Tutto sugli Asperger

  • Penso che tu abbia creato un archetipo, ossia questa "forma mentis femminile", perché ti rimanda all'irrazionalità e all'irragionevolezza che ravvisi in alcune persone. Concludendo che vi siano queste due categorie che si esprimono una in modo "analitico-metodico-oggettivo" l'altra in modo "personale-irrazionale e sentimentale".

    Ciao, forse l'introduzione dell'associazione a forma mentis maschile/femminile non è appropriata e manda fuori strada, se poi chi legge inizia a fare deduzioni della serie serie A e serie B (cosa che troverei da "lotta dei sessi", cosa che in questo momento ed in questo discorso non mi interessa assuolutamente fare), mettiamoci una pietra sopra a questa distinzione e parliamo di quando in un confronto entra in scena l'irrazionalità.


    Nel momento in cui questa entra in scena in un confronto sì, sono dell'idea che la parte irrazionale (nessuno esclude che possa entrare in scena da ambo le parti confrontanti) è generata da "personale-irrazionale e sentimentale".


    l'approccio logico-analitico spesse volte si perde un quid della realtà, un quid che invece viene catturato da artisti, poeti, musicisti

    Sono d'accordo, è una pretesa "stupida" far rientrare certe cose in schemi "logico-razionali" e bene fece il professore dell'attimo fuggente a far strappare la pagina in cui si spiegava quasi col "metro" cosa fosse la poesia.


    le variabili che spingono una persona ad agire come dici possono essere tante e imputabili a molti fattori

    A mio avviso sempre riconducibili ad un che di sentimentale/emotivo.


    Non penso comunque che questo argomento (razionale vs irrazionale) sia OT, ieri stavo vedendo un video su YouTube sull'Asperger, e leggendo i commenti è un tema che ho visto ricorrere spesso anche da chi dice di essere stato diagnosticato tale.


    Ciao.

  • Ciao, sto rileggendo il thread dall'inizio e faccio una domanda da profano ignorante in materia:


    di tutti questi punti, si può considerare una persona rientrante nello spettro autistico (asperger o altro) se manca il primo?

    Non inteso come comportamento, ma come causa di un certo comportamento.


    Sempre da profano e ignorante, posso dire che da quello che ho capito (e magari finora ho capito poco) la "stranezza" di un comportamento di tipo autistico è caratterizzata dalla mancanza (intesa proprio come mancanza, non difficoltà o altro) di una sorta di connessione tra la parte sentimentale/emotiva e la parte razionale.


    Per fare un esempio, dire "la tua camicia è proprio brutta", può essere detta per mille mila motivi, ma da quello che ho capito, rientra nello spettro autistico quando è generata dal non collegare tale frase ad un qualcosa che tocca il lato emotivo/sentimentale dell'altra persona.


    O per farne un altro:

    un neonato ha fame e piange

    più avanti, ha fame ed indica il biberon o il seno della mamma

    più avanti ancora, dice "ho fame" (nel processo di crescita ha compreso a livello razionale la sua sensazione, per cui riesce ad esprimerla a parole)


    Nell'esempio di non ricordo chi (ho ripreso da pagina 1), i ragazzi quando avevano fame indicavano l'immagine di un panino, ma non dicevano "ho fame" (come se qualcosa nell'esempio sopra non avesse seguito il percorso dei neurotipici, e si fosse bloccato ad un certo stadio).


    Scusate se sembrano domande "stupide" ma ne so veramente poco.


    Ciao.

  • Ciao, sto rileggendo il thread dall'inizio e faccio una domanda da profano ignorante in materia:


    di tutti questi punti, si può considerare una persona rientrante nello spettro autistico (asperger o altro) se manca il primo?

    Sì. Possono mancare uno o più punti, ma altri (magari accentuati) possono compensare.

    Per questo la valutazione va fatta da una persona formata ed esperta (non solo "formata", perché non basta).

    La parte di "esperienza" serve proprio nella diagnosi differenziale.


    Sempre da profano e ignorante, posso dire che da quello che ho capito (e magari finora ho capito poco) la "stranezza" di un comportamento di tipo autistico è caratterizzata dalla mancanza (intesa proprio come mancanza, non difficoltà o altro) di una sorta di connessione tra la parte sentimentale/emotiva e la parte razionale.

    Non proprio.

