Persone con felicità patologica, esistono?

  • Ormai sono abbastanza chiari i meccanismi che portano una mente ad avere pensieri negativi e quindi provocare vari disturbi.

    Ma mi sto chiedendo, può accadere il contrario?


    Intendo persone che per una disfunzione sono sempre felici, se i pensieri portano la mente a sprofondare perché i pensieri non possono fare il contrario? Così come un depresso è incapace di mostrare felicità ad un compleanno, un "felice patologico" non potrebbe mostrare tristezza ad un funerale.


    Il fatto che un pensiero negativo ti fa sprofondare molto facilmente ma un pensiero positivo è molto difficile che ti faccia rialzare mi fa pensare che anche la mente è soggetta ad una sorta di "forza di gravità mentale", che trascina tutto verso il basso non appena ci si lascia andare.

    Ho sempre immaginato la mente come un qualcosa che "fluttua" e si sposta in alto o in basso in relazione ai pensieri.

    Ma lo sforzo per salire è nettamente maggiore di quello per scendere.


    :/ :S Ok, mi rendo conto della pippa mentale che ho scritto solo quando sono arrivato alla fine del post, ma invio comunque 8o

  • Io trovo che il tuo post sia bellissimo, se ci penso in effetti non credo che esistano persone con la felicità patologica, la cosa più vicina che ho incontrato sono le persone iper/energetiche/attive ma possono avere sentimenti negativi anche ossessivi. Un mio ex amico che è cresciuto iper protetto era la cosa che ci andava più vicina, però alla prima stecca seria che ha preso dalla vita è capitombolato nel regno dei rancorosi/depressi e non ne è ancora uscito. I bipolari salgono però poi scendono, il sentimento di innamoramento è la cosa che concede maggior somiglianza alla condizione che hai descritto, se si potesse replicare a comando anche in assenza del fattore di reazione esterno...


    La mente è un sistema complesso, come lo è il mondo, quindi come fai notare è probabile che se non insufli "energia" nel sistema, il medesimo sia soggetto alla legge di entropia che tu hai chiamato gravità, non ci avevo mai pensato dal punto di vista della mente umana.


    Chissà perché nell'innamoramento cambia? Prendiamo energie dall'altro? Ma non può essere perché l'altro ne sarebbe svuotato invece si ricarica anche lui. Che si crei energia? Che si accumuli per generare i figli? O che essa sia presente latente in noi ma la sempre gentil donzella di madre natura non la conceda a noi, se non per i suoi meri scopi?


    Chissà se altre persone conoscono felici patologici.

  • La mente per definizione non può produrre felicità. La felicità è oltre la mente.

    Certo, ma non crea nemmeno infelicità.


    Ma il ragionamento non era per capire cosa crea felicità o infelicità, mente, pensiero, cervello, o altro.

    Volevo capire se un individuo potendo soffrire in modo patologico, possa quindi anche provare in modo patologico l'opposto.


    Se il cervello subisce modifiche che provocano depressione e ansia, quindi un estremo, è possibile che altre modifiche possano provocare un opposto estremo?


    Il termine entropia usato da Garden è più corretto del mio "gravità".

    In questo caso si spiega perché esiste solo il "peggioramento" e non l'opposto.

    Per rallentare l'entropia mentale è necessario quindi un costante lavoro mentale.

    Se l'universo intero è soggetto all'entropia lo deve essere anche la mente.

    Oppure no... Mah.... :/

  • Certo, ma non crea nemmeno infelicità.


    Ma il ragionamento non era per capire cosa crea felicità o infelicità, mente, pensiero, cervello, o altro.

    Volevo capire se un individuo potendo soffrire in modo patologico, possa quindi anche provare in modo patologico l'opposto.


    Se il cervello subisce modifiche che provocano depressione e ansia, quindi un estremo, è possibile che altre modifiche possano provocare un opposto estremo?


    Non mi sovviene una ricerca scientifica che abbia studiato casi simili, l'unica che si "avvicina" alla tua domanda riguardo gli effetti rispetto possibili "modifiche" del cervello che mi viene in mente, è quella di un neurologo molto famoso quale Antonio Damasio. Ha studiato casi di persone che avevano subito traumi, alcuni perdendo "porzioni" di cervello, e che io ricordi dai suoi studi nessuno diveniva felice, ma in genere a seguito di traumi molti perdevano l'empatia e diventavano più istintivi, finanche antisociali, ovviamente sempre in base all'entità del danno celebrale. Tali ricerche comunque erano finalizzate appunto a comprendere il funzionamento mente-cervello-emozioni-sentimenti (in cui rientrano anche emozioni positive quali la felicità) quindi definire una volta per tutte "cosa" produce "cosa", che è stata una questione prima del suo libro "L'errore di Cartesio" abbastanza discussa in ambito neurologico, psichiatrico, etc ...

