Parità sessuale: conquista femminile ma su concetti mutuati da concezioni maschili

  • Partirei proprio dalla considerazione di Lily20 (nel thread "Come comportarmi con lui dopo 8 mesi di relazione non ufficiale" nella sezione "Relazioni di coppia") che riporto qui appresso


    Se posso aggiungere una cosa OT, io vedo tutta questa "parità", così com'è intesa, totalmente sbagliata (per entrambi i sessi ma, sempre, in maggior parte per la donna)


    E non parlo solo di amore o sesso, ma anche di politica, lavoro e quant'altro.


    La donna si è semplicemente piegata al "sistema" maschile. Tutto è nato con una logica maschile, nel passato. Le aziende, il modo di governare.. la donna non ha mai messo "del suo" e, anche oggi, invece di apportare una parte del suo ruolo e della sua visione (e la visione delle donne può essere molto ampia) è stata semplicemente soggiogata dall'uomo e ne imita il ruolo più che dare il suo vero contributo.


    Non approfondisco ma avrei molto da dire a riguardo. Volevo solo lanciare una frecciatina da prendere eventualmente in considerazione.


    Ribadisco che la trovo una considerazione molto interessante che merita approfondimento.


    Sembrerebbe che il processo di raggiungimento della parità tra i sessi sia ancora incagliato nell’accettazione di modelli comportamentali che sono stati disegnati da secoli di ruolo prevalente maschile. Con tutto il bagaglio di pregiudizi e riserve che discendono da tali archetipi comportamentali ...


    Fuoco alle polveri !!!


    (----------- 8) ---------------)

    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Citazione da Lily20

    Guarda , è da un po’ che vorrei aprire un thread dedicato a riguardo… io, come donna, non riesco proprio a capire, in nessun contesto, i rapporti occasionali con uomini che non si conoscono.

    Citazione da Fran235

    sarebbe un tema interessante...io, come uomo non riuscirei ad avere un rapporto con una donna con cui non sono riuscito a stabilire prima almeno un contatto emotivo (sarò strano io...pazienza)


    Partiamo dai "rapporti occasionali".


    Diversamente dalla dichiarazione di Fran235, io credo che, in tale campo, il maschio ragioni più sotto l'effetto dell'eccitazione che della ragione.


    Certe volte, l'apparenza e l'impressione superficiale travolgono ogni razionalità maschile. Una riprova è il tipico abbigliamento delle prostitute (meno nelle "escort") dove la provocazione è la fonte dell'attività ....


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    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Certe volte, l'apparenza e l'impressione superficiale travolgono ogni razionalità maschile.

    Io parlavo di me ovviamente...e comunque posso dire che facendo l'amore sempre con la stessa donna il mio piacere (e spero anche il suo) aumentava man mano che ci conoscevamo. Solo col tempo impari veramente tanti piccoli segreti che stimolano il/la partner



    Ps

    Per motivi di impegno sociale ho conosciuto tante prostitute....non mi hanno mai suscitato attrazione (ripeto sono strano io)

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Per motivi di impegno sociale ho conosciuto tante prostitute....non mi hanno mai suscitato attrazione (ripeto sono strano io)


    Intendevo che le prostitute femmine usano sempre un abbigliamento trasgressivo (e piuttosto volgare), facendo conto sull'attrazione che produce sui maschi.

    Non mi risulta che avvenga lo stesso meccanismo per il pubblico femminile.

    Ricordo ad un ricevimento, un ambasciatore che, commentando la mise di una signora attraente e parecchio discinta, commentava che "non era bella ma, in compenso, era molto volgare ..." .


    In questo senso, l'uso dell'abbigliamento femminile è una forma di linguaggio (aggiungiamoci quello del corpo), molto più che per quanto accade in relazione all'abbigliamento e gestualità maschile.


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    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Ci sono tanti studi che confermano che in media l'attivazione maschile è prevalentemente visiva mentre quella femminile è prevalentemente tattile e olfattiva

    Si, l'eccitazione sessuale maschile è tendenzialmente visiva. Per alcuni diventa quasi un riflesso condizionato. Altri hanno bisogno di più "garanzie" per poter portare a termine un rapporto sessuale.


    Per le donne a livello ancestrale in teoria è l'esatto opposto, ovvero: a prescindere dalle ragioni che generano eccitazione, per "concedersi" un rapporto sessuale necessiterebbero di più garanzie. Questo per svariate ragioni tra cui: il rischio di gravidanza, la inferiore forza fisica (e aggressività) che possono portarla a rischi di varia natura, etc.


    Ovviamente il rischio di gravidanza oggi è controllabile, ma la resistenza che porterebbe una donna a cercare più "garanzie" è inconscia. L'inconscio non è detto che sappia che la pillola non fallisce mai.