    Può essere anche rappresentata così, ma non è sempre questa la causa. Ci sono persone neurotipiche che vivono totalmente nell'irrazionalità, inseguendo sogni, al limite dell'astrazione e dell'autosufficienza. Anche loro hanno una disconnessione tra emotivo e razionale, ma non sono autistici.


    L'autismo tende ad essere rappresentato con personaggi che hanno un comportamento iper-razionale, ma esiste anche la versione iper-irrazionale. Solo che non è considerata autismo perché è più vicina alla neurotipicità e perché gli effetti non sono una limitazione della comunicazione e della socialità: sono allucinatori o psicotici, quindi la diagnosi deriva in altre direzioni.



    Per fare un esempio, dire "la tua camicia è proprio brutta", può essere detta per mille mila motivi, ma da quello che ho capito, rientra nello spettro autistico quando è generata dal non collegare tale frase ad un qualcosa che tocca il lato emotivo/sentimentale dell'altra persona.

    Più che "quando è generata" direi "quando non viene collegata automaticamente alla potenziale reazione emotiva dell'altra persona".


    Di base l'evento della camicia è un evento che si può catalogare come "mancanza di empatia", che è una caratteristica tipica degli asperger.


    Peraltro gli asperger non sono tutti realmente privi di empatia, solo che hanno scale di valori differenti. Dire che una camicia è brutta non è considerato così grave. Dire una brutta verità per un asperger è "farti un favore", perché ti da l'occasione di rimediare a un problema.


    Un asperger potrebbe nasconderti qualcos'altro, qualcosa che scoprendolo non ti darebbe alcun vantaggio o ti darebbe solo svantaggi.


    Nell'esempio di non ricordo chi (ho ripreso da pagina 1), i ragazzi quando avevano fame indicavano l'immagine di un panino, ma non dicevano "ho fame" (come se qualcosa nell'esempio sopra non avesse seguito il percorso dei neurotipici, e si fosse bloccato ad un certo stadio).

    La limitazione della comunicazione è un'altra questione di "efficienza". Nella scala di valori (talvolta sballata) di alcuni soggetti autistici la comunicazione di determinati bisogni per via verbale è superflua.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Se una persona ha quasi tutte le caratteristiche della sindrome Asperger, però ha una buona socialità: non viene considerata Asperger. Se invece si hanno le caratteristiche e anche il disturbo che queste comportano: sarà più facile venire riconosciuti come Asperger.


    Di fatto le diagnosi psicologiche devono (o dovrebbero) seguire un criterio ben preciso:

    - se il comportamento crea disturbo: è un disturbo

    - se o "fin tanto che" il comportamento non crea disturbo (ne a sé ne agli altri): non è un disturbo.

    Ciao, non ho capito una cosa: se una persona ha quasi tutte le caratteristiche della sindrome Asperger, però ha una buona socialità: non viene considerata Asperger.


    Non viene considerato ma lo è, o non viene considerato in quanto non lo è?


    - se il comportamento crea disturbo: è un disturbo

    - se o "fin tanto che" il comportamento non crea disturbo (ne a sé ne agli altri): non è un disturbo.


    Qui andrebbe specificato cosa si intende per disturbo.

    Una persona che ha interessi assorbenti, è chiusa, ha difficoltà a fare nuove amicizie, non si trova a proprio agio in contesti sociali (con questo intendo contesti in cui ci sono parecchi estranei con cui per via della chiusura di base interagirà non come interaggirebbe con conoscenti), tuttavia non crea "disturbo" ad altri (non dice "che brutta camicia" anche se lo pensa) nè a se stesso (ne è consapevole e non se ne fa più di tanto un problema): ha un comportamento che crea un "disturbo"?


    So già dove andrò a parare con queste domande, ma ci voglio arrivare per gradi.


    Ciao.

  • Se una persona ha quasi tutte le caratteristiche della sindrome Asperger, però ha una buona socialità: non viene considerata Asperger.

    Si chiamano casi "subclinici", in cui la Sindrome di Asperger non comporta delle problematiche alla persona che risulta un soggetto adattato: in questi casi si può avere un buon lavoro, una cerchia -anche se ristretta- di amicizie solide e persino un partner e dei figli.


    Non viene considerato ma lo è, o non viene considerato in quanto non lo è?

