Derealizzazione e depersonalizzazione, come superarle?

  • Sì, penso di aver avuto un'esperienza simile in passato. Dopo un forte attacco di panico, penso di aver sofferto di derealizzazione; in quell'occasione andò via da sola perché iniziai a lavorare e non me ne accorsi nemmeno. Ma a questo giro è stato davvero forte; non nego che sto meglio, ma se penso al concetto di realtà e di essere "fuori" dal corpo, ancora traballo un po’; però, giustamente, è un percorso che richiede tempo. Certo, vorrei conoscere la tua esperienza.

    Ok, perfetto, allora vedi che piano piano, con tanta pazienza, i tasselli si uniscono. Forse devi fare come hai fatto l’altra volta, cercare una distrazione che allontani il tuo cervello da questo circolo di ossessioni; mi rendo conto che non è facile, tu provaci. Poi ti renderai conto che è molto più facile fare che pensare di dover fare. Le volte che non ci riesci, non demoralizzarti; il sintomo, d’altronde, è lì per dirci qualcosa; se non riusciamo a mandarlo via, vuol dire che vuol dirci qualcosa di molto importante.


    Ti racconto la mia storia, spero di non essere troppo prolissa, ma non ti prometto nulla. Settembre 2022, sono in classe, seconda ora, italiano; a questa piccola parentesi, era un periodo nel quale ero sottopeso di circa 15 kg per un disturbo alimentare, avevo la mononucleosi senza saperlo; da lì a pochi giorni mi sarebbe dovuto arrivare il ciclo anche se, a causa del mio disturbo alimentare, ogni tanto saltava, e indossavo dei vestiti molto pesanti, nonostante fosse ancora caldo; nella mia scuola non si possono avere ginocchia, gambe, caviglie, spalle oppure braccia scoperte, quindi vestita come se fosse gennaio.


    A un certo punto inizia a girarmi la testa, iniziano a formicolare le mani, le labbra, la lingua e la punta del naso; mi guardo attorno; a causa della mia disabilità visiva ho un’insegnante di sostegno che mi aiuta nel prendere appunti; le dico di non stare bene e lei mi accompagna fuori dalla classe. Avendo avuto molti cali di pressione nella mia vita, ho iniziato ad ingozzarmi di caramelle e liquirizia; non è servito a niente; tremavo e avevo freddissimo; lo stomaco continuava ad attorcigliarsi e avevo un terribile bisogno di sedermi. Amo il mio fidanzato dei tempi, ormai ex, che era a casa per una forte tonsillite; gli dico di non dimenticarsi di me che da lì a pochi minuti sarei morta; mi sembrava tutto assurdo, tutto.


    Sto leggermente meglio, faccio merenda, ma comunque decido di tornare a casa; non so se questo è stato un calo di pressione oppure il primo attacco di panico; propendo per l’idea del calo di pressione a causa delle motivazioni che ti ho elencato prima, ma posso propendere qualche volta anche per l’idea dell’attacco di panico, visto che era da un mese che tutte le volte che mi trovavo in determinate situazioni ne stavo a sentire una mano che mi stringeva la gola e la forte paura di svenire; inoltre, due giorni prima, avevo avuto una sensazione analoga sempre durante l’orario scolastico, ma poi non era successo niente una volta che mi ero distratta a rispondere alle domande della professoressa.


    Cerco di andare avanti, ma nel gennaio del 2023, l’abisso. Dopo le vacanze di Natale, faccio veramente fatica a tornare a scuola e ho saltato praticamente tutto il primo mese; avrò fatto solo due giorni di presenza; mi alzo, sono convinta di andare a scuola, mi faccio forza, ma appena faccio colazione, vomito tutto; vado in bagno per lavarmi i denti, ma anche lì continuo a vomitare, tremo, ho paura e, quindi, spesso, alla fine resto a casa. Decido di iniziare un percorso di psicoterapia affiancandolo a una blanda assunzione di Lexotan al bisogno; la psicoterapia mi aiuta, ma non troppo; vado avanti e la situazione sembra calmarsi leggermente; verso fine marzo del 2023, però, inizio a notare che alcune sensazioni che ero solita provare solamente durante oppure dopo un attacco di panico si dilatano e prendono tutte le mie giornate.


