Relazione coercitiva ed effetti a lungo termine

  • Colgo l'occasione per ribadire che non tutti "i nobili" o i potenti (legittimi o meno) hanno questa impostazione con le donne, anzi: più sono "nobili veri" (nell'animo più che nel titolo o nei possedimenti) e meno questi meccanismi saranno presenti.

    Ovviamente. Sto parlando infatti di un caso specifico, avendo più volte ribadito che l'attrazione verso l'Inqualificabile non è legata alla questione "nobiltà indiretta", ma al suo carisma, nel contesto relazionale generale, alla creatività, richiesta anche dal suo lavoro.

    Che io sappia capita più spesso che vi sia un "odio" per le compagna e talvolta in generale per "le donne" in ambienti affini o vicini o tangenti a quelli del potere, perché per ovvie ragioni questi ambienti sono più frequentati da "un certo tipo di donne".

    Cosa intendi con ambienti tangenti a quelli del potere frequentati da "un certo tipo di donne"?

    Chiedo per evitare malintesi e specifico che il primo incontro con l'Inqualificabile è stato assolutamente casuale in un ambiente che non può essere più lontano dal potere o dalla nobiltà, quale che sia la concezione che gli si vuole dare. Nel senso: ero per i fatti miei, avevo chiuso la prima relazione importante (che nonostante i tumulti ricordo ancora con affetto) e stavo semplicemente passando il tempo facendo qualcosa che mi piaceva. Sono stata avvicinata dall'Inqualificabile, in modo molto originale. Questo ha catturato la mia attenzione. Non sapevo chi fosse.

    Ed eccezion fatta per il suo più volte citato carisma o comunque per la sua forte capacità di attrarre simpatie in generale, non era una persona di potere, né lavorativamente parlando, né socialmente.

    Potrebbe essere.

    Oppure si percepiva come una persona in grado di compensare a qualche tuo "problema" e agiva sempre con quel freno a mano o quella attenzione attiva. Se così fosse: lui faceva più "fatica" di quella che potrebbe essere in grado di fare ora.

    Per quello dicevo che SE compensava in qualche modo: sarebbe utile sapere come.


    Per spiegare faccio un esempio estremamente banale, ma che rende l'idea.

    Se una persona mostra una sofferenza per determinate posizioni durante l'atto, o per determinate espressioni o anche solo per un gesto fatto in un certo modo: il partner "compensativo" si iper-controlla per evitare di fare quel gesto. Questo iper-controllo in un contesto come quello sessuale costa parecchia fatica. In condizioni di stress non è possibile "farcela" a controllarsi e questo potrebbe precludere in una sorta di strategia di evitamento l'attivazione di tutto il processo che porta a quel "rischio".

    Spunto molto interessante.

    Mi viene in mente che mi sono sempre sentita estremamente libera di esprimere la mia sessualità col mio lui e che comunque in questo particolare frangente ho sempre preferito che fosse lui a prendere l'iniziativa. Sicuramente sta vivendo una situazione di iper-stress dalla quale non riesce a uscire (e abbiamo accennato allo "stacco" in altri post e ci sto lavorando) ed effettivamente prendere l'iniziativa è un ulteriore impegno, anche fisico, che potrebbe averlo spinto verso quella che definisci "strategia di evitamento dell'attivazione di tutto il processo che porta a quel rischio". Ma a questo punto, non potendo prendere io l'iniziativa in modo diretto e con successo (ci ho provato in passato), cosa mi resta da fare?

    Capita che una dinamica si verifichi sotto lo strato di evidenza a cui siamo abituati ad osservare.


    Può essere che il comportamento di iper-controllo agito da parte tua sia inconscio. Nel caso non lo noteresti.

    Può essere che l'emulazione di comportamenti che imitano la precedente dinamica con l'inqualificabile siano impliciti. Magari ne manifesti solo gli effetti senza passare dall'imitazione vera e propria dell'atto.

    L'ambivalenza inoltre è quasi sempre occulta. Quando c'è la nota solo l'altro o un osservatore esterno.

    E questo è proprio il nodo che vorrei provare a sciogliere.

    Non mi rendo conto se e cosa mi sto trascinando dietro da questa relazione con l'Inqualificabile. Vorrei poter cancellare letteralmente quel (relativamente) breve ma umiliante periodo e tutto ciò che porta con sé. Questa è stata la strategia che ho messo in atto al termine della relazione e ha "funzionato" (almeno per me, almeno apparentemente) fin quando non ne ho casualmente parlato in questo forum. Da allora non faccio che pensare a quel periodo, con vergogna e allo stesso tempo rifiutando di essere stata "vittima" di una "truffa".

