Bamboccioni, mammoni e similia

  • E quali sarebbero questi Buoni consigli? Ma soprattutto ... sono consigli buoni perché sono effettivamente buoni, oppure lo sono in virtù del miglior status sociale del vincente che dà i consigli al bamboccioide? no, perché a me hanno insegnato che zittire uno e dirgli "guarda, fai quello che ti dico io" equivale a essere (... o mettersi ...) su un piedistallo.

    Certo, ve lo potete permettere. e il bambocciode umiliato. Vincere, no: stravincere. Bravi, fate bene.

  • Il buon consiglio è quello di fare uno sforzo per cercare di capire che l'autocommiserazione è solo dentro di te, non negli altri.
    Tu odi te stesso per motivi che sono esclusivamente tuoi e che gli altri non vedono.
    Sarebbe buona cosa ti facessi aiutare, ma sono consapevole sia difficile quando manca la minima fiducia nel prossimo.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Fortuna che ho buttato la televisione, i bamboccioni non esistono è un termine inventato da giornalisti ignoranti che non sanno di cosa parlano. Ti consiglio di investigare sul fenomeno degli Hikikomori e NEET, è una problematica più reale di quella che propongono nei servizi televisivi.

    Hikikomori

    No one knows a prescription drug’s side effects like the person taking it. Make your voice heard.

  • In realtà non sono stati i giornalisti a usare per primi il termine bamboccioni, troppo stupidi e servi per pensare con la propria testa, fu uno sciagurato ministro dell'economia nonchè boiardo di stato. Facile per uno nato con camicia e calzoni disprezzare i suoi sudditi, per fortuna ci ha pensato la natura a toglierci dai piedi quell'individuo.

    Dolciotto dovrebbe smettere di pensare che la società sia piena di vincenti, quelli sono pochissimi.

  • Francamente non mi sono nemmeno preso la briga di andare a guardare quel servizio, ho già capito al volo di cosa si tratta. Vincente e perdente sono degli stereotipi, delle astrazioni come lo stesso concetto di normalità. Sei solo tu, e quindi le tue sofferenze, ad essere legate masochisticamente a queste unità di misura. Tu sei tu con la tua vita, il tuo carattere, le tue emozioni, il tuo aspetto, la tua sensibilità etc. a prescindere dal tuo status lavorativo, sentimentale o economico e ognuno di noi è un universo a se composto da una miriade di cose per fortuna molto soggettive.

    Per quanto sia strano l'autocommiserazione è pienamente giustificabile come tutte le altre forme di sofferenza: soffro quindi esisto. Ma autocommiserandoti ti offri su un piatto d'argento come vittima sacrificale a quella società che (giustamente) critichi. Lo hai fatto nel momento in cui ti sei messo addosso il marchio di bamboccione/sfigato/fallito, quel marchio non te lo hanno appiccicato loro, loro si limitano ad usarlo e nel tuo caso trova la corrispondenza giusta per ferirti.

    La vita è uno specchio e lamentarsi ti rimanda indietro solo infelicità oltre che fornirti le scusanti per non reagire. Questo atteggiamento ha le sue radici nell'infanzia quando lamentarsi equivaleva a raccogliere attenzioni, da grandi siamo costretti a competere e a metterci in gioco.

  • In realtà non sono stati i giornalisti a usare per primi il termine bamboccioni, troppo stupidi e servi per pensare con la propria testa, fu uno sciagurato ministro dell'economia nonchè boiardo di stato. Facile per uno nato con camicia e calzoni disprezzare i suoi sudditi, per fortuna ci ha pensato la natura a toglierci dai piedi quell'individuo.

    Dolciotto dovrebbe smettere di pensare che la società sia piena di vincenti, quelli sono pochissimi.

    il termine bamboccioni fu lanciato da Tommaso Padoa Schioppa, mentre la Fornero optò per un anglofono "choosy". Sembrerebbe che questi termini siano appannaggio dei cosiddetti governi "tecnici". Concordo sul fatto che Dolciotto sopravvaluti la situazione altrui.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Credo che la mia vita sia ormai andata oltre ciò che ha senso. è un trascinarsi per inerzia verso il baratro. Molto triste. Finito tutto. Ci vorrebbe una malattia per vedere la fine del tunnel. Invece arriva il natale di m... con le falsità, la compassione, i regali, la gente che ti invita agli aperitivi solo per prenderti per il c∙∙o.

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