Il mal di vivere

  • "Il 5 aprile del 1994 il cantante dei Nirvana si sparava un colpo di fucile in faccia nel garage della villa di Seattle. Aveva 27 anni. Per testamento, lasciò il verso di una canzone di Neil Young: "Meglio bruciare che spegnersi lentamente". Nel nichilismo della sua musica, il grunge, avevano trovato un'identità milioni di ragazzi che cercavano il riscatto dalla noia e dal conformismo. L'artista fu travolto da quel successo: per lui era un tradimento"

    Credo che kurt, con tutti gli eccessi e le imprecisioni di un ragazzo inquieto e disorientato, attraverso la sua musica, sia riuscito ad esprimere e dar corpo ad una sofferenza che colpisce tante persone: il male di vivere.
    Perché un artista di questo calibro ( come tanti altri) "sceglie" di compiere un atto così estremo e autosoppressivo?
    La sua "scelta", giusta o sbagliata che sia, è un pensiero che sfiorano in tanti.
    Coraggio? Debolezza? Vigliaccheria?
    Non lo so! Perché credo che la vita valga sempre la pena di essere vissuta.

    Mi piacerebbe leggere le vostre considerazioni su questo atto estremo.

  • Mi dispiace quando Kurt Cobain viene definito semplicemente una rockstar. È stato un poeta, un cantore del dolore. Per me è un fratello.
    Conosceva gli abissi che può raggiungere il dolore di una anima inquieta e dava voce non solo al suo dolore, ma a quello di tanti. Tanti che incrociamo per strada, sulla metro o al bancone di un bar.
    Anche noi...possiamo portare questo dolore.
    Aveva cantato tutto questo dolore...Non aveva più versi e note per esprimerlo e poi era bello....
    Bukowski lo sapeva, i belli muoiono giovani.
    Mi fa ancora compagnia e accarezza i miei dolori.
    Se ne è andato....Non è vigliaccheria. Era la fine di un viaggio

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Neanche io condanno il suicidio, io stessa ci ho pensato esattamente sedici anni fa, ma credo che sia un gesto da prevenire. Nel caso di Kurt Cobain, secondo me, il suo disorientamento era dovuto anche all'uso di droga, oltre al fatto che probabilmente si è sentito travolto dal successo. Parlando di suicidio, anche gente non famosa soffre di mal di vivere. Il mal di vivere spesso è generato da situazioni esistenziali che provocano una sofferenza psicologica insopportabile.
    Parlando di suicidio di persone famose, esattamente il mese scorso si è tolto la vita il cantante dei Prodigy ( di cui non ricordo il nome ), sembre che non abbia accettato l'abbandono da parte della moglie.
    Io molti anni fa sono rimasta sconvolta dal suicidio di Edoardo Agnelli, mi ricordo anche come è stata commentata la notizia al telegiornale: tragico epilogo di una vita tormentata. Probabilmente molti suicidio rappresentano il tragico epilogo di un'esistenza travagliata.

  • " La solitudine è sempre lì in agguato… quando veniamo lasciati, quando temiamo di perdere le persone che amiamo, quando temiamo di rimanere per sempre senza legami affettivi" .

  • Io molti anni fa sono rimasta sconvolta dal suicidio di Edoardo Agnelli,

    Fui colpita ache io dalla morte di Agnelli.
    Sono molti, i casi di personaggi celebri che pongono fine tragicamente alla propria vita. Alcuni di questi finiscono nel mondo della droga, altri con seri disturbi psicologici e altri ancora si suicidano, incapaci di continuare a sopportare la sofferenza che nascondono dentro di sé.
    Io non so se Kurt o Agnelli abbiano mai manifestato l'idea di togliersi la vita, i segnali di allarme non sono sempre evidenti e variano da persona a persona; alcuni rendono le proprie intenzioni chiare, mentre altri tengono pensieri e sentimenti suicidi segreti.
    Credo che il sostegno dalle persone vicine (familiari o amici), possa ridurre il rischio. Ci sono attenzioni che se messe in atto sono in grado di prevenire questi gesti estremi.

    secondo me, il suo disorientamento era dovuto anche all'uso di droga, oltre al fatto che probabilmente si è sentito travolto dal successo

    Il suicidio, è un atto multicausale, anche se spesso viene associato alla malattia mentale e ai disturbi dovuti all’uso compulsivo di sostanze come alcool o droghe.
    L'abuso di queste sostanze avrà sicuramente influito.

    Probabilmente molti suicidio rappresentano il tragico epilogo di un'esistenza travagliata.

    Spesso chi inizia a pensare a questa "soluzione" ritiene di essere così sovrastato da pensieri e situazioni negative da non disporre più di altre strade, individuare le variabili predittive è difficile, soprattutto perché gli stati cognitivi interni possono non essere accessibili nemmeno alla persona che li sta vivendo.
    A parte i casi clinici di malattia, che richiedono interventi di specialisti, uno dei rimedi più efficaci per superare i momenti critici della vita ed evitare conseguenze drammatiche, resta il sostegno di familiari e amici, una risorsa fondamentale

  • non credo che sia possibile "analizzare" il suicidio, in generale, come scelta dell'individuo.
    chi rimane è travolto da una valanga di emozioni, anche contrastanti, che dipendono però dal legame con la persona che se ne è andata, da quello che ci ha lasciato e quello che il gesto ci suscita, per immedesimazione di un dolore.
    dolore che dobbiamo sempre tenere presente non conosciamo. quella mancanza di conoscenza e comprensione ci distrugge e lacera per cui la via più semplice è scuotere la testa o la condanna.

    chi può raccontare non lo fa. chi ha tentato, chi è sopravvissuto raramente racconta e spiega (perché dovrebbe poi).

    il male di vivere che porta via
    nella mia vita è un tema molto presente. il primo suicidio che ho dovuto capire è stato quello della vicina di casa che mi ha portato via le mie amichette di cortile a. e p.
    sono seguiti tanti altri, troppi, troppo vicini per non soffrire appena apro il cassetto dei ricordi. poi c'è la storia personale.

    l'ultimo "noto" che mi ha colpito è stato quello di chester bennington. più vicino e recente c'è il marito di m. , un filo invisibile ci univa, pur non conoscendoci. abbiamo parlato a lungo, con le lacrime agli occhi ci siamo abbracciate.

    nessuno vuole veramente capire quel fazzoletto di terra che si va a calpestare.

    kurt, graziato da un talento raro, viveva senza pelle, senza filtro e si è spento velocemente perché non aveva alternativa. non era una rockstar, era un poeta. ha parlato direttamente al cuore. non so, mi sono sempre e solo sentita obbligata a ringraziare per quello che ha dato.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

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