Le persone che non ridono mai.

  • Leggendo su internet e in generale anche nella vita di tutti i giorni si evince che le persone che non ridono mai o che ridono pochissimo stanno antipatiche, in alcuni casi in maniera persino viscerale. Mi domando come mai..

  • Io sono tra quelli un pò troppo "seriosi" e posso dirti paradossalmente che diffido delle persone altrettanto tenebrose perchè percepisco inconsciamente che "covino" sentimenti non proprio piacevoli.
    Poi alla fine sto pure a disagio con chi è troppo ridanciano. Un vero casino :-(

    Per aspera ad astra

  • Antipatiche magari no, però non ispirano voglia di approfondire la conoscenza, di mettersi a parlare con loro. Se mi presentano una persona che nemmeno mi fa un sorriso (non parlo di risate!) mi limito alla cortesia della presentazione e poi non gli rivolgo altre parole.
    Una persona che non sorride e mostra una espressione troppo seria lancia inconsciamente un messaggio: voglio stare per i fatti miei, non disturbarmi, magari sono arrabbiato oppure ho pensieri e preoccupazioni.
    Come vedi io parlo di "sorriso", non di risata.
    Il sorriso esprime serenità d'animo, disponibilità nei confronti degli altri. Chi sorride è come se dicesse: non sono triste e non sono arrabbiato; sono sereno e se vuoi conoscermi sono diponibile.
    Diverso è il discorso della "risata": le persone che ridono sempre per qualsiasi cosa sembrano "stupide", poco intelligenti. Una risata invece espressa in modo adeguato, in contesti effettivamente divertenti, esprime divertimento e voglia di condividere gioia e spensieratezza.

    Ovviamente non è vero che tutte le persone serie non sono disponibili alle relazioni interpersonali, che tutte le persone sorridenti sono disponibili, e tutti quello che ridono sonoramente per qualsiasi cosa siano stupidi.
    Però il corpo ha un suo specifico linguaggio e con serietà, sorrisi e risate rumorose comunichiamo involontariamente dei messaggi più o meno universali.

  • Io sono tra quelli un pò troppo "seriosi" e posso dirti paradossalmente che diffido delle persone altrettanto tenebrose perchè percepisco inconsciamente che "covino" sentimenti non proprio piacevoli.
    Poi alla fine sto pure a disagio con chi è troppo ridanciano. Un vero casino :-(

    Strano... quindi ci sono davvero proprio tutte le casistiche^^

    Ma mi domando da dove vengano queste interpretazioni... non penso siano qualcosa di presente nella natura dell'uomo. Altrimenti non si spiegherebbe perchè non le interpretiamo allo stesso modo.
    Ad esempio io non penso che uno che non sorride abbia qualche problema o preoccupazione. Lo stato in cui la faccia è completamente rilassata ed inespressiva per me , al contrario, è lo stato di tranquillità.
    Molti personaggi delle opere di finzione non girano sorridendo continuamente ciò nonostante non sono mica tristi. Normalmente la faccia dovrebbe essere in una stato di rilassatezza.

    Non capisco sulla base di cosa , quello stato, dovrebbe essere interpretato con tutte quelle conclusioni. (indisponibile a conoscersi, infelice, irrequieto). La faccia di una persona irrequieta secondo me non è che non sorride... è proprio una faccia particolare, un espressione diversa. Non trovo normale e naturale che il proprio stato di rilassatezza coincida con il sorriso perchè il sorriso è ancora un altra cosa.
    Da tutto questo sembrerebbe di capire che persino le espressioni facciali sono molto "liberamente interpretabili" e frutto di fraintendimenti.. il che è un po' strano se ci si pensa.. Che Dio non ci abbia fatti costruire tutti nella stessa fabbrica? [Immagine bloccata: https://www.nienteansia.org/forum/wcf/images/smilies/tongue.png]..

