Genitori che non sanno fare i genitori

  • E' vero, ma non bisogna esagerare in nessuna direzione.


    In psicologia, specie quella pedagogica, il concetto di "positivo" è molto meno definito di quanto non si creda ingenuamente in senso comune. Esagerare con concetti "positivi" forma l'individuo (il figlio) in modo ingenuo e con aspettative che poi possono non trovare terreno fertile nell'ambiente in cui questo figlio andrà a svilupparsi.


    Ne abbiamo avuto (e ancora ne abbiamo) un esempio concreto con il disastro educativo degli Xennial e dei Millennial.. i quali credevano (e alcuni ancora credono) di vivere in un mondo che non esiste e ne hanno pagato le conseguenze, sia in termini psichici che economici. Il forum è pieno di persone che si credono "fallite" perché avevano aspettative troppo positive.


    A livello pedagogico "positivo" è dato più dal risultato in proiezione che non dall'accezione iniziale o intenzionale dell'azione educativa che si va a praticare sul figlio. Una educazione corretta comprende sia elementi volgarmente ritenuti "negativi", sia elementi volgarmente ritenuti "positivi".


    Persino il pessimismo, in dosi misurate, può essere certamente ritenuto un ingrediente corretto per l'educazione. Aiuta a non farsi aspettative irrealistiche, le quali sono la primaria fonte di infelicità.

    Ognuno dá quel che ha come ho già scritto, e dovendo scegliere io preferisco chi infonde positività, a costo di creare adulti illusi è ingenui, piuttosto che individui cinici e calcolatori.

  • Il forum è pieno di persone che si credono "fallite" perché avevano aspettative troppo positive.

    Infatti: il pensiero positivo tanto caro agli pseudo guru new-age, distribuito (spesso a titolo oneroso) per più lustri a destra e a manca in modo del tutto irrealistico ed illusorio è quanto di più negativo si possa pensare.

    Se non è temperato da una buona dose di terragno realismo è una fabbrica di fallimenti, nevrosi, infelicità.

    Sì, apprendono dall'esempio principalmente.

    :thumbup:

    Soprattutto nei primi tre anni di vita l'esempio copre il 90 % dell'apprendimento, inteso estensivamente, anche come formazione dell'identità individuale, percentuale che cala gradualmente (ma di poco) sino alla pubertà. Da qui in poi le percentuali tendono ad invertirsi.

    io preferisco chi infonde positività, a costo di creare adulti illusi è ingenui, piuttosto che individui cinici e calcolatori.

    Sì, se la positività si accompagna ad un sano realismo.

    Chi cresce nell'ingenua illusione rischia, non appena si accorge che il mondo è molto diverso da quello di Barbapapà, Heidi, Paperopoli, la Pimpa.

  • Sì, se la positività si accompagna ad un sano realismo.

    Chi cresce nell' ingenua illusione rischia, non appena si accorge che il mondo è molto diverso da...

    Guarda ci pensa poi l'esperienza a fare il resto. Mio padre era un visionario, un mistico, avulso dalla realtà, nobile d'animo, intelligente, estroso, entusiasta della vita. Ha condotto un'esistenza magica per certi versi; non c'è una cosa che abbia fatto che non sia stata incredibilmente fortunata nel suo epilogo. Di certo non mi ha insegnato a tenere i piedi per terra, e gliene sono grata: ma ci pensa la vita a fare il resto. È bello sapere di avere alle spalle un Grande Uomo anche se in giro ci sono tanti piccoli ominidi con cui avere a che fare. Un vantaggio non trascurabile è che ho sempre saputo evitare le persone di basso profilo umano.

  • ipposam, lo scrivo sottovoce con tutta l'umiltà del caso: probabilmente non era poi così astratto, solo che le caratteristiche che hai citato erano le più apparenti, visibili, alla luce del sole.

    Ma c'era in lui anche una forte aderenza alla realtà, soltanto più sottotraccia.

    E (ancora più sottovoce) aggiungo che potresti aver appreso a stare con i piedi per terra da tua madre.

    Poi certamente l'esperienza insegna tantissimo e tramite essa si evolve.

    Ma senza quel fondamentale quid iniziale di equilibrio tra positività e realismo il rischio di finire asfaltati dalle circostanze esistenziali è alto.

    Probabilmente hai preso il meglio di entrambi i genitori, hai mescolato ed è venuta fuori un'ottima torta.

    Spero che questo post non suoni arrogante (un pò lo temo): è basato su vari tuoi scritti in un forum, dunque sullo zerovirgola del tuo vissuto e delle tue consapevolezze.

    Prendilo per quello che può valere: poco.

  • Ma c'era in lui anche una forte aderenza alla realtà, soltanto più sottotraccia.

    E (ancora più sottovoce) aggiungo che potresti aver appreso a stare con i piedi per terra da tua madre.

    No è proprio come l'ho detta, lui era al di sopra della realtà. Ma deve a questo la sua fortuna nella vita. Mia madre è più razionale ma non è definibile con i piedi per terra.

  • No è proprio come l'ho detta, lui era al di sopra della realtà. Ma deve a questo la sua fortuna nella vita. Mia madre è più razionale ma non è definibile con i piedi per terra.

    Si può imparare anche per imitazione inversa. Magari per sopravvivere hai dovuto sviluppare tu le competenze "realiste" che mancavano in famiglia. Ora, prendila come un "tu" impersonale, nel senso che vale per chiunque in una situazione simile.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Si può imparare anche per imitazione inversa. Magari per sopravvivere hai dovuto sviluppare tu le competenze "realiste" che mancavano in famiglia. Ora, prendila come un "tu" impersonale, nel senso che vale per chiunque in una situazione simile.

    Si ma il punto è un altro, lui, irrazionale, idealista, generoso, fragile anche, e totalmente estraneo al grettume dilagante, un vero "signore", ci ha realizzato una vita di successo. Mi ha lasciato una ricchezza enorme la sua presenza nella mia vita, una ricchezza non materiale; nei momenti di difficoltà mi basta pensare a lui e so cosa fare, è una luce che mi si irradia ancora dentro, e mi permette di camminare a testa alta in ogni situazione. Un padre così lo augurerei a chiunque.

    Modificato una volta, l'ultima da ipposam ().

  • Comunque da che mondo è mondo anche chi non ha genitori, o chi li ha pessimi, può crescere e diventare una persona bellissima. Certo sarebbe meglio poter contare su genitori sereni sani ed equilibrati, ma non è condizione essenziale. Ci sono così tanti fattori che influiscono! E anche le mancanze fanno la loro parte.

  • Comunque da che mondo è mondo anche chi non ha genitori, o chi li ha pessimi, può crescere e diventare una persona bellissima. Certo sarebbe meglio poter contare su genitori sereni sani ed equilibrati, ma non è condizione essenziale. Ci sono così tanti fattori che influiscono! E anche le mancanze fanno la loro parte.

    Sì, le mancanze fanno la loro parte anche in positivo, specie quando i genitori sono disfunzionali.


    In generale dipende molto dall'indole del soggetto e da chi lui riconosce come figura genitoriale. Non è detto che le figure di riferimento siano sempre e per sempre i genitori.


    Io che sono rimasto presto senza padre, senza rendermene conto "ho adottato" 2 figure genitoriali esterne che hanno influito non poco sulla mia formazione.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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