Facendo del banale populismo se si parla con i sessantenni di oggi, ti diranno che "ieri" l'operaio della Fonderia per quanto tornava a casa sfinito dal lavoro, grazie a tutto questo aveva la sua dignità e poteva sfamare la sua famiglia. Concludendo, oggi rispetto a ieri questo non avviene quasi più.
Ecco io su quello che scrivi non sono assolutamente d'accordo.
Oggi nessuno vuole "lavorare per sfamare la famiglia"; tutti vogliono molto, molto di più. Sono cambiate proprio le aspettative, e il lavoro non è in grado di soddisfarle. Nessun ragazzo è disponibile a lavorare tutta la vita facendo turni pesanti solo per avere di che mangiare, vai a dire a un ventenne che non potrà mai andare in vacanza, avere una macchina, mangiare fuori la domenica. Un tempo era pieno di gente così, pieno proprio! E non gli pesava eh; anzi se ci parli ti diranno che hanno avuto una vita felice. Diciamo le cose come stanno: quello che vogliamo oggi è molto, molto di più di quello a cui si aspirava 50 anni fa. Il che, lasciami dire: va bene, quando si può. Ma quando non si può? Quando non ci si arriva? Allora bisogna a mio parere rivedere anche le proprie aspettative, ridimensionarle in base a ciò che è possibile, invece di fare paragoni che non hanno molto senso tra passato e presente. I nonni di molti di quelli che rimpiangono il passato faticavano a mettere insieme pranzo e cena.