Mi raccontate le vostre esperienze. ...io non ci sono mai arrivata. ..
Mi è venuto in mente frequentando alcuni parenti e amici nelle festività. ..stanno tutti insieme. ..diciamo così "per contratto"...
Ma cos è la molla che trasforma la coppia in un patto abitudinario? Il tempo ,i figli,la vecchiaia, le routine,il lavoro?

Come e perché l amore diventa abitudine ?
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Provo a fare un'ipotesi, può essere che arrivati a una certa età, le persone non ci pensano proprio a lasciare e ricominciare da capo, stanno bene, tranquilli, anche senza le emozioni di una volta e continuano la comodità, le abitudini appunto ( conoscono quello che hanno a fianco, non c'è bisogno di ricominciare ) . Non è un giudizio negativo il mio eh, anzi, buon per loro che hanno trovato il loro porto sicuro.
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Provo a fare un'ipotesi, può essere che arrivati a una certa età, le persone non ci pensano proprio a lasciare e ricominciare da capo, stanno bene, tranquilli, anche senza le emozioni di una volta e continuano la comodità, le abitudini appunto ( conoscono quello che hanno a fianco, non c'è bisogno di ricominciare ) . Non è un giudizio negativo il mio eh, anzi, buon per loro che hanno trovato il loro porto sicuro.
Mi sembra molto plausibile, e mi sembra sia quello che potrei concludere di tante coppie over 50 di mia conoscenza (compresi i miei genitori).
Però.... :Mi raccontate le vostre esperienze. ...io non ci sono mai arrivata. ..
Io non ci sono mai arrivata da adulta, mentre ci arrivai senza accorgermene da ragazza.
Fidanzatissima e con tanto di famiglie euforiche del nostro fidanzamento...il mio "lui" era diventato un'abitudine (carina, affettuosa, premurosissima, tutto quello che vogliamo) .
Ma non lo sapevo e non me ne rendevo conto.
Sapevo solo che a 18 anni c'era un'attrazione reciproca alle stelle, e che a 23 non c'era più da parte mia, e già da un paio d'anni.
Ma pensavo che fosse normale, e che questa fosse la vita "adulta"...
Per fortuna la vita mi mise in condizione di riprovare Emozioni (altrove) e capire che non ci si può rassegnare a farne a meno (a 23 anni, poi!) .
Non ti dico il caos che ne è seguito, perchè il matrimonio era dato per certo da tutti.
Ma...meno male che è andata così!
Mia sintesi : direi che figli-vecchiaia-lavoro ...in questo comparto c'entrino fino ad un certo punto (e sicuramente non c'entravano nulla ai miei 23 anni).
E nel mio caso, depurato ab origine e necessariamente da queste componenti, restavano come fattori soltanto l'educazione ad avere un bravo compagno e ad essere una brava compagna per lui... e la tranquillità di sapere che il partner è una brava persona e ti vuole bene (tranquillità che da sola, per i miei gusti, va benissimo per essere amici, ma non altro). -
quando subentra la routine, è la fine ( fa pure rima, se pronunciato letterale ). ci si appiattisce nella quotidianità, sempre meno stimoli a riavvivare la fiamma che arde ... e lentamente questa si spegne.
la mia opinione è personale e frutto di esperienze vissute. non racconterò qui le mie delusioni, ma oltre 30 anni di batoste mi hanno fatto maturare un certo modo di pensare.
ho le mie colpe, ovvio. -
Una componente e' la seguente: superati i 35 anni, i partner che stanno li' fuori sono mediamente molto peggioiri: gente che si porta gravi fardelli fatti di divorzi, affidamenti di bambini, delusioni lavorative...
Mettersi in gioco, specie per gli uomini, e' molto stressante e demoralizzante...
Io nonla vedo cosi', il mio intervento e' frutto di osservazione -
Non ho una vera e propria risposta, tutto quello che avete detto è vero solo che in ogni coppia la % di combinazione delle motivazioni è diversa.
