Fine rapporto con un borderline

  • Scusate l'intromissione... Posso chiedere se anche il disturbo bipolare rientra nel borderline?
    Leggendo le vostre storie ne ho riconosciuto alcuni tratti.....anche io ho avuto una seppur piccola (per fortuna) esperienza con una persona affetta da tale disturbo, che mi ha lasciata abbastanza devastata.

    Io sisk@ non so risponderti; sono tecnicismi ai quali penso possano rispondere solamente gli addetti ai lavori. Forse una condizione patologica non implica necessariamente l'altra (ne la esclude)...bho, ho letto le definizioni su internet ma la cosa è decisamente troppo complessa per me.

    Per aspera ad astra

  • Birdy posso chiederti perché non l'hai mai denunciata?
    Ho letto di episodi di violenza fisica sua nei tuoi confronti.
    Cosa ti ha bloccato dal farlo?

    Il sapere che aveva avuto un'infanzia terribile e il fatto che la amassi. Seppur con il cuore gonfio di dolore pensavo con il mio amore di riempire il suo vuoto ma soprattutto di trasmetterle quella voglia di vivere e di lottare che le mancava. Alla fine invece è stata lei ad avermi levato quella poca voglia di vivere che mi era rimasta.
    Un giorno sull'autobus eravamo da soli e mi ha confessato che alla base della sua mancanza di emozioni c'era il tentativo di arrivare a suicidarsi senza provare nulla.
    Non si rimane indifferenti davanti cose simili o davanti un livido sul braccio...la cosa terribile è il non poter fare nulla se non tentare disperatamente di salvarsi.

    Per aspera ad astra

  • Non sono mai vittime perche loro quando infliggono dolore lo sanno che stanno facendo del male ma non possono fare a meno. Non infliggono dolore a caso. Lo fanno con consapevolezza
    E non sono vittime perche i loro comportamenti distruttivi sono alla luce del sole. Non li contengono
    Per questo li vedi scoppiare in lacrime in rari momenti di lucidità e dire che non meritano il tuo amore

    Attenzione a non cadere nella "trappola" di cui parlavo nella mia risposta. Pare che non siano vittime, perché si valuta solo una fetta dell'accaduto e del loro comportamento, e non la situazione a partire dalle cause.

    Il solo fatto che non possano smettere di fare del male, pur rendendosene conto: è alla base (anche) della loro sofferenza. E' come avere un pezzo del cervello che comanda il corpo in modo indipendente dalla propria volontà: è terribile.

    Solo chi fa del male senza rendersene conto non soffre.

    Scusate l'intromissione... Posso chiedere se anche il disturbo bipolare rientra nel borderline?
    Leggendo le vostre storie ne ho riconosciuto alcuni tratti.....anche io ho avuto una seppur piccola (per fortuna) esperienza con una persona affetta da tale disturbo, che mi ha lasciata abbastanza devastata.

    Si tratta di due disturbi diversi, anche se molte caratteristiche sono in comune.

    Per dirla "semplice" il bipolare è ritenuto meno grave e meno permanente del borderline, però ha un maggiore distaccamento dalla realtà. Nel momento in cui si manifesta (sia nella fase "up" che "down") si possono avere allucinazioni e/o deliri in cui il soggetto è (ovviamente) distaccato dalla realtà.
    La persona borderline -invece- (come scrivevo anche sopra e prima): nonostante il delirio resta in un certo qual modo sempre cosciente di quello che sta accadendo, anche se non può opporsi. Anche da questo dipende la loro condizione di "vittime di se stessi".

    Posso raccontare un piccolo episodio a supporto di quanto appena scritto da MeMedesima.

    Se (SE) la tua ex è borderline: si è resa conto di quello che faceva mentre lo faceva e non ha potuto esimersi dal farlo. La sua faccia imbarazzata era quindi davvero imbarazzata. Questo ovviamente SE è una persona borderline.
    Metto tutti questi "SE" perché non è una diagnosi facile da fare, specialmente senza una adeguata preparazione e un minimo di esperienza.

    Il sapere che aveva avuto un'infanzia terribile e il fatto che la amassi. Seppur con il cuore gonfio di dolore pensavo con il mio amore di riempire il suo vuoto ma soprattutto di trasmetterle quella voglia di vivere e di lottare che le mancava. Alla fine invece è stata lei ad avermi levato quella poca voglia di vivere che mi era rimasta.
    Un giorno sull'autobus eravamo da soli e mi ha confessato che alla base della sua mancanza di emozioni c'era il tentativo di arrivare a suicidarsi senza provare nulla.
    Non si rimane indifferenti davanti cose simili o davanti un livido sul braccio...la cosa terribile è il non poter fare nulla se non tentare disperatamente di salvarsi.