    DALI :hibiscus:

  • Ormai sono abbastanza chiari i meccanismi che portano una mente ad avere pensieri negativi e quindi provocare vari disturbi.

    Ma mi sto chiedendo, può accadere il contrario?

    Dal punto di vista psicologico una mente sempre felice può essere disfunzionale tanto quanto una depressa, poiché di base il risultato è un disadattamento all'ambiente con conseguente inevitabile tracollo (che presto o tardi arriva).


    Il fatto che si possa essere disfunzionalmente felici anche nel tracollare non toglie che il disagio che ne consegue causi dolore. L'esempio dell'amico di Garden è valido a riguardo.


    Ci sono diverse possibili cause alla "felicità patologica" e una delle più diffuse è la depressione latente.


    Siamo stati abituati a pensare che l'infelicità (la "non felicità") sia un sentimento negativo, di cui vergognarsi e che quindi vada cancellato, censurato. Nel tempo questa mentalità tossica della "felicità a tutti i costi" ha generato dei veri e propri mostri.


    Le persone con manifesta felicità continua, che ridono anche in situazioni assurde, che ripescano il ricordo spiritoso in ogni attimo di silenzio nel dialogo: con ogni probabilità hanno una depressione latente e il loro comportamento è solo un tentativo di autoconvincersi ed autoconvincerci del contrario.


    Un'altra caratteristica che rende felici in modo patologico è la stupidità. Una scarsa capacità di inter-leggere la realtà può consentire all'individuo di non cogliere quei particolari che potrebbero suscitare infelicità e contemporaneamente riuscire ad accontentarsi di pochi fattori ripetitivi della propria vita che invece suscitano felicità. La maggior parte degli animali domestici che vive in casa sta in una condizione di questo tipo.


    Ci sono poi altri tipi di patologie che consentono di non deprimersi mai, anche se questo non significa che siano felici. Uno di questi è la psicopatia. Il soggetto psicopatico non è in grado di deprimersi, perché ha un "funzionamento" diverso dagli altri individui che non si basa sulle emozioni.


    Una cosa molto simile accade ai narcisisti: che sono depressi latenti, ma che per interpretare la loro idea di grandezza di sé: agiscono in modo da mostrare sempre felicità.. e in parte ci credono. La maggior parte dei narcisisti non sa di essere depressa, anche se poi ne manifesta i segni nel comportamento autodistruttivo ed altro.


    Insomma: se vogliamo parlare di questo argomento dovremmo dapprima slegare il concetto di "felicità" da "positivo", perché sono due cose completamente diverse.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Personalmente ho sempre pensato che le persone sempre felici siano figlie di un indottrinamento fanciullesco fuori da ogni logica.

    E' anche vero che sono prodotti della società odierna che rifugge il brutto della vita cercando sempre di trovare il positivo in tutto, l'individuo deve iper performare sempre, non deve essere mai stanco, triste, abbattuto, un atteggiamento distruttivo che sta dando alla luce persone completamente distaccate dalla realtà.


    A un atteggiamento positivo o negativo è sempre preferibile del sano realismo.


    Ma la società come è ora cambierebbe.

  • Chi scappa dal negativo però soffre tanto quanto chi non scappa, solo che soffre in modo latente. Poi quando arrivano i danni del negativo evitato e maturato: soffrono ancora di più e solitamente fanno soffrire anche gli altri.


    E' un avvitamento di sofferenza rimandata e sparsa sul prossimo e niente più.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Una mia amica è sempre positiva e allegra. Molto raramente è giù di morale e comunque dura pochissimo...per sua stessa ammissione. Le ho sempre chiesto ovviamente come fa e la risposta è sempre che la sua mente rimuove automaticamente gli eventi negativi (come la mia i positivi probabilmente!). E non è una che non ha mai avuto problemi nella vita (divorzio genitori, crisi con marito, vari problemi a lavoro).

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. A proposito del gruppo Facebook "Mia Moglie" 476

      • giuseppex
    2. Risposte
      476
      Visualizzazioni
      16k
      476
    3. Alba Cremisi

    1. La giornata perfetta? 36

      • Andre73
    2. Risposte
      36
      Visualizzazioni
      1.4k
      36
    3. Ailene

    1. Tradimento della donna... ma anche dell'uomo 92

      • Horizon
    2. Risposte
      92
      Visualizzazioni
      2.3k
      92
    3. fran235

    1. Gli evitanti esistono davvero? 5

      • Stregatta@
    2. Risposte
      5
      Visualizzazioni
      148
      5
    3. Stregatta@

    1. Cosa spinge i bulli a prendere in giro? 34

      • Lu_Ca
    2. Risposte
      34
      Visualizzazioni
      812
      34
    3. Andre73

    1. Telefonate personali sul luogo di lavoro 16

      • mpoletti
    2. Risposte
      16
      Visualizzazioni
      454
      16
    3. Andrea70