Io dopo quasi 11 anni di relazione so che non provo lo stesso amore dell'inizio, ma lui è il mio porto, la mia sicurezza e credo di esserlo anche io per lui. Ci metto anche un 20% di "e chi mai troverei lì fuori che mi sopporterebbe?"... Il gioco è fatto. -
tutto quello che avete detto è vero solo che in ogni coppia la % di combinazione delle motivazioni è diversa.
Sì, anch'io penso questo.
Ma poi inserirei anche un altro dubbio, e cioè noi qui diamo per scontato che un innamoramento "degradi" in abitudine.
E questo non è stato assolutamente vero per orde di nostri avi (che si unirono perchè "così doveva essere" e non certo perchè reciprocamente innamorati, come valeva dal regnante al popolano).
Ma è dai tempi del liceo che penso, perchè lo vedevo proprio in presa diretta su alcune amiche, che coppiette nascevano anche per ragioni di stampo para-ragionieristico, del tipo "volevo un ragazzo, questo è un bravo ragazzo, quindi stiamo insieme". Idem in coniugazione maschile.
Ma proprio senza nessuna traccia di "farfalle nello stomaco" !
E ne ho visti parecchi di matrimoni nati su queste basi, anche tra i miei coetanei.
Come devo ammettere che sono quelli meglio riusciti, almeno nella durata e nella facciata.
E mi sembra anche normale, perchè se quel che ci si attende è concreta solidarietà di vita....indubbiamente basta individuare una brava persona e comportarsi correttamente con essa... e il gioco è fatto, senza poter mai avere delusioni, proprio perchè non ci si è mai neanche illusi di nessun "oltre".
Ad colorandum : uno dei matrimoni più solidi che conosco è quello di una delle mie più care amiche, che non è mai stata innamorata di suo marito, giacchè già da fidanzata era perdutamente invaghita di altri che neanche la pensavano. E quando le chiesi "ma perchè ti sposi, se sai quel che sai?" mi rispose "perchè forse ha ragione mio padre...A me chi mi si piglia se lascio lui?" .......... -
Credo che la risposta sia nella perenne ricerca di se stessi, anche se pare strano in prima battuta.
Dentro ogni essere umano c'è un innato bisogno di conoscere, dentro di sé e fuori di sé, mi sento di affermare.
Per potere crescere si deve partire da basi di esperienza e conoscenza.
Queste basi sono date dalla interazione con gli altri, e spesso avere accanto una persona affidabile e buona, per la quale si è bruciata una stagione di passioni, ma con la quale ci si sente in sintonia confortevole, è un elemento di tranquillità e di equilibrio che ci consente di meglio proiettarsi all'esterno o, in alternativa, nell'introspezione.
Anche quando si decide - o ci si trova, per il gioco del destino - ad essere soli in questa inevitabile ricerca, nella realtà si parte dalla base delle esperienze vissute, delle passioni consumate ed esaurite, delle passioni insoddisfatte, delle sconfitte subite e delle ubriacature esaltanti provate; insomma, a ben vedere si conta sul vissuto con le persone che ci hanno accompagnato, nel bene e nel male.
Nel fondamentale egoismo dell'essere - forza trainante dell'istinto di sopravvivenza - si prende quello che più ci piace o ci fa sentire protetti, compreso il partner una volta amato, se capita. E per gli scherzi che ti tira la vita, quasi sempre si scambia per amore questo appagamento del proprio bisogno di protezione.
P.
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Nel fondamentale egoismo dell'essere - forza trainante dell'istinto di sopravvivenza - si prende quello che più ci piace o ci fa sentire protetti, compreso il partner una volta amato, se capita. E per gli scherzi che ti tira la vita, quasi sempre si scambia per amore questo appagamento del proprio bisogno di protezione.
Non riesco a concordare sul punto che lo si scambi per amore.
Men che mai quando si sia vissuto amore. -
Grazie a tutti per le risposte, mi sembra che molti sostengano che la coppia appaghi in molti casi il bisogno di sicurezza, il cosiddetto porto sicuro.
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