Ciao a tutti!
Dopo 20 anni di quotidiani disturbi (attacchi di panico, ansia, fobie, depressione, ipocondria invalidante, e per ultimo, aracnofobia di quelle terribili che non mi lascia dormire), sfinita, letteralmente sfinita nel corpo e nella mente, mi son decisa a prenotare da uno psicoterapeuta. Sarebbe la prima volta per me e ci voglio andare, nonostante i sensi di colpa che mi fa provare il mio ragazzo, che dice che non ne ho bisogno, che spenderò un sacco di soldi e che non mi aiuterà più di tanto.
Io, invece, attualmente, sono talmente sfinita (scusate la ripetizione ma è il termine che mi si addice di più) che credo molto nell'aiuto che potrò avere in questo percorso e spero di non venire delusa.
Non essendo mai stata da uno psicologo/psicoterapeuta, vi chiedo: come sarà l'approccio? Mi chiederà i sintomi? Gli ultimi spero, perchè altrimenti potrei parlare per mesi
Quando avete cominciato ad avvertire dei miglioramenti, se mai ci sono stati?
E quanto si va avanti, all'incirca (ovviamente so che dipende dai casi, ma cosi' giusto per conversare, non so, 6 mesi, 1 anno?)
Grazie mille e buona domenica
Cosa aspettarmi dalla psicoterapia
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Io la penso come il tuo ragazzo.
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Io la penso come il tuo ragazzo.
Come mai?
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Ciao, ci sono diversi approcci terapeutici a seconda del tipo di disagio. C'è la psicoanalisi, la psicologia analitica, la cognitivo-comportamentale ed altre più recenti. Ci sono quindi terapie focalizzate sulle emozioni, sui comportamenti e quelle che agiscono su più fronti come la ben nota EMDR. In tutti i casi avrai degli approcci diversi finalizzati ad evidenziare le motivazioni del tuo disagio e a metter su delle strategie comportamentali per accettarlo e superarlo.
Tu parli di intraprendere una terapia ma non ci dici che tipo di terapia quindi deduco che ti proponi di farla ma che non hai ancora avuto un colloquio con uno psicologo/psicologa, sbaglio? In caso contrario dicci che genere ti terapia ti è stata proposta.
Io non mi reputo un buon risponditore alle terapie di questo genere infatti ne ho fatte due (psicologia analitica e cognitivo-comportamentale) e non mi hanno guarito dagli attacchi di panico di cui soffro da anni ma mi hanno aiutato moltissimo a conoscermi e ciò alla fine mi ha molto giovato tanto da riuscire nel tempo a gestire un attacco di panico senza ansiolitici che per me è un risultato eclatante.
Logicamente tutto varia da persona a persona quindi intraprendi fiduciosa la terapia ed impegnati al massimo. Sarà logicamente il terapeuta sulla base del tuo disagio a proporti la terapia che ritiene più idonea. -
Perché ho provato a fare psicoterapia, ho fatto 6 incontri.
Mi sembrano solo chiacchiere inutili, cose banali che qualunque amico ti potrebbe dire.
Almeno io la vedo così. -
Perché ho provato a fare psicoterapia, ho fatto 6 incontri.
Mi sembrano solo chiacchiere inutili, cose banali che qualunque amico ti potrebbe dire.
Almeno io la vedo così.In sei incontri non vi siete nemmeno conosciuti! Mi dispiace che tu abbia avuto quest'esperienza, ma generalizzare così ... forse quel terapeuta non faceva per te o forse non era il momento adatto.
Maitranquilla76 la prima volta mi rivolsi ad una psicologa, avevo un'ansia! Perché mi ponevo molte domande, non sapevo come potesse funzionare e poi ero convinta che lì avrei fatto scena muta, che sarei diventata paonazza dalla vergogna! E invece ... si parla, sicuramente ti verrà chiesto il motivo per il quale hai deciso di rivolgerti ad un terapeuta, ma vedrai che sarà una conversazione molto "naturale".
Dopo pochi incontri con questa psicologa, mi rivolsi ad un altro specialista, dove vado tuttora, sicuramente l'approccio è differente, posso dirti che in comune c'è il fatto di aver voglia di parlare e la cosa che mi stupisce è che viene piuttosto naturale. Sicuramente dopo un po' inizierai a sentirti diversa rispetto a prima, ma è tutto molto soggettivo e altamente variabile.
Dipende poi da quello che affronterete. Io ero entusiasta già dopo un incontro, ma è diverso dal dire "sto meglio". Sono cambiata, nel mio percorso ho vissuto alcune crisi, una delle quali sta continuando tuttora, quindi non è detto che sarà sempre un percorso di rose e fiori, ma ecco, nemmeno questa è una regola!
