Perché le reazioni all'abuso di alcolici sono così diverse?

  • Credo che in alcuni questo lato aggressivo venga fuori anche se tollerano bene e non sembrano neanche ubriachi.

    Hai svolto un'osservazione verissima!

    E ti dirò che ho posto il quesito proprio perchè, insieme ad altre persone, siamo rimasti veramente interdetti dall'assistere a performance di massima e voluta aggressività verbale di una persona, SENZA che questi palesasse NESSUNO dei segni dell'ubriacatura classica del nostro immaginario.

    Tanto per spiegarmi : gruppo di amici, e un po' per tutti noi l'ubriaco è quello che farfuglia e fatica anche stare in piedi, e barcolla, e se ti capita sul tuo percorso in auto ti prende anche una sincope perchè puoi ritrovartelo barcollante e ondivago che cammina sulla carreggiata e al buio senza rendersi conto di essersi portato in una situazione di pericolo estremo.

    Poi ci si trova in cena e dopo cena con questa persona, che si conosce e che normalmente è amabile, e dopo abbondanti degustazioni di vini (che magari fanno seguito a cocktail e aperitivi vari, da lui assunti prima della cena insieme) questo diventa letteralmente UN ALTRO, con aggressività anche stupido-ridicola, ma non accusa NESSUNO dei segni classici dell'ubriachezza, e cioè il linguaggio è sciolto (stupidamente ripetitivo e arrogante, ma sciolto e nitido!) e l'equilibrio ortostatico resta persino invidiabile! In un caso siamo dovuti uscire di fretta da un locale attraverso una gradinata lunga e anche insidiosa...embè...questa persona l'ha fatta in maggior disinvoltura e velocità degli altri "sobri", senza nessuna esistazione e senza nessuna dafaillance !


    Per questo sto riflettendo sulla considerazione che quoto di seguito:

    La sonnolenza invece dell'eccitazione e' un fattore genetico. Quindi la reazione fisica all'alcool e' genetica. La reazione psichica invece non so da cosa dipenda

    e mi viene il serio dubbio che la reazione "genetica" all'acol possa essere il fattore chiave, ma non soltanto per l'aspetto "sonno o eccitazione". (E anche considerando che il fattore "eccitazione/sovraeccitazione" resta la causa prima delle reazioni che vengono esternate. )

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • e mi viene il serio dubbio che la reazione "genetica" all'acol possa essere il fattore chiave, ma non soltanto per l'aspetto "sonno o eccitazione". (E anche considerando che il fattore "eccitazione/sovraeccitazione" resta la causa prima delle reazioni che vengono esternate. )

    Ma bisogna anche definire cosa vuol dire avere una "predisposizione alla violenza" da sobri, che poi starebbe alla base della violenza da ubriachi. Vuol dire fare semplici pensieri violenti? Rivolti a chi o a cosa? Vuol dire esternare la violenza in qualche occasione? E poi siamo sicuri di conoscere veramente bene le persone che poi vediamo diventare violente da ubriache? Magari persone che pensiamo siano pacifiche, poi sono violente nel privato lontano dai nostri occhi.


    Se devo basarmi sulle mie sensazioni personali, mi sembra che l'aggressivita' possa emergere in persone che si trovano in fasi di squilibrio con l'ambiente circostante. Quindi chi beve in un ambiente che percepisce come ostile e' facile diventi violento, chi invece beve per divertirsi tra amici in un ambiente sereno, e' facile che al contrario diventi piu' socievole. Ovviamente l'ambiente e la sua percezione dipendono anche dalla predisposizione psichica, e forse in parte dalla reazione genetica all'alcool.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Se devo basarmi sulle mie sensazioni personali, mi sembra che l'aggressivita' possa emergere in persone che si trovano in fasi di squilibrio con l'ambiente circostante. Quindi chi beve in un ambiente che percepisce come ostile e' facile diventi violento, chi invece beve per divertirsi tra amici in un ambiente sereno, e' facile che al contrario diventi piu' socievole. Ovviamente l'ambiente e la sua percezione dipendono anche dalla predisposizione psichica, e forse in parte dalla reazione genetica all'alcool.