    La consapevolezza del fatto che queste sensazioni stessero diventando molto più forti è arrivata durante una cena in famiglia; inizio a vedere tutto nero, delle luci fortissime arrivano dagli angoli degli occhi, come quelle del teatro quando illuminano solamente un attore sul palco; mi sento le mani sottilissime e ho paura di non riuscire a tenere la forchetta in mano; inizio a tremare, mi alzo da tavola e inizio ad urlare per casa dicendo di chiamare un’ambulanza, che stavo diventando pazza oppure che sarei morta. La situazione si calma, ma mi rendo conto che quella sensazione era stata spesso presente nella mia vita da quando soffrivo di attacchi di panico, ma io non avevo mai considerato troppo la sua presenza; da quel giorno, evidentemente, mi ci sono ossessionata ed è diventata una sensazione di derealizzazione cronica, che va avanti dal 30 marzo del 2023, 24 ore su 24, 7 giorni su sette, ovviamente durante gli attacchi di panico oppure immediatamente dopo.

  • Scusa, il messaggio era troppo lungo, quindi mi sono trovata costretta a tagliarlo e scriverlo di nuovo un paio di volte; spero di non dimenticarmi nulla. Dicevo, ovviamente durante gli attacchi di panico oppure immediatamente dopo questa sensazione è molto più forte, ma diciamo che non mi abbandona mai, mai, mai, mai.


    Nel maggio del 2023, il giorno dopo il mio 17º compleanno, vengo colpita da un forte lutto familiare: viene a mancare mia zia, una delle persone alle quali sono sempre stata più legata; eravamo, caratterialmente parlando, identiche, facevamo gli stessi ragionamenti e, nonostante negli ultimi anni il nostro rapporto si fosse un po’ indebolito, ci completavamo ancora a vicenda. Dopo questo avvenimento vengo tormentata da delle domande ossessive riguardanti la morte. Finisco la terza superiore con tanta fatica, ma ci riesco comunque; sono felice di non dover più andare a scuola, ma troppo tardi mi rendo conto che, vivendo in un piccolo paesino e non avendo nemmeno un briciolo di amico, perché sì, anche la relazione con il mio fidanzato stava andando piuttosto a rotoli e quindi passavamo settimane intere senza parlarci, il mio cervello era totalmente libero di scorrazzare senza problemi negli abissi più profondi della mente, delle ossessioni e della paura. Passo metà giugno, tutto luglio e una ventina di giorni di agosto chiusa in casa; non riesco a mangiare, vado di nuovo sottopeso; ogni sera è un delirio diverso; urlo, piango, non riconosco i miei genitori; qualche volta penso anche concretamente al suicidio; l’avrei fatto gettandomi dalla finestra. Però non lo faccio, non lo faccio per i miei genitori perché non voglio farli soffrire troppo, non lo faccio per mia zia, perché lei, due giorni prima di morire, diceva: “Non voglio andarmene”.


    Nel settembre del 2023 rinizio la scuola; con alti e bassi arrivo a dicembre dello stesso anno, soddisfatta di tutto il mio percorso. Ovviamente a gennaio, dopo le vacanze, è sempre un po’ difficile andare avanti, ma mi rendo conto degli enormi passi che ho fatto e non mi faccio problemi; le assenze in quarta superiore, rispetto a quelle della terza, diminuiscono e non rischio più la bocciatura a causa dei giorni di assenza; vado avanti, ovviamente tra alti e bassi, ma rendendomi conto che rispetto all’anno prima ero totalmente una persona diversa, riprendendo i chili necessari per stare bene, mi torna il ciclo, ho meno paura delle cose, sono più libera. Una volta finita la quarta superiore, ho un po’ paura che l’estate sia di nuovo disastrosa; non è stata così; sarei dovuta partire con mia madre per fare un viaggio a piedi per tutta Italia; poi a mia nonna è stato diagnosticato il diabete e una grave forma di, non si sa ancora se depressione oppure demenza senile, quindi il viaggio salta, ma non importa, andiamo avanti; vado al mio primo concerto; mi sento più felice che mai, ma sempre con quel velo di apatia che ricopre ogni cosa.


    Inizio la quinta superiore; ho paura di ricadere nel baratro, ma vado avanti; la mattina mi obbligo a fare colazione, anche se non voglio; ho nella tasca della giacca sempre qualche bustina di sale, zucchero oppure delle caramelle alla liquirizia, visto che la mia paura più grande è quella di svenire. Ora come ora ti posso dire che sono cambiata molto; sono più i momenti belli rispetto a quelli brutti, ma quando l’ansia torna, basta un piccolo secondo di paura per farmi ripiombare nell’abisso; non mi interessa. Ho trovato le mie cure; ho cambiato psicoterapeuta visto che con quella di prima non mi trovavo bene; ora scrivo, disegno, dipingo, leggo, quando serve, piango. Mi mancano quattro/cinque mesi di scuola superiore; ho un po’ paura dell’esame di maturità; ho paura di svenire davanti a tutti, soprattutto davanti ai commissari esterni; non mi interesso; chissà quante persone saranno svenute durante l’esame di maturità. Verso ottobre dovrei iniziare l’università; a settembre ho l’esame per entrare a Scienze e tecniche psicologiche; non vedo l’ora; sono entusiasta; sento la necessità di cambiare qualcosa nella mia vita. Ovviamente, al 100%, mi sarò dimenticata qualcosa; se ti serve, fammi tutte le domande che vuoi.

