Compensa levando altre sostanze, ad esempio se bevi molto alcool levalo di mezzo.
Sono astemio, non fumo, non mi drogo. Nessuna gioia.
Compensa levando altre sostanze, ad esempio se bevi molto alcool levalo di mezzo.
Sono astemio, non fumo, non mi drogo. Nessuna gioia.
Sono astemio, non fumo, non mi drogo. Nessuna gioia.
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Il vino... mai senza
Il vino... mai senza
Birra e vino a volontà.
Birra e vino a volontà.
Mah si... gioia della vita. Rinunciare a tutto mai!
Perché questo gli psichiatri non lo dicono???
Dipende dal medico che ti segue... Che la terapia sia prescritta dal medico di famiglia o da uno psichiatra del ssn, generalmente il tempo che questi medici hanno a disposizione per ogni assistito è molto ridotto, quindi dovranno inevitabilmente stabilire delle priorità. L'idea che mi son fatto è che gli ansiosi (come disturbo prevalente) occupino una posizione molto bassa nella gerarchia delle priorità . Poi noi diamo correttamente per scontato che un medico sia molto formato (sicuramente più di noi), mentre il medico non può dire lo stesso di noi, spesso ci conosce solo in quei 15 minuti di visita, molte informazioni non sa nemmeno se siamo in grado di comprenderle, e alcune di queste potrebbero anche peggiorarci l'ansia. Poi c'è da considerare anche la risposta soggettiva di ognuno di noi... è inutile dire che il farmaco potrebbe fare effetto, non so... tra le 2 settimane e i 4 mesi, oppure che potrebbe in casi eccezionali generare scompensi cardiocircolatori, sindromi di vario tipo ecc. Certe informazioni potrebbero, su grandi numeri, fare più danno che profitto.
Certo, in un mondo ideale la prima visita psichiatrica durerebbe magari un'oretta, seguita da visite ben cadenzate, una attenta diagnosi differenziale e prescrizione di una terapia cucita esattamente su misura; eventuale psicoterapia attivata molto rapidamente e regolari consulenze di altri professionisti, così da essere seguiti anche per gli eventi collaterali (sia per l'ansia sia per il farmaco stesso).
Ho la sensazione che se ogni medico ci avesse informato dettagliatamente su ogni singolo evento avverso, 3/4 di noi non avrebbe neanche iniziato o continuato la terapia farmacologica , ma semplicemente perché, soprattutto in uno stato ansioso, non sappiamo dare il giusto peso alle informazioni ricevute, perdiamo di vista anche il concetto di finestra terapeutica.
Poi c'è da considerare anche la risposta soggettiva di ognuno di noi... è inutile dire che il farmaco potrebbe fare effetto, non so... tra le 2 settimane e i 4 mesi, oppure che potrebbe in casi eccezionali generare scompensi cardiocircolatori, sindromi di vario tipo ecc. Certe informazioni potrebbero, su grandi numeri, fare più danno che profitto.
Penso anche io che sia soggettivo, che le prime settimane ci sia un aumento d'ansia lo dicono, o almeno a me l'hanno detto. Poi ad esempio a me la paroxetina ha dato i primi effetti già dopo un mese, benessere pieno sicuramente un po' più avanti, ma iniziavo a vedere la luce in fondo al tunnel.
Penso anche io che sia soggettivo, che le prime settimane ci sia un aumento d'ansia lo dicono, o almeno a me l'hanno detto. Poi ad esempio a me la paroxetina ha dato i primi effetti già dopo un mese, benessere pieno sicuramente un po' più avanti, ma iniziavo a vedere la luce in fondo al tunnel.
Quindi anche dopo un mese... io ho avuto una risposta positiva al farmaco (Efexor a 75 mg) dopo 16 giorni: l'ansia mi era di molto diminuita, mentre era rimasto un basso tono dell'umore. Inspiegabilmente, invece, dopo appena 5 giorni (quindi da giorni) l'ansia è tornata, seppure in forma un po' più lieve, mentre l'umore continua ad essere deflesso... la psichiatra oggi mi ha raddoppiato il dosaggio del farmaco a 150 mg. Sono un po' sfiduciato.
