Tu sei una persona coerente?

  • Spesso, la mancanza di coerenza, potrebbe servirmi ad ottenere un vantaggio.

    Ecco quindi che mi chiedo: vedo la coerenza come un valore?
    Se la risposta fosse affermativa, direi che deriva dal Genitore, che mi ha inculcato una "buona norma" di vita a cui io mi adeguo pedessiquamente e che difendo.

    Se invece è un mio modo schietto di essere e di cui ho imparato a riconoscerne i pregi, ma non vedo come un valore imprescindibile ma dipendente dalle circostanze, allora deriverebbe da un Adulto che ha imparato a gestire con coerenza le sue pulsioni e la correttezza verso il prossimo.

    Riferita al Bambino, la vedo molto in senso lato: il Bambino ha un desiderio e spinge per esaudirlo.
    In questo è coerente, ma solo fintanto che il desiderio non muterà.
    Quindi, riferita al Bambino, mi sembra solo un'idea retorica/filosofica.

    Life is ours, we live it our way. All these words I don't just say...

  • Concordo con questo visione che mi pare corretta ed esportabile.

    Per cio' che riguarda il Bambino...nulla da eccepire.

    Con una perplessita': Nella struttura di secondo livello, in una pesona di 40 anni, possiamo isolare il Bambino. E' quello che desidera, che vuole e pretende, ma e' anche quello che piagnucola e si adatta al volere della costrizione normativa, anche se con risentimento.

    Ma se smontiamo questo Bambino scopriamo che dentro ci sta a sua volta un Bambino, un Genitero e un Adulto in nuce, chiamato Piccolo professore.

    E' quello stato dell'io che si attiva quando, perfino nel gioco fine a se stesso, dove tutti si sentono bambini, ci sono quegli sprazzi di giustizia ed equita' che fanno dire che anche i bambini ne possiedono la concezione, perchè il Piccolo professore raccoglie qualche elemento performante e regolatore del Genitorino e lo adatta alla situazione corrente.

    Per cui si potrebbe edire che il Bambino e' l'incoerenza per antonomasia.
    Salvo particolari situazioni in cui si manifetsa, per un attimo o una breve sequenza, quella logica che ci fa parlare di stupore di fronte ad alcuni gesti spontaneamente altruisitici dei bambini.
    Mi pare.

  • Ma se smontiamo questo Bambino scopriamo che dentro ci sta a sua volta un Bambino, un Genitero e un Adulto in nuce, chiamato Piccolo professore.

    Ahia...
    qua mi scontro con una realtà frattale che ancora non ho elaborato.
    Finora ho considerato il Piccolo Professore come l'embrione dell'Adulto (stato dell'io), presente nel bambino (anagrafico), e non nel Bambino (stato dell'io), e che sta iniziando a capire che "può scegliere da solo".
    E ho considerato il Bambino (stato dell'io) come la fonte delle pulsioni e dei desideri; come lo descrive Harris, contenente le "registrazioni" dei primi anni di vita del bambino (anagrafico).

    E' in quest'ottica che definire le pulsioni, e la voglia di soddisfarle, "coerenti" mi sembra solo un volo filosofico sul senso delle parole.
    La coerenza, sia intesa come valore morale (Genitore) sia come investimento comportamentale che potrà dare frutti (Adulto), va perseguita anche a scapito delle proprie pulsioni, con un atto di volontà.

    Ecco che, per me, quella ravvisata nel solo perseguimento delle pulsioni emotive non può che essere un fac simile di coerenza, con obiettivi mutevoli, scomponibile in molteplici istanti di "coerenza" verso un singolo fine e, per questo, in realtà incoerente.

    Life is ours, we live it our way. All these words I don't just say...

  • COERENZA vale a dire raggiungere la piena consapevolezza di se stessi...io lo sono abbastanza,almeno cerco di esserlo nel mio piccolo,le mie idee e tutto quello che mi prefiggo di fare e di dire restano costanti in me.

  • Ecco che, per me, quella ravvisata nel solo perseguimento delle pulsioni emotive non può che essere un fac simile di coerenza, con obiettivi mutevoli, scomponibile in molteplici istanti di "coerenza" verso un singolo fine e, per questo, in realtà incoerente.

    Mi pare ineccepibile.

  • Quindi ora sai cosa fare o semplicemente sei scusata se non farai nulla?

    Aristotele, come in Goutama, diceva che il "giusto mezzo" è la via alla serenità, che si ottiene attraverso la dialettica interiore e con il mondo esterno.

    sei troppo forte doctor, mi sei simpatico. :-)
    non è che ora so cosa fare, e non è che non farò nulla, ma lo trovo un buono spunto per riflettere.

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