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Cosa intendi con ambienti tangenti a quelli del potere frequentati da "un certo tipo di donne"?

    E' complicato da spiegare senza rischiare un'attacco di fazione.

    Diciamo che sugli yacht ci sono tendenzialmente tante belle donne, ma raramente sono interessate al padrone dello yacht. Mi riferisco a "quel tipo" di persone. Incontrare uno per caso non ha nulla a che vedere con quello che intendevo.


    Mi viene in mente che mi sono sempre sentita estremamente libera di esprimere la mia sessualità col mio lui e che comunque in questo particolare frangente ho sempre preferito che fosse lui a prendere l'iniziativa. Sicuramente sta vivendo una situazione di iper-stress dalla quale non riesce a uscire (e abbiamo accennato allo "stacco" in altri post e ci sto lavorando) ed effettivamente prendere l'iniziativa è un ulteriore impegno, anche fisico, che potrebbe averlo spinto verso quella che definisci "strategia di evitamento dell'attivazione di tutto il processo che porta a quel rischio". Ma a questo punto, non potendo prendere io l'iniziativa in modo diretto e con successo (ci ho provato in passato), cosa mi resta da fare?

    E' un cul de sac.

    Per uscirne bisogna cambiare qualcosa che appare essere inamovibile.


    E questo è proprio il nodo che vorrei provare a sciogliere.

    Non mi rendo conto se e cosa mi sto trascinando dietro da questa relazione con l'Inqualificabile. Vorrei poter cancellare letteralmente quel (relativamente) breve ma umiliante periodo e tutto ciò che porta con sé. Questa è stata la strategia che ho messo in atto al termine della relazione e ha "funzionato" (almeno per me, almeno apparentemente) fin quando non ne ho casualmente parlato in questo forum. Da allora non faccio che pensare a quel periodo, con vergogna e allo stesso tempo rifiutando di essere stata "vittima" di una "truffa".

    Il riemergere di quei momenti può essere legato all'aver rievocato quei momenti, ma è anche vero che se quel vissuto ha una influenza sul tuo presente: questa influenza non dipende dall'averne parlato o ripreso coscienza, anzi: elaborandolo ti libererai anche degli eventuali pesi rimasti.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • questa influenza non dipende dall'averne parlato o ripreso coscienza, anzi: elaborandolo ti libererai anche degli eventuali pesi rimasti.

    LucyInTheSky io penso che proprio in questo momento della tua vita non a caso il nodo si presenta al pettine, è stato "rievocato" in qualche modo perciò è "ora" di scioglierlo. Se ti dai una possibilità, e accogli quello che è stato, senza rifiutarlo ma elaborandolo secondo me potrete beneficiarne sia tu che la tua attuale Relazione.

    Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante :glowing_star:

  • Il problema principale di un narcisista ruota attorno alla propria immagine, all'attaccamento con la realtà di quest'ultima e alla quasi totale mancanza di empatia che gli impedisce di sentire/percepire gli altri come attori in gioco attivo della sua vita. Per un narcisista sono tutti strumenti e spettatori. Comunica quasi a senso unico.

    Sono tutte caratteristiche attribuibili all'inqualificabile, ho un dubbio solo sulla prima, l'enfasi esagerata del culto della propria immagine.

    potrebbe aver avuto un tot di empatia e potrebbe aver provato passione e un certo grado di sofferenza nel cercare di controllare la compagna.

    Non vedo nulla di questo, stando al racconto.

    penso che possa essere stato un manipolatore più efficiente di un normale narcisista.

    Anche secondo me questa persona è oltre il narcisismo, pur avendone tratti marcati.

    Le prossime citazioni chiariscono cosa intendo:

    Le prime discussioni seguivano precisamente questo schema.

    sapevo che anche quando parlava di una terza persona o delle donne nella loro totalità di genere stava parlando di me

    l'Inqualificabile ha agito secondo il suo schema perverso, usando in ogni modo il senso di colpa, di vergogna - sì

    lui ha preteso la mia umiliazione. E io gliel'ho concessa. E di nuovo senso di colpa.

    Soprattutto quest'ultima mi fa pensare ad una persona iper-narcisista, malvagia ai limiti della sociopatia.

