Ciao a tutti, vi scrivo tra le lacrime e chiedo scusa se quello che segue sembrerà più che altro uno stream of consciousness senza capo né coda. Credo di avere bisogno di una valvola di sfogo.
Ormai sono due settimane che la mia mente è annebbiata dal pensiero costante della fine. Il pensiero della morte sta diventando un'ossessione, al punto che sto iniziando a prendere in considerazione l'idea di una consulenza psicologica perché mi sembra di impazzire.
Sono tornata oggi da una settimana di vacanza all'estero. Vacanza che avrebbe dovuto essere una tregua dall'ansia e dai pensieri, ma che invece non ha fatto altro che da catalizzatore dell'angoscia. Sto vivendo le mie giornate col pensiero fisso che un giorno non esisterò più e che tutto quello che sto vivendo sarà stato inutile. Ero in vacanza, e mentre ridevo e scherzavo con gli amici pensavo che quelle risate un giorno non saranno neppure un ricordo. Saranno niente.
Fino a poco tempo fa avevo un'idea molto pragmatica della morte: tutti l'affronteremo, tantissimi l'hanno affrontata prima di noi, e tanti altri lo faranno quando noi non saremo più qui. Non so dire quale fosse la mia idea di "vita", so soltanto che la mia fine non mi spaventava e che l'unica cosa di cui avevo veramente paura era la morte dei miei cari.
Da qualche settimana a questa parte è tutto cambiato: non soltanto guardo mia madre con malinconia pensando che fra una trentina d'anni - se tutto va bene - non sentirò più la sua voce, non potrò più ricevere i suoi abbracci e annusare il suo profumo, ma penso anche al fatto che persino io ho i minuti contati e sono già trascorsi ventidue anni dal giorno in cui sono nata per morire. Perché sono nata per morire?
Guardo in faccia le persone che mi circondano, anche i più completi sconosciuti, e penso che un giorno non vivranno più. Mi sembra di essere circondata da materia in decadimento, e non comprendo per quale motivo tutto esista per non esistere più. Mi spaventa a tal punto questa idea che sono arrivata a pensare, nel bel mezzo della notte, quando i pensieri si fanno più opprimenti, che i miei genitori avrebbero fatto meglio a non mettermi al mondo. E analizzando questo pensiero a mente lucida, ho iniziato a pensare che è da qui che si cade nel baratro della depressione.
Ci sono momenti in cui penso a quanto sia sciocco preoccuparsi ora di quello che, probabilmente, fra decine di anni non sarà più guardato con terrore ma con pace e rassegnazione. Forse se arriverò alla vecchiaia con alle spalle una vita vissuta pienamente, in modo soddisfacente, con fatica e gratificazione, riuscirò addirittura a sorridere alla morte e ad accoglierla come un ultimo sonno ristoratore. Ma anche il solo fatto di dovermi auto-imporre questi pensieri rassicuranti mi preoccupa e mi paralizza, e mi fa capire quanto la morte stia diventando un'ossessione per me. Analizzando la morte razionalmente, comprendo che - per citare Harry Potter - morire è più veloce e più facile dell'addormentarsi. Ed è vero, perché al mattino dopo una notte di sonno non riusciamo mai a ricordare quando e come ci siamo addormentati, avendo perduto conoscenza. Ma allora perché sono così terrorizzata? Perché continuo a guardare alla morte come a un momento terribile in cui tutto sarà perduto? Non riesco ad accettare l'idea di lasciare tutto questo, di sparire e sapere che il mondo continuerà il suo corso senza di me. Di lasciare gli altri a vivere, mentre io sarò privata di questo privilegio.
Invidio tantissimo coloro che hanno fede e credono in qualcosa dopo la morte. Io non sono atea, ma non sono neppure credente perché sono troppo razionale per affidarmi a un dio della cui esistenza non ho prove tangibili. Se solo avessi fede affronterei la vita come un dono e guarderei la morte degli altri come un "arrivederci". Sarebbe tutto più accettabile. Farebbe meno male.
Chiedo scusa per questi sproloqui, e ringrazio chiunque riuscirà a trovare per me una parola di conforto. Ne ho davvero bisogno.
Non voglio morire
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Questo è il dilemma che un po' tutti i pensatori si pongono e si sono posti, la domanda è perché questi pensieri ti stanno facendo stare così male? Perché ora stai reagendo così? Probabilmente c'è qualcos'altro nelle tue giornate che ti ha portato ad avere questa risposta emotiva, qualche mancanza, qualche stress. Prendila come un campanello di allarme per rivedere un po' il tuo stile di vita dell'ultimo periodo.
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Vai da uno psicologo prima che peggiori e che diventi troppo tardi per porre fine a queste cose..
