Perché le reazioni all'abuso di alcolici sono così diverse?

  • il tutto si può semplificare dicendo che l'alcol agisce principalmente sul sistema inibitorio: indebolendolo.

    Questo è il luogo comune del millenario "in vino veritas".


    Resta che : se l'acol, oltre che agire sul sistema "inibitorio", agisse anche su qualche sistema "attivatorio" (come appunto fanno anche psicofarmaci che possono indurre ad idee suicide chi proprio non le aveva e avrebbe mai avute) ...forse c'è da considerare che il quadro cambi più che radicalmente e che potrebbe non essere affatto vero che "in vino veritas".

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Fermo restando che la risposta di Aniba è piuttosto accurata, il tutto si può semplificare dicendo che l'alcol agisce principalmente sul sistema inibitorio: indebolendolo.


    Una volta persa l'inibizione si aprono gli argini e il comportamento incarna la natura di ciò che normalmente è trattenuto, bloccato, inibito da fattori sociali, fattori personali, fattori dati dalle persone presenti nell'ambiente, etc.


    Chi tende ad essere violento e pericoloso dopo l'assunzione di alcol: è violento e pericoloso anche quando non beve, solo che si trattiene per via degli argini personali, sociali e ambientali.

    Pero' secondo me non e' cosi' facile semplificare la questione, nel senso che e' vero quello che tutti piu' o meno abbiamo detto, ma c'e' anche una componente che non saprei come definire di cui bisogna tenere conto. Ad esempio, io potrei avere spesso pensieri violenti o di violenza in varie situazioni e nei confronti di varie persone. Ma sono sicuro che da ubriaco non divento violento, al contrario io da ubriaco entro in modalita' "pace nel mondo". Indole? Psiche vista nella sua interezza? Genetica? Non lo so quale sia il fattore predominante, ma so solo che i ragionamenti che abbiamo fatto finora, pur avendo molto senso ed essendo d'accordo in generale, non mi soddisfano pienamente.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Questo è il luogo comune del millenario "in vino veritas".


    Resta che : se l'acol, oltre che agire sul sistema "inibitorio", agisse anche su qualche sistema "attivatorio" (come appunto fanno anche psicofarmaci che possono indurre ad idee suicide chi proprio non le aveva e avrebbe mai avute) ...forse c'è da considerare che il quadro cambi più che radicalmente e che potrebbe non essere affatto vero che "in vino veritas".

    Pero' secondo me non e' cosi' facile semplificare la questione, nel senso che e' vero quello che tutti piu' o meno abbiamo detto, ma c'e' anche una componente che non saprei come definire di cui bisogna tenere conto. Ad esempio, io potrei avere spesso pensieri violenti o di violenza in varie situazioni e nei confronti di varie persone. Ma sono sicuro che da ubriaco non divento violento, al contrario io da ubriaco entro in modalita' "pace nel mondo". Indole? Psiche vista nella sua interezza? Genetica? Non lo so quale sia il fattore predominante, ma so solo che i ragionamenti che abbiamo fatto finora, pur avendo molto senso ed essendo d'accordo in generale, non mi soddisfano pienamente.

    Contano anche sempre l'indole e la genetica, ma non dimentichiamo che l'essere umano è sempre inibito, diversamente si comporterebbe come un animale. Ora provate a immaginare cosa accade se gradatamente togliamo l'inibizione.


    Ovvio c'è da considerare anche il fattore resistenza all'alcol. Quando si beve troppo ci si intossica. Questa intossicazione genera anche malessere. Ovvio che chi è più fisicamente resistente alla fase fisica dell'intossicazione avrà anche maggiori possibilità di sperimentare la perdita dell'inibizione a livello della mente; diversamente ci si fermerà nel togliere l'inibizione prima che si possano liberare determinati "livelli".


    L'indole e la genetica in questo caso contano perché togliendo lo strato di inibizione.. quello che resta è la mente della persona senza freni inibitori, ovvero come sarebbe se non avesse l'inibizione.


    Va considerato anche che l'inibizione (la stessa capacità di averla e il livello a cui si è in grado di arrivare) è una dote umana, umanissima. Ciò significa che una persona debba essere valutata nel suo complesso e non quando è sotto l'effetto di sostanze disinibitorie.


    Quello che possiamo osservare è che scientificamente "vedere come si comporta una persona senza inibizioni" è un modo malandrino per guardare sotto il vestito della mente.


    Una persona che si deprime fatalmente sotto l'uso di sostanze è una persona depressa? No, ma potrebbe avere un trauma non elaborato o una depressione latente. Nel secondo caso potrebbe anche vivere tutta la vita con la mente che "inibisce" questa depressione e non avere mai alcun disturbo.. tranne che da ubriaco.


    Per rispondere al post inziale:

    Una persona che diventa violenta quando è sotto l'uso di sostanze è una persona violenta? No, ma potrebbe essere una persona geneticamente più vicina alla figura del "lupo" o del "cane pastore", piuttosto che alla "pecora". Se si comporta in modo violento in modo gratuito (anche senza stuzzicarlo) e/o in modo "comodo" (solo con i più deboli): è un "lupo debole", uno di quelli che sarebbe stato fatto fuori dal branco in 3, 2, 1.


    Se invece ha un temperamento violento, ma senza motivazioni non accinge a far male ad alcuno e nel caso se la prende con i suoi pari o superiori: potrebbe essere un "lupo forte" o un "cane pastore".


    Con ogni probabilità se diventa volgare in modo coatto e piatto (ovvero parla solo di volgarità) è una persona volgare. Le persone "non volgari" quando sono ubriache, se (SE) sono intelligenti: di solito mischiano termini acculturati e ricercati con volgarità specifiche e ben mirate.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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