    Resta asperger, solo che essendo subclinico, la sua condizione non è considerata problema dal punto di vista diagnostico. C'è un PERO'...


    Molte persone oggigiorno vengono diagnosticate a 40/50 anni perché sono sfuggite per tutta la vita ai criteri diagnostici (l'asperger è una dimensione recente e ancora si fanno ricerche a riguardo), o semplicemente non hanno avuto grossi problemi.


    Può accedere che un subclinico, quindi una persona adattata, diventi un clinico perché:

    - Vi è un cambiamento importante nella vita che scombina gli equilibri e non riesce a riadattarsi (perdita di lavoro, del partner, ecc).

    - Il soggetto si rende conto che il suo è un camaleontismo (strategia di adattamento in cui la persona aspie cerca di camuffarsi).


    Una persona che ha interessi assorbenti, è chiusa, ha difficoltà a fare nuove amicizie, non si trova a proprio agio in contesti sociali (con questo intendo contesti in cui ci sono parecchi estranei con cui per via della chiusura di base interagirà non come interaggirebbe con conoscenti), tuttavia non crea "disturbo" ad altri (non dice "che brutta camicia" anche se lo pensa) nè a se stesso (ne è consapevole e non se ne fa più di tanto un problema): ha un comportamento che crea un "disturbo" ?

    Se uno è asperger giocoforza nelle interazioni sociali potrà creare un po' di perplessità a un neurotipico, specie per il suo modo diverso di pensare e di vedere il mondo. Gli asperger presentano tutte le distorsioni cognitive di Back. Poi il soggetto può migliorare e non applicarle più (spesse volte avviene questa evoluzione prendendo coscienza di sé, a volte invece no, dipende dai singoli casi) ma se non generalizza, se non ha difficoltà a seguire le informazioni presentate in maniera caotica, se non tende all'estremismo e alla dicotomia, se non è verboso e non si perde nei dettagli, allora si parla di una persona schiva, con problemi a relazionarsi ma non è nello spettro autistico.


    Forse perché non ne hai mai conosciuto uno ma "seguire" i nessi logici degli asperger non è sempre facile. Ci si rende conto che fanno dei percorsi mentali loro e la sensazione è: che hanno tutto chiaro ma per te invece non è chiaro, non vedi il nesso fra le cose che affermano.


    Attenzione non vuol dire che appaiono come persone fuori dal mondo, anzi, infatti non sono autistici ma appunto asperger. Sono coscienti del mondo esterno ma al contempo è come se vivessero parallelamente in uno tutto loro. A volte ne sono coscienti altre no.


    Insomma la questione è molto più sfumata dell'immagine del soggetto schivo, che non socializza. Anche se questi aspetti non creano vero e proprio disturbo nelle relazioni hanno però quasi certamente delle conseguenze.

    DALI :hibiscus:

  • Ciao, mi puoi fare degli esempi? In particolare cosa si intende per generalizzare (qualche sempio) e perchè dovrebbe essere "sbagliato".


    Se non generalizza.

    Se per generalizzare si intende dire "le svedesi sono bionde" in quanto magari 8 su 10 lo sono effettivamente, e sentirsi rispondere "non si può generalizzare, non sono TUTTE bionde", il disturbo o la distorsione ce l'ha chi risponde così in questo caso. Tanto per mettere le cose in chiaro :)


    Se non ha difficoltà a seguire le informazioni presentate in maniera caotica.


    Se non tende all'estremismo e alla dicotomia.

  • Se un asperger non ha problemi, ovviamente essere asperger per lui non e' un problema. E' come per le frustate sul sedere: le frustate sul sedere sono un problema in generale, pero' non sono un problema per chi pratica sadomasochismo.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Forse perché non ne hai mai conosciuto uno ma "seguire" i nessi logici degli asperger non è sempre facile. Ci si rende conto che fanno dei percorsi mentali loro e la sensazione è: che hanno tutto chiaro ma per te invece non è chiaro, non vedi il nesso fra le cose che affermano.

    Anche questo pero' non credo sia vero in generale. Anche se non lo conosco bene, mi pare che Immanuel Casto, che e' asperger, sia abbastanza chiaro quando esprime i propri ragionamenti e fa in modo che gli altri lo capiscano. E poi ci sono un sacco di persone normali che comunque fanno ragionamenti assurdi, oppure non si sanno spiegare.