    Inutile dire che concedergliela è stato un grosso sbaglio.

    Sì, effettivamente credo faccia parte della mia natura il senso di colpa. A volte si manifesta come autocritica, sana credo. Altre invece mi lega in modo malsano al passato, al cosa avrei potuto/dovuto fare diversamente e meglio.

    Da quello che hai scritto è plausibile, e l'inqualificabile ha intuito e sfruttato questa situazione.

    Il senso di colpa è una dinamica psichica potente, appartiene un pò a tutti, e forse a te appartiene parecchio oltre la media.

    Questo è accaduto perché gli hai aperto le porte della "legittimità" nel difendersi con il tuo gesto. Non aspettava altro. Probabilmente ha fatto di tutto per ottenere la tua esplosione. Era parte del suo copione probabilmente inconscio.

    Esatto, ha creato il problema per poi risolverlo a modo suo.

    Non vedo come questo possa essere attuato inconsapevolmente.

  • Sono tutte caratteristiche attribuibili all'inqualificabile, ho un dubbio solo sulla prima, l'enfasi esagerata del culto della propria immagine.

    Era lo stesso dubbio che avevo io... e si tratta di una caratteristica impossibile da scartare in un narcisista. Tutte le altre possono essere alternativamente accessorie, ma questa no. Da qui il mio dubbio.


    Non vedo nulla di questo, stando al racconto.

    In effetti stando al racconto non c'è questa cosa. La ripeto per completezza di chi arriva a leggere in questa risposta:


    Citazione da Bruce0wayne

    potrebbe aver avuto un tot di empatia e potrebbe aver provato passione e un certo grado di sofferenza nel cercare di controllare la compagna.

    Ho scritto "potrebbe" proprio perché nel testo non c'è, però vista la costanza, la foga; permettetemi il termine: la "dedizione" che ha avuto per attuare il suo copione con una "vittima" che non collaborava più di tanto: non penso che per lui sia stato facile.

    La mia è una deduzione che prende in considerazione la conoscenza dell'opener da altre discussioni e che mi risulta essere tutt'altro che una che la prendi e la giri come vuoi (che invece sono tra le vittime preferite dai narcisisti).


    C'è un altro fattore che va contro l'ipotesi del narciso. Lo scrivo sotto.


    Soprattutto quest'ultima mi fa pensare ad una persona iper-narcisista, malvagia ai limiti della sociopatia.

    Inutile dire che concedergliela è stato un grosso sbaglio.

    A mio parere ed esperienza il narcisismo in una persona con questo tipo di comportamento persecutorio rilegato a determinati ambiti e copioni "punitivi": sarebbe solo uno strumento che tecnicamente consisterebbe in un forte tratto (narcisistico), che però nasconde altro.


    Un altro dettaglio che mi fa pensare che possa non essere un narcisista è la punizione che si capisce abbia connotazioni sessuali. Il narcisista di solito è poco interessato al sesso, anche se quando lo fa tende a farlo in modo totalmente privo di empatia e "punitivo": lo fa raramente (una volta in 2-3 mesi). Nel racconto dell'opener mi pare avvenisse molto più frequentemente.


    Esatto, ha creato il problema per poi risolverlo a modo suo.

    Non vedo come questo possa essere attuato inconsapevolmente.

    E' possibile attuarlo inconsapevolmente, anche se sembra assurdo.


    Ci sono madri che crescono un figlio per fagli fare la stessa fine (solitamente fallimentare) del proprio padre. Il tutto inconsapevolmente e in qualcosa tipo 50 anni di tempo.


    A meno che il soggetto che le attua non sia psicopatico, le trame più crudeli hanno sempre una forte componente di inconsapevolezza, diversamente verrebbero interrotte per humanam misericordiam.

    La parte consapevole è data dai singoli spezzoni di episodi, singole parti dell'accadimento, come se fosse filtrato e decontestualizzato. E' per quello che poi si arriva a certi livelli di "malignità" senza essere psicopatici e senza che vi sia un movente che restituisca una reale contropartita.


    Alla fine la "vittoria" di questo inqualificabile quale è stata? Cosa ha ottenuto? Niente.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • E' complicato da spiegare senza rischiare un'attacco di fazione.

    Diciamo che sugli yacht ci sono tendenzialmente tante belle donne, ma raramente sono interessate al padrone dello yacht. Mi riferisco a "quel tipo" di persone.