    Molto bella la tua risposta, ma quando ho letto la domanda a me è sorto un pensiero diverso.

    Già non c'è né giustizia, né protezione quando si tratta di uomini che alzano le mani sulle compagne.. figuriamoci cosa succede se la denuncia è al contrario di quanto non si aspettano.

    Peraltro le forze dell'ordine e gli altri attori in gioco la fanno facile e ti rispondono che i problemi veri sono altri e che basta lasciarsi alle spalle la persona in questione. Raramente arrivano a prendere seriamente in considerazione una denuncia del genere, soprattutto se a farla è "lui".

    Non esiste ancora una cultura della violenza lei-lui, tanto meno se prevalentemente psicologica. In quei casi non credo sia la bottiglia a ferire di più.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • La manipolazione di cui sono in grado queste persone è al di sopra di qualsiasi strumento di difesa conscio o meno.
    La discriminante è se "ci cadi" o meno. Dal momento in cui cadi nella manipolazione, anche se te ne rendi conto e anche se sei esperto: è troppo tardi per uscirne indenni o per restare integri.

    Il trucco sta nel riconoscere questo tipo di soggetti PRIMA ed evitarli. Dal momento che eri già stato ampiamente manipolato: è normale che tu abbia agito come probabilmente mai più agirai in vita tua.

    Quando si è sotto un tipo di manipolazione "violenta" e basata sui sentimenti come questa: tutto è possibile.. anche fare il contrario di quel in cui si è creduto per una vita intera.

    Ma io l'avevo etichettata inizialmente come una che mente perchè voleva divertirsi e basta, difatti stavo tagliando i ponti. Vedendo che poi fece di tutto per avermi, vedendo come mi ha trattato all'inizio che ci siamo messi insieme ho pensato "magari stando con me può cambiare." Forse l'ho presa anche come sfida, lo ammetto, ma ormai cominciavo a provare piano piano qualcosa per lei e vedevo che aveva cancellato tutto il resto.. mi sembrava che il cambiamento ci fosse stato. E' normale che all'inizio, facendo determinate cose (dare accesso ad entrambe ai social/telefono, che se infondo ci penso con una qualsiasi altra ragazza non sarebbe accaduta una cosa così.. singolare e non normale) e non sapendo come è realmente questa persona ci ho provato a riporre fiducia che prima non mi dava. Già da questo punto si vede che ero stato manipolato ben bene, col senno del poi e mi ci sono ficcato io nel casino......
    Ora che so come funziona di certo non ci ricasco di nuovo. Nemmeno se venisse domani in ginocchio a pregarmi (cosa che non accadrà mai perchè ormai io sono un oggetto obsoleto che ha rovinato il rapporto, secondo i suoi pensieri. Non più utile alla sua causa.)

    E pensa se mi mettevano a lavorare nella sua stessa azienda come poteva andare a finire quest'ora.
    Assolutamente non uso nessun tono, ne violento, ne dolce, la ignoro completamente. Difatti lei si chiede per quale oscuro motivo io non la calcolo più, ovviamente lei voleva un rapporto di amicizia, che non era in realtà di amicizia ma di sfogo per i momenti di solitudine: dopo avermi lasciato mi chiedeva di dormire da lei alla notte, inizialmente quando andavo a recuperare alcune mie cose dal suo appartamento, si metteva sempre semi nuda in maniera provocatoria. Vedendo ciò l'ho allontanata pian piano, non sentendola più e bloccandola ovunque. Anche perchè sapevo che voleva continuare a manipolare e poi già si frequentava con la sua prossima vittima e ciò non l'ho accettato. Difatti questo povero ragazzo è stato a sua volta manipolato e già in preda a tutte le bugie possibili e immaginabili, non sapendo come agisca da single.

    Se il rapporto è durato meno di 6 mesi (un anno al max) può essere che tu non sia predisposto. Se invece è durato di più: si può dire che tu abbia una predisposizione caratteriale a sopportare (se non addirittura a cercare) situazioni di questo tipo.

    I 6 mesi/anno andrebbero misurati con frequentazioni ricorrenti infrasettimanali (un anno) o con la convivenza (qualche mese): i "tira e molla" non contano.

