storia

  • Ciao.
    Ho letto quello che scrivi e mi sono rispecchiato. Soffro di ansia: ansia da prestazione. Io ho trovato soluzione con l'aiuto farmacologico. Ci ho impiegato almeno un anno, con alti e bassi notevoli, ma alla fine il risultato di stabilita' pare essere arrivato. Nel mio caso, la specialista mi ha prescritto Cipralex (escitalopram). Altrettanto vorrei dire che molto dipende da noi stessi. Il farmaco - letto e detto 1 milione di volte - e' una stampella che alla lunga (un annetto almeno) verra' ad essere abbandonata.

    I motivi per i quali si arriva a somatizzare l'ansia (che provoca crisi, come l'attacco di panico) sono cosa piuttosto lunga da analizzare. Una volta acclarati non e' detto che la situazione di disagio venga risolta in un battibaleno. Ecco perché sostengo che l'aiuto di uno specialista sia sempre utile alla comprensione prima e nel definire una terapia.

    Ogni persona e' una storia a se'. Nel mio caso pero' posso dire senza indugi che grazie a farmaci sono riuscito a riacquistare la vita e la sua vivibilità. Altrettanto pero' oltre al farmaco vorrei consigliarti alcune letture (IMPORTANTISSIME) che potranno dare un senso o magari semplici risposte alle tue difficolta'.

    Ricordati sempre che ad ogni difficolta, momento no, c'e' sempre una risalita. Occorre saper aspettare. Pazientare ma sempre arriverà. Sempre.

  • Grazie per la tua risposta!

  • Letture? Facendo un salto in libreria ho comprato diversi testi. Essenzialmente ho letto molto (praticamente tutto) di Raffaele Morelli ma anche Giorgio Nardone. Ed altri. Morelli ad esempio (ho studiato giornalismo) e' un ottimo comunicatore. I suoi testi si leggono facilmente. Sui contenuti... mmm... De gustibus non est disputandum.

    In particolare mi sono concentrato sul capire i meccanismi degli stati ansiosi: dalla nascita ai risvolti patologici, come la lunga sintomatologia. Poi mi sono interessato sui meccanismi che generano gli attacchi di panico, le scintille ed i perché.

    Sull'approfondimento della sintomatologia, generalmente comune a tutti, ho cercato di immedesimarmi. Cioè capire ciò che mi produce situazioni di disagio, alla quali rispondo generando ansia.

    Nel mio caso, per paradosso, vuoi per la professione e per il mio carattere, si tratta di un problema di autostima. In sostanza il cercare continuamente di controllare eventi e situazioni. Una volta riconosciuto il punto dolente, di conseguenza, molto dipende da noi sulla gestione della situazione.

    L'importante pero' e' capire, relativizzare (in fondo, serve combattere contro noi stessi o meglio rinunciare al "braccio di ferro" immediatamente) ed andare avanti - più lentamente, magari - nella quotidianità.

    Come detto ognuno e' pero' storia a se.

    Ps. Sui medicinali, concordo: pareri discordanti ed efficacia non certa ed immediata. Certamente senza un equilibrio interiore ritrovato possono essere "acqua fresca".

  • La mia ansia si manifesta nello stesso identico modo, perlopiù in situazioni sociali, con l'aggravante che io sono anche emetofobica quindi a tutto quello si aggiunge il terrore che mi venga voglia di vomitare, cosa che ovviamente non è mai successa, così come non è mai successo di svenire quando mi sento instabile.
    Io sto facendo psicoterapia da molto e devo dire che dei miglioramenti li ho avuti, anche se successivamente(adesso!) ho avuto anche un forte crollo.....proprio quando ho scoperto le cause della mia ansia.

    Non voglio erigermi a giudice della tua situazione, sulla psicoterapia non dico nulla perchè sono la prima ad andarci da tanti anni ed ottenere miglioramenti lentissimi....quindi , tu ora stai cambiando, può essere che ti troverai meglio e vedrai risultati presto, come potrebbe essere che continuando la vecchia strada, molto lentamente, otterresti miglioramenti comunque...ed è anche quello che spero per me.
    Volevo fare invece una considerazione sui farmaci...io con il solo xanax riesco abbastanza a contenere gli attacchi,anche se momenti di ansia forte ogni tanto capitano lo stesso.
    Con gli ssri invece sono stata benissimo, nel periodo in cui li ho assunti mi erano passati praticamente tutti i sintomi e di conseguenza riuscivo ad uscire senza problemi. Mi sorge il dubbio che il farmaco che stai prendendo potrebbe non essere adatto a te. Te lo ha prescritto uno psichiatra? potresti come prima cosa provare a parlarne con lui e valutare un cambio di molecola.
    La scelta di usare o meno farmaci è una scelta personalissima in cui non voglio entrare nel merito, ma se un farmaco è quello giusto, i sintomi te li toglie, quindi su questo aspetto credo che tu possa tentare un'altra soluzione.
    Poi, con dei sintomi meno invalidanti, sarai anche più tranquilla di decidere cosa fare.

  • stesso tipo di ansia, stesso farmaco, risultati eccellenti.....finchè l'ho assunto.
    Quando mi sembrava di stare bene, in seguito anche ad un po' di psicoterapia, e ho deciso di sospenderlo, dopo sei mesi circa ho ricominciato a stare male. Ora stringo i denti e cerco di fare solo psicoterapia, non vorrei più prendere antidepressivi e cercare di eradicare il problema alla radice. E' un periodo diffcilissimo, ho fatto questa scelta, ho spesso ricadute in cui mi dico che vorrei il farmaco e lo vorrei subito, ma cerco di resistere.
    Tuttavia non giudico nessuna delle due posizioni, favorevoli e contrari ai farmaci. Io li ho usati per anni, ora sto provando senza proprio perchè ero spaventata dall'idea di doverli assumere per così tanto tempo (quasi 10 anni con qualche intervallo), ma non escludo la possibilità di cambiare di nuovo idea, se dovessi stare peggio, o stancarmi di non notare miglioramenti.

    ATTENZIONE:
    ogni mia decisione di prendere/sospendere è ssempre stata fatta in accordo con uno PSICHIATRA che mi ha seguito mentre aumentavo/scalavo le dosi....MAI FARE DA SOLI!!!!!!!

  • ciao.....prendere farmaci e non star bene è indice che qualcosa non ha funzionato. Il farmaco è come un vestito, non sta bene a tutti. Capita che la fortuna azzecchi con il primo e vai liscio come l'olio. Purtroppo in alcune persone non è così, quindi bisogna trovare la molecola giusta ed anche quando la trovi ci sono molti psichiatri che tendono a non dare il dosaggio pieno. Si crede che meno dosaggio meno problemi, ma non è così. Oltre la farmacologia può interviene il supporto psicoterapeutico, molto utile, ed in sinergia con il farmaco, attualmente sono considerate le terapie migliori. Attenzione però, non bisogna riporre nel farmaco la soluzione ai problemi, esso, unito ad altre terapie, dà l'aiuto alla persona ad uscire dalla fase acuta, ma la nostra forza, che in presenza della fase acuta è molto attenuata deve essere messa in primo piano. Se ti piace leggere leggi, ma non andare MAI su internet a cercare un qualsivoglia sintomo..............stanne fuori.....vede retro satana.... :hi:

    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


    I miei post - N.B. non sono medico né figura similare, ma questa è un'altra storia

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