    Nel caso che ho vissuto io no.

    Questa persona se beve diventa attaccabrighe, non solo tra amici ma pure con i genitori l'ho visto accadere... è una persona polemica di suo ma in quei frangenti diciamo che esagera, passa un limite che normalmente non viene travalicato. E magari una frase/concetto/opinione/osservazione che non è neanche così "forte", innesca una discussione accesa o lo fa partire per la tangente.

  • Nel caso che ho vissuto io no.

    Questa persona se beve diventa attaccabrighe, non solo tra amici ma pure con i genitori l'ho visto accadere... è una persona polemica di suo ma in quei frangenti diciamo che esagera, passa un limite che normalmente non viene travalicato. E magari una frase/concetto/opinione/osservazione che non è neanche così "forte", innesca una discussione accesa o lo fa partire per la tangente.

    Identico nel caso di cui parlo io.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • è una persona polemica di suo ma in quei frangenti diciamo che esagera, passa un limite che normalmente non viene travalicato.

    E' appunto quello che volevo dire, cioe' e' una persona gia' polemica di suo e quindi "non in equilibrio con l'ambiente circostante", quindi mi aspetto che con l'alcool inizi a rompere ancora piu' le palle (a chiunque). Ma questo disequilibrio non e' facile da vedere esternamente, e non e' nemmeno facile da spiegare. Infatti sono ipotesi mie che non so come spiegare. La psiche e' complessa da spiegare anche per gli esperti, e poi c'e' la questione genetica che potrebbe influire anche nella reazione psichica. Un effetto troppo eccitante dell'alcool potrebbe portare ad aggressivita' anche persone normalmente tranquille, forse.


    Uno che non mi conosce e legge solo quello che scrivo nel forum, direbbe che sono un polemico e rompipalle di dimensioni gigantesche, e che quando bevo probabilmente divento un serial killer. Invece no, quando bevo sono la persona piu' tranquilla del mondo.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • E' appunto quello che volevo dire, cioe' e' una persona gia' polemica di suo e quindi "non in equilibrio con l'ambiente circostante", quindi mi aspetto che con l'alcool inizi a rompere ancora piu' le palle (a chiunque). Ma questo disequilibrio non e' facile da vedere esternamente, e non e' nemmeno facile da spiegare. Infatti sono ipotesi mie che non so come spiegare. La psiche e' complessa da spiegare anche per gli esperti, e poi c'e' la questione genetica che potrebbe influire anche nella reazione psichica. Un effetto troppo eccitante dell'alcool potrebbe portare ad aggressivita' anche persone normalmente tranquille, forse.


    Uno che non mi conosce e legge solo quello che scrivo nel forum, direbbe che sono un polemico e rompipalle di dimensioni gigantesche, e che quando bevo probabilmente divento un serial killer. Invece no, quando bevo sono la persona piu' tranquilla del mondo.

    Ma boh pure io sono polemica e rompipalle.. sarà per questo che non la vedo come una cosa negativa? :D

    Non mi sento in situazione di squilibrio con l'ambiente, non è per questo che puntualizzo o polemizzo quando mi capita - da sobria o ebbra.

    Mi piace argomentare, mi piace la discussione vivace - e proprio con gli amici più stretti, con cui ci si conosce bene.

    Stessa cosa lui. Non è il caso del rissoso che beve e trova il pretesto per litigare con sconosciuti, si parla sempre della solita cerchia di amici ecc.


    Di questa persona diciamo che non riesco bene a capire se semplicemente si "scatena" quando beve per via dei minori freni inibitori o se scatta proprio qualcosa di diverso.


    Io quando bevo divento più allegra, meno complessata (sui difetti fisici), a volte mi viene sonno, a volte mi capita di essere più rompi e pedante ma non in modo aggressivo.