Quello che ti consiglio è di non farti abbattere dalle persone che hai accanto, se ti troverai bene e vorrai fare questa cosa per te, continua. E' un impegno la terapia, ma un grande investimento su se stessi, il miglior regalo che tu potessi farti e già compiere questo passo è stata una vittoria. Quindi in bocca al lupo, io tifo per te -
soldi che se ne vanno come un fiume in piena.
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Grazie a tutti per le risposte!
Io, oltretutto, sono una persona molto curiosa e sento la necessità, a questo punto, di capire cosa sia potuto succedere, qual è stata la situazione che mi ha portata a vivere ciò. In pratica, tra alti e bassi, sto cosi' dal 2005 e il fatto che sia un problema ciclico ( periodi in cui sto bene) non lo rende meno grave. Poi, ultimamente, parlo di un anno e mezzo, da quando ho cambiato casa, sono precipitata nel baratro e, nonostante alla gente appaia sempre gioiosa e solare (non so perchè tutti hanno questa idea di me), io invece non sono felice, sento che i giorni scivolano via tra paure, terrore, ansie e insonnia e non riesco a vivere una vita decente. Io penso che tutto sia dipedo da un rapporto problematico con la mia famiglia di origine e che ora, vivendo sola ed essendo praticamente stata abbandonata immotivatamente da tutti loro (genitori e sorella) mi si è rovesciato addosso tutto il malessere che tenevo chiuso dentro di me.
Concordo con chi dice "sono conversazioni che puoi fare anche con un amico", allora, forse io non riesco a conversare per bene con le persone o altri sono più fortunati di me, perchè ogniqualvolta tento di tirar fuori il discorso (con il mio ragazzo o un mio amico) mi rispondono che se ne parlo è peggio, che non devo pensarci e che devo lavorare su me stessa, mentre io sento il bisogno di tirar fuori quello che ho dentro e non ci riesco, perchè mi viene chiesto di soffocare queste paure.
Michele, non ho ancora fatto l'incontro conoscitivo con lo psicoterapeuta,lo farò la prossima settimana, per cui non so ancora cosa mi consiglierà.
Evelyn, grazie mille, in effetti, penso che dopo tutti questi anni, perlomeno l'aver preso coscienza di avere un problema è l'inizio della risalita.
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Grazie a tutti per le risposte!
Io, oltretutto, sono una persona molto curiosa e sento la necessità, a questo punto, di capire cosa sia potuto succedere, qual è stata la situazione che mi ha portata a vivere ciò. In pratica, tra alti e bassi, sto cosi' dal 2005 e il fatto che sia un problema ciclico ( periodi in cui sto bene) non lo rende meno grave. Poi, ultimamente, parlo di un anno e mezzo, da quando ho cambiato casa, sono precipitata nel baratro e, nonostante alla gente appaia sempre gioiosa e solare (non so perchè tutti hanno questa idea di me), io invece non sono felice, sento che i giorni scivolano via tra paure, terrore, ansie e insonnia e non riesco a vivere una vita decente. Io penso che tutto sia dipedo da un rapporto problematico con la mia famiglia di origine e che ora, vivendo sola ed essendo praticamente stata abbandonata immotivatamente da tutti loro (genitori e sorella) mi si è rovesciato addosso tutto il malessere che tenevo chiuso dentro di me.
Concordo con chi dice "sono conversazioni che puoi fare anche con un amico", allora, forse io non riesco a conversare per bene con le persone o altri sono più fortunati di me, perchè ogniqualvolta tento di tirar fuori il discorso (con il mio ragazzo o un mio amico) mi rispondono che se ne parlo è peggio, che non devo pensarci e che devo lavorare su me stessa, mentre io sento il bisogno di tirar fuori quello che ho dentro e non ci riesco, perchè mi viene chiesto di soffocare queste paure.
Michele, non ho ancora fatto l'incontro conoscitivo con lo psicoterapeuta,lo farò la prossima settimana, per cui non so ancora cosa mi consiglierà.
Evelyn, grazie mille, in effetti, penso che dopo tutti questi anni, perlomeno l'aver preso coscienza di avere un problema è l'inizio della risalita.
Ti renderai conto che non sono conversazioni che puoi fare con un amico! Con un amico certamente ci puoi parlare, ma un amico, con tutto il bene che ti può volere, non possiede gli strumenti per aiutarti a superare determinate cose e a prenderne consapevolezza.
Quella con lo psicoterapeuta non è una semplice chiacchierata e te ne renderai conto, fosse così semplice!!!
Chi ti dice che "se ne parli è peggio" ti dà un pessimo consiglio, e per fortuna senti il bisogno opposto! -
Credo che possa essere una buona decisione, quando la maturi per te, senti di essere pronta a lavorare, allora può fare veramente la differenza.
Cosa aspettarti....generalmente un inizio più intenso (incontri più ravvicinati), almeno due tre incontri di tipo informativo, in cui ti verrà chiesto un po' di tutto. Poi inizia il lavoro. Certo dettagli dipendono dal tipo di approccio. Il mio consiglio è di prenderlo come occasione, opportunità.
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