Quelli come me

  • Cosa intendi per giusta misura?

    Intendo quel sano e talvolta stimolante confronto che ci si propone di avere con l'altro. Il confronto che spinge a scendere in campo non solo per migliorare se stessi, ma per sentirsi in qualche modo stimolati a mettersi in discussione..
    Se io pensassi solo a migliorare me stessa senza alcun confronto resterei in qualche maniera "isolata" nel mio "mondo"
    E' come se fosse un gioco di squadra dove ognuno cerca di dimostrare qualcosa a se stesso, di seguire qualche consiglio dal più esperto, di restare uniti alla squadra, pur competendo con gli altri membri...Stesso discorso in una aula tra studenti, uguale anche per un team di medici..Paradossalmente è proprio laddove c'è la sana competizione che le cose funzionano meglio, perché si crea più entusiasmo collettivo..

    Competere significa comunque scendere in campo e voler dimostrare , anche con mezzi leciti, anche affidandosi onestamente alle proprie capacità, di essere migliori di una o più persone.

    Si è giusto, ma se provassimo a cogliere un'altra accezione al termine, la vedremmo anche come una prospettiva diversa.

    "Some people feel the rain. Others just get wet."

  • Non so, non riesco a cogliere altre prospettive, anche perché se penso ad un ambiente competitivo, pure dove le persone si confrontino in modo onesto, mi viene l'ansia. So che sentirei la pressione e non la reggerei. Io sono una di quelle persone che per tirare fuori il meglio non deve essere messa sotto pressione e infatti i lavori in cui rendo di più, sono quelli che posso svolgere in solitudine. Magari sono strana io e per il resto dell'umanità la competizione è qualcosa di naturale ed elettrizzante

  • Io sono una di quelle persone che per tirare fuori il meglio non deve essere messa sotto pressione

    Anch'io pensa un po'..

    i lavori in cui rendo di più, sono quelli che posso svolgere in solitudine.

    Amo la solitudine e ne sono così attratta, tanto da occuparla solo per me o meglio per ciò che può trarne sola la mia persona, senza pensare agli altri..forse un po' da egoista..

    Magari sono strana io

    Ma no, ognuno è fatto a suo modo e se la pensa diversamente non è strano, se così fosse dovremmo in primis capire dove sta la "vera" stranezza..

    per il resto dell'umanità la competizione è qualcosa di naturale ed elettrizzante

    Per una parte, poi c'è anche una parte che la pensa come te..

    "Some people feel the rain. Others just get wet."

  • Per una parte, poi c'è anche una parte che la pensa come te..

    Sai cosa ho notato? Che la mancanza di ambizione e, di conseguenza, di spirito competitivo, viene additata come un difetto. A me sono state mosse critiche diverse volte, specialmente da parte di mia madre.
    Il fatto è che a me non è mai importato di lottare per le cose per le quali le persone generalmente lottano. Sarei disposta a lottare per qualcosa di importante, ma le cose importanti per me sono pochissime e non rientrano tra quelle importanti per la maggioranza del genere umano :D .
    Inoltre più vado avanti nel mio percorso introspettivo alla ricerca di me stessa, più mi stacco da certi schemi che mi ero autoimposta per farmi accettare, perché non mi appartengono e, specialmente, perché più vado avanti e meno ne sento il bisogno.
    Quello che non mi torna è che nonostante mi sia tolta dalla competizione, ci siano persone pronte a rompermi le scatole o mettermi i bastoni tra le ruote pur vedendo che inseguo obiettivi che loro reputano di serie B. Mi chiedo che fastidio dia una persona del tutto innocua e che si fa i cavoli suoi. L'unica spiegazione che mi sono data è che questi cerchino la mia ammirazione in quanto mi reputano inferiore a loro e vorrebbero riconosciuta una sorta di superiorità, cosa ovviamente che io non riconosco loro perché non li stimo, ma nemmeno li attacco.

  • Ho letto e riletto questi post. L'argomento portato alla luce mi sta davvero a cuore all'interno delle dinamiche di relazione che si sviluppano con le altre persone.
    Riconoscerle per evitarle, in questo caso.

    La tua amica psicologa di cui parli mi sembra abbia una visione alquanto "magnificata" di sé stessa, spostando in maniera sbilanciata la visione e la percezione della realtà (l'insieme di soggetti e oggetti che fanno parte dell'ambiente in cui si muove e agisce e le relazioni che intesse con essi) verso sé stessa, in modo quasi egomaniaco.
    Una persona del genere, che ha sicuramente dei problemi di cui nemmeno si rende conto, può fare molti danni, soprattutto ad una persona emotivamente fragile o molto sensibile. Il tutto aggiungerei se si è anche emotivamente legati, se ci si è fidati / affidati ad una persona del genere... non so tu, ma io tendo molto a sospendere il giudizio quando si tratta dei miei amici (cosa che voglio non correggere ma proprio sradicare perchè finora è stata molto dannosa per esperienze simili a quella che hai raccontato) e questo non va bene perchè quando poi prima o poi si aprono gli occhi su queste persone la ferita diventa quasi insanabile.
    Gli occhi si aprono a forza di "terapia d'urto", sentendosi male con sè stessi sempre con più frequenza dopo un confronto o una conversazione con loro, sentendosi sbagliati, in difetto...

