Lasciare un lavoro sicuro?

  • È un po' che non scrivo, ma passo sempre a leggere il forum.

    Da un paio di mesi a lavoro le cose hanno iniziato ad andare parecchio male, non nel senso che non c'è lavoro, anzi, ma per come stanno cambiando le dinamiche nell'azienda.

    Praticamente, nel corso dell'ultimo semestre il titolare, il "vecchio", ormai verso gli 80 (persona di cui ho totale rispetto) ha iniziato passo per passo a lasciare l'azienda in mano al figlio (un individuo sui 40/45).

    Come nel peggior filmetto scontato il figlio è un completo idiota. Mi dispiace essere così "schietto", ma è la triste verità. Non ha nessuna conoscenza reale delle meccaniche del lavoro, dei tempi, di quali sono le cose importanti e quali no. È il classico incompetente, tra l'altro totalmente pieno di se, egocentrico, il classico che sa tutto ed è infallibile.

    Sfortunatamente nel mio ruolo me lo ritrovo spesso quasi a dover gestire, a mettere milioni di pezze alle sue c∙∙∙∙∙e. Perchè ovviamente lui fa il malanno, ma la colpa è di terzi, mai sua. In pochi mesi è riuscito a distruggere l'oliato meccanismo che faceva lavorare in maniera eccellente una ditta che festeggia 30 anni di lavoro.

    Giusto per iniziare ha subito voluto fare lo splendido facendo lui preventivi e contratto (nonostante ci sia un ufficio dedicato con tanto di super professionisti iper pagati per questa mansione) per un lavoro molto grosso, dimenticandosi però di mettere a capitolato una parte fondamentale per il montaggio dei nostri prodotti che comunque per forza di cose siamo noi a dover fornire (lavoriamo nell'edilizia) e creando un buchetto di circa un milione facile facile così, tanto per gradire.

    In più sta mandando a rotoli tutta la struttura stessa della ditta prevaricando funzioni scambiando posti, creando voragini nella filiera della produzione.

    Una situazione insostenibile che non tollero più, anche perchè ha spazzato via 3 anni del mio lavoro nell'informatizzare l'azienda nel sistema produttivo che senza falsa modestia avevo creato ad hoc con software gratuito (quindi a costo ZERO) per l'azienda, e che faceva felice tutti perchè adattabile e personalizzabile senza costi ne fatica.

    Questo perchè secondo il suo GENIO dobbiamo dotarci del più famoso software gestionale commercializzato, "come tutte le grandi aziende come la nostra" (cit). Costo 300 mila euro per far passare tutta l'azienda. Con tutti le controindicazioni varie che un passaggio dall'oggi al domani porta.

    Non capisco suo padre come non se ne accorga dei danni ma tant'è...

    Dopo questa premessa, arrivo al punto. Voglio licenziarmi, ne ho le scatole piene, ho la lettera di licenziamento pronta, a cui cambio data ad ogni inizio del mese, questo da settembre circa. Ma non ho trovato il coraggio. A parte che se il genio continua così resto senza lavoro lo stesso, ma il punto focale è che mi rimbalza in testa sempre sta storia della crisi e dei disoccupati.

    Soprattutto vedendo un sacco di interinali che vengono assunti per i periodi di picco di manodopera che hanno storie assurde di fallimenti, disoccupazione, ecc, per via della crisi.

    Non pensavo fosse cosa da me sentirmi quasi in colpa, ma più ci penso più mi sembra da egoista lasciare un posto di lavoro sicuro (toccando ferro) per queste motivazioni.

    Ormai mi sa che ho subito anch'io il lavaggio del cervello che avere un lavoro, un reddito è quasi una gentile concessione, addirittura un lusso, e pensare al licenziamento mi fa sentire dannatamente in colpa. Nonostante rimanere li mi rende idrofobo non riesco a trovare il coraggio. Non ho paura di rimanere senza lavoro, io vado a fare qualsiasi tipo di lavoro senza problemi, anche il più infimo, ma proprio un senso di colpa del tipo "sei fortunato ad avere un lavoro di che ti lamenti".

