Quelli come me

  • In passato, per via di diverse circostanze casuali e non, mi sono imbattuta in persone con vissuti simili ai miei alle spalle.
    Premessa: dalle persone psicologicamente normodotate non mi sono mai sentita capita ed accettata fino in fondo. Non si tratta di attribuire colpe o di generalizzare, c'è chi si sforza di capire e chi ti risponde che con un calcio in c∙∙o si risolve tutto, ma tendenzialmente molte cose non le concepiscono e le attribuiscono a mancanza di volontà, chiusa parentesi.
    Ho però dovuto constatare che le cose non andavano meglio con quelli simili a me, si creavano dinamiche diverse ma ugualmente dolorose ( per me ). Non ho trovato quella solidarietà e comprensione che utopisticamente cercavo.
    Ho notato che molti cercano di sopprimere, più o meno efficacemente, tutte le "tare", per sembrare come gli altri. Nessun giudizio, ci ho provato come una dannata anch'io. Il fatto è che questo tendere a "sentirsi come gli altri" porta a disprezzare parti di sé che poi vengono proiettate su altre persone, disprezzando loro, magari appigliandosi ad altri motivi.
    Vorrei capire dove si sbaglia, perché sbaglio anch'io e magari nemmeno me ne accorgo, ma alla fine siamo tutti soli o isolati in mezzo agli altri e vorrei mettere insieme qualche pezzo per fare uno scatto in avanti, anche minimo. La mia psico dice che è come se fossi sopravvissuta ad un lager psicologico ma nella mia mente stessi ancora lì, imprigionata. Vedendo aguzzini ovunque, con la guardia perennemente alzata, con l'istinto di fuggire per sopravvivere. Ma il mondo fuori non è quel lager e ha tanti aspetti che non conosco, alcuni da cui non so difendermi e altri che forse non apprezzo perché sono troppo impegnata a combattere con i miei fantasmi.
    Se qualcuno capisce quello che voglio dire, non sono sicura di essermi spiegata, mi può dare un parere sui motivi per cui anche tra persone che dovrebbero venirsi incontro non c'è solidarietà ma si genera tutt'altro?

  • Se qualcuno capisce quello che voglio dire, non sono sicura di essermi spiegata, mi può dare un parere sui motivi per cui anche tra persone che dovrebbero venirsi incontro non c'è solidarietà ma si genera tutt'altro?

    perché raramente si incontrano persone speciali, persone intelligenti.
    la solidarietà è merce rarissima.

    l'essere umano è misero, piccolo e stupidino; in generale, con le dovute rarissime eccezioni

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Appunto credo sia opportuno balzare da piccoli /stupidi /meschini a solidali, anche perché sarebbe più logico e proficuo venirsi incontro ( tra persone sulla stessa barca per lo meno ). Sarebbe un momento di crescita, un'evoluzione personale, non so in senso stretto per la specie visto che i meccanismi evolutivi non comprendono l'etica o il diventare persone più sofisticate ma non in senso strettamente utilitaristico.

    Un altro mio limite a questo tipo di cambiamento sta nel non reggere le proiezioni altrui, quei momenti in cui altri riversano su di te pensieri ed intenzioni che non ti appartengono. Non ho la pazienza di andare incontro, fare la cosa giusta che secondo me sarebbe dimostrare che non sono come quel fantasma che mi stanno riversando addosso. Il più delle volte volto i tacchi, pur sapendo ,a grandi linee almeno, come sarebbe meglio agire. Eppure quante volte capita anche a me? E in quei momenti anche gli altri, se capiscono cosa succede, penseranno chi me lo fa fare....e nessuno spezza la catena

  • Penso che dipenda anche cosa intendi per solidarietà.
    A volte se le persone ci danno consigli ci sentiamo attacchi.
    Se dicono che ci capiscono pensiamo che mentono.
    Se ci dicono che le cose si sistemeranno non capiscono e stanno solo cercando di liberarsi di noi.
    Tu come la vedi questa solidarietà?

  • Bella domanda. Che mi sono posta un sacco di volte. Senza trovare una risposta. A volte mi viene da pensare che la relazione che si instaura tra due o più persone sia solo un incontro - scontro di sintomi, alcuni incompatibili, altri complementari. Altre penso che quello che vado cercando non esista e si veda solo nei film, ma io credo possa essere anche reale, raro ma reale, per cui sono perennemente insoddisfatta. Altre volte mi fermo a pensare che cosa ho da offrire alle altre persone, se sono poi così sicura di dare agli altri ciò che vorrei ricevere da loro o se non sono solo bisognosa di quelle cure e quell'affetto parentale che mi è mancato ma non si può colmare ora. E di nuovo quindi, ecco la spiegazione per la mia insoddisfazione. A volte mi chiedo come interagiscono sul piano "amicizia" quelli che non hanno tutte queste fisime / nevrosi/ sintomi quelli, come li genialmente definiti, psicologicamente normodotati.

    La solidarietà è una bella cosa, ma a volte ci sono altre cose che si nascondono sotto questa parola e molto spesso non hanno nulla a che fare con la solidarietà.
    Tu che cosa intendi...nel senso, che cosa ti piacerebbe trovare in un rapporto con una persona a te solidale?

    (non è una domanda tendenziosa e, per dirti la sincera verità, che anche a me piacerebbe trovare persone solidali ma francamente è qualcosa che stento a mettere a fuoco).

    You can lie to your friends, you can lie to your family, but you can’t lie to your bathroom mirror.

