ma non a vita, ma se una persona è in un periodo particolarmente difficile di crisi acute di ansia frequenti, non vedo perché non se ne debba avvalere...io purtroppo ho avuto brutte esperienze con gli ssri...

Terapia nuova
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a parte che quello che uso io (non so gli altri) ci impiega ben più di 10 secondi per calmarmi, comunque non mi è possibile adesso come adesso nemmeno mettere piedi fuori casa senza un ausilio. Ho provato? Si, più volte. Cosa è successo? Mi è venuto il panico e sono voluta tornare indietro. E sono tornata indietro.
Quanto ti capisco. Secondo me dipende da come vengono questi attacchi. Perche io talmente li avevo forti che non camminavo più per paura di cadere. E pensare che il cervello fa tutto questo uno scompenso ce e il farmaco aiuta eccome. Non li vorrei prendere per sempre ma che importa se alla fine ti fa star bene ?
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ma non a vita, ma se una persona è in un periodo particolarmente difficile di crisi acute di ansia frequenti, non vedo perché non se ne debba avvalere...io purtroppo ho avuto brutte esperienze con gli ssri...
Io non ho mai detto che uno non se ne può avvalere.
Io dico che, se si fa fa questa scelta, si dovrebbe aver l'accortezza di contestualizzarla all'interno di una strategia terapeutica più organica e lungimirante del "prenda questo e questo e ci vediamo tra 1 mese per valutare se fa effetto".
E' il mio pensiero... poi ovviamente ognuno è libero di fare come meglio crede
Non li vorrei prendere per sempre ma che importa se alla fine ti fa star bene ?
A meno che non si soffra di patologie organiche croniche, nessun farmaco dovrebbe essere assunto a tempo indeterminato. Sia perché ad un certo punto smette di avere effetto e sia perché aumenta il rischio di effetti collaterali a carico di vari organi...
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Gli attacchi di panico hanno uno schema piuttosto standard... la depressione no... per alcune forme di depressione credo che i farmaci siano necessari, per altre meno, per altre ancora assolutamente no...
Spesso però in chi soffre di attacchi di panico la depressione è semplicemente una conseguenza degli evitamenti indotti dagli attacchi di panico... ritornando a fare una vita normale, la depressione scompare...
Assolutamente confermo. La depressione per chi soffre di attacchi di panico è data dalla frustrazione di non riuscire a vivere una esistenza "normale"
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Assolutamente confermo. La depressione per chi soffre di attacchi di panico è data dalla frustrazione di non riuscire a vivere una esistenza "normale"
Ma ciò accade non per gli attacchi di panico in sé (che alla fine durano quei 10-20 minutini e concretamente non sono in grado di causare NULLA) bensì per tutto il castello di false credenze che chi ne soffre ci costruisce sopra.
Il soggetto che ne soffre è sano come un pesce (e gli attacchi di panico non intaccheranno MAI la sua salute) ma inizia ad autolimitarsi manco fosse un malato gravissimo perché inizia a pensare in termini di "e se"... e se mentre guido mi succede questo ?... e se mentre cammino mi succede quest'altro ?... e se mentre sono solo a casa mi succede quest'altro ancora ?
Per superare davvero gli attacchi di panico bisogna demolire (o quantomeno limitare) il pensiero disfunzionale del "e se"... non c'è altra via... e nessun farmaco ad oggi è in grado di agire in tal senso... anzi facendoti star bene cancellando i sintomi (come il paracetamolo ti toglie la febbre ma non ciò che la causa) non ti faranno mai affrontare la paura nel modo corretto e potenzialmente risolutivo...
Tra l'altro è vero che gli attacchi di panico non possono direttamente incidere sulla salute... ma è anche vero che il nostro organismo non è fatto per stare sempre a casa a rimuginare sul "nulla"... quindi il non uscire, il non impegnare il cervello in qualcosa, il non lavorare ed il non coltivare relazioni sociali alla lunga ha certamente effetti negativi sistemici sia a livello organico che mentale... si prende peso... si abbassano le difese immunitarie fisiche... si è più propensi a sviluppare forme precoci di malattie tipo Alzheimer o Parkinson...