    Fra una cosa e un'altra.. è stato un anno di convivenza. Fra lo stare da lei o da me, infine insieme nello stesso appartamento è stato 1 anno esatto vedendoci quasi tutti i giorni. Ma io mi ero esaurito prima ed ero a fine rapporto abbastanza irascibile/scontroso causa la sua insensibilità verso le mie problematiche che per me erano diventate insostenibili, poi sono scoppiato dicendole di ogni e allontanandola momentaneamente da me. Da li in poi 2 mesi infernali dove mi ha girato e rigirato in tutti i modi, provava godimento totale nel farmi soffrire e a fare la vittima.
    Io non voglio essere predisposto più a questo genere di relazioni, bruciato una volta non ci casco dentro nuovamente. Anche se purtroppo non riesco a voltare pagina e darmi del tempo per ricaricarmi da questa esperienza, o meglio, vorrei affrettare questa cosa e non ho pazienza perchè ora pure io in solitudine mi sento a disagio, in quanto tendono i miei pensieri a riproiettarmi costantemente in quelle situazioni di ingiustizia totale. Oltre che un vuoto incolmabile dentro di me che è presente sempre in solitudine. E' come se io dovessi stare assolutamente a contatto con delle persone per non sentire questo vuoto.. sembra davvero che mi abbia contagiato..

  • Ieri sera dopo settimane di silenzio mi ha telefonato il mio ex con un numero sconosciuto e come se niente fosse mi ha proposto di vederci, con il tono più amichevole del mondo. Ho rifiutato perché voglio guarire, voglio uscirne

    Questa decisione l'hai presa grazie anche all'aiuto ricevuto su Nienteansia ?

    Siamo malati anche noi esattamente quanto loro, la nostra è l'altra faccia della medaglia. Nessuno si incontra per caso e sono sempre più convinta che questo ci serva per crescere

    Ok, siamo tutti malati, ma avere qualche problema di relazione (cogli altri, con noi stessi), e al netto di tutti i problemi più invalidanti che si possano avere, tutto questo non esclude un riguardo umano verso un altro essere umano; un'oncia di sensibilità.

    Queste persone sono totalmente sprovviste non certo di ogni sentimento, ma sicuramente di qualunque consapevolezza che rende umano un essere umano

    Analfabeti emotivi, feriti da qualcosa che non diranno mai e di cui probabilmente nemmeno sono consapevoli.

    La rabbia feroce che provano, alternata alla possessività di un amore nemmeno adolescenziale, ma infantile, rende questi personaggi estremamente inquietanti perchè del tutto imprevedibili nella loro dimensione "folle", e comunque imperscrutabile

    Questa consapevolezza, quella di avere un gran rispetto per la vita e il percorso degli altri, che è sacro, per quanto appannata possa essere, so di averla ben radicata, solida, tra le mie qualità, e non sempre è una buona qualità per me, ma viaggia pari passo colla mia sensibilità, nessuno te la può insegnare, non si tratta certo di buona o cattiva educazione.


    Ed è anche sulla fiducia verso gli altri esseri umani che ho deciso di credere, in linea generale.
    Per questo ho sempre continuato a dare fiducia alle persone, ad avere una incrollabile fiducia nella vita.
    E' una credenza che ho sviluppato per necessità, non la voglio vivere una vita in cui non mi fido di nessuno, se finisco per detestare le persone, il mondo intero, a diffidare di tutti, finirò per detestare la vita stessa.

    Per me è inconcepibile una vita votata alla ricerca di emozioni adrenaliniche e pericolose, di rancori penosi, di ripicche infantili, di scenegggiate alla Beautiful, è triste e se anche ha un senso è un percorso che non mi appartiene, percui se si vuole dire che siamo tutti sulla strada di tutti, ok, sono d'accordo, se si vuole dire che energeticamente ci si incontra per un motivo, ok, anch'io penso questo.

    Se però si dice che siamo malati anche noi esattamente quanto loro, insomma, io penso di essere "malato" alla mia maniera, e per fortuna che è così, nonostante la mia strada abbia incrociato quella di un altro essere umano sofferente, credo possa significare semmai che qualche parte di me aveva bisogno di qualche parte di lei, ma apparteniamo a piani di consapevolezza differenti. Oggi come allora.

    Oggi mi sento lontanissimo da quel mio alter ego 25enne pieno di capelli che pesava 58 chili perchè lavorava come uno schiavo in un momento difficilissimo della sua vita in cui aveva bisogno di affetto ed era fragile.
    Mi fa molta tenerezza, vorrei mettergli una mano sulla spalla e prendermi un caffè con lui e anticipargli qualcosa, provare a prepararlo, a salvaguardarlo, anche se solo in parte, da quello che avrebbe passato.
    Provare a risparmiargli un po' di quella sofferenza che, indipendentemente da quel che si possa dire a posteriori, nessuno merita di vivere.

    Perchè ti spazza via quella piccola parte necessaria, indispensabile, di ego che ti serve per agire nel mondo.

    Per quanto mi riguarda, di un'esperienza simile, avrei potuto bellamente fare a meno
    Quel piccolo ego buono che somiglia più a un sano orgoglio che ad un ego smisurato tipico di un demente, a qualcosa serve.