    Boh perdonate lo sfogo, ma sono combattuto, anche se sono consapevole che li dentro il mio tempo è finito.

    Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere tutto.

    Buon anno :)

  • Posso capire la tua frustrazione e dalle tue parole è palese quello che sta accadendo, ognuno di noi è "libero" di scegliere anche se lo metto tra le virgolette in quanto penso che la vera libertà sia altra, comunque aldilà dei soliti discorsi che puoi sentirti il fare, il vero nocciolo della questione è se ti puoi permettere di licenziarti, a prescindere dalla tua disponibilità a fare qualunque cosa, oggi il vero problema è che non c'è molta scelta in ambito lavorativo, però se da come dici le cose potrebbe andare a finire male con questa nuova gestione aziendale, forse la cosa migliore per te è di trovare il modo per essere mandato via, chiaramente non per giusta causa, magari anche un accordo con questo "genio", poi valuta tu cosa è meglio per te

  • Ti capisco perfettamente. Io ho vissuto una situazione molto molto molto simile, 80% simile alla tua, e mi sono arreso, ho mediato. Però adesso sono a spasso e non si trova nulla come dipendente ho dovuto aprire una partita iva ma non ho lavoro, solo tasse e zero guadagni.

    Non ti licenziare!

    Paciugo ha ragione! Al limite, delle due una: o ti fai licenziare, o fai una transazione.

    Ti consiglio, come prima cosa, di rivolgerti a un sindacato, quello che vuoi, anche se nin sei iscritto ti daranno comunque consulenza su quanto ti spetta se ti licenziano loro.

    Meglio ancora, se vuoi senti un legale.

    Se proprio non ce la fai più e ti vuoi arrendere, allora, tramite un avvocato, proponi alla azienda non le tue dimussioni na una transazione economica per porre termine alla collaborazione.

    Se ti dimitti non prendi niente. Se ti licenziano o fai una transazione attraverso un legale prendi una indennità.

    Devi mettere in conto che ci pitrebbe volere molto tempo per trovare un altro lavoro.

    Smetti di cambiare data alla lettera di dimissioni e buttala via, se non sei ricco , se devi vicere del lavoro e non hai molti risparmi o rendite o se non hai già un altro posto di lavoro che ti aspetta, sicuro, le dimissioninon sono una opzione, solo licenziamento da parte della ditta o transazione!

    Aquila non capit muscas.

  • Ti dico la mia opinione. Ti elenco tutti i motivi per cui x me non dovresti dimetterti. Sono considerazioni inerenti al non abbassare il tuo attuale 'valore di mercato' che nonostante qualcuno possa dire sia basso o molto basso, è comunque in segno positivo. E se è positivo, le possibilità di cambiare sono più alte.

    Dimettiti solo quando avrai un altro contratto in mano.
    In primis perché , fintanto che sei impegnato, hai più potere contrattuale.
    Quando ti presenti a un colloquio di lavoro, agli occhi del potenziale datore di lavoro, ''vali di più''.
    Quando poi scopriranno che ti sei dimesso... come glielo puoi spiegare affinché le tue motivazioni non facciano cattiva impressione?
    Un dipendente dimesso perché non reggeva la gestione del titolare non fa buona impressione. Dovresti inventarti qualcosa di grosso, tipo problemi di salute di qualche familiare, o decisione di cambiare percorso di vita (tipo che hai avuto una chiamata dal cielo e per 2 anni sei andato in Africa ad aiutare i più sfortunati). Neppure 'cerco nuove opportunità di crescita' reggerebbe... perché nell attesa di crescere avresti potuto continuare a lavorare.

    Poi se ho inteso bene, la tua frustrazione deriva dal vedere il tuo lavoro disfatto dal figlio di papà (lavoro in un'associazione di categoria datoriale, per cui vedo i danni causati dai passaggi generazionali. I figli dei grandi imprenditori son quasi tutti cresciuti nella bambagia, non hanno il senso di responsabilità e del sacrificio dei padri). Non tanto da mobbing o cattivo rapporto coi colleghi o capi.
    ecco... questa è già una specie di fortuna. Devi per un po' di tempo, accantonare le aspettative che hai verso questo lavoro, sapendo che prima o poi cambierai. Il tuo desiderio di cambiare ti deve servire per tenere duro ora, nel senso che lo puoi utilizzare in chiave posituva sapendo che è una situazione momentanea.