  • E invece sbagli... ora ti spiego perchè....
    Il linguaggio del corpo è innato ed è presente in tutti gli uomini. Ovviamente non solo si è evoluto nei secoli ma tende poi a subire modifiche in base al contesto familiare, sociale, politico, in cui si nasce e cresce.
    E' tipica ad esempio la differenza fra la mimica degli occidentali, la cui cultura è fondata sul capitalismo e l'individualismo, e la mimica orientale, la cui cultura predilige il gruppo.
    Il fatto che tu interpreti in modo differente la mimica del corpo è dovuta al fatto che "razionalizzi" il messaggio, lo interpreti in modo logico-analitico.
    Ma ti assicuro che se tu fossi in grado di lasciarti andare in modo spontaneo, non filtrato dalla ragione, quei messaggi corporei avrebbero anche per te quel significato "universale", significato ovviamento influenzato dal tuo contesto socio-culturale.
    Ti faccio un solo esempio: se fai la faccia arrabbiata ad un neonato lui tende a spaventarsi e mettersi a piangere. Se ridi ad un neonato lui ride.
    Vedi che c'è un linguaggio del corpo universale? Purtroppo con ragione e cultura tendiamo a non saperlo più "leggere" e riconoscere.

  • Mah, nemmeno io mi creo pregiudizi verso chi non sorride. C'avrà i suoi motivi, magari è solo sovrappensiero. Io sono spesso sovrappensiero, praticamente sempre.

    Dipende dal contesto. Se si crea una situazione di piacevole socialità, l'asociale spicca e crea disturbo. Non dico di approvare la sua esclusione dal gruppo, ma la capisco. Nessuno vuole vedersi rovinare un momento piacevole. Invece non concepisco il pregiudizio in contesti in cui la socialità è assente o è molto bassa (ad esempio la passeggiata solitaria o in coppia).

    Dipende anche dai momenti. Tutti hanno delle giornate no. A chi piace essere sempre sincero, nel bene e nel male (come me), mostrare di avere le palle girate è un modo per portare rispetto, anche se questo non viene compreso.

    E' un pregiudizio che ho sperimentato più volte. Oltre a essere sovrappensiero, io sono anche fotofobo e ho spesso (quasi quotidianamente) l'emicrania, per cui non ho proprio nulla di cui ridere. E nel guardarmi in faccia tutti pensano che io sia arrabbiato (sottinteso: e che me la tiri tantissimo). Come detto, a volte lo sono davvero (ma con me, non con gli altri; oppure sono arrabbiato "con tutti", ma non specificatamente con chi ho di fronte), a volte no (e rimango male quando scopro l'opinione degli altri). Aggiungo che sono pure abbastanza "impagliato", ho una risata stupida e se sorrido sembro un bambino stupidotto, e per come è messa la mia autostima, più rispetto ottengo meglio è...

  • Ma io non criticavo le persone serie che non sorridono. Mi riferivo al fatto che possono involontariamente comunicare "chiusura" e che quindi le persone intorno potrebbero mantenersi a distanza perchè pensano che non sono gradite. Parlavo del linguaggio non verbale che il corpo, la mimica facciale e i gesti comunicano.

  • Ovviamente come tutti sappiamo è anche questione di carattere.
    Io ad esempio sono un introverso, timido, spesso preferisco stare da solo. Ma se sono in buona compagnia sorrido e rido, anche se certo non sarò mai e non voglio essere l'anima della festa. Se mi presentano qualcuno sorrido, naturalmente, anche se non ne ho voglia, insomma se sono in compagnia - gradita o meno - cerco di provare a coinvolgermi. Ma credimi mi ci è voluto un po' per fare questo piccolo salto di qualità, prima ero molto peggio.
    Detto questo, un ulteriore esempio: quando stavo con la mia ex la sua combriccola di amici mi trovava antipatico non tanto perchè non sorridevo, ma perchè parlavo poco in confronto al loro standard. Ecco, io parlo molto se trovo chi mi è affine e chi ha certe cose da condividere, cose interessanti e quanto altro. Capita di rado, ma in quei casi posso andare avanti per ora. E' chiaro che se mi metti in mezzo a gruppi che parlano di cose che sinceramente non mi interessano, e che ritengo piuttosto superficiali, allora è più facile che intervenga il minimo indispensabile. Se mi trovo con chi parla tanto perchè logorroico e perchè ha un egocentrismo logico che mi zitto. Io di me stesso parlo poco, eccetto che con le persone delle quali mi fido e so che non me ne pentirò.

    La Morte si alzò[...]accese un fiammifero, lei che avrebbe potuto distruggere il foglio di carta con lo sguardo,[...]tornò a letto, si abbracciò all'uomo e, senza ben capire quello che le stava succedendo, Lei che non dormiva mai, sentì che il sonno le faceva calare dolcemente le palpebre. Il giorno seguente non morì nessuno.

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