    Ad ogni modo mi piace pensare che ci sia un significato per tutto e penso che ogni vita sia sacra, ma il loro non è certo amore e le "vittime" che si imbattono in loro non sono certo uguali a loro

    Nè, tantomeno, sono malate (ammesso che si possa parlare di malattia)

  • Attenzione a non cadere nella "trappola" di cui parlavo nella mia risposta. Pare che non siano vittime, perché si valuta solo una fetta dell'accaduto e del loro comportamento, e non la situazione a partire dalle cause.

    Il solo fatto che non possano smettere di fare del male, pur rendendosene conto: è alla base (anche) della loro sofferenza. E' come avere un pezzo del cervello che comanda il corpo in modo indipendente dalla propria volontà: è terribile.

    Solo chi fa del male senza rendersene conto non soffre.

    quando faccio del male io provo un piacere sadico immenso. Sono consapevole di fare un torto marcio all'altro ma io penso dentro di me che se lo merita e non posso agire in modo diverso poiché il dolore e la rabbia quando prendono il posto dell'amore...diventano odio, assoluto.
    Non a caso arrivano a picchiare l'altro e fargli violenza verbale mirando proprio i punti deboli. Quando soffrono di ciò che hanno fatto è perché dopo sanno che rischiano di essere LASCIATE e quindi piangono e ripiangono con la paura dell'abbandono. Non a caso la maggior parte delle volte ti lasciano perché hanno trovato un'altra vittima sacrificale.
    Non sono vittime MAI.
    Non associate questo termine a queste persone.
    La soluzione al problema appena picchi qualcuno è dirti "ma l'ho picchiato, non è normale" e prendere il prima possibile appuntamento dallo psicologo. Invece loro continuano questo gioco perverso che non finirà MAI, è sempre un crescendo...devono avere la tua anima.
    Ti spogliano nudo LETTERALMENTE, ti rendono vulnerabile...davanti a loro sei solo un pezzo di carne..di cui stanno macellando pezzo per pezzo ..
    ogni tua certezza si sgretola, arrivi a pensare che non sai più chi sei. Se la tua vita prima era bella e piena..ora è vuota.
    La tua autostima non esiste più poiché l'altro te l'ha tolta, ti ha derubato, ti ha violentato. Ha violentato il tuo essere. La tua integrità.

    Cosa c'è di peggio di tutto questo?

  • Ahimè, per esperienza personale, confermo anche le virgole di quanto scritto da MeMedesima.
    La domanda è come riprendersi da esperienze simili...come tornare ad avere fiducia negli altri e nella vita in generale.
    Non si può stare sul chi va là in eterno, le energie finiscono e si crolla nuovamente....come un pugile all'ultima ripresa che tenta di rialzarsi.
    Lo stare ad analizzare la genesi della faccenda (il perchè e il per come ci si è esposti a tanta sofferenza) alla fine può servire a qualcosa?
    Sto un pò in impasse :-(

    Per aspera ad astra

  • Per quanto riguarda i border, il percorso che devono fare è simile a quello che si fa per i tossicodipendenti. Devono andare in qualche comunità o comunque centro di recupero. Per me solo così si può vedere la luce del sole. Devono imparare a stare in società, non riempirli di farmaci come si fa di solito.

    Per quanto riguarda il codipendente ciò che deve fare è un percorso terapeutico con l'analista e abbinarci un percorso simile "alcolisti anonimi " ma sul filone "codipendenti anonimi". Cioè circondarsi da persone che hanno avuto a che fare con la stessa identica dipendenza.

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. Come superare una storia che non doveva esserci? 36

      • Nikondriaco91
    2. Risposte
      36
      Visualizzazioni
      1.5k
      36
    3. Saritta

    1. Si tratta di attaccamento ansioso? 20

      • _LucyInTheSky_
    2. Risposte
      20
      Visualizzazioni
      627
      20
    3. _LucyInTheSky_

    1. L'amore vero giustifica il distacco quando le cose cambiano? 37

      • ladyparsifal
    2. Risposte
      37
      Visualizzazioni
      1.2k
      37
    3. leila19

    1. Ex moglie che ritorna, sono molto dubbioso 104

      • fuoripiove
    2. Risposte
      104
      Visualizzazioni
      5.3k
      104
    3. fuoripiove

    1. Come definire una relazione a distanza? 83

      • stefania19944
    2. Risposte
      83
      Visualizzazioni
      2.5k
      83
    3. Fibonacci

    1. Io voglio vivere al nord, lui al sud 16

      • farfalla78
    2. Risposte
      16
      Visualizzazioni
      710
      16
    3. Gray