Dopo la tempesta...

  • Ho l'impressione che questo covid sia stato una sorta di diluvio unversale sulle nostre vite.

    Non che prima tutto scorresse liscio... indubbiamente c'è stato un effetto amplificatore che ha coinvolto tutte le situazioni in bilico,
    tanto per quanto riguarda l'aspetto lavorativo che quello relativo ai rapporti interpersonali.

    Equilibri faticosamente mantenuti sono saltati ed ora ci troviamo ad affrontare una nuova realtà.

    Non so se possa essere considerata un'opportunità per ricostruire su basi più solide e meno ambigue.

    Dentro di me lo spero, voglio vederla come un'occasione per riscoprire ideali e convinzioni più nobili e a mìsura d'uomo.

    Certo è che non abbiamo a disposizione l'arca di Noè, ma solo la nostra innata capacità di adattamento e voglia di andare avanti.

  • Ciao Gloria, indubbiamente non siamo fuori dall'emergenza sanitaria, nè tanto meno da quella economica ed emotiva.
    Diciamo che ci troviamo in un momento in cui abbiamo alle spalle quei primi mesi di assoluto stravolgimento che penso
    ci abbia lasciato tutti destabilizzati.
    Proprio per questo mi viene da fare una considerazione su come ci proponiamo di rimettere insieme i pezzi delle nostre vite,
    dopo aver subito questa sorta di tempesta, come da titolo, che ha messo in discussione tante delle nostre certezze.

    Tutto qua.

    Io mi sento diversa, avverto il bisogno di fare chiarezza, nei rapporti personali, per esempio.

    Là dove spesso davo tanto per scontato, nel bene e nel male, oppure confinavo in secondo piano, dietro alle tante esigenze ed incombenze
    di un quotidiano fin troppo frenetico.

    Ma forse è soltanto una mia lettura...

  • credo che tu non sia l'unica ad avere questi pensieri e fare quest'osservazione
    in realtà se pensiamo, ogni grande evento, porta squilibrio, morte o distruzione, costringendo alla "ricostruzione", alla ricerca di un nuovo inizio. da sempre e in ogni cultura...es. lontano nel tempo e culturalmente: shiva che danza sul mondo bruciandolo per poi ricostruirlo dalle ceneri.
    parlavo con un ristoratore, gestisce un piccolo angolo di paradiso con pochi coperti e ci ha raccontato come questo periodo di confinamento l'abbia fatto riflettere. non ci ha visto solo la malattia e la morte ma anche l'occasione per far nascere nuove idee.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Da quel che vedo i più sono orientati a ripristinare le condizioni precedenti, in pochi ambiscono davvero al miglioramento, perché comunque il miglioramento richiede un impegno profondo e un grandissimo lavoro su se stessi.
    Dopo tutto credo che sia comunque andata meglio di quanto si potesse prevedere.

  • credo che tu non sia l'unica ad avere questi pensieri e fare quest'osservazione
    in realtà se pensiamo, ogni grande evento, porta squilibrio, morte o distruzione, costringendo alla "ricostruzione", alla ricerca di un nuovo inizio. da sempre e in ogni cultura...es. lontano nel tempo e culturalmente: shiva che danza sul mondo bruciandolo per poi ricostruirlo dalle ceneri.
    parlavo con un ristoratore, gestisce un piccolo angolo di paradiso con pochi coperti e ci ha raccontato come questo periodo di confinamento l'abbia fatto riflettere. non ci ha visto solo la malattia e la morte ma anche l'occasione per far nascere nuove idee.

    Grazie la huesera...io la vedo così...tanto dolore e sofferenza non possono portarci ad ambire solo a tornare le nostre vite nel punto in cui il lockdown le ha interrotte.
    Ci può essere un lato positivo se ci troviamo a riconsiderare alcune priorità. Non vivevamo bene prima... c'era tanto di fatuo, di falso, di precofenzionato.

    Non credo che adesso veleggeremo diretti verso una sorta di paradiso, ma almeno spero abbiamo imparato a guardare le cose da un diverso punto di vista.
    Dovremmo rivalutare la qualità del nostro tempo e dei nostri rapporti.

    Trovare nuovi modi di porsi, anche sul lavoro, come hai accenato per il tuo amico ristoraratore...uscire da routine che ci hanno imprigionato soffocando la nostra creatività
    e le nostre capacità.

    Coltivare di più in concreto i nostri affetti o , se non vale la pena, lasciar andare...

    Non sempre tutto quello che è omologato funziona...




    @ ipposam

    Penso che un impegno profondo e un grandissimo lavoro su noi stessi, sia auspicabile.

    Magari ci troveremo a provare sensazioni e soddisfazioni dimenticate ;)

  • Condivido assolutamente tutto :hail:

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