  • Vedi, è proprio questo che ci frega perché, come hai detto tu, non abbiamo pazienza e restiamo sempre col pensiero costante che questo schifo di situazione possa risolversi, mettendo in primo piano solo ed esclusivamente questo aspetto nella nostra vita.

    In questi 8 mesi non hai avuto un solo giorno in cui sei stato bene? Oppure hai notato un miglioramento?

    Ciao, hai poi risolto?

    Sì, penso di aver avuto un'esperienza simile in passato. Dopo un forte attacco di panico, penso di aver sofferto di derealizzazione; in quell'occasione andò via da sola perché iniziai a lavorare e non me ne accorsi nemmeno. Ma a questo giro è stato davvero forte; non nego che sto meglio, ma se penso al concetto di realtà e di essere "fuori" dal corpo, ancora traballo un po’; però, giustamente, è un percorso che richiede tempo. Certo, vorrei conoscere la tua esperienza.

    Ciao, stai meglio? Ne sei guarito?

  • Non so come si superano. A me è capitato di averle anche in seduta dallo psicologo... A un certo punto mi sembrava di vedere doppio, come se non fossi ben centrata. Mi sono spaventata tantissimo perché pensavo di diventare cieca. (Ho una paura di perdere la vista...) Purtroppo poi ti porti dietro per molto tempo quella strana sensazione di distacco dalla realtà.

    È brutto sperimentarlo. Veramente brutto. Io non so ancora bene come si affronta una sensazione simile perché mi spaventa, essendo una maniaca del controllo. Da quel poco che ho capito, i fenomeni dissociativi, di derealizzazione... avvengono perché quello che sta accadendo non ci piace.

    Mi sono chiesta più volte cosa non potesse piacermi dello stare a cena con amici o parenti, e la risposta è stata... che forse qualcosa nella conversazione che è stato detto mi ha triggerato.

    Più che darmi sollievo, mi abbatte... Ormai il mio cervello risponde male a qualsiasi impulso.

  • Ciao a tutti, volevo avere qualche consiglio per chi è in dissociazione per uscire da questo sogno, credo di esserci da 2 anni dopo un esordio di disturbo bipolare, sto provando molti sintomi di depersonalizzazione e derealizazzione.


    Ho fatto visite neurologiche, test cognitivi psicologici, risonanza alla testa, parlato allo psichiatra e nessuno mi da indicazioni su come gestire questa stranezza mentale.


    Ci sono momenti dove sento di più i sintomi e altri sono attenuati. Quelli sempre persistenti e più fastidiosi sono la mia testa come chiusa in un casco da moto o in una ampolla d'acqua, la sensazione che tutto sia distante da me e mi sembra di vivere in un sogno o un film dove le altre persone intorno a me sono secondarie al mio protagonista.


    Quello peggiore è il tempo troppo veloce, non riesco a stare al passo con il tempo che già finisce la giornata e quello successo ieri mi sembra successo un mese fa, non riesco a ricordarmi bene le belle giornate che già finiscono e mi sembrano molto distanti che quasi non le ricordo. La cosa positiva è che non mi annoio mai e i momenti senza fare nulla passano veloci, poi però mi sale del rimpianto di non aver fatto qualcosa in quel poco tempo, sento la vita scorrere come acqua.


    Alcune volte mi capita di non sapere dove mi trovo e resto in confusione per minuti, quando guardo un film o una serie tv, oppure quanto faccio sogni molto vividi mi sveglio e non capisco dove mi trovo. Per fortuna non mi capita spesso.


    Informandomi ho capito che anche Il mio corpo da segnali di dissociazione sento la pelle in braccia o gambe come toccare quella di un altra persona, e ho due zone completamente insensibili in centro schiena e piccola zona sulla coscia destra, non ho mai approfondito del problema ma credo sia collegato.


    Molte volte mi capitava di passare molti giorni con continui flashback vividi dell'infanzia e del passato soprattutto con odori e ambiantazioni del presente. Ora è un bel periodo che non mi capita spesso. Non saprei se fa parte di questa dissociazione o è un altro scherzo della mente, il problema è che se mi capita con qualcuno sembro una statua, una votla capitato con il capo al lavoro e mi disse se stavo bene, ho cercato di inventarmi di avere mal di testa.


