Fine rapporto con un borderline

  • io l'avevo etichettata inizialmente come una che mente perchè voleva divertirsi e basta, difatti stavo tagliando i ponti.

    Qui eri quasi ancora in tempo a non farti manipolare.

    Vedendo che poi fece di tutto per avermi, vedendo come mi ha trattato all'inizio che ci siamo messi insieme ho pensato "magari stando con me può cambiare."

    Qui eri già caduto nella manipolazione, anche se non profondamente. Da qui in poi il percorso è però in discesa.

    [...] ora pure io in solitudine mi sento a disagio, in quanto tendono i miei pensieri a riproiettarmi costantemente in quelle situazioni di ingiustizia totale. Oltre che un vuoto incolmabile dentro di me che è presente sempre in solitudine. E' come se io dovessi stare assolutamente a contatto con delle persone per non sentire questo vuoto.. sembra davvero che mi abbia contagiato..

    Sì, probabilmente sei stato "contagiato". Anche se tra virgolette: credo sia un termine corretto.

    Ci sono prove del fatto che spesso la vittima di questi tipi di rapporto inizia a comportarsi (per fortuna solo a tratti) in modo simile al proprio carnefice.
    Alcuni dei pensieri negativi, della coazione a cacciarsi in situazioni in cui si è sviliti, etc. fanno parte di un meccanismo simile a quello che spinge il carnefice e reiterare il copione di carnefice (appunto) con ogni partner. La vittima rischia di diventare ancora vittima o di trasformarsi (solo per alcuni comportamenti e temporaneamente) anch'essa in carnefice.

    Per fortuna da questo "contagio" si guarisce con il contatto sociale "sano". Significa stare a contatto con persone che nulla hanno in comune con le dinamiche di questo tipod i carnefici.

    Queste persone sono totalmente sprovviste non certo di ogni sentimento, ma sicuramente di qualunque consapevolezza che rende umano un essere umano

    Analfabeti emotivi

    No, la consapevolezza la hanno ed è più intensa, forte e profonda di quella delle "persone normali". Se così non fosse non riuscirebbero a manipolare come invece riescono a fare. La loro capacità di raggirare il prossimo è la prova della loro consapevolezza.

    Avere consapevolezza però non garantisce che questa venga utilizzata nel modo più rispettoso per il prossimo. Ci sono 2 casi in cui questo non accade:
    1. la persona consapevole è malvagia e usa la sua consapevolezza per ottenere vantaggi e/o fare del male. In questo caso siamo di fronte a un carnefice puro.
    2. la persona consapevole è malata e non può evitare di comportarsi in modo scorretto nei confronti dell'altro. In questo caso siamo di fronte a un carnefice che è anche vittima.

    quando faccio del male io provo un piacere sadico immenso. Sono consapevole di fare un torto marcio all'altro ma io penso dentro di me che se lo merita e non posso agire in modo diverso poiché il dolore e la rabbia quando prendono il posto dell'amore...diventano odio, assoluto.

    Giudica tu se questo comportamento è del tipo 1 o 2 di cui sopra.

    Non sono vittime MAI.

    E' dato scientifico assodato che siano vittime praticamente quasi sempre. Ripetere "mai" non lo renderà vero.
    L'essere vittima non dipende dalla ferocia o dalla gravità degli atti commessi: se uno è vittima è vittima, a prescindere che sia un terrorista che si fa esplodere in un asilo nido (peraltro in quei casi spesso si tratta di vere e proprie vittime plagiate).

    La tua autostima non esiste più poiché l'altro te l'ha tolta, ti ha derubato, ti ha violentato. Ha violentato il tuo essere. La tua integrità.

    Vero, verissimo.

    Per quanto riguarda i border, il percorso che devono fare è simile a quello che si fa per i tossicodipendenti. Devono andare in qualche comunità o comunque centro di recupero. Per me solo così si può vedere la luce del sole. Devono imparare a stare in società, non riempirli di farmaci come si fa di solito.

    Non so quanto sia simile al tossicodipendente il recupero di un border, ma so per certo che è un percorso prevalentemente personale. Dipende sempre da caso a caso, ma la cura "in comunità" è sempre una opzione minore. Il border (come tanti altri disturbi che spesso includono il narcisismo) deve innanzi tutto fidarsi della persona che li cura; e l'unico modo per cui questo possa accadere è che la cura sia "cucita ad hoc" sull'apparente unicità della persona disturbata, quantomeno inizialmente.
    In realtà poi questa cura è simile per tutti e comprende quasi sempre farmaci.

