Colgo l'occasione per ribadire che non tutti "i nobili" o i potenti (legittimi o meno) hanno questa impostazione con le donne, anzi: più sono "nobili veri" (nell'animo più che nel titolo o nei possedimenti) e meno questi meccanismi saranno presenti.
Ovviamente. Sto parlando infatti di un caso specifico, avendo più volte ribadito che l'attrazione verso l'Inqualificabile non è legata alla questione "nobiltà indiretta", ma al suo carisma, nel contesto relazionale generale, alla creatività, richiesta anche dal suo lavoro.
Che io sappia capita più spesso che vi sia un "odio" per le compagna e talvolta in generale per "le donne" in ambienti affini o vicini o tangenti a quelli del potere, perché per ovvie ragioni questi ambienti sono più frequentati da "un certo tipo di donne".
Cosa intendi con ambienti tangenti a quelli del potere frequentati da "un certo tipo di donne"?
Chiedo per evitare malintesi e specifico che il primo incontro con l'Inqualificabile è stato assolutamente casuale in un ambiente che non può essere più lontano dal potere o dalla nobiltà, quale che sia la concezione che gli si vuole dare. Nel senso: ero per i fatti miei, avevo chiuso la prima relazione importante (che nonostante i tumulti ricordo ancora con affetto) e stavo semplicemente passando il tempo facendo qualcosa che mi piaceva. Sono stata avvicinata dall'Inqualificabile, in modo molto originale. Questo ha catturato la mia attenzione. Non sapevo chi fosse.
Ed eccezion fatta per il suo più volte citato carisma o comunque per la sua forte capacità di attrarre simpatie in generale, non era una persona di potere, né lavorativamente parlando, né socialmente.
Potrebbe essere.
Oppure si percepiva come una persona in grado di compensare a qualche tuo "problema" e agiva sempre con quel freno a mano o quella attenzione attiva. Se così fosse: lui faceva più "fatica" di quella che potrebbe essere in grado di fare ora.
Per quello dicevo che SE compensava in qualche modo: sarebbe utile sapere come.
Per spiegare faccio un esempio estremamente banale, ma che rende l'idea.Se una persona mostra una sofferenza per determinate posizioni durante l'atto, o per determinate espressioni o anche solo per un gesto fatto in un certo modo: il partner "compensativo" si iper-controlla per evitare di fare quel gesto. Questo iper-controllo in un contesto come quello sessuale costa parecchia fatica. In condizioni di stress non è possibile "farcela" a controllarsi e questo potrebbe precludere in una sorta di strategia di evitamento l'attivazione di tutto il processo che porta a quel "rischio".
Spunto molto interessante.
Mi viene in mente che mi sono sempre sentita estremamente libera di esprimere la mia sessualità col mio lui e che comunque in questo particolare frangente ho sempre preferito che fosse lui a prendere l'iniziativa. Sicuramente sta vivendo una situazione di iper-stress dalla quale non riesce a uscire (e abbiamo accennato allo "stacco" in altri post e ci sto lavorando) ed effettivamente prendere l'iniziativa è un ulteriore impegno, anche fisico, che potrebbe averlo spinto verso quella che definisci "strategia di evitamento dell'attivazione di tutto il processo che porta a quel rischio". Ma a questo punto, non potendo prendere io l'iniziativa in modo diretto e con successo (ci ho provato in passato), cosa mi resta da fare?
Capita che una dinamica si verifichi sotto lo strato di evidenza a cui siamo abituati ad osservare.
Può essere che il comportamento di iper-controllo agito da parte tua sia inconscio. Nel caso non lo noteresti.Può essere che l'emulazione di comportamenti che imitano la precedente dinamica con l'inqualificabile siano impliciti. Magari ne manifesti solo gli effetti senza passare dall'imitazione vera e propria dell'atto.
L'ambivalenza inoltre è quasi sempre occulta. Quando c'è la nota solo l'altro o un osservatore esterno.
E questo è proprio il nodo che vorrei provare a sciogliere.
Non mi rendo conto se e cosa mi sto trascinando dietro da questa relazione con l'Inqualificabile. Vorrei poter cancellare letteralmente quel (relativamente) breve ma umiliante periodo e tutto ciò che porta con sé. Questa è stata la strategia che ho messo in atto al termine della relazione e ha "funzionato" (almeno per me, almeno apparentemente) fin quando non ne ho casualmente parlato in questo forum. Da allora non faccio che pensare a quel periodo, con vergogna e allo stesso tempo rifiutando di essere stata "vittima" di una "truffa".