    Ho riflettuto molto di come sono entrato in questo stato, credo magari dopo la depressione, sparita a un tratto dal disturbo bipolare per proteggere la mia mente dai pensieri negativi del passato dai traumi d'infanzia e recenti in questo modo è come se sto vivendo con un altra persona senza la parte di me in sofferenza. Sento che comunque non sono quello di prima e dopo questi anni mi sto abituando e ambientando alle sensazioni e segnali strani, mi sembra però di vivere come un'alieno, mi estraneo sempre dagli altri, troppe cose da nascondere, poi passo per strano...

  • Ciao Lumen oltre al disturbo bipolare, hai fatto qualche test per le neurodivergenze?

    Quello che scrivi mi ricorda molto sia alcuni tratti dell'autismo che dell'ADHD... in età adulta possono accentuarsi ancora di più...

    Ciao, no non ho mai fatto quei test, solo quando ero piccolo mi trovarono una difficoltà dell'attenzione, dislessia e discalculia, di cui ora nella vita quotidiana che da cinque anni sono autonomo mi ritrovo ad avere problemi di memoria, concentrazione. Effettuato dei test psicologici cognitivi spazio-temporali l'anno scorso e mi dissero che ho un problema di memorizzazione di quello che mi dicono gli altri e vado poi a dimenticarli un attimo dopo. Ho bisogno che mi dicono più volte per capire bene e ricordarmi quell'istante. Insomma più vado avanti più scopro molti altri problemi mentali e cognitivi.

    • Nuovo

    Ciao Lumen, anche io sono reduce da un lungo episodio dissociativo e di derealizzazione, non ne avevo mai avuto esperienza prima, la cosa ha lasciato in me un forte segno e voglia di approfondire la cosa.

    Ho analizzato i fattori scatenanti e individuato un episodio chiave, e allo stesso modo c’è stato un episodio che ha chiuso il cerchio, permettendomi di uscire dalla modalità con il cervello in stand-by perché non poteva sentire quel dolore.


    Ti consiglio anche io di approfondire il discorso neurodivergenze, io sono 3E e di sicuro questo spiega in parte la cosa.

    • Nuovo

    Ciao Lumen, anche io sono reduce da un lungo episodio dissociativo e di derealizzazione, non ne avevo mai avuto esperienza prima, la cosa ha lasciato in me un forte segno e voglia di approfondire la cosa.

    Ho analizzato i fattori scatenanti e individuato un episodio chiave, e allo stesso modo c’è stato un episodio che ha chiuso il cerchio, permettendomi di uscire dalla modalità con il cervello in stand-by perché non poteva sentire quel dolore.


    Ti consiglio anche io di approfondire il discorso neurodivergenze, io sono 3E e di sicuro questo spiega in parte la cosa.

    Quando tempo sei riuscita ad uscire dalla dissociazione?


    Mi hanno consigliato più volte una psicoterapia, ma purtroppo non posso sostenere gli incontri.

    Hai fatto un percorso di psicoterapia?


    Si può superarla da soli?


    Sto riflettendo da mesi ma ci sono stati tanti episodi di dolore della mia giovane vita e non saprei riconoscere quello più forte.


    Il monento più doloroso nel profondo è stato quando la mia ragazza ha avuto un periodo difficile in malattia, oppure i miei problemi dalla nascita al cuore, le operazioni e le terapie ma anche quel episodio del disturbo biolare nel complesso mi ha sconvolto perché quella forte depressione mi ha accentuato tutte le sofferenze della mia infanzia e di quelle nel presente e le paure ne sono uscito terrorizzato, ma anche l'euforia mi ha fatto provare cose che non credevo fossero in me e mi sono sembrano tutte anormali. Credo che la mia paura più grande è di fare un altra fase bipolare di depressione e maniacale e sono convinto che potrebbe essere che la mia mente vuole evitare di riprovare quell'episodio che collega poi il resto del mio passato per non scatenare un altra episodio.


    Per le neurodivergenze, ci avevo pensato alcune volte perché cercando in internet alcune mia caratteristiche sono molto simili all'autismo, anche facendo dei test veloci su alcuni siti internet mi dicono che ho un altra percentuale di autismo, mentre ADHD molto scarsa.


    Però non si scopre da bambino l'autismo?

    Gli insegnanti mi hanno trovato solo dislessia e discalculia e problemi attentivi di concentrazione con difficoltà a memorizzare.

    Di cui i miei genitori hanno approfondito in un centro di logopedia.

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