    Diciamo che in questi casi la selezione del tipo di donne è a monte. Gli uomini degli yacht tendono a preferire un certo tipo di donna e a scartarne un altro, che non vediamo sullo yacht ma che magari avrebbe altrettanto piacere e interesse a esserci. Ma credo sia tema per un altro thread.

    Incontrare uno per caso non ha nulla a che vedere con quello che intendevo.

    Aggiungerei che il caso è stato pure malaugurato e che tutto sommato essere una donna di un certo tipo, come quella degli yacht, mi avrebbe eliminato diversi problemi: non saremmo mai arrivati a un secondo appuntamento, tantomeno a una relazione. Non tanto perché ovviamente più scaltra la donna sopracitata (che sia quella che vediamo o quella che vorrebbe ma non può), ma perché lui non era nemmeno lontanamente, dal punto di vista materiale e di annessi e connessi, l'uomo dello yacht.

    Mi ha fregata la spigliatezza, condita da questa storia di rivincita dall'illegittimità dei suoi natali, la voce, la sua straordinaria capacità di intessere relazioni (superficiali sì, ma durevoli e per lui fonte di stima - apparente, aggiungo oggi - a senso unico). Insomma, sono stata attratta dal suo modo di presentarsi. Pensando ingenuamente che coincidesse col suo modo di essere. E probabilmente fino a un certo punto era pure come si presentava, almeno in alcuni ambiti. Ma l'ulteriore pasta di cui era fatto l'ho scoperta solo nel tempo a seguire.

    Il riemergere di quei momenti può essere legato all'aver rievocato quei momenti, ma è anche vero che se quel vissuto ha una influenza sul tuo presente: questa influenza non dipende dall'averne parlato o ripreso coscienza, anzi: elaborandolo ti libererai anche degli eventuali pesi rimasti.

    LucyInTheSky io penso che proprio in questo momento della tua vita non a caso il nodo si presenta al pettine, è stato "rievocato" in qualche modo perciò è "ora" di scioglierlo. Se ti dai una possibilità, e accogli quello che è stato, senza rifiutarlo ma elaborandolo secondo me potrete beneficiarne sia tu che la tua attuale Relazione.

    Concordo assolutamente. Per questo ho aperto questo thread: per capire col vostro aiuto se e in che modo l'Inqualificabile e le dinamiche di quella relazione stiano sabotando la mia attuale relazione, il modo in cui esprimo la mia femminilità e un po' più in generale il mio modo di essere.

    Ma non so da dove iniziare. Nel senso, dovrei snocciolare ulteriormente la vicenda? Fare quasi uno "sforzo di memoria" e rivivere quella relazione? Oppure dovrei concentrarmi sui momenti iniziali della relazione col mio attuale partner e capire cosa del mio modo di essere al termine di quella relazione possa aver contribuito alla sua attrazione nei miei riguardi?

    Quindi vi chiedo apertamente: cosa manca al racconto fatto finora per renderlo idoneo a un'elaborazione di cui posso beneficiarne?

    Non ho problemi a rispondere a qualsiasi domanda. Ovviamente ricorrendo ad "artefatti" laddove dovessi espormi a una potenziale identificazione della persona.

    Il narcisista di solito è poco interessato al sesso, anche se quando lo fa tende a farlo in modo totalmente privo di empatia e "punitivo": lo fa raramente (una volta in 2-3 mesi). Nel racconto dell'opener mi pare avvenisse molto più frequentemente.

    Confermo, l'Inqualificabile era visceralmente ossessionato dal sesso. Sessualizzava qualsiasi persona/situazione. Non passava giorno che non tentasse un approccio.
    Non credo ne fosse dipendente. Semplicemente ci ruotava attorno la sua vita.

    Sono tutte caratteristiche attribuibili all'inqualificabile, ho un dubbio solo sulla prima, l'enfasi esagerata del culto della propria immagine.

    Non so se nella definizione in questione la reputazione rientra nel concetto di immagine personale. L'Inqualificabile doveva "mantenere una certa reputazione".

    Quella professionale in primis. Alcuni colleghi ostracizzavano il suo tentativo di "avanzamento" di carriera. Molto di quello che faceva era proprio finalizzato all'ottenimento dell'approvazione di chi potesse garantirgli quell'avanzamento.