    La figura non risolta potrebbe essere data in realtà da qualcosa che ha più a che fare con il tuo rapporto con te stessa che con ciò che è successo con lei?
    Rabbia con te stessa per esserti fidata di lei? Per non averla riconosciuta prima per ciò che è? Qualcosa che non ti perdoni relativamente a quella situazione/ persona...?


    Per il discorso sulla competizione ti posso capire. l'unica forma di competizione che ho realmente sperimentato è quella con me stessa, non sempre poi.
    Teorizzando: che gli altri vedano il tuo atteggiamento come un atto di superiorità? non dico ovviamente che tu agisci così con questo spirito: tu fai semplicemente quello che a te viene naturale è che è in linea con il tuo modo di essere e pensare. Ma agli altri sembra inconcepibile: non avere ambizioni? Non voler fare carriera? Assurdo, imponderabile. Per cui la risposta che loro si danno è che tu ti senti così superiore da non "sporcarti" nella mischia con loro. Non tutte le persone, ovviamente, sono così sciocche e terra-terra, ma quelle che ti rompono le scatole con discorsi di ambizione e competizione c'è possibilità che abbiano dato questa interpretazione ai perchè e ai per come. Che tra l'altro, per dirla tutta, non sono nemmeno fatti loro...

    Ti ho lanciato lì questa teoria perchè a me è successo, quando, in passato, ci sono stati brevi momenti in cui avrei voluto lanciarmi in qualche "competizione" ma non l'ho fatto, preferendo gareggiare solo con me stessa per insicurezza, perchè pensavo di aver già perso in partenza...insomma per tutta una serie di motivi che sono ben lontani dal sentirsi superiori!

    Che ne pensi?

    You can lie to your friends, you can lie to your family, but you can’t lie to your bathroom mirror.

  • Quello che non mi torna è che nonostante mi sia tolta dalla competizione, ci siano persone pronte a rompermi le scatole o mettermi i bastoni tra le ruote pur vedendo che inseguo obiettivi che loro reputano di serie B.

    Difatti se inseguono altri obiettivi che loro reputano migliori dei tuoi qualcosa non torna..

    Mi chiedo che fastidio dia una persona del tutto innocua e che si fa i cavoli suoi.

    Eppure provano fastidio, se lo percepisci, lo noti...è così..

    L'unica spiegazione che mi sono data è che questi cerchino la mia ammirazione in quanto mi reputano inferiore a loro e vorrebbero riconosciuta una sorta di superiorità, cosa ovviamente che io non riconosco loro perché non li stimo, ma nemmeno li attacco.

    Oppure un'altra spiegazione potrebbe essere che loro non riescono a svincolarsi da questa fanatica e fastidiosa competizione e che quando incontrano o hanno a che fare con persone che inseguono altri obiettivi liberi dal voler e dover gareggiare, paradossalmente provano fastidio..
    Molto probabilmente sono infastiditi, perché non riescono a coltivare quel di più necessario per una crescita interiore..Mentre tu diversamente da loro, lo stai facendo nel tuo percorso di crescita..

    "Some people feel the rain. Others just get wet."

  • Grazie a tutte e due per le risposte e gli spunti di riflessione.

    Riguardo il rapporto con me stessa e le emozioni che mi suscitava quella ragazza: quando mi sono inserita in quel gruppo lei aveva già quel ruolo di leader stimata ed apprezzata da tutte. Per farmi accettare dal gruppo le ho dimostrato anch'io all'inizio una stima che non provavo, poi sono scoppiata come ho raccontato nell'altro post. Riflettendoci lo ammetto che il mio comportamento non è stato il più saggio, che ho sbagliato come ogni maledetta volta che cerco di farmi accettare o agisco spinta dalla puara. Avrei dovuto tenerla a distanza fin da subito, non dico arrivare allo scontro ma farle capire che non condividevo il tono che usava. Poi si sa come sono i rapporti tra donne, come contesti una poi ti accusanodi invidia, ma tanto quella compagnia era destinata a disgregarsi, almeno non avrei tradito me stessa per compiacere gli altri come al solito, questa è una cosa che mi rimprovero.

    Non so se gli altri percepiscano superiorità nel mio rifiuto della competizione, io credo che mi considerino una perdente che si mette da parte per paura di essere umiliata però non so, può essere che la mia paura a loro arrivi come disprezzo e in fondo un po' è vero, di sicuro non apprezzo chi per stare bene sente il bisogno di schiacciare ed umiliare gli altri.

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