Non mi ama, ma mi dà più amore di quanto ne abbia mai ricevuto

  • Mi sento in colpa.
    Abbiamo pranzato assieme, stati un pò insieme e coccolati un pò.
    Andando via le ho detto, con le lacrime agli occhi come ormai è consuetudine, di godersi le vacanze, e non pensare a me per questi 10 giorni che in fondo aveva tutto quello di cui aveva bisogno, e sicuramente non sentire i miei deliri d'amore le avrebbe fatto solo bene.
    Mi ha detto che così la facevo stare male e si è rattristita.
    Mi sento una m∙∙∙a, perchè forse è quello che volevo inconsciamente.

    E ho fatto pure una c∙∙∙∙∙a, perchè ora per 10 giorni starà con qualcuno che la farà divertire e basta, senza i miei deliri paranoici e se dovesse ricordarsi di me sarà di uno sfigato piagnucoloso.

  • Spulciando sul web credo di aver trovato la definizione di cosa sto passando. Copio e incollo, non cito la fonte non essendo questo sito.

    Dipendenza affettiva: quando l'amore si trasforma in ossessione

    Sappiamo che qualcosa ci fa male, ma non riusciamo a farne a meno. È come una droga e nulla possiamo contro l'impulso a ripetere quel comportamento.

    L'amore nasce dall'incontro di due persone e non di due metà. Rappresenta un'occasione di crescita, arricchimento e reciprocità.

    Durante la fase dell'innamoramento è assolutamente normale che ci sia un certo grado di fusione e dipendenza ma, con il passare del tempo e con lo stabilizzarsi del rapporto, tende a diminuire.

    Quando invece, con il passare del tempo, una persona vede nel legame con un'altra persona l'unico scopo della propria esistenza ed il riempimento dei propri vuoti affettivi, l'amore può trasformarsi in una "gabbia" senza prospettive di fuga con pareti fatte di dolore.

    La presenza dell'altro non è più una libera scelta, ma è vissuto come una questione di vita o di morte: senza l'altro abbiamo la percezione di non esistere.

    L'affetto e l'amore verso una persona assumono le caratteristiche di una dipendenza. È per questo che possiamo parlare di dipendenza affettiva.

    Nel rapporto quello che seduce è la lotta: la dipendenza si alimenta del desiderio di essere amati proprio da chi non ci ricambia come vogliamo e cresce in proporzione al rifiuto, anzi se non ci fosse il rifiuto l'amore si estinguerebbe.

    Inoltre ciò che viene sperimentato come "amore" diventa una "droga".

    I sintomi, in effetti, sono identici:

    ebrezza: non riesce ad ottenere in altro modo la sensazione di piacere che prova quando sta con il/la partner e, quindi, gli è indispensabile;
    astinenza: sente di esistere solo quando c'è l'altro/a, la sua mancanza lo getta in uno stato di allarme. Pensare la propria vita senza l'altro è inimmaginabile. L'altro è visto come l'unica fonte di gratificazione,le attività quotidiane sono trascurate, l'unica cosa importante è il tempo trascorso con l'altro.
    incapacità di controllare il proprio comportamento: una riduzione di lucidità e capacità critica che crea vergogna e rimorso e che in taluni momenti viene sostituita da una temporanea lucidità, cui segue un senso di snervante sconfitta e una ricaduta nella dipendenza che fa sentire più imminenti di prima i propri bisogni legati all'altro. Questi processi si colorano di rabbia senso di colpa.
    Inoltre, a differenza delle droghe, che sono più facilmente disponibili, si può generare una paura ossessiva di perdere la persona amata, espressa con gelosia e possessività che si alimenta smisuratamente ad ogni piccolo segnale negativo che si percepisce.

  • Riapro questo "vecchio" post.
    In questi giorni sto scrivendo sul rapporto di mia moglie, ma oggi voglio parlare anche dell'altra mia relazione "parallela". A detta di alcuni bella, di altri dannosa, e di altri ancora immorale.

    Saranno le medicine che prendo ormai da 2 settimane, sarà che negli ultimi 6 giorni ho rivoluzionato la mia esistenza.

    Ma quell'ossessione che aveva iniziato a caratterizzare questo rapporto è profondamente cambiata nelle ultime due settimane. Per fortuna direi.

