del tempo e questa rigidità se prima mi dava dispiacere ora sta dando spazio alla rabbia. La rabbia perchè un mio bisogno rimane inascoltato. Lui se ci tiene davvero a me dovrebbe prendere in considerazione quello che gli dico, i miei desideri, ma non ha mai fatto mezzo passo verso di me, anzi mi fa passare per quella scontenta, facendo passare le mie giuste necessità come ridicole e poco importanti. In questa relazione è lui che detta la linea (vedersi sempre da soli/sempre a casa mia/non uscire con altri e figurarsi presentazioni con parenti o amici stretti) e non mi sta più bene. Tra l'altro quando gli parlo lui mi dice che vuole continuare a stare con me, perchè se mi dicesse il contrario capirei e chiuderemmo.

    PS: no, non ha altre relazioni (poi posso anche sbagliarmi perchè la certezza matematica non si può mai avere) penso che lui sia o molto immaturo o indisponibile o poco interessato alla fine a portare avanti questo rapporto o forse un mix di tutto. Lui mi ha sempre espresso affetto fisicamente e con il linguaggio non verbale, ma mai a parole un ti voglio bene o dimostrazioni verbali di affetto. A fatica mi chiama per nome ma con appellativi teneri che però dopo un po mi danno il nervoso: ho un nome, usalo!

  • Esattamente, e mi rendo conto che faccio davvero fatica. Sono una persona che affronta sì i cambiamenti, ma con malinconia guardando spesso con nostalgia al passato. Prima di attuare i cambiamenti provo e riprovo mille volte per avere la certezza che "faccio bene" a intraprendere una strada diversa e a mettere in atto dei cambiamenti.

    Quando sono insieme a questo ragazzo mi sento tendenzialmente tranquilla ma quando siamo separati si ripresentano in maniera impellente tutte le ansie e le insicurezze. Con lui mi sento tutti i giorni diverse volte al giorno e ci vediamo un paio di volte a settimana, ma sempre a casa mia e sempre senza altre persone. Provo a includerlo nella mia vita ma lui rigidamente vuole starne fuori. Quando gliene parlo dice che per lui è importante passare del tempo insieme noi due, che dovrei essere felice che vuole stare con me. Ma io non la penso così, per me è bello entrare a far parte del mondo dell'altra persona, uscire in compagnia. Ormai è passato del tempo e questa rigidità se prima mi dava dispiacere ora sta dando spazio alla rabbia. La rabbia perchè un mio bisogno rimane inascoltato. Lui se ci tiene davvero a me dovrebbe prendere in considerazione quello che gli dico, i miei desideri, ma non ha mai fatto mezzo passo verso di me, anzi mi fa passare per quella scontenta, facendo passare le mie giuste necessità come ridicole e poco importanti. In questa relazione è lui che detta la linea (vedersi sempre da soli/sempre a casa mia/non uscire con altri e figurarsi presentazioni con parenti o amici stretti) e non mi sta più bene. Tra l'altro quando gli parlo lui mi dice che vuole continuare a stare con me, perchè se mi dicesse il contrario capirei e chiuderemmo.

    PS: no, non ha altre relazioni (poi posso anche sbagliarmi perchè la certezza matematica non si può mai avere) penso che lui sia o molto immaturo o indisponibile o poco interessato alla fine a portare avanti questo rapporto o forse un mix di tutto. Lui mi ha sempre espresso affetto fisicamente e con il linguaggio non verbale, ma mai a parole un ti voglio bene o dimostrazioni verbali di affetto. A fatica mi chiama per nome ma con appellativi teneri che però dopo un po mi danno il nervoso: ho un nome, usalo!

    Ci sono forti similitudini con la storia con il mio ex, che è appunto diventato ex :face_with_rolling_eyes:

  • Ci sono forti similitudini con la storia con il mio ex, che è appunto diventato ex :face_with_rolling_eyes:

    Quello che mi ha sempre fatto confondere ancora di più è la sua ambivalenza... perché organizziamo week end romantici per feste e compleanni, ho in mente tutta la tenerezza che c'è tra noi, la quotidianità e poi... ogni volta la doccia fredda quando lui inventa scuse per non uscire con i miei amici, che non ha MAI conosciuto... quando mi dice che un tal giorno non può vedermi perché c'è l'amico che è venuto a trovarlo, o la sorella, e sia mai organizzare qualcosa insieme. Quando gli faccio notare che mi fa arrabbiare e dispiacere questo atteggiamento lui fa sempre la vittima rigirando la frittata su di me. Non mi capisce e non cede di un millimetro. Poi si chiude nel suo silenzio risentito per GIORNI come se io avessi fatto chissà che. Capite il paradosso, lui se la prende quando la parte lesa penso proprio di essere io, colpevole solo di volere che il ns rapporto progredisca. (ora sono arrivata al punto in cui non ho più questo desiderio, razionalmente, ma emotivamente ancora devo arrivarci a questa conclusione).