    La crisi c'è, è indubbio. Però ci sono aziende che lavorano bene e negli ultimi anni si sono ingrandite e hanno assunto personale. Almeno per quella che è la mia esperienza lavorativa.

  • Ringrazio per le risposte :)

    Capisco il vostro punto di vista, non mi preoccupa trovare un altro posto di lavoro, anche perchè avendo lavorato per un sacco di anni nella ristorazione quando studiavo, qualcosa lo rimedio molto velocemente (e pagato meglio).

    Rimanere in questa situazione mi sta logorando, parto la mattina per andare a lavoro già i∙∙∙∙∙∙∙o. Sta diventando insopportabile. Tra l'altro per mettere le pezze non ho praticamente ferie e ho lavorato anche stamattina...

    Io non voglio fare tramacci per essere mandato via, anche se avessi una sorta di buonuscita. Preferirei andare via a testa alta, perchè non sono disposto a lavorare male, per mantenere una sorta di professionalità, di dignità.

    Forse dovrei accantonare questi ideali, ma rimanere a lavorare così, in sta maniera senza senso e autolesionista, mi sa di essere un venduto, di fare tutto quello che ho sempre odiato. E allo stesso modo ho i sensi di colpa per quelli che sono finiti in mezzo ad una strada.

    Proverò a tenere duro ancora un po'...

  • Ringrazio per le risposte :)

    Capisco il vostro punto di vista, non mi preoccupa trovare un altro posto di lavoro, anche perchè avendo lavorato per un sacco di anni nella ristorazione quando studiavo, qualcosa lo rimedio molto velocemente (e pagato meglio).

    Se hai questa CERTEZZA ASSOLUTA... fallo.
    Io non avevo nessuna certezza quando anni fa lasciai il mio lavoro, ma ero arrivato a un punto dove la salute mentale era seriamente a rischio, depressione e sull'orlo di un pesante esaurimento nervoso. E mi sono licenziato, anche consapevole del fatto che avrei dovuto fare i salti mortali e che non ci sarebbe stato più nulla di stabile... ma dopo anni a mandar giù m∙∙∙a e sputare sangue, e non per colpa del tipo di lavoro ma di CHI lo gestisce e amministra, mi sono arreso per non finire in ospedale.

    Oggi vivo nel precario, faccio qualche lavoretto di qua e di la. E' brutta e pesante la faccenda.
    Ma ti assicuro che mi basta pensare a quel disgraziato di un titolare per farmi tornare il sollievo e farmi apparire la realtà odierna meno triste e dura.
    Quindi se anche tu sei nelle condizioni che la prima cosa che fai quando ti alzi al mattino è piangere, se anche tu quando è Domenica pomeriggio vai seriamente in paranoia pensando al Lunedì... bhè, segui le tue intenzioni.

    "See the diameter of your knowledge, is the circumference of your activity"

  • Visto che ho aperto il thread vi racconto anche la conclusione.

    Alla fine oggi mi sono licenziato.

    Sono arrivato al limite. Dopo essermi sprecato per andare dal genio in pausa pranzo a spiegargli che le promesse che ha fatto ad un cliente di certe consegne sono irreali e sta rischiando grosso (glieli ha promessi per fine mese quando solamente dei vetri speciali non arrivano prima di metà febbraio), cosa che ho scoperto facendo tutta la modulistica di dichiarazione per l'ufficio tecnico, il luminare mi ha detto che non so affrontare i problemi (che tra l'altro manco fossero miei, io sono l'IT) ed è andato a "molestare" il fornitore, che è una ditta abnorme a cui non comandi facilmente. Risultato: i vetri verranno consegnati a marzo poichè come da accordo di fornitura hanno tempi di approvvigionamento di 60 giorni (praticamente averli prima era quasi un favore) visto che siamo anche indietro coi pagamenti.

