Mi pare di sentire lo studente fuoricorso che "da domani si mette a studiare 12 ore al giorno"
Lieto di stimolare la tua ironia
Sempre detto che c'è chi nei drammi trova spazio per il divertimento
Mi pare di sentire lo studente fuoricorso che "da domani si mette a studiare 12 ore al giorno"
Lieto di stimolare la tua ironia
Sempre detto che c'è chi nei drammi trova spazio per il divertimento
Lieto di stimolare la tua ironia
All'indomani di un terremoto: "da oggi bisogna pensare alla sicurezza sismica".
All'indomani di una alluvione: "da oggi bisogna pensare all'emergenza idrogeologica".
All'indomani di un ponte che crolla: "da oggi la sicurezza delle autostrade sta al primo posto".
All'indomani di una pandemia: "da oggi il piano pandemico deve essere sempre aggiornato".
Etc... etc... etc...
A sto giro "bisogna pensare all'indipendenza energetica"
Sto paese riparte sempre e non arriva mai
Sempre detto che c'è chi nei drammi trova spazio per il divertimento
Non capisco perche' bisogna restare sempre seri anche quando non serve a niente.
A proposito, ecco un video di ucraini che si sono stancati di restare seri e hanno deciso di sposarsi:
In tema di indipendenza energetica, non dimentichiamo l'indipendenza energetica va a sommarsi alla transizione ecologica. Dal 2023 sono previsti aumenti della tassazione su benzina e gasolio, ad esempio, per incentivare appunto la transizione ecologica che dovra' portarci ad avere solo auto elettriche. Anche l'ennesimo dibattito recente sul nucleare in Italia c'entra con la transizione ecologica, e capire se il nucleare sia green (per la Co2) oppure no (per le scorie). Qualcuno mi pare abbia pure detto che questa crisi energetica ci fara' comodo per accelerare la transizione ecologica, ma non ricordo chi, non trovo l'articolo. Draghi intanto pare intenda puntare sul nucleare ma a fusione, che pero' credo ancora non esista, infatti parla di prototipo entro il 2028: https://www.corriere.it/econom…c-82d5-6f137f6a69fd.shtml
Mostra di PiùAll'indomani di un terremoto: "da oggi bisogna pensare alla sicurezza sismica".
All'indomani di una alluvione: "da oggi bisogna pensare all'emergenza idrogeologica".
All'indomani di un ponte che crolla: "da oggi la sicurezza delle autostrade sta al primo posto".
All'indomani di una pandemia: "da oggi il piano pandemico deve essere sempre aggiornato".
Etc... etc... etc...
A sto giro "bisogna pensare all'indipendenza energetica"
Sto paese riparte sempre e non arriva mai
O si trova il modo di chiudere questo cerchio, o fra "tot" anni, sarà un'altra guerra.
Io posso dire che di tutte le cose spiacevoli lette, non mancano le uscite degli USA, che soffiano anche sul fuoco della Cina che cerca di mediare. Interrompere le sanzioni non è una richiesta così assurda SE ti inserisci in una mediazione che quasi nessun altro può fare (Europa no, resta la Turchia e pochi altri). Davvero non c'è alcun interesse di salvare la popolazione Ucraina trovando anche un compromesso, come dire "inziale", senza posizioni definitive ma da rivedere intanto che il fuoco è cessato, la sensazione è che si stia aspettando, coscientemente, che la situazione sia degenerata e poi da lì si faranno le misurazioni, forse per poter dire "Che possiamo farci, purtroppo il cattivo di turno ecc" discorsi alla Biden insomma.
È vero, i comportamenti sono contraddittori. Probabilmente anche gli Usa hanno una loro strategia e anche lì vai a capire. Certo non credo che l'Ucraina sia per loro così vitale e fondamentale da rischiare una guerra mondiale. E ovviamente lo spero per tutti, Ucraini compresi. Probabilmente l'obiettivo è indebolire Putin, o meglio tentare di indebolirlo.