  • Quello che mi ha sempre fatto confondere ancora di più è la sua ambivalenza... perché organizziamo week end romantici per feste e compleanni, ho in mente tutta la tenerezza che c'è tra noi, la quotidianità e poi... ogni volta la doccia fredda quando lui inventa scuse per non uscire con i miei amici, che non ha MAI conosciuto... quando mi dice che un tal giorno non può vedermi perché c'è l'amico che è venuto a trovarlo, o la sorella, e sia mai organizzare qualcosa insieme. Quando gli faccio notare che mi fa arrabbiare e dispiacere questo atteggiamento lui fa sempre la vittima rigirando la frittata su di me. Non mi capisce e non cede di un millimetro. Poi si chiude nel suo silenzio risentito per GIORNI come se io avessi fatto chissà che. Capite il paradosso, lui se la prende quando la parte lesa penso proprio di essere io, colpevole solo di volere che il ns rapporto progredisca. (ora sono arrivata al punto in cui non ho più questo desiderio, razionalmente, ma emotivamente ancora devo arrivarci a questa conclusione).

    Secondo me lui ti ha confinata in una casella della sua vita e lì devi stare. Una casella a tenuta stagna dove non esistono scambi con l'esterno. Le tue istanze sono legittime e comprendo molto bene il malessere che provi. Il mio ex non se la prendeva quando gli facevo presente le mie esigenze, semplicemente le ignorava. Ad una certa non ne ho potuto più e ho troncato. Anche lui mi chiamava con un soprannome, mai con il nome di battesimo. Per dire.

  • Ho paura di toccare il fondo della solitudine, anche.

    So di cosa parli perché moltissimi anni fa l'ho vissuto anche io. Non è semplice lasciare qualcuno che evidentemente soddisfa qualche nostro bisogno, anche se non tutti. Quello che posso dirti è che dopo averlo fatto, toccherai il fondo davvero, ma non potrai che risalire a quel punto.

  • Una casella a tenuta stagna dove non esistono scambi con l' esterno.

    Mi sento proprio così, e come una pentola a pressione pronta a scoppiare. La questione del nome, poi, è davvero assurda, chissà da dove nasce questo blocco/rifiuto a pronunciare il nome della persona con cui si sta. Nei giorni scorsi abbiamo avuto un'altra delle nostre discussioni nata da motivi futili ma con ben altro sotto, e lui è rientrato nel suo silenzio, una volta mi avrebbe dato estrema sofferenza, ora solo fastidio.

    Ad una certa non ne ho potuto più e ho troncato

    Se ti va di raccontare, come sei giunta alla decisione di troncare? È stata una decisione maturata nel tempo oppure sei "scoppiata" in un certo momento e hai chiuso?

  • Se ti va di raccontare, come sei giunta alla decisione di troncare? è stata una decisione maturata nel tempo oppure sei "scoppiata" in un certo momento e hai chiuso?

    È maturata nel tempo. Devi però tenere presente che il problema principale era la differenza d'età, lui ha 12 anni meno di me. In ogni caso la storia è andata avanti per quasi 5 anni, con vari allontanamenti da parte mia. Poi tornavo, ne ero innamorata e lui non smetteva di cercarmi. Poi ho capito che niente sarebbe cambiato mai e che così mi facevo solo del male e ho chiuso. Lui ha continuato a cercarmi per mesi fino a chè, esasperata, l'ho bloccato giorni fa. In sezione Parliamone in privato c'è il mio thread "Lui non mi lascia andare" se ti va di leggerlo.

  • Ultimamente sto sentendo un po' di apatia-pigrizia nei confronti delle cose che vorrei fare e poi non faccio. Come se quando arriva il momento mi dicessi "non ne vale la pena". In generale sto accettando gli inviti a uscire per aperitivo, compleanni, ecc. perché comunque un po' di voglia di socialità c'è e non mi voglio precludere tali occasioni. Però in generale mi passano le settimane senza che concluda molto.

    Penso che tutto rientri in quella sensazione che già accennavo del non riuscire a godermi appieno il momento, la situazione che vivo.

    Quindi ad esempio ci sono tanti eventi interessanti nella mia città in questo periodo, anche a livello culturale (libri, cinema, ecc.) e mi dico sempre che attendo l'inizio per andarci, poi quando è il momento mi passa la voglia, e anche solo arrivare in città mi sembra uno sforzo inutile (anche se sono vicinissima), mi sembra di buttare il tempo e non trovo la motivazione.

    Provo in generale una sensazione di pacata noia generale. Come se tutto mi sembrasse una perdita di tempo, probabilmente mi sta mancando un po' d'entusiasmo.

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