  • Ma bisogna anche definire cosa vuol dire avere una "predisposizione alla violenza" da sobri, che poi starebbe alla base della violenza da ubriachi. Vuol dire fare semplici pensieri violenti? Rivolti a chi o a cosa? Vuol dire esternare la violenza in qualche occasione? E poi siamo sicuri di conoscere veramente bene le persone che poi vediamo diventare violente da ubriache? Magari persone che pensiamo siano pacifiche, poi sono violente nel privato lontano dai nostri occhi.

    Condivido l'osservazione, ma...parlo di persone molto ben da me conosciute, assolutamente diplomatiche e garbate in sobrietà, neanche sempre "arrogantelle" di base...che dopo qualche drink non le riconosci proprio!

    Porto un esempio che ha lasciato perplessi i presenti nel tempo : cena di due coppie (il mio compagno, io, un mio amico molto "noblesse oblige" che le aveva provate tutte e non aveva mai fatto breccia su di me e...non aveva mai fatto la breccia agognata sulla sua "compagna" , che lo prendeva, usava e lasciava ad libitum; cena promossa da me, con mio compagno assolutissimamente indisponibile per nascita ad essere secondo a nessuno, ma con intelligenza). Alla seconda bottiglia di vino durante il pasto...l'amico farnetica con la frase orgogliosa e velatamente minacciosa "io sono un cobra!" (ancora ridiamo, NDR).

    Il dramma è che se la ripete non si sa quante volte e sempre più convinto, mentre il mio compagno aveva capito che era "fuori" e manco replica, e mentre tra me e le sua "compagna" si incrociavano sguardi di purissima ilarità ironica e molto divertita (di cui il tipo non aveva minima contezza)....

    La psiche e' complessa da spiegare anche per gli esperti, e poi c'e' la questione genetica che potrebbe influire anche nella reazione psichica. Un effetto troppo eccitante dell'alcool potrebbe portare ad aggressivita' anche persone normalmente tranquille, forse.

    E questo in neretto è l'aspetto che trovo più interessante, e che smentirebbe l'adagio latino.

    Come dire che potrebbe essere teorizzabile il fatto che non ci sia una "slatentizzazione" di aspetti della personalità variamente contenuti in sobrietà, quanto piuttosto una vera e propria attivazione occasionale di aree di eccitabilità reattiva, che non avrebbero alcun tipo di storia senza il fattore eccitante.

    In questo momento sto pensando alla possibile analogia con altre sostanze psicoattive, tipo quegli antidepressivi per cui è concreto il pericolo che - a determinate condizioni - possano generare istinti suicidi in persone che proprio non ne hanno mai avuti! Non è che "slatentizzano", quanto piuttosto che vanno a sovrastimolare aree del cervello che nella nostra natura sarebbero state del tutto inerti senza quella sollecitazione (non solo silenti, proprio inerti).

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Non so quanto possa ora contare qui l'esperienza di vita diretta di un ex "etilista" (più che altro soffrivo di dipendenza da alcol data dal binge drinking) ma, a me, fu spiegato questo da medici specialisti che hanno lavorato addirittura in più serT/serD e conosciuti internazionalmente in merito al tema dipendenze: la reazione all'alcol è data da fattori genetici e da fattori ambientali, dove con ambientali si intende la personalità dell'individuo formatasi in risposta alla storia di vita del soggetto.

    Io, come tutti i soggetti che cadono nella dipendenza da alcolici, "vanto" (e che vanto!) anzitutto una genetica sventurata: l'intero mio albero genealogico ha sempre avuto un forte legame con l'alcol, eufemismo per dire con carineria che purtroppo si era alcolisti, senza girarci troppo intorno. Anzi, fortunato io a esser stato fondamentalmente un binge drinker. Infatti, invece di bere tutti i giorni, la mia tendenza era quella di scolarmi il mondo nel weekend, chiuso in casa e rifiutando qualsiasi uscita o impegno pur di mandare avanti quel rituale (da qui il concetto di dipendenza: quando alla salute del tuo corpo, agli interessi e alle amicizie / amore preferisci la bottiglia di vino, allora si può parlare di patologia - nonostante il vero alcolismo consista in altri comportamenti quali bere ogni giorno a partire già dal mattino, mentre per me era sacro solo il sabato sera fondamentalmente).