    Se posso aggiungere una cosa OT, io vedo tutta questa "parità", così com'è intesa, totalmente sbagliata (per entrambi i sessi ma, sempre, in maggior parte per la donna)


    E non parlo solo di amore o sesso, ma anche di politica, lavoro e quant'altro.


    La donna si è semplicemente piegata al "sistema" maschile. Tutto è nato con una logica maschile, nel passato. Le aziende, il modo di governare.. la donna non ha mai messo "del suo" e, anche oggi, invece di apportare una parte del suo ruolo e della sua visione (e la visione delle donne può essere molto ampia) è stata semplicemente soggiogata dall'uomo e ne imita il ruolo più che dare il suo vero contributo.

    Quello che scrive Lily è corretto, ma non penso ci sia stata più di tanto una soggiogazione del mondo maschile nei confronti di quello femminile. Forse in politica o nel mondo del lavoro (dove l'uomo è ancora dominante), ma non nella (enorme) sfera privata o nei nuovi lavori tipo quelli offerti dai social e dal web (dove invece dominano le donne).


    Temo che tutto l'equivoco ruoti attorno alla "fluidità" con cui s'intendono anche i generi e le appartenenze ai vari "mondi" creati dal politically correct e dal sessismo di controtendenza. Per "funzionare" questi sistemi si basano sulla teoria e sui dogmi. Uno di questi è il considerare uomini e donne identici in tutto e per tutto, in barba alla biologia, alla storia e alla antropologia.


    Ecco che anche nella sessualità la donna si sente "forte" se imita il comportamento maschile. Certo qualcuna ci sarà che ha davvero un comportamento maschile non indotto dal sessismo di controtendenza o dall'ignoranza sentimentale, tuttavia le altre restano deluse dal risultato. Molte si ritrovano a chiedersi "Perché non funzionano iniziano nemmeno le mie relazioni? Era sempre solo sesso?". Qui sul forum ci sono parecchi esempi.


    Quella che credo sia la risposta alla domanda l'ho scritta in parecchie occasioni. Tra le varie ragioni che concorrono a non far funzionare la "relazione" ci sono tutte le resistenze che inconsciamente l'uomo mette in atto quando si trova di fronte a una donna dal comportamento "sessualmente maschile".


    L'uomo tendenzialmente non s'innamorerebbe di una donna che inconsciamente cataloga come "per fare sesso" o che si presenta con quel biglietto da visita, perché teme che lo stesso comportamento sia attuato anche con (troppi) altri. Ha delle insicurezze di fondo. Ha la inconscia tendenza a "svalutare" una partner che non ha conquistato in alcun modo se non mentendo. Ha la atavica inconscia tendenza a diffidare di una partner che potrebbe metterlo a rischio di allevare figli non suoi (anche se non ne vuole, la resistenza è inconscia). Ha la resistenza data dallo spirito di gruppo maschile, per cui non si ama una donna sessualmente condivisa con altri del branco a meno di non avere l'approvazione del branco e abbastanza sicurezza di sé per riuscire a reggere il peso di questa scelta (che poi è forse il caso del thread da cui siamo partiti).


    Ora vado a memoria e sono un po' stanco quindi certamente dimentico qualcosa che ho lasciato scritto in altri thread.


    Tendenzialmente non significa "sempre". Ognuno poi ragiona a modo suo.



    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Argomento interessante, con mille sfaccettature ed aspetti.


    La parità piegata su un modello maschile....


    Parto dal presupposto che la parità non esiste perché maschi e femmine sono diversi, per cui tutta la "manfrina" della parità andrebbe calata nei diversi ambiti in cui viviamo.


    Nel lavoro è questione culturale in cui il nostro paese non ce la farà mai, troppo profondo il pregiudizio (soprattutto femminile), troppo forte il potere che si sgretolando. Si cerca di rimediare con strumenti artificiali che rasentano l'assurdo e poco cambiano, oltre un minimo di forma.


    Interessante diventa la questione nel privato, nelle relazioni, sesso compreso. Nel sesso le differenze sono talmente profonde che la parità non solo non può esserci ma sarebbe pure dannosa. I ruoli di coppia sono quelli da reinventare, nello sterminato prato della presunta libertà le persone perlopiù non sanno più orientarsi perché trattasi di prati senza recinti. Si arriva a situazioni in cui ci si orienta con un occhio a vecchi schemi e con l'altro alla novità.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Nel sesso le differenze sono talmente profonde che la parità non solo non può esserci ma sarebbe pure dannosa. I ruoli di coppia sono quelli da reinventare, nello sterminato prato della presunta libertà le persone perlopiù non sanno più orientarsi perché trattasi di prati senza recinti. Si arriva a situazioni in cui ci si orienta con un occhio a vecchi schemi e con l'altro alla novità.

    Concordo da sempre su questa considerazione, che poi è un'interpretazione dei comportamenti sociali della nostra società occidentale.

