Io sospetto che tu te ne preoccupi perché la vita che si è scelto non piace a te, che la vorresti assieme a lui, ma diversa, e come dici tu. Cosa non avrei capito quindi della situazione? magari nulla, ma l'impressione che ho, e non penso di essere solo, è questa.
Quando si sta insieme, scattano certe dinamiche. I problemi dell'uno, diventano spesso i problemi dell'altro e viceversa. E' giusto che sia così. Se io ho problemi col fatto che lui non lavori, NOI abbiamo un problema. Come lo risolviamo? Ora, se lui proprio NON vuole lavorare dice " mi dispiace, io sono così, accettami". Ma lui non dice questo. Lui, quando l'ho conosciuto, mi ha spiegato la sua situazione concludendo con un "bisognerà che mi trovi un lavoro, uno di questi giorni" (giorni!!, non mesi o anni).
Ora, se lui proprio NON volesse lavorare, dichiarerebbe, come fai pacatamente tu: il lavoro non mi piace. Sono proprio i suoi silenzi, il suo rimandare, il suo incavolarsi se tocca la questione che mi fa capire che ci sono più elementi di quelli che lui dice e io vedo in gioco.
Diciamo pure che se mi avesse detto "salve, ho avuto questi problemi, ora ho scoperto che non mi piace lavorare e non voglio tornare al lavoro", sicuramente non mi sarei messa con lui.
E' il contrasto fra quello che vedo da una parte: lui, ordinato, scrupoloso, profondo, con un grande amore ed orgoglio per il lavoro che faceva e da un'altra: il suo rimandare, il suo incavolarsi, ecc...sono cose che non incastrano. E quando le cose non incastrano, si può pensare che ci sia qualcosa, un ostacolo che non hai visto, che le impediscono d'incastrarsi: non c'è l'equilibrio nel suo raccontarsi.