Quindi anche dopo un mese... io ho avuto una risposta positiva al farmaco (Efexor a 75 mg) dopo 16 giorni: l'ansia mi era di molto diminuita, mentre era rimasto un basso tono dell'umore. Inspiegabilmente, invece, dopo appena 5 giorni (quindi da giorni) l'ansia è tornata, seppure in forma un po' più lieve, mentre l'umore continua ad essere deflesso... la psichiatra oggi mi ha raddoppiato il dosaggio del farmaco a 150 mg. Sono un po' sfiduciato.
Io inizio domani con efexor. Partirò con 7 giorni con le capsule da 37,5mg; dall'ottavo giorno in poi a 75mg. Nella precedente terapia usai escitalopram e mi trovai veramente molto bene, il medico però ha deciso di cambiarmi farmaco, alla luce di nuove problematiche.
Magari ti darò un feedback per vedere se su di me avrà un effetto diverso.
Io inizio domani con efexor. Partirò con 7 giorni con le capsule da 37,5mg; dall'ottavo giorno in poi a 75mg. Nella precedente terapia usai escitalopram e mi trovai veramente molto bene, il medico però ha deciso di cambiarmi farmaco, alla luce di nuove problematiche.
Magari ti darò un feedback per vedere se su di me avrà un effetto diverso.
Attendo tue!
Salve a tutti, vorrei chiedervi delle opinioni sulla mia esperienza con la paroxetina.
Da quando ho iniziato a soffrire di attacchi di panico mi è successo di non riuscire più a concentrarmi abbastanza per studiare. A scuola non sono mai stato una cima, anzi... tuttavia avevo una capacità di studiare e di ricordare abbastanza nella media le varie informazioni, quando mi mettevo d'impegno. Dopo le superiori è iniziata l'ansia e gli attacchi di panico che non mi hanno più lasciato. Iniziai con la paroxetina a 20 mg che mi aiutò a gestire molto efficacemente il mio disturbo. Mi sentivo rinato, quindi iniziai con grande entusiasmo l'università. Collateralmente all'inizio dell'università si venne a formare in famiglia una situazione grave: per farla breve, mio fratello iniziò ad avere degli episodi psicotici, era aggressivo e scontroso più di quanto non lo fosse già prima, faceva uso di stupefacenti e non voleva farsi aiutare ma chiedeva in continuazione soldi a mia madre, per non dire estorceva soldi.
Io ero molto angosciato da questa situazione perché temevo che potesse farci del male da un momento all'altro, cosa che abbiamo sfiorato parecchie volte ma che non è mai accaduta fortunatamente.
Man mano che cercavo di continuare a studiare notavo che non ricordavo le cose che studiavo come un tempo anche se passavo diverse ore sui libri quotidianamente. Non riuscivo a spiegarmi questo e mi sono accanito sempre di più fino ad andare in depressione perché mi resi conto che mi ero bloccato ma non avevo il coraggio di ammetterlo né a me stesso né agli altri. Da allora non sono riuscito più a sbloccarmi, anche nella sfera relazionale ero poco concentrato, distratto e annebbiato. Ero seguito dal CSM del mio paese ma non arrivammo a una risoluzione del problema. Ricordo che lo psichiatra fu un po' brusco perché rimanevo molto in silenzio durante le sedute, mi vergognavo molto di essere caduto in quella situazione, mi vergognavo molto perché attribuivo il fallimento nello studio interamente a me. Quindi iniziai a cercare altrove altri specialisti che mi seguissero e ho provato altri farmaci negli anni ma non c'è stato verso di ristabilire le capacità cognitive che avevo prima di iniziare a soffrire di attacchi di panico. Non so se questo calo della performance è stato causato dall'ansia e dal panico o dalla paroxetina o da un mix di entrambi o ancora che il dosaggio era troppo basso.
Ricordo che la psicologa del CSM mi disse che seguiva una ragazza mia coetanea che stava assumendo molti più farmaci di me e che stava proseguendo negli studi, giusto per asfaltarmi un po' di più di quanto non facevo già io.
Qualcuno ha avuto un'esperienza simile con la paroxetina?
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