    Ho fatto questa premessa perché è importante ricordare che, in linea di massima, oggi si sa che solo chi ha una genetica disfunzionale in partenza si "innamora" letteralmente dell'alcol, mentre per i più anche nei periodi di scoramento o difficoltà non si verrà mai a creare un legame quasi ossessivo con l'etanolo, nonostante qualche consumazione di troppo.

    La genetica influenza le risposte all'alcol, che possono essere poi le più disparate e disperate: in alcuni si ha irascibilità e ostilità / comportamenti provocatori (es. miei parenti che bevevano ogni giorno, infatti il rischio di aggressività è incrementato quando si beve ogni giorno, per via della risposta paradossa innescata dai GABA-recettori puntualmente saturi), in altri si ha la famosa euforia al limite dell'imbarazzante, in altri ancora un banale effetto tranquillante (un mio amico alcolista che, sotto alcol, si ammutoliva ed entrava nel suo mondo interiore), in altri si ha la "sbronza triste", cioè si ha lo scivolamento nel pianto, dove l'etanolo assume a tratti quasi una funzione catartica, soprattutto se la persona riesce almeno sotto alcol a sputare fuori e davanti a sé stessa cosa nella sua vita effettivamente non va bene.

    Ecco, a me si verificava spesso questo andamento: prima effetto ansiolitico, poi euforia al limite della mania bipolare, dopodiché cadevo nel pianto violento - ed era una cosa quasi inconsciamente desiderata, perché io in fondo ero disperato e lo sapevo. Motivo per cui anche i miei specialisti hanno sempre associato questo mio modo di abusare dell'alcol come a una forma di autolesionismo. Tutto quello che ho descritto spiega, poi, perché pochi sapessero del mio problema: le mie "trasgressioni", in virtù di questa natura così eclatante, avvenivano tutte in sommo segreto tra le mura di casa.

    Cosa possiamo trarre da tutto ciò?

    1) Assumere alcolici in alte quantità e tutti i giorni incrementa il rischio di ostilità, aggressività e comportamenti provocatori;


    2) Chi ha un fondo di disturbi d'ansia, con l'alcol, tende a vivere euforia intensa dovuta alla sparizione dei sintomi fisici, dei pensieri intrusivi e delle paure. Idem dicasi per fobia sociale etc: il passaggio all'estroversione rende questi soggetti più disinibiti, dunque le reazioni raramente sono di natura violenta;

    3) Chi soffre di gravi disturbi dell'umore o tratti borderline di personalità molto facilmente avrà reazioni spropositate con l'alcol, spesso altamente imprevedibili o, comunque, disforiche e/o mutevoli (es. prima euforia che porta addirittura persone simili a mettersi a ballare sui tavoli ma, successivamente, autolesionismo fisico o pianto, possibili tentativi di suicidio etc).

    Insomma, spero di aver dato se non altro dato una risposta tramite le mie passate esperienze :)

  • Grazie mille per questa tua testimonianza, Aniba !

    E' davvero molto interessante e fornisce spunti che confermano alcuni miei sospetti.


    Riguardo alla persona che conosco e che ho citato, ho anche notato un pattern nella sua famiglia, relativo alla capacità di controllarsi, di limitarsi senza eccedere (anche di fronte al cibo, in alcune occasioni) - non conoscono il senso della misura.

    Ci sono quindi tanti fattori in gioco.

    Ho trovato illuminanti alcune parti del tuo post, grazie :)

  • Fermo restando che la risposta di Aniba è piuttosto accurata, il tutto si può semplificare dicendo che l'alcol agisce principalmente sul sistema inibitorio: indebolendolo.


    Una volta persa l'inibizione si aprono gli argini e il comportamento incarna la natura di ciò che normalmente è trattenuto, bloccato, inibito da fattori sociali, fattori personali, fattori dati dalle persone presenti nell'ambiente, etc.


    Chi tende ad essere violento e pericoloso dopo l'assunzione di alcol: è violento e pericoloso anche quando non beve, solo che si trattiene per via degli argini personali, sociali e ambientali.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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