Ma sei sicura che ci sia un "trend"? A parte qualche programma televisivo o qualche articolo di giornale, in cui puo' esserci l'apparenza di questo trend, nel complesso io questo trend non lo vedo. Per curiosita' sono andato a guardarmi quanti followers su Instagram ha quella modella, Armine, e poi sono andato a confrontarli con i followers di un po' di influencer italiane a caso. Armine e' insignificante. Se proprio devo individuare un trend direi che dobbiamo parlare di c∙∙i, tette grosse e rifatte, abbronzature, tatuaggi, e maschi palestrati. Non vedo molta androginia.
Quello di cui sto parlando però non riguarda la semplice popolarità, quanto piuttosto l'esposizione mediatica a certi livelli, in grado di condizionare anche inconsciamente determinate percezioni dopo un certo lasso di tempo. In gergo questo genere di operazioni mediatico/politiche si definisce "finestra di Overton". Inoltre i trend che riguardano la cultura, soprattutto occidentale, non nascono nella "periferia dell'impero" com'è l'Italia, ma negli Stati Uniti ed è lì che il fenomeno è più accentuato ed in crescita costante in attesa, come quasi sempre capita, di riverberarsi anche nei paesi "satellite" come il nostro. I binari su cui viaggia questa agenda sono comunque molteplici e globalizzati ed infatti il caso di Armine proviene da una maison italiana (almeno nel nome, visto che l'azienda detentrice del marchio è invece francese).
Daltra parte anche chi è brutto, o poco bello, non dovrebbe essere colpevolizzato o emarginato per questo.
Assolutamente no, nessuna colpa e nessuna emarginazione anche se nel caso di Armine non è questo il problema (e lo avevo chiarito nel primo messaggio) quanto piuttosto il tentativo (tra gli altri) di voler "sdoganare" la "bruttezza" (intesa come antitesi dai canoni ordinari di bellezza, almeno in funzione di quello che dovrebbe essere una modella, cioè un "modello" della stessa) tentando non, come sarebbe invece opportuno, di farla accettare ed integrare psicologicamente allontanandola da questa accezione di handicap, ma volendola sostituire alla bellezza stessa. In altre parole il tentativo è quello di voler far credere, o meglio modificare la percezione stessa, che il "brutto" sia invece "bello" e che chi non riesce a vederlo o conformarsi è "sbagliato" e politicamente scorretto/fascista, come ormai tutto quello che non rientra nel pensiero unico.
Ma è vero che tutti, o quasi, gli stilisti sono omosessuali o degenerati, per cui non stupisce se i loro canoni sono a dir poco discutibili.
Questi canoni non nascono dal caso ma, in funzione di quanto detto finora, da un disegno preciso e risultano (molto) discutibili per una parte della popolazione mentre un'altra, soprattutto i giovani, ne risultano condizionati e manipolati. Ed anche questo non è casuale, così come i perpetratori siano (quasi) universalmente gay (o comunque appartenenti alle lobby LGBT).
Io mi domando perchè ci sia gente che va a vedere le sfilate di questi pagliacci agghindati in modo ridicolo e fuori dal mondo, e burattinai che si beano dei loro disturbi mentali, che vorrebbero far passare come normalità.
Perché il paradigma Naturale (o Divino, per chi crede) XX ed XY sta venendo forzato in maniera inaudita in ossequio ad un disegno trans-umanista (o Satanico, sempre per chi crede) che vuole la de-generazione dell'essere umano in qualcosa di diverso e, sommamente, sbagliato. E molti pensano invece che tutto questo sia "cool" ed alla moda, e faccia molto "figo" accodarsi al trenino.
E se ti permetti di criticare sei un incompetente, un omofobo, un ignorante, un retrogrado, un moralista, un insensibile, un violento, un intransigente, un intollerante, ecc. Ma un esame di coscienza no, è?
Ovvio, la "nuova normalità" è anche questo e chi non ci sta è "out" e deve avere la sua bella etichetta "scomoda" appiccicata addosso. Parafrasando Orwell: "tutte le idee sono uguali, ma alcune sono più uguali di altre".