    Il problema e' sempre lo stesso: a seconda del contesto sociale, familiare, e di altri fattori tra cui la fortuna e il quoziente intellettivo, possiamo trovare asperger che hanno fatto fatica a finire la terza media, oppure asperger che si sono laureati con 110 e lode. Il camaleontismo poi impedisce di distinguere molti asperger dalle persone normali, tranne per chi li conosce molto bene da vicino, che solitamente sono soltanto i familiari.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • In particolare cosa si intende per generalizzare (qualche sempio) e perchè dovrebbe essere "sbagliato".

    Fare una generalizzazione non è sbagliato, ma ci sono appunto delle "distorsioni cognitive" in psicologia e una di queste è la generalizzazione alla base del proprio modo di ragionare e di valutare la realtà. Gli asperger in genere le hanno tutte, in maniera più o meno marcata. Alcune vengono superate con l'evoluzione e la maturazione individuale, specie se il soggetto è cosciente di essere asperger e ha avuto modo di mettersi in discussione mentre è stato guidato nel farlo (leggendo libri a riguardo o facendo terapia).


    Ma dipende dai singoli casi. Conosco casi a me vicino in cui la generalizzazione arriva al punto che "Tutti gli immigrati sono persone poco raccomandabili", o "Tutte le donne scelgono il bullo che le picchia" a generalizzazioni più sottili e innocue. Magari tali generalizzazioni risultano più evidenti di quelle applicate dai neurotipici perché l'asperger tende anche a essere al contempo rigido nelle sue posizioni, non le rivaluta facilmente e tende ad opporsi piuttosto che entrare nella prospettiva altrui, quindi la generalizzazione appare più grande di quel che è.


    Insomma la complessità dell'argomento come si può intuire è enorme, è una dimensione che si conosce molto per esperienza diretta di casi piuttosto che sulle definizioni riportate sui libri.


    Ovviamente l'asperger si valuta nel suo complesso. Diciamo che questa distorsione è spesse volte presente, altre viene superata. Mia sorella è asperger e a sentirla parlare non generalizza mai. Ma generalizzava pesantemente nel suo DOC -comorbilità diffusissima negli aspie- ed era molto difficile aiutarla (la terapeuta dovette lavorare duramente con lei).


    il disturbo o la distorsione ce l'ha chi risponde così in questo caso. Tanto per mettere le cose in chiaro :)

    Ma infatti l'asperger si misura sul singolo caso, qui si riportano degli esempi che hanno valore puramente indicativo.

    Nessuno sta dicendo che se qualcuno fa una generalizzazione è asperger ed ha delle distorsioni o ha un disturbo.


    Nelle molte pagine di questo thread ho scritto che è questione spinosa comprendere l'asperger in astratto, non avendo un caso specifico a cui riferirsi, anche perché ogni caso è assolutamente unico, come non c'è un neurotipico perfettamente uguale all'altro.

    DALI :hibiscus:

  • Anche questo pero' non credo sia vero in generale.

    Dipende dal singolo caso e non di meno dal singolo argomento e contesto. Ho notato conta anche quello. Almeno l'ho sperimentato nelle mie conoscenze. Ci sono temi e ambiti dove io non riesco più a seguire. O almeno seguo ma noto che c'è un percorso di ragionamento che è diverso dal mio e io la stessa cosa non la interpreterei in quel modo. Mi stupisce a volte l'attenzione al dettaglio, o come si mettono assieme le cause-effetto.


    E poi ci sono un sacco di persone normali che comunque fanno ragionamenti assurdi, oppure non si sanno spiegare.

    Certamente.

    Ma non è detto siano ragionamenti assurdi. Possono avere una loro logica. Ma è diversa dalla neurotipica. Vuoi perché il dettaglio è preponderante, vuoi perché c'è un'ideale di giustizia elevato all'estremo.


    Il problema e' sempre lo stesso: a seconda del contesto sociale, familiare, e di altri fattori tra cui la fortuna e il quoziente intellettivo, possiamo trovare asperger che hanno fatto fatica a finire la terza media, oppure asperger che si sono laureati con 110 e lode. Il camaleontismo poi impedisce di distinguere molti asperger dalle persone normali, tranne per chi li conosce molto bene da vicino, che solitamente sono soltanto i familiari.

    E' così.

    DALI :hibiscus:

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