    Il suo modo di vestirsi rispecchiava questa sua volontà. Voleva dare l'impressione che essere in un certo modo gli riusciva naturale, quindi si vestiva come se fosse entrato nell'armadio uscendone con le prime cose che gli rimanevano incollate addosso. Ma non era così, ci spendeva diverso tempo a scegliere questo o l'altro capo d'abbigliamento. Doveva semplicemente dare l'impressione che non perdeva tempo dietro a certe sciocchezze, che tutto sommato era davvero alternativo. E ovviamente l'abbigliamento era il modo più semplice e diretto di dimostrare la sua originalità


    E, sempre a posteriori, anche io ero un elemento utile alla rappresentazione che voleva dare di se stesso, alla costruzione di un certo tipo di reputazione.


    A me onestamente non è mai interessato dare un nome alla sua personalità. Non ricordo se già l'ho scritto da qualche parte, ma al termine della relazione a chiunque mi chiedesse del perché fosse finita, ci ridevo su e sdrammatizzando, cercando di chiudere la conversazione, rispondevo semplicemente "Perché era uno psicolabile". E per me questo è. Vorrei che non meritasse nemmeno un appellativo clinico: potrebbe essere quasi un'attenuante.


    Semplicemente, mi disturba profondamente il fatto di essermi fatta fregare da uno così. E ammetterlo è abbastanza faticoso.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • cosa manca al racconto fatto finora per renderlo idoneo a un'elaborazione di cui posso beneficiarne?

    A me ha aiutato "elencare" tutto ciò che ti ha fatto male, riconoscendolo, dando un nome. Poi prendersi del tempo per accogliere questo dolore. Scavare, riportare alla luce in onestà e lasciare andare.


    Risuona anche a me molto di quello che hai raccontato: mantenere una reputazione sul lavoro (io l'avevo conosciuto in contesto professionale quindi "ingannevole" per me), abbigliamento "organizzato" in un certo modo per comunicare determinate cose... E poi ossessione per il sesso, quello che hai detto su come gestiva l'atto (anche se non ne hai parlato esplicitamente), il fatto di sentirsi fregata. Io purtroppo sono riuscita ad elaborare un po' di queste cose solo 8 anni dopo e adesso ancora lo sto facendo, spero per te richieda meno tempo :folded_hands:

    Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante :glowing_star:

  • Diciamo che in questi casi la selezione del tipo di donne è a monte. Gli uomini degli yacht tendono a preferire un certo tipo di donna e a scartarne un altro, che non vediamo sullo yacht ma che magari avrebbe altrettanto piacere e interesse a esserci.

    Non è proprio così. Diciamo che la selezione è indiretta e viene fatta quasi unicamente sul piano estetico. La disponibilità sessuale è data per scontata da entrambe le parti (fa parte del contratto). L'odio di questi potenti nei confronti del genere femminile scaturisce proprio dalla componente mercenaria non esplicitamente prevista. Questi uomini s'illudono davvero di poter essere interessanti per quelle donne. Quando scoprono che non è così: se la prendono con tutto il genere femminile, dando per scontato che siano tutte di quel tipo. E' proprio da questa incomprensione di fondo che nasce l'ostilità tra le parti.


    Concordo assolutamente. Per questo ho aperto questo thread: per capire col vostro aiuto se e in che modo l'Inqualificabile e le dinamiche di quella relazione stiano sabotando la mia attuale relazione, il modo in cui esprimo la mia femminilità e un po' più in generale il mio modo di essere.

    Il modo in cui esprimi la femminilità potrebbe avere un ruolo centrale, ma oltre all'inqualificabile questo potrebbe essere fortemente influenzato anche dalle correnti post-moderniste. Il rapporto con l'inqualificabile potrebbe averti impresso nel comportamento qualche esagerazione proveniente dall'esterno. Ce ne sono alcuni che per quanto semplici e innocui: per molti uomini risultano repellenti.


    Ma non so da dove iniziare. Nel senso, dovrei snocciolare ulteriormente la vicenda? Fare quasi uno "sforzo di memoria" e rivivere quella relazione? Oppure dovrei concentrarmi sui momenti iniziali della relazione col mio attuale partner e capire cosa del mio modo di essere al termine di quella relazione possa aver contribuito alla sua attrazione nei miei riguardi?

    Riviverla "a secco" non credo sia più di tanto utile.

    Bisognerebbe raccontarla a qualcuno che abbia la capacità di inter-leggere quale possa essere stato l'impatto traumatico da stress di quegli accadimenti sulla tua psiche.