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un'ossessione
Penso sia proprio un ossessione, intesa come "pensiero intrusivo", come i pensieri che stanno alla base del disturbo ossessivo-compulsivo. Il punto non e' la domanda, e nemmeno la risposta. La cosa piu' importante nelle ossessioni e' la reazione emotiva collegata ad un certo pensiero. Se tu ti caghi addosso pensando ad un elefante rosa che vola nel cielo, continuerai a pensarlo tutto il giorno e diventera' un ossessione, indipendentemente dal fatto che tu sappia che e' assurdo. La mia opinione e' che esiste una sola via d'uscita dalle ossessioni, e si tratta di abituarsi a non avere paura di quello che si pensa, qualsiasi cosa esso sia. Ho scritto anche altre volte in passato riguardo a questo, il concetto di "mente creativa" che non deve essere temuta. La tua mente puo' pensare tutto, la tua mente puo' generare un film comico o un racconto horror, puo' generare musica classica oppure death metal. Immagina un regista horror che si spaventa del suo stesso film e va in paranoia... probabilmente ne sarebbe felice, fare paura e' il suo scopo. Immagina uno scienziato che scopre una nuova malattia e va in panico... va in panico un po', ma poi va avanti. Un conto e' la realta', e un conto e' la "creativita'". Le domande che ti sei fatta tu sono frutto di una specie di creativita', e se le sono gia' fatte un sacco di altre persone, gia' migliaia di anni fa, da sempre. Pure io, ovviamente. Ho guardato in faccia la gente immaginando la musica da funerale di sottofondo, immaginando che tra qualche anno saranno tutti dentro una bara, coi vermi. Si, e' brutto, fa paura, mette ansia, ed e' normale che sia cosi'... ma sono "giochi" creativi. Non risolvi niente pensandoci, sono solo "svaghi". E se ti svaghi troppo stando male, e' meglio che cambi passatempo, no? Non devi aver paura di quello che pensi. E' assolutamente inutile stare male per delle ossessioni, c'e' cosi' tanto altro al mondo di importante che merita la nostra attenzione. Arai degli hobby, delle passioni, dei sogni, immagino. Se sei un artista o fai anche qualcosa di creativo, potresti buttare fuori le ossessioni sotto forma di opera di qualche tipo (musica, poesia, dipinto, racconto, eccetera).
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Invece io a volte trovo confortante il fatto che un giorno non dovrò più sforzarmi di alzarmi la mattina e cercare di farmi piacere questa vita ingiusta.
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Leggi Dylan Dog e Stephen King, guarda film horror, leggi miti e leggende o letteratura sul tema (https://books.google.it/books?…hl=it#v=onepage&q&f=false)
Il modo migliore per esorcizzare la paura della morte è riderci sopra, sminuirla. -
Ciao,
Ti comprendo benissimo.
Anche io ho il terrore della morte, fin da quando ero piccola.
Da bambina avevo proprio attacchi di panico per questo motivo!
È una cosa orrenda, lo so! Cerca di pensare a altro quando ti arriva questo pensiero! Leggi, studia, gioca, e soprattutto manda a quel paese te stessa.
Fidati! Funziona!
Dire ogni tanto "f∙∙∙∙∙o pensieri negativi, io vivo!", aiuta molto! -
Pensa che la prima "botta" di depressione la ebbi proprio in concomitanza di pensieri simili ai tuoi (e di moltissimi a meno che non si sia dei completi deficienti).
In particolare ricordo ancora esattamente la circostanza che mi fece piombare in una brutta spirale di pensieri negativi.
Ero in macchina con una mia ex compagna all'indomani di un suo delicato intervento chirurgico. Ad un certo punto lei mi fa:-Mi devi promettere che se succede qualcosa di brutto tu non la prenderai eccessivamente male perchè "tanto prima o poi bisogna morire".
Lì per lì tutto ok....a distanza di poche ore iniziai a sentire qualcosa di esageratamente doloroso farsi starda nel mio animo. Come se l'affermazione virgolettata mi avesse aperto con la chiave una porta che tenevo "chiusa".
Ora a distanza di anni mi rendo conto (e qui stracondivido il discorso di Diverso) che il vero grosso problema fu che mi spaventai in primis della mia rezione emotiva.
Il non volerla "sentire" non ha fatto altro che ingigantire un contenuto di per se innocuo. Ebbi paura della mia paura e così precipitai.
Oggi sono più consapevole del fatto che la coscienza possa andare a parare in cose allucinanti ma lascio un pò scivolare il tutto via. Per scivolare intendo che lì per lì mi vivo i miei secondi di angoscia ma poi non ci rimuggino sopra...soprattutto non mi irrigidisco. Come se ti accorgi di aver messo male un piede e senti che prenderai una distorsione alla caviglia. Più ti irrigidisci e peggio è; paradossalmente se molli la tensione muscolare cadi e non ti fai nulla.
Sul perchè la nostra mente generi sti mostri non so darmi nessuna risposta. La mente può portare l'uomo a sconfigere le malattie più gravi o fargli immaginare di essere sepolto vivo....alla base c'è sempre una fervida immaginazione (intesa come capacità di connettere dei "contenuti") però ovviamente l'impatto sul nostro stato d'animo è ben diverso.
Il mio non è un atteggiamento rinunciatario, piuttosto la consapevolezza di non aggiungere al dolore inevitabile insito nell'esistenza altro dolore. -
strana la vita...qua c'è gente che non vede l'ora di morire
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Esatto,
é esattamente la paura contraria a chi vuole farla finita
Io personalmente cara flabrum ho un po´il tuo stesso problema, la mia vita mi piace talmente tanto che non voglio finisca ed ogni tanto mi ritrovo ad avere questi pensieri angosciosi. C´e´da dire che sono piu´o meno credente e sono sicuro che il buon Dio un giorno, se dovessi meritarmelo, magari mi premierá con un altro po´di vita, chi lo sa.....
Alla morte ci si arriva piano piano e il processo di invecchiamento é lento e cambia anche la tua persona, ci si giunge per cosi´dire "preparati".
Ad ogni modo credo che sia una mezza ossessione, del resto é molto peggio pensare che finisca e rimanere li inermi piuttosto che comunque nel frattempo godersi le cose belle che si Hanno. Meglio andarsene avendo goduto di qualcosa che andarsene dopo una vita arida, non trovi?
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