    Ci stiamo vedendo tantissimo, ma la frequentazione come cliente è per ora interrotta. E la cosa mi piace.
    Stiamo uscendo quasi ogni giorno, per commissioni, per pranzare, per fare colazione insieme. A volte le offro io il pranzo, altre volte lei.
    All'inizio quando pagava lei mi sentivo in soggezione, quasi in allarme. Mi sembrava un modo di prendere le distanze.
    Poi magari lo è davvero, ma pazienza. Ho deciso di smetterla di farmi film mentali, e mi godo la frequentazione senza aspettative ma gustandomi quello che c'è di buono.
    Nelle ultime due settimane non abbiamo fatto sesso. Ma ci siamo baciati più volte. E i baci erano fuori dal contesto del suo lavoro, erano solo dei baci? Si è vero, ma erano sinceri e non magari la parte di un copione.

    Anche in virtù della mia fase delicata con mia moglie, evitiamo qualsiasi tipo di effusione in pubblico. Niente baci, abbracci o altro quando siamo in luoghi pubblici dove potrebbero vederci. Ma se entriamo in un ascensore, ad esempio, ci abbracciamo e baciamo subito.
    LA cosa bella è la leggerezza con cui sto vivendo il rapporto, pensare che poco più di due settimane fa era diventato una tortura mi fa riflettere su come dei medicinali possano capovolgere i punti di vista.

    Aspettative? Nessuna, non ho voglia di pensare a un futuro, non mi interessa davvero. Non sogno che lei un giorno dica di amarmi, se mai dovesse succedere nei sarei felice, ma se non dovesse essere lo sarei ugualmente.

    Sono consapevole che probabilmente è solo una fase, e che magari tra un mese riprenderò a tormentarmi se lei non risonde a un mio messaggio. Ma spero che così non sia.

  • Riapro il tread,
    ogni tanto ho bisogno di esternare i miei pensieri su questa contorta situazione. :-)

    Il tempo passa, e io mi trovo perennemente imprigionato in questa situazione contorta.
    Mi chiedo se non possa essere la trama per un libro, potrei monetizzare questo amore delirante! :D

    Da agosto ci stiamo vedendo spesso, molto spesso.
    Ma non come fidanzatini, ma perchè le sto dando una mano e quindi 2-3 volte a settimana la vedo per delle commissioni che deve fare.

    Come vanno le cose?
    Il tempo passato assieme è sempre bello. Andiamo a pranzo fuori solitamente un paio di volte a settimana, a volte mangio da lei;
    parliamo tantissimo, e lei è sempre molto gentile con me. Parla di me descrivendomi come una persona splendida, e spesso dice "perchè sei arrivato in questo momento così particolare della mia vita?", come se in un altro momento si sarebbe lasciata andare emotivamente, o forse è solo una frase buttata lì senza grandi perchè.

    La mia figura di cliente è andata piano piano a diminuire. Prima su 10 volte che la vedevo 7 era da cliente. Ora ci vediamo spesso, ma sempre più raramente come cliente. Forse l'ultima volta è 3 settimane fa, non sono sicuro. Ma rispetto ai ritmi di qualche mese fa è diventato un evento raro.

    E qui ora sto andando un pò "in crisi".
    Come ho scritto fare l'amore con lei è fantastico, ma è qualcosa di "strano" perchè di fatto ho sempre pagato l'incontro. Si pagavo il massaggio e facevamo l'amore, ma intanto stavo pagando.
    Da un lato vorrei smettere del tutto di essere un suo cliente, ma dall'altro mi rendo conto che probabilmente ciò significherebbe finire di farci l'amore.

    E qui sorge il dubbio. E' meglio far vincere l'orgoglio, e smettere di essere un suo cliente rinunciando al sesso migliore che abbia fatto in vita mia, o è meglio godermelo, magari sporadicamente, anche per tenere accesa quella intimità?

    Una volta abbiamo brevemente toccato l'argomento, di come sia difficile pagare per stare assieme. E lei ha detto che lo è anche per lei ma non ho capito cosa intendesse effettivamente.
    E' difficile perchè le fa strano farsi pagare, o è difficile perchè ora che ci frequentiamo di più trovarsi a fare l'amore con me è diventato una cosa imbarazzante, e preferirebbe non farlo più?

    E smettere con l'intimità, può danneggiare o migliorare il rapporto tra di noi?

    La mia psicologa dice che dovrei smettere del tutto di andarci come cliente, che ormai visto che ci frequentiamo è una cosa malsana.
    Che così posso vedere se c'è da parte sua del desiderio.
    Ma la mia paura è che così facendo il rapporto diventi una amicizia fraterna.

    Cosa mi suggerite di fare?