    Per quanto riguarda il codipendente ciò che deve fare è un percorso terapeutico con l'analista e abbinarci un percorso simile "alcolisti anonimi " ma sul filone "codipendenti anonimi". Cioè circondarsi da persone che hanno avuto a che fare con la stessa identica dipendenza.

    Il percorso del dipendente è Sì praticamente sovrapponibile a quello di un tossico.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • E' dato scientifico assodato che siano vittime praticamente quasi sempre. Ripetere "mai" non lo renderà vero.
    L'essere vittima non dipende dalla ferocia o dalla gravità degli atti commessi: se uno è vittima è vittima, a prescindere che sia un terrorista che si fa esplodere in un asilo nido (peraltro in quei casi spesso si tratta di vere e proprie vittime plagiate).

    Quello che dici tu non è legge.
    Ripetere sempre la stessa cosa sotto i miei post..non li rende veri.. i tuoi,però
    Ammetti a te stesso per una volta..che non hai sempre ragione

    Ma vittima di cosa?
    Allora buttiamo fuori tutti i carcerati dalle prigioni perché sono delle vittime.

  • Quello che dici tu non è legge.

    In effetti non lo dico solo io. E' una cosa che in primis dice chi studia questo tipo di comportamenti.

    Ma vittima di cosa?

    Prima di tutto di una malattia che gli impedisce di riuscire a controllare le emozioni e le relative azioni/azioni che ne conseguono. In secondo luogo sono vittime della situazione stessa che si viene a creare per via del loro comportamento. Il fatto che ne siano vittime anche gli altri non significa che non lo siano loro in prima persona.

    Ci sono altri disturbi/problemi/malattie con schemi simili. Il borderline è il più "controverso" perché l'apparente lucidità del disturbato ci da la sensazione che sia qualcosa di intenzionale: ma non è così. In taluni casi lo è in parte, ma quando passi una vita in una condizione così drammatica è abbastanza normale.

    Non è un caso che molti di loro pensino al suicidio senza venire a sbandierarlo sui forum per attirare l'attenzione.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Un effetto collaterale che ho iniziato a provare dopo questa esperienza da incubo è una certa desensibilizzazione.
    Appena una ragazza solo pensa di ferirmi "scappo" terrorizzato.
    Poi mi rendo conto che se un gatto miagola non posso di default pensare di aver a che fare con una tigre.
    La cosa tragica è che lo spavento è stato tale da non riuscire più a modulare determinate emozioni.
    Scusate se mi sovrappongo alla discussione in modo apparentemente scollegato. In realtà sono le cose che scrivete a tirarmi fuori certe prese di coscienza...grazie ancora a tutte/i.

    Per aspera ad astra

  • Un effetto collaterale che ho iniziato a provare dopo questa esperienza da incubo è una certa desensibilizzazione.
    Appena una ragazza solo pensa di ferirmi "scappo" terrorizzato.
    Poi mi rendo conto che se un gatto miagola non posso di default pensare di aver a che fare con una tigre.
    La cosa tragica è che lo spavento è stato tale da non riuscire più a modulare determinate emozioni.
    Scusate se mi sovrappongo alla discussione in modo apparentemente scollegato. In realtà sono le cose che scrivete a tirarmi fuori certe prese di coscienza...grazie ancora a tutte/i.

    Non ti scusare perchè così mi fai capire che non sono l'unico, anche se per me è passato solo più di un mese. Ho avuto occasioni e me ne sono tirato sempre fuori proprio per questa paura!
    Ed oltre aver sviluppato una sottospecie di anoressia sessuale a cui per ora non do importanza in quanto in fase depressiva mi era già successo.. che poi scopro che al momento di frequentare qualcuna sparisce regolarmente. Ma ora ho proprio quel blocco verso il mondo femminile, amiche si ma non di più.. sparirà anche questo prima o poi, spero.

  • Un effetto collaterale che ho iniziato a provare dopo questa esperienza da incubo è una certa desensibilizzazione.
    Appena una ragazza solo pensa di ferirmi "scappo" terrorizzato.
    Poi mi rendo conto che se un gatto miagola non posso di default pensare di aver a che fare con una tigre.

    Sei traumatizzato. E' normale.