    Risultato: pagherà 2 mesi di penali a 14 mila euro al giorno, e la colpa di chi è? Mia ovviamente che sono responsabile dei PC, quindi di conseguenza se non hanno i vetri in produzione la colpa è mia che il sistema non da questi input, che tra l'altro li da, ma non è questo il punto.

    Quindi dopo questa exploit di logica per assurdo, mi ha detto che posso licenziarmi quando voglio se lui non ha certe informazioni, perchè non so fare il mio lavoro.

    Perchè ovviamente dopo che tutti gli hanno detto di non firmare carte del genere che è un suicidio e lui lo fa pagando penali su penali, la colpa è del sistemista, quando in realtà non dovrei nemmeno interessarmi degli aspetti della produzione e consegne.

    In più per un cantiere a Milano, ha organizzato lui i rilievi (prevaricando per l'ennesima volta il responsabile di cantiere) perchè lui aveva promesso dei serramenti per fine di questo mese, ma l'incapace non sapevano che dovevano ancora finire i cementi, quindi ora si ritrova con 160 finestre circa che può buttare al c∙∙∙o come e quando vuole, per un valore di circa 700 mila euro tra serramenti e contorno che è inutilizzabile.

    E la colpa di chi è? Mia perchè sul planning che fa il sistema, che lui ha voluto cambiare escludendomi dalla faccenda, non era segnato. Non sarebbe stato segnato comunque dato che i cementi non sono a carico nostro, ma devi aspettare un ok dall'impresa che gestisce la costruzione dello stabile.

    Non c'è lo fatta più e mi sono licenziato.

    Per tutti quelli senza lavoro, scusate, i sensi di colpa mi attanagliano, ma stavo andando fuori di testa. L'unica consolazione è che sono il sesto in un mese che si licenzia.

    A parte lo sfogo e l'autocommiserazione, quello che non riesco a capire è come l'ego di certe persone possa renderle così cieche. Ma non vede che sta distruggendo tutto? Che non sa quello che fa? Che non puoi inventarti dall'oggi al domani di poter gestire una materia complessa, fatta di mille variabili come l'edilizia? Che fino a ieri non eri mai in azienda.

    L'unica soddisfazione forse me l'ha data il "vecchio", che quando gli ho portato la lettera ha ammesso che non pensava che suo figlio potesse essere così incompetente.

    Pazienza.

    Perdonate lo sfogo.

  • Ho letto il tuo thread. Ti sono vicino.

    Io alla fine mi sono licenziato, perchè devo lavorare per vivere, non vivere per lavorare.

    il problema è che sono brutti anni, ma ogni tanto bisogna avere un po' amor proprio. Piuttosto andrò a lavare vetri al semaforo, ma lo farò a testa alta. Lavorare con certa gente è solo stupido, una perdita di tempo. Non otterrai mai niente, e ti avveleni il fegato.

  • Disfear...:) In Bocca al Lupo...Veramente!

    Hai fatto la cosa giusta...hai salvato Te stesso e magari anche l'azienda...chissà
    e non sentirti così in colpa per Chi è senza lavoro...o come me e tanti altri...
    vive la situazione del precariato...perché non c'entri niente Tu...e anche se Tu
    avessi continuato a lavorare in quel posto...la situazione degli altri non sarebbe
    cambiata...quindi...Apprezzati per quello che hai fatto...e un giorno...mi piace
    pensare che sarai -premiato- per questo...visto che le capacità e la preparazione
    le hai...e quelle non sono cose che si inventano o si improvvisano...nemmeno
    se l'azienda è di Papà...ma questo ancora in molti non lo capiscono proprio... :rolleyes:

    Adesso Goditi...per quanto Ti è possibile questo momento di transizione...:)

    :girl:

    Per Arrivare all'Alba...Non C'è Altra Via che La Notte...Kahlil Gibran Ogni Donna ha un Paio d'Ali chiuse dentro Sé...e Sogna Ancora Vette Inesplorate... La Notte delle Fate...Enrico Ruggeri Nanì... ♫ Nanì... ♫

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