    Al conseguimento di quella che, per convenzione, abbiamo chiamato "parità" sessuale femminile è connesso, secondo me, il verificarsi di una confusione generalizzata dei modi di comportamento, dovuta ad apparenti difetti di punti di riferimento.


    Era ed è chiaro - e qui parlo come genitore di figlia femmina ormai trentenne - che se il messaggio generale circolante tra i giovani negli ultimi 40-50 anni è progressivamente passato per le femmine dall'ossessione della preservazione della verginità fino al matrimonio all'impazienza di togliersi il problema della verginità per agire liberamente in campo sessuale (grazie alla pillola anticoncezionale), ogni genitore si è arrangiato a prospettare (non più imporre, anche per obiettiva mancanza di capacità coercitiva) l'opportunità di agire con cautela e moderazione senza lasciarsi andare totalmente.


    Siamo sinceri fino in fondo, è stato quasi l'equivalente di fare una passeggiata in un campo minato, ascoltando quello che accadeva alle figlie di conoscenti ed amici.


    Fortunatamente, a me è andata relativamente bene, nel senso che la figlia ha fatto coppia con un uomo più grande di lei ed è rimasta sostanzialmente fedele e stabile in quella relazione da oltre un decennio. Il suo partner non è che inizialmente fosse proprio gradito a me padre ed alla madre (per la differenza di età, ecc.), ma abbiamo tenuto per noi le nostre riserve e preoccupazioni (che se fossero emerse sotto forma di contrapposizione avrebbero provocato una reazione di segno opposto) ed abbiamo svolto il ruolo di osservatori e, per altro verso, di suoi cauti confidenti nelle alterne vicende del rapporto.

    Ma non è che non vivessi anche personalmente quella confusione di valori cui ho fatto cenno. A questo proposito posso accennare al particolare (emblematico) ricordo di tre episodi, altrettante cene alle quali ho invitato la figlia (che si è sempre presentata con il suo storico compagno) mentre io ero accompagnato da donne diverse presentate come mie compagne del momento (una delle quali era più grande di soli 9 anni di mia figlia).


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    Ogni cosa umana ha un inizio ed una fine: il lavoro finisce, l’amore muore, l’esistenza arriva alla fine, eppure ci affanniamo a considerare eterne cose e sentimenti che non lo sono e soffrire per la loro caducità. Irrazionalità umana, per fortuna.

  • Tutto nasce, a mio modesto parere, da una erronea declinazione del concetto di parità e soprattutto di equità. Equità è anche trattare in modo diverso situazioni oggettivamente diverse. Faccio un esempio anche un pò stupidino, ma spero chiaro. Se io tocco il posteriore a una collega non è lo stesso se è la collega a toccarlo a me (posto che in entrambi i casi non è un gesto da applausi)

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Secondo me è opportuno distinguere fra parità e uguaglianza, o fra i due sensi di uguaglianza, se preferite. Uguaglianza in questo caso non significa essere uguali, ma avere uguali diritti e opportunità, senza preclusioni basate sul sesso di appartenenza, tanto nel mondo del lavoro che nella vita privata, compresa quella sessuale, e su questo si sono fatti degli enormi passi avanti.

    Senza dubbio, ci sono anche svariate conseguenze negative, ma almeno una donna ora può fare le sue scelte molto più liberamente di cent'anni fa, quando alcune cose non erano neppure contemplabili. Più libertà= più dubbi e più rischi, ma ugualmente io non farei cambio con mia nonna nè con una donna dei paesi arabi.

    La donna si è semplicemente piegata al "sistema" maschile. Tutto è nato con una logica maschile, nel passato. Le aziende, il modo di governare.. la donna non ha mai messo "del suo" e, anche oggi, invece di apportare una parte del suo ruolo e della sua visione (e la visione delle donne può essere molto ampia) è stata semplicemente soggiogata dall'uomo e ne imita il ruolo più che dare il suo vero contributo.

    Mi scuso se è venuto citato Pivaldo, in realtà le parole sono di Lily20.

    Questo è un pensiero che ho sentito spesso e che condivido solo in parte. Cioè, è vero che la donna si è adattata al sistema che ha trovato, costruito sostanzialmente dagli uomini, e non ha messo molto di suo nella maggior parte dei campi.

    Però, mi chiedo, cosa avrebbe potuto mettere di specificatamente femminile e nello stesso tempo funzionale? In altre parole, le qualità più tipicamente femminili, a mio avviso, sono la minore aggressività e competitività, la maggior empatia e la maggior propensione all'accudimento e alla cura. Ma dubito che possano essere la base di un modello di società diverso, prima o poi ci vuole una qualche forma di potere decisionale che regoli la vita comune, e si torna a dinamiche considerate maschili. Poi, ci possono essere naturalmente gradi molto diversi di queste dinamiche e situazioni in cui vengono bilanciate e integrate da una maggior presenza di caratteristiche più femminili, ma non credo che sia possibile eluderle del tutto.

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