  • Ripeto, non pago il rapporto sessuale, pago il massaggio. Se può fare differenza..

    E' un po' tutta la filosofia di questo rapporto
    1 +2 = 3 ... ma anche 2 + 1 se ci fai caso fa sempre 3

    Leggo che vorresti invertire i presupposti base di questo rapporto come se potesse cambiare il risultato... pagare, non pagare, trasformare il rapporto in amicizia fraterna se toglie l'intimità, per me proprio come le cifre dei numeri, i valori sono stabiliti, quel che puoi ottenere a prescindere da come "la giri" è sempre la stessa cosa: Cioè che lei non è "presa" da te.

    DALI :hibiscus:

  • E' un po' tutta la filosofia di questo rapporto
    1 +2 = 3 ... ma anche 2 + 1 se ci fai caso fa sempre 3

    Leggo che vorresti invertire i presupposti base di questo rapporto come se potesse cambiare il risultato... pagare, non pagare, trasformare il rapporto in amicizia fraterna se toglie l'intimità, per me proprio come le cifre dei numeri, i valori sono stabiliti, quel che puoi ottenere a prescindere da come "la giri" è sempre la stessa cosa: Cioè che lei non è "presa" da te.

    E'vero. Ma ti dirò, credo che quello che me la fa piacere sia proprio questo: non essendo presa non rischio di trovarmi imbrigliato in una relazione che oggi non sarei in grado di vivere. Tutta questa storia è in fondo frutto della mia fantasia, e nel momento in cui mi vorrò svegliare non farò male a nessuno. Devo solo cercare di non farmene io, almeno non troppo.

  • lei non è "presa" da te.

    :hmm: Su questa conclusione, personalmente, non scommetterei nulla. Per tante ragioni.
    Parto dal principio che una donna che abbia scelto di svolgere un'attività di questo genere (quand'anche l'avesse iniziata per indigenza o sotto costrizione), ma quando SCEGLIE di esercitare questa attività piuttosto che tante altre (e soprattutto in un Paese sempre molto moralista e bacchettone come il nostro) ...è necessariamente una donna che ha una personalità molto particolare e che, poi, proprio svolgendo questa attività ha modo di maturare milioni di spunti di riflessione sull'umano, altrettanto necessariamente diversi da quelli che può maturare chiunque svolga qualunque altro tipo di attività.
    Già per questo non azzarderei mai di attribuirle gli stessi percorsi sia emotivi che pratici che appartegono alla maggioranza delle altre donne.
    Ma anche se volessimo invertire il percorso di lettura, e cioè andare dal concreto al teorico (piuttosto che dal teorico al concreto) : non comprendo come si possa pensare che questa donna non sia presa da lui, atteso che - a parte il pagamento del massaggio, per il quale penso proprio che non possa farla tremare la possibilità di perdere UN cliente - ella non solo dedica con piacere ad Anonimo molto del proprio tempo, ma poi in questo tempo si collocano condivisioni emotive di massima importanza, che includono intimità confidenziale vera e sessualità felice...tanto da far impallidire al confronto intere vagonate di rapporti "di coppia" "ufficiali".

    Domanda semplice semplice : ma perchè una donna a cui non mancano nè compagnia, nè mezzi, nè uomini ...se non fosse presa...dovrebbe dedicare questo tanto di sè ad un uomo che peraltro non si spaccia nè per brillante mondano di successo, nè per milionario, ecc. ?

    E riflettendo su questi aspetti ho sempre avuto, leggendo Anonimo, la sensazione che lei sia invece molto presa, ma che lo sia con la grande intelligenza e sensibilità di chi conosce abbastanza la vita e l'umano da sapere che...spostando una sola carta, e ancor più con un uomo che (scusami Anomimo) non appare come un primatista di autonomia e decisionismo, potrebbe cadere l'intero castello di carte a cui lei stessa tiene molto.

    Cosa mi suggerite di fare?

    Il mio suggerimento sarebbe di prendere esempio da lei, nella capacità di godere il presente e senza logorarsi nel tentativo (secondo me sterile) di etichettare o inquadrare la relazione.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Domanda semplice semplice : ma perchè una donna a cui non mancano nè compagnia, nè mezzi, nè uomini ...se non fosse presa...dovrebbe dedicare questo tanto di sè ad un uomo che peraltro non si spaccia nè per brillante mondano di successo, nè per milionario, ecc. ?

    ... Forse perché a lei, lui fa pena?:hmm:(non me ne voglia l'opener)
    Oppure per mero opportunismo, non di natura economica?:hmm:

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