    Lo sguardo di una persona esterna esperta potrebbe essere utile, a patto di premettere che intendi affrontare argomenti scomodi o tabù, perché diversamente -viste le tendenze moderne- rischierebbe di diventare una farsa.


    Quindi vi chiedo apertamente: cosa manca al racconto fatto finora per renderlo idoneo a un'elaborazione di cui posso beneficiarne?

    Non ho problemi a rispondere a qualsiasi domanda. Ovviamente ricorrendo ad "artefatti" laddove dovessi espormi a una potenziale identificazione della persona.

    Non sono cose facili da prevedere.

    Per alcuni è impattante un vissuto, una situazione, per altri meno. Quello che può essere traumatico per tutti di solito ruota attorno a quella sensazione di "terrore nel venire scoperti", nel sentirsi sempre all'erta, nell'aver paura di dire o fare qualcosa o nell'essere costretti a dire o fare qualcosa, altrimenti se ne pagano le conseguenze.


    Di solito è rilevante anche cosa avveniva in ambiente sessuale, ovvero quella parte di cui giustamente non vuoi parlare e che comunque non avremmo modo di dibattere a causa dei contenuti. Il suo comportamento e la tua reazione in quei frangenti erano certamente meno "filtrati" di quello che accadeva in salotto.


    Confermo, l'Inqualificabile era visceralmente ossessionato dal sesso. Sessualizzava qualsiasi persona/situazione. Non passava giorno che non tentasse un approccio.
    Non credo ne fosse dipendente. Semplicemente ci ruotava attorno la sua vita.

    Questo non esclude il narcisismo, ma spinge la palla a centro campo.


    Semplicemente, mi disturba profondamente il fatto di essermi fatta fregare da uno così. E ammetterlo è abbastanza faticoso.

    La coda del pavone fa ombra sull'anima anche dopo che il pavone è andato via.


    Risuona anche a me molto di quello che hai raccontato: mantenere una reputazione sul lavoro (io l'avevo conosciuto in contesto professionale quindi "ingannevole" per me), abbigliamento "organizzato" in un certo modo per comunicare determinate cose... E poi ossessione per il sesso, quello che hai detto su come gestiva l'atto (anche se non ne hai parlato esplicitamente), il fatto di sentirsi fregata. Io purtroppo sono riuscita ad elaborare un po' di queste cose solo 8 anni dopo e adesso ancora lo sto facendo, spero per te richieda meno tempo

    Come ti dicevo, cara Jenny.Erika , questi si somigliano tutti.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • qualche esagerazione proveniente dall'esterno. Ce ne sono alcuni che per quanto semplici e innocui: per molti uomini risultano repellenti.

    Puoi fare qualche esempio?

    Il suo comportamento e la tua reazione in quei frangenti erano certamente meno "filtrati" di quello che accadeva in salott

    In quei frangenti ovviamente l'Inqualificabile non aveva filtri. Io mi sentivo nella condizione di non avere il privilegio di poterne avere, perché mi venivano strappati via.

    A me ha aiutato "elencare" tutto ciò che ti ha fatto male, riconoscendolo, dando un nome. Poi prendersi del tempo per accogliere questo dolore. Scavare, riportare alla luce in onestà e lasciare andare

    Posso chiederti se ti sei rivolta a un professionista? Ovviamente non sentirti obbligata a rispondere.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Puoi fare qualche esempio?

    Non è semplice senza rischiare di offendere qualcuno, perché ormai sono "caratteristiche" (repellenti) assai diffuse su cui nessuno ha più il coraggio di pronunciarsi. Cercando di restare i più generici possibili:

    • Eccessiva ostentata sicurezza e indipendenza (rifiutare aiuto, salvo poi pretenderlo implicitamente è la peggiore).
    • Disimpegno morale. In particolare per quanto riguarda il meccanismo del "confronto vantaggioso" e le tecniche di "dislocamento" e/o "diffusione di responsabilità". Qui maggiori info (è spiegato in modo facile): Sviluppo morale e Disimpegno morale · Psicologa Psicoterapeuta a Pisa (serenabonechi.it)
    • Eccessiva mania di controllo e programmazione anche degli aspetti della vita dell'altro.
    • Critica incessante.
    • Essere sempre sulla difensiva.
    • Costante competizione con il partner, di solito atta a enfatizzare le differenze di apporto alla relazione solo quando evidenziano una mancanza del partner.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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