    La cosa tragica è che lo spavento è stato tale da non riuscire più a modulare determinate emozioni.
    Scusate se mi sovrappongo alla discussione in modo apparentemente scollegato. In realtà sono le cose che scrivete a tirarmi fuori certe prese di coscienza...grazie ancora a tutte/i.

    E' una sovrapposizione che credo non sia fastidiosa per la persona che ha aperto il thread. Ascoltando le altre testimonianze può rendersi meglio conto della sua situazione.

    C'è da dire che essendo lei donna alcuni aspetti sono differenti (come lei stessa ha detto).

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Quello che ho notato sin da subito è che vedevo in questa persona tutte le mie ansie, i miei pregi e i miei difetti, ma in misura molto maggiore, anzi in modo esponenziale. L'altro rispecchia noi stessi. Forse si cerca di salvare se stessi salvando l'altro. Vorrei chiedervi, ma voi come stavate VERAMENTE, prima di conoscere queste persone? È vero che da questa relazione sono uscita dilaniata, ma non è che prima stessi chissà quanto bene in effetti

  • Quello che ho notato sin da subito è che vedevo in questa persona tutte le mie ansie, i miei pregi e i miei difetti, ma in misura molto maggiore, anzi in modo esponenziale. L'altro rispecchia noi stessi. Forse si cerca di salvare se stessi salvando l'altro.

    E' uno dei migliori modi per manipolare: imitare una parte dell'altro, amplificarla. In questo modo l'altro non sospetta di essere manipolato e/o prova un perverso piacere di appartenenza vero ciò che accade, per quanto estremo e doloroso sia.

    Chi manipola con questa tecnica arriva anche a dire/fare cose che in realtà non crede o non sente. Più bravo è a mentire, più la cosa funziona.

    Vorrei chiedervi, ma voi come stavate VERAMENTE, prima di conoscere queste persone? È vero che da questa relazione sono uscita dilaniata, ma non è che prima stessi chissà quanto bene in effetti

    In effetti è assodato che queste persone abbiano una certa capacità di individuare e riconoscere chi è in difficoltà (per motivi personali o di vita vari) e quindi è più vulnerabile alla manipolazione di cui sopra.

    Basta un periodo difficile, di stress, di delusioni, di affanno o di estrema noia; una relazione finita da poco, un lavoro andato male o qualsiasi cosa che sia significativamente importante per chi la vive come delusione/trauma.

    Se non c'è un evento scatenante può esserci una predisposizione personale: ansia, paura, stress cronico, etc.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Brucewayne vittima di cosa?
    Rispondi. essere vittime di se stessi non significa nulla
    Perché altrimenti dovresti smetterla di andare per thread a dire alle persone di darsi una mossa per uscire dal loro situazione e quindi di non lamentarsi.

  • Brucewayne vittima di cosa?

    L'ho scritto un po' in tutte le risposte in questo thread.

    essere vittime di se stessi non significa nulla

    E perché mai non dovrebbe significare nulla. E poi non c'era solo "se stessi" come causa del loro essere vittime.

    Ci sono un sacco di situazioni in cui si è vittime di se stessi, comprese quelle in cui ci si comporta in modo antisociale e isterico.

    Si può essere "vittime di se stessi" volontariamente, con dolo, oppure a causa di una malattia, un disturbo. Chi è sano e si comporta (a tratti) come un bordeline: è certamente più responsabile (ma non meno vittima delle conseguenze) di un disturbato.

    Perché altrimenti dovresti smetterla di andare per thread a dire alle persone di darsi una mossa per uscire dal loro situazione e quindi di non lamentarsi.

    Io non ho mai intimato a nessuno nulla di così semplicistico.
    Ogni situazione è a sé e ogni causa ha il suo effetto e la sua soluzione.
    Se è capitato che ho parlato a qualcuno delle sue eccessive lamentele o del fatto che non si diano una mossa: è perché ho percepito che ciò avviene con una certa porzione di responsabilità personale che potrebbe essere risolta con un po' di volontà; il che è ben diverso dalla situazione di chi vive un disturbo devastante e tragico come il borderline.

    Personalmente non consiglierei a una persona borderline di non essere isterica o di autodenunciarsi per farsi incarcerare. Piuttosto gli consiglierei di curarsi, di smetterla di ignorare il suo evidente problema e di fare attenzione a chi tira nel suo vortice: di consapevolizzarsi anche di quel che c'è dietro.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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