  • Solidarietà, per come la intendo io, è un protendersi verso gli altri, è condivisone di un percorso infondendosi forza a vicenda anche per il solo fatto di sapere che l'altro c'è. È un restare quando è difficile esserci, è la speranza di vedere l'altro farcerla, è contribuire attivamente per creare un futuro migliore per noi e per tutti quelli che hanno attraversato i nostri stessi inferni.
    Non si tratta di sforzo o di sacrificio, dovrebbe più che altro trattarsi di un'attitudine che matura spontaneamente in un'ottica di crescita.

  • Purtroppo devo constatare anch'io questo...
    diverse persone danno per scontato certe cose come ad esempio la patente,le uscite e cose varie ma perchè appunto fanno una vita "nella media attuale" ....e ciò vale non solo per i fobici
    perchè tra delinquenti ci si capisce ? di certo se ad altre perone dici di esser stato in galera ti guarderanno male...
    lo stesso vale per i tossici ecc ecc
    purtroppo comprendiamo solo se siamo toccati in prima persona....

  • Se qualcuno capisce quello che voglio dire, non sono sicura di essermi spiegata, mi può dare un parere sui motivi per cui anche tra persone che dovrebbero venirsi incontro non c'è solidarietà ma si genera tutt'altro?

    Forse perché le esperienze che hanno generato sofferenze, non sono state uguali per tutti e non tutti le hanno vissute e poi elaborate alla stessa maniera..

    Ma anche perché "l''uomo" anche se considerato animale sociale, in realtà è parecchio solitario, "egoista" e negli ultimi tempi parecchio individualista..

    Mi viene in mente la scena del Titanic, nel momento in cui affondava e ciò avrebbe dovuto presupporre solidarietà( tutti uniti ad uno stesso destino, sulla stessa barca) ognuno invece pensava a salvare la propria pelle, fatta eccezione per le donne che cercavano di salvare i propri figli..Alcuni addirittura si travestivano da donne per scendere nelle scialuppe destinate in primis a donne con bambini..

    Nella vita è un po' la stessa cosa, pur trovandosi ad aver vissuto esperienze simili, ognuno cerca di cavarsela come meglio può talvolta anche sgomitando sull'altro, quasi come dire: qualcuno ce l'ha fatta, l'altro meno, quell'altro no..

    Ciò che può consolarci è che di anime solidali ce ne sono, ma poche..

    "Some people feel the rain. Others just get wet."

  • Sera: Sì, anche per come la intendo io, questa è la definizione di solidarietà. però è molto difficile da trovare. E nel frattempo, magari, causa anche le ingenue aspettative che a volte capita di avere (parlo per me in questo caso) si finisce per essere scottati la punto che non si è quasi capace di dare ciò che si vorrebbe trovare negli altri.

    L'estremo individualismo denotato da Guarigione è realtà, e credo contraddistingue la maggior parte delle persone. Questo, non voglio generalizzare, sempre secondo la mia esperienza personale.
    Molti danno valore alla solidarietà, all'empatia e al sostegno, solo non lo fanno con una forma di reciprocità. Mi è capitato di sentire discorsi del tipo:
    "Se Tizio o Caio desidera essere così gentile, disponibile, spendersi così tanto per gli altri è una sua scelta. Questo non implica che gli altri debbano per forza ricambiare, nessuno ha firmato un contratto". E con questo bel ragionamento prendono senza dare.

    Altri ancora non restituiscono perchè quando per loro le cose finalmente iniziano a girare per il verso giusto e riescono ad uscire dal proverbiale baratro, non hanno semplicemente voglia di avvicinarsi di nuovo ad una "nuvola nera" anche se non è la loro, per cui si allontanano. Anche se, nel momento in cui loro erano pervasi da quella medesima "nuvola nera" hanno ricevuto sostegno e aiuto.

    e' tutto estremamente deludente, dal punto di vista umano intendo.

    poi sì, sempre per dirla come Guarigione ci sono quelli che si rendono della gravità delle cose solo quando capitano a loro e minimizzano per tutto il resto.
    Quante volte mi sono sentita dare con leggerezza della depressone pesante che si fa mille seghe mentali. Come se fosse un difetto caratteriale, come se uno lo facesse apposta unicamente perchè è una brutta persona". faglielo capire che il D.O.C. che parla. ed erano le stesse persone che in piena crisi depressiva mi chiamavano per ricevere appoggio nei momenti di crisi.

    Che gli vuoi fare... Restarci male non serve. Essere delusi non serve. Rinfacciare (che poi è sempre una cosa abbastanza orribile) non serve. Ti puoi solo allontanare prendendo atto.
    E sperare che, in una popolazione che conta 7 miliardi di persone, prima o poi qualcuno di veramente umano si riesca ad incontrare...

    You can lie to your friends, you can lie to your family, but you can’t lie to your bathroom mirror.

  • Si ma consiglio a tutti sempre e comunque
    nonostante la paura del rifiuto e la paura di perdere quel poco che si potrebbe conquistare di fare
    di fare come Derek di American history X dove trovandosi in carcere e sapendo che fine fanno quelli senza gruppo
    si tolse la canotta e mostrò la svastika che aveva al petto....
    OVVIAMENTE parlo per metafora....siate come siete, diventate ciò che siete anche perchè non esiste nessuna sicurezza di una maggiore o totale accettazione , forse solo a breve termine ma neanche quindi...

    mostrate la vostra svastica !!! ....e non fatevi i∙∙∙∙∙∙e !mghh

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