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si quello senza dubbio, però con l'ansia, la fobia sociale, gli attacchi di panico e magari anche un disturbo alimentare (che ho) non vivi...e dal mio punto di vista la psicoterapia non è sempre efficace, poi io le vedo come patologie mentali congenite...
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L'unico effetto collaterale che tende a permanere per tutta la durata dell'assunzione è, appunto, una sorta di "castrazione sessuale" di cui, ad oggi, si disconosce la dinamica.
Purtroppo con gli SSRI su un sottogruppo di pazienti (casi sfortunati), le disfunzioni sessuali possono persistere anche dopo la dismissione del farmaco, in questo caso si parla di una patologia iatrogena che prende il nome di PSSD (disfunzione sessuale post - SSRI).
https://it.wikipedia.org/wiki/Disfunzione_sessuale_post-SSRI
E' rarissima o almeno sembra molto "rara" ma esiste. Altri farmaci che possono causare disfunzioni sessuali persistenti sono la Finasteride per il trattamento dell'alopecia androgenetica e dell'ipertrofia prostatica benigna, e l'isotretinoina per il trattamento dell'acne.
Per il resto c'è chi con questi farmaci si trova molto bene e rinasce, chi invece subisce effetti collatarali molto fastidiosi e si trova male, io purtroppo rientro nella seconda categoria. : (
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io le vedo come patologie mentali congenite...
Forse la resistenza più difficile da superare in un soggetto affetto da disturbo da attacchi di panico è la presa d'atto che a livello organico in lui non c'è nulla, ma proprio nulla, che non va
Sembra paradossale, ma inconsciamente chi soffre di attacchi di panico, pur temendo per la propria salute, spera con tutto se stesso che da una delle tante analisi a cui si sottopone salti fuori LA disfunzione organica, magari anche invalidante così scatta pure la pensione, che lo "riabiliti" agli occhi di familiari e conoscenti e che ne polarizzi attenzioni e "coccole"...
No... gli attacchi di panico non sono una malattia che va curata... ma il modo più ancestrale e brutale con cui il tuo corpo ti vuol comunicare "qualcosa" (visto che non lo ascolti in altri modi)... chi ne soffre deve capire che non sono una malattia ma una opportunità per cambiare la propria vita e per crescere...
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Tante altre volte pero' vengono confusi effetti collaterali coi sintomi del disturbo o della malattia stessa. Se un paziente assume un farmaco non a dosi piene e lamenta forte malessere, spesso, é perché la cura non ha ancora fatto effetto o non ha comunque raggiunto il dosaggio ottimale.
Comunque concordo in tutto e per tutto con Leonardh.
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Forse la resistenza più difficile da superare in un soggetto affetto da disturbo da attacchi di panico è la presa d'atto che a livello organico in lui non c'è nulla, ma proprio nulla, che non va
Sembra paradossale, ma inconsciamente chi soffre di attacchi di panico, pur temendo per la propria salute, spera con tutto se stesso che da una delle tante analisi a cui si sottopone salti fuori LA disfunzione organica, magari anche invalidante così scatta pure la pensione, che lo "riabiliti" agli occhi di familiari e conoscenti e che ne polarizzi attenzioni e "coccole"...
No... gli attacchi di panico non sono una malattia che va curata... ma il modo più ancestrale e brutale con cui il tuo corpo ti vuol comunicare "qualcosa" (visto che non lo ascolti in altri modi)... chi ne soffre deve capire che non sono una malattia ma una opportunità per cambiare la propria vita e per crescere...
e come mai alcuni soffrono di ansia e altri no? come mai ad alcuni vengono attacchi di panico e ad altri no? Alcuni hanno un carattere calmo e altri no.....
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