I fantomatici "cambi radicali"?

  • Mi chiedevo se qualcuno di voi (o di vostra conoscenza) ritiene di aver vissuto un cambio radicale.
    Parlo di cambiamenti che voi percepite come positivi, a prescindere lo siano in senso assoluto.

    La domanda mi sorge perchè mi domando se sia davvero possibile, non tanto cambiare rotta, ma cambiare rotta in modo stabile, poichè implica un cambiamento più profondo, una rivoluzione del nostro modo di interagire col mondo.
    A me personalmente è capitato in alcuni frangenti di cambiare , ma constato che questo cambiamento si è sempre rivelato temporaneo, ovvero torno sempre a pensare e a condurre la mia vita come in origine. Il reiterarsi di questo ciclo, ora mi demotiva nell'intraprendere una qualsiasi attività.

    Faccio degli esempio banali:
    avete mai conosciuto qualcuno che da pigro è diventato attivo e lo è rimasto?
    qualcuno che da obeso è diventato magro, e ci è rimasto?
    qualcuno che ha smesso di bere e continua a non bere?
    qualcuno che da asociale-fobico, è diventato socievole?
    ecc.

  • diventa ciò che sei disse Nietzsche
    forse ciò che percepiamo come cambiamenti spesso sono solo attitudini portate a galla...dalla vita, in tutte le sue forme.
    durano nella misura in cui sono funzionali

    rispondendo ai tuoi esempi: si, ho conosciuto persone di questo tipo

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Non puoi diventare ciò che non sei: se sei sociofobico non diventerai un tipo estroverso, al massimo migliorerai la cosa fino a fare in modo che non ti pregiudichi la quotidianità, e riuscirai ad avere una vita normale; ma non sarai mai tipo da grandi festoni e baci e abbracci al primo che vedi una sera.

    Questo non significa che non vale la pena lavorare su una situazione di disagio: si tratta di comprendere quali sono le nostre doti naturali e impegnarsi per esprimerle le nostre carenze non devono essere viste come un difetto ma non devono neanche arrivare al punto di rovinarci la vita (come fanno le fobie).

  • forse ciò che percepiamo come cambiamenti spesso sono solo attitudini portate a galla...dalla vita, in tutte le sue forme.
    durano nella misura in cui sono funzionali

    rispondendo ai tuoi esempi: si, ho conosciuto persone di questo tipo

    Interessante la prima frase. Non ci avevo mai riflettuto.

    Sulla seconda: puoi citare esempi concreti?

  • Non puoi diventare ciò che non sei: se sei sociofobico non diventerai un tipo estroverso, al massimo migliorerai la cosa fino a fare in modo che non ti pregiudichi la quotidianità, e riuscirai ad avere una vita normale; ma non sarai mai tipo da grandi festoni e baci e abbracci al primo che vedi una sera.

    Questo non significa che non vale la pena lavorare su una situazione di disagio: si tratta di comprendere quali sono le nostre doti naturali e impegnarsi per esprimerle le nostre carenze non devono essere viste come un difetto ma non devono neanche arrivare al punto di rovinarci la vita (come fanno le fobie).

    Eppure ogni tanto si sente per televisione o si legge da qualche parte di qualcuno che ha cambiato radicalmente vita.

    Mi vengono in mente quei programmi televisivi in cui ci sono delle persone obese che in un anno dimagriscono 100 kg.
    (sarei curiosa di sapere come sono oggi...).

    Oppure di quelli che partono e vanno a vivere non so dove e riscoprono un modo di vivere più felice.

    Io però personalmente non ne conosco.

  • Quelli che dimagriscono 100 KG lo fanno perché risolvono un loro problema che li ha portati ad essere così obesi. Non sono cambiati loro: han tolto la zavorra che gli impediva di esprimersi.

    Quelli pure che partono per una vita più salutare, o quella che comunque desideravano: non sono cambiati loro, han cambiato il film in cui vivono.

  • Esatto, il cambiare il proprio stile di vita (in modo permanente) implica un cambiamento interiore. Diversamente, si potrà avere solo un'illusione di cambiamento; se ci pensi, nostri comportamenti riflettono ciò che abbiamo dentro. L'alcolista beve per mitigare un disagio, l'obeso individua nel cibo una valvola di sfogo, la fobia sociale è causa di traumi o di non sentirsi all'altezza, e fin quando non si risolve il problema alla radice sarà difficile mettere in atto un vero e proprio cambiamento.

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