quell'inconsiderabile (lo chiamo così porta pazienza, chiamarlo inqualificabile tra l'altro con la maiuscola come sempre scrivi mi sembrerebbe di dargli importanza, di dargli un titolo per quanto negativo sia, titolo che qualcuno potrebbe anche vedere come degno di "rispetto")
Puoi usare il nome che più preferisci.
Io uso Inqualificabile, oltre che per il fatto che non posso usare il suo nome di battesimo qui, perché solitamente è ciò a cui non diamo un nome che effettivamente ha potere su di noi. Difatti il mio tarlo è che non riesco a dare un nome alla situazione che ho vissuto con lui, non lui come individuo.
ma come mai di fronte a questi accadimenti raccapriccianti:
non sei fuggita a gambe levate
Innanzitutto perché non avevo evidentemente la capacità di giudizio che ho oggi.
In secondo luogo perché ero spiazzata. Ero talmente a corto di esperienze che, almeno all'inizio della relazione, non sapevo nemmeno esistessero persone di questo tipo nella vita reale. Semplicemente perché non mi ci ero mai imbattuta.
Poi anche perché non tutti questi accadimenti raccapriccianti erano così diretti come li ho descritti a posteriori. Per esempio:
doveva raccontarmi delle sue passate esperienze sessuali nel dettaglio. Il corollario: le donne che non si prestavano a certe perversioni erano frigide, quelle che lo facevano erano p****e
La confidenza iniziava come una normale conversazione di coppia, in cui l'uno racconta all'altra delle esperienze passate. I dettagli erano il condimento, venivano fuori con apparente naturalezza, come se mi stesse confidando qualcosa che non aveva mai detto a nessun altro. Il corollario (donne frigide o p***e) era un sottinteso, apparentemente sottile. Dopo mi sono accorta dell'evidenza.
Un'altra ragione è che mi trovavo sempre nella situazione di dover chiedere scusa per qualcosa. Mi faceva sentire in debito, in difetto.
Infine, non avevo attorno a me persone in grado di vedere la portata della situazione e raccontarmela coi loro occhi oggettivi. Nessuno attorno a me si è mai accorto di nulla.
Quando ho avuto quell'esplosione di rabbia e sono rimasta chiusa in camera mia per diversi giorni, le persone che vivevano con me non si sono rese conto di quello che avevo vissuto. L'Inqualificabile, appena successo il tutto, aveva parlato con loro, ma non so cosa gli avesse detto. Rimane il fatto che sono rimasta quasi una settimana in camera da sola e poche settimane dopo sono stata scaricata. Quindi, non ho avuto una rete di supporto.
E in tutto questo la mia famiglia era lontana perché stavo studiando lontano da casa, quindi non avevano la minima idea di quanto stessi vivendo.
In breve, non avevo gli strumenti giusti per difendermi e comprendere la torbidità della situazione. Perché nel giro di poco tempo, come hai descritto tu, mi sono trovata al centro di un vortice e non trovavo la via d'uscita.
Ho capito che mi stava succedendo non so bene cosa (ed è proprio ciò a cui non riesco a dare un nome) solo quando ha iniziato a insultare in maniera sistematica la mia famiglia, dopo aver creato un vuoto affettivo attorno a me nella mia cerchia di amicizie (le quali valevano poco per carità, ma anche qui, me ne sono accorta solo quando questi amici hanno espresso le futili ragioni del loro risentimento nei miei riguardi mentre io ero in questo groviglio e una persona fondamentale della mia vita aveva appena avuto seri problemi di salute).
Te lo chiedo perché forse la tua esperienza passata negativa ti potrebbe aver segnato e resa diversa, tale da attrarre proprio il tuo attuale compagno
Dubito. Ho conosciuto il mio attuale compagno un paio d'anni prima dell'Inqualificabile. E già aveva manifestato il suo interesse nei miei riguardi. C'era una certa differenza d'età e soprattutto stavo ancora vivendo la prima vera relazione, che era abbastanza turbolenta l'ultimo periodo. Quindi sul momento sono mancati i presupposti per iniziare una relazione col mio attuale compagno.
È cambiato tutto con uno scambio casuale di convenevoli diversi mesi dopo la chiusura con l'Inqualificabile.
se tu chiedessi al tuo attuale compagno "cosa ti ha attratto di me quando mi hai conosciuta?", quale sarebbe la risposta?
Non ci crederai, ma non ci siamo mai detti il perché. Posso dire che, basandomi sul tipo di frequentazione che abbiamo avuto i primi mesi, entrambi siamo stati profondamente e reciprocamente attratti dalle nostre teste.