Tuttavia dovendo esprimere una personale opinione che ovviamente lascia il tempo che trova io ho la forte sensazione che, forse per la prima volta dal secondo dopoguerra, gli USA non hanno né una strategia precisa né un reale controllo sulla politica estera. Un Presidente anziano, il ritiro dall'Afghanistan, la netta vittoria della strategia russa in Siria a discapito di quella approntata da Obama...
Noi siamo cresciuti con la visione "atlantica". Usa e Europa a traino gestivano la scacchiera internazionale a loro piacimento. Invece probabilmente c'è un cambio di rotta negli equilibri internazionali, non solo a livello commerciale ma anche militare. Noi siamo più noi a fare il bello e il brutto tempo e giusto ieri il Presidente cinese ha definito il legame con la Russia solido come una roccia.
Il sistema democratico è quello che noi conosciamo ed accettiamo (senza curarcene attivamente) ma né l'unico e probabilmente nemmeno il migliore...
Io l'ho sempre detto.
La democrazia è sopravvalutata, soprattutto se pensiamo che la maggior parte delle persone potrebbe non essere in grado di votare con la testa o con l'anima. Votano il buffone che promette più scambio per il voto.
La dittatura si sta già concretizzando sempre più ogni giorno che passa: un totalitarismo tecnocratico ed insidioso basato sulla propaganda e controllo di informazione e cittadinanza, che vedrà probabilmente il suo compimento con l'instaurazione di un sistema di credito sociale sulla falsariga di quello cinese.
Mi autocito per riportare una "lectio magistralis" del Prof. Cappelli, di quelle che purtroppo temo non sarà più possibile udire in un'aula magna di università, che tratta del preoccupante deficit di libertà venutosi a creare nelle (ex) democrazie occidentali, con particolare attenzione alla condizione italiana, e volge uno sguardo anche verso la genesi della crisi ucraina.
Io l'ho sempre detto.
La democrazia è sopravvalutata, soprattutto se pensiamo che la maggior parte delle persone potrebbe non essere in grado di votare con la testa o con l'anima. Votano il buffone che promette più scambio per il voto.
Quello è un problema culturale, non di metodo, democratico o meno.
Però, tra l'emergenza del mercoledì e quella venerdì, i migliori si concentrano anche sulla ripartenza...
Intanto, nel conto delle vittime dell'invasione dell'Ucraina va inserita la GLOBALIZZAZIONE dei mercati.
Il sistema delle sanzioni, che è suscettibile di innalzamento della intollerabilità sia per chi le subisce che per chi le applica, finisce col ridisegnare nuove modalità di relazioni economiche e sociali.
C'è il rischio serio - se non si raggiunge rapidamente una pace, cioè una definizione politica di un nuovo assetto nel centro dell'Europa - che le nazioni procedano ad una diversa strutturazione duratura dei rapporti commerciali e politici, con il ritorno al sistema dei dazi doganali come mezzi di regolazione degli scambi.
Sarebbe la fine definitiva del WTO e della globalizzazione, quale l'abbiamo conosciuta ed implementata dagli anni '90. Anche della illusione che un (più) libero svolgimento dei commerci internazionali costituisca il miglior antidoto contro lo scoppio di guerre a livello globale, tralasciando quelle di natura "locale" (fattore che, alla lunga, si è rivelato ipocritamente distruttivo del nuovo "sistema" globale).
E sui prevedibili sviluppi negativi post-globalizzazione, almeno un paio di generazioni (dico quelli tra i 20 e 40 anni) potrebbero pagare il prezzo più elevato, per la scomparsa di un sistema di relazioni internazionali che modifica le possibilità di azione degli individui e le prospettive di tipo economico, colturale e relazionale.
Non è un caso che il flusso di emigrati russi che si sta verificando in questi giorni (attraverso la Finlandia) ricomprenda - stando alle poche notizie disponibili - in gran parte russi giovanissimi e giovani (appunto 30-40 anni), in gran parte managers di imprese colpite dalle sanzioni. Il timore è che la nuova "iron curtain" scenda anche ad impedire il grado di interscambio personale che è stato possibile negli ultimi decenni, come accadde per il muro di Berlino 60 anni fa.
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