storia

  • Se ti piace leggere leggi, ma non andare MAI su internet a cercare un qualsivoglia sintomo..............stanne fuori.....vede retro satana.... :hi:

    Buongiorno Repcar,
    non so se tu abbia scritto questo (che in linea di principio condivido totalmente) in rapporto al mio piccolo suggerimento precedente.

    Se così fosse, per una chiarezza che desidero anch'io, preciso soltanto che con la chiave di ricerca che avevo suggerito non si trovano sintomi o provvidenziali farmaci sintomatici.
    Anche perchè mi pare che non siamo in presenza di un sintomo, bensì di una diagnosi chiara, che è "attacchi di panico".

    Con quella chiave di ricerca, quindi, si trova soltanto una lettura tutta diversa degli attacchi di panico. Legata alle nostre modalità di respirazione e che non suggerisce nessunissimo farmaco.

    Suggerisce soltanto l'ipotesi che l'attacco di panico abbia molto più a che fare con il nostro modo di respirare di quanto possa averne con nostri (irrintracciabili) traumi infantili.


    Poi c'è una prova semplicissima a costo zero e chimica zero che chiunque può fare all'esordio di un attacco di panico : imporsi l'apnea per qualche decina di secondi.
    Scommettiamo che qualcosa fa? ;)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Perdonami ma non sono assolutamente d'accordo. Se la respirazione sbagliata (iperventilazione), aggrava lo stato ansioso e se respirare bene da un grosso beneficio, personalmente ritengo che il discorso della respirazione sia efficace realmente solo nei "pazienti avanzati". Generalmente soprattutto agli esordi e nelle fasi iniziali si finisce al pronto soccorso (credo che ci siamo passati tutti). In quei momenti non hai il tempo di pensare all'apnea, stai troppo male. Successivamente il percorso è generalmente farmacologico avente come base gli ansiolitici per calmare l'attacco, successivamente si procede se il medico lo ritiene necessario, sull'abbinamento di altre molecole.

    Posso aggiungere che ho personalmente provato l'apnea e non mi ha risolto nulla. Ho invece avuto beneficio da respirare nel sacchetto di carta (vecchio metodo rudimentale ma efficace almeno nel mio caso ma dopo anni di terapie di vario genere cioò quale paziente avanzato.

    Infine non sono per nulla d'accordo sul fatto che l'attacco di panico abbia relazioni col nostro modo di respirare. Io ho una respirazione che definirei perfetta, faccio esercizi da una vita, sono uno sportivo e ti assicuro (ma lo dicono psicologi e psichiatri), che gli attacchi di panico hanno radici ben diverse e profonde del modo di respirare.

    Ps: riuscire a gestire se stessi durante un attacco di panico è una delle sfide più difficili che la vita possa presentare.

  • ciao gloriasinegloria..........il mio era un consiglio indirizzato esclusivamente a non cercare sintomi su internet. Nulla riguarda il tuo consiglio, che non conosco in quanto grazie a Dio, fino ad ora nella mia collezione mi manca. Una cosa è certa che quando personalmente avevo un attacco di panico non vi era nulla che il cervello potesse rendere in quel momento "ragionevole", proprio perchè l'intensità è tale da non permetterti di compiere alcuna azione. Riguardo la sua natura, credo che nessuna specialista, tranne in psicoterapia, sia mai riuscita capire il motivo. :hi:

    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


    I miei post - N.B. non sono medico né figura similare, ma questa è un'altra storia

  • X Repcar : grazie del chiarimento. ;)

    X Michele : capisco quel che dici e ovviamente ti credo, ma nel mio caso personale il fattore respirazione - ti assicuro - si è rivelato determinante.
    La mia storia con gli attacchi di panico è un po' strana, e la accenno se può essere utile ad altri.
    Dopo il primo attacco di panico, circa dieci anni fa, rimasi sconvolta dall'esperienza perchè era, oltretutto, un periodo particolarmente tranquillo della mia vita.

    Realizzato che avevo avuto un feroce attacco di panico, non solo mi terrorizzava la diagnosi, ma soprattutto mi terrorizzava l'idea di dover andare alla ricerca della causa psicologica.
    Trovo prezioso il ruolo degli psicologi, ma avevo qualche amico che - pur essendosi rivolto per anni e con costanza ai migliori professionisti d'Italia - non solo non era arrivato ad individuare la causa, ma era peggiorato di anno in anno fino a risultare pesantemente invalidato da questo serissimo problema.
    Quindi era questa prospettiva a terrorizzarmi, ancor più perché non mi sarei potuta permettere viaggi sanitari e parcelle auree, mentre nella mia zona sono gli stessi medici a dire con rammarico che il livello medio dei professionisti del settore è molto scadente rispetto ad altre regioni italiane.

    Fu per questo che cercai forsennatamente se esistesse qualche spiegazione e prassi alternativa, e la trovai nella teoria della respirazione che, ripeto, funzionò perfettamente.

    A distanza di qualche anno, e in mio scenario personale molto meno tranquillo del passato, cominciai ad avere nuovi attacchi di panico, pazzeschi e continui fino ad arrivare (proprio come dici tu) disperata al pronto soccorso, in cui non mi veniva partecipata alcuna diagnosi o terapia e, preso atto che fosse un mio periodo di massimo stress e di terrore ipocondriaco, mi fu solo consigliato di "andare alle radici con l'ausilio di uno psicologo".
    Perchè non ho fatto ricorso alle tecniche di respirazione? Semplice: perchè in questo clima psicologico del tutto diverso ero più che convinta di avere qualche cardiopatia grave, e agli attacchi di panico non pensai proprio.
    Infatti andai dal medico proiettata in chiave cardiologica e fu il medico a dirmi che avevo "solo" attacchi di panico.
    Mi prescrisse SSRI a termine, ed ero talmente stremata dagli attacchi ma al contempo così felice della diagnosi che non osai minimamente deviare dalla terapia indicatami e la seguii scrupolosamente.
    Al termine del ciclo il problema sembrava risolto.
    Sono passati altri anni e non ho più avuto attacchi.
    Nel 2013, altri problemi destabilizzanti mi facevano subodorare di poter essere nuovamente sul bordo dell'attacco e mi feci soltanto prescrivere lo Xanax "in caso d'emergenza".
    In realtà è bastata la ricetta dello Xanax, perchè mi diede quel pizzico di "sicurezza" sufficiente a non sentirmi "in imminente emergenza drammatica e ingovernabile", mentre la ricetta è rimasta sul cruscotto della mia auto fino a qualche mese fa, mai utilizzata.

    Scusa se ti ho annoiato, ma questa è la testimonianza che io posso portare. :)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Ciao Gloria, anch'io ritengo che la respirazione sia un elemento determinante ma imparare a gestirsi durante un attacco di panico non è facile. Non a caso riferisci di soffrirne da 10 anni quindi anche tu rientri nei "pazienti avanzati" cioè evoluti, coloro che col tempo hanno appreso dalla loro patologia e da se stessi ponendosi l'obiettivo di migliorare.

    Per approfondire: Cause degli attacchi di panico.......

    http://www.attacchi-di-panico-…cause-attacchi-di-panico/

  • imparare a gestirsi durante un attacco di panico non è facile.

    Assolutamente non lo è !

    Rientro, vero anche questo, tra i "pazienti avanzati", però... sono almeno sei anni che non ho attacchi (spero continui così, ovvio ;( ) :
    Adoro gli psicologi, ma posso dire soltanto la mia verità: non è stato ricercando